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Il rapporto con l’esterno e le capacità percepite

Conclusioni: la spiegazione delle differenze?

4. Il rapporto con l’esterno e le capacità percepite

Per dare una panoramica il più ampia possibile della condizioni di vita e del livello di benessere dei preadolescenti di origine straniera non si può prescindere dal rapporto che questi hanno instaurato con il mondo esterno (esterno anche alla scuola) e con se stessi. Per avere indicazioni circa il primo aspetto si prende in considerazione in primo luogo lo strumento principe per rapportarsi con l’esterno (la lingua), si considereranno quindi le amicizie e l’impiego del tempo libero per concludere analizzando i sen- timenti di appartenenza. Il grado di adesione alle due affermazioni (“sono soddisfatto/a di me”, “posso fare tutto ciò che fanno le persone della mia età”) forniranno, invece, elementi utili per delineare le capacità percepite e quindi il rapporto con se stessi.

Utilizzando l’impostazione di Berry (2001) l’analisi dei dati campionari ha portato all’individuazione di quattro possibili categorie d’”inserimento”

dei ragazzi di origine straniera nei contesti di immigrazione in base al grado di accettazione/rifiuto sia del contesto d’origine sia di quello di immigra- zione. Tale classificazione viene qui riportata per lo studio della lingua, del- le amicizie al di fuori della scuola e dei sentimenti di appartenenza5. Le ca-

tegorie individuate vengono definite nel modo seguente: integrazione, inte- sa come accettazione sia della società d’origine sia di quella di accoglimen- to; assimilazione, definisce i casi in cui vi è l’attitudine ad interagire con la cultura e i modi di vita degli autoctoni, tralasciando quelli del paese di pro- venienza; separazione, indica viceversa l’accettazione solo di ciò che pro- viene dal proprio paese d’origine; ed infine, con emarginazione si identifi- cano i casi in cui vi è il rifiuto di ciò che è legato sia al proprio paese d’origine sia a quello d’immigrazione.

I risultati ottenuti (Tab. 2) mostrano che il gruppo composto dai ragazzi definibili come “integrati” risulta abbastanza cospicuo: con riferimento alla comprensione linguistica si nota che quasi il 40% degli intervistati ha rag- giunto soddisfacenti livelli di “familiarità” con l’italiano, pur non dimenti- cando la lingua del paese di origine. Allo stesso modo, circa il 28% dei ra- gazzi può annoverare tra i propri amici sia italiani sia stranieri. Tuttavia, se si considerano i legami di “appartenenza” la percentuale di ragazzi che pur mantenendo forti vincoli con quella d’origine e, allo stesso tempo, si defi- niscono come “italiani” scende fino al 20,6%.

Ancora, circa uno studente su quattro può essere classificato come “as- similato” dal punto di vista sia linguistico sia relazionale (accettazione di ciò che è italiano, lingua e amicizie, e rifiuto di ciò che ha la propria stessa origine), mentre tale incidenza scende a solo il 13,8% per quel che concer- ne i sentimenti di appartenenza. Ciò può far desumere che, nonostante pro- porzioni non trascurabili di ragazzi di origine straniera abbandonino la ma- drelingua e non instaurino rapporti con i pari stranieri, solo una piccola par- te di essi allenta o rinnega completamente i legami con le proprie origini fino a autodefinirsi solo italiano.

Ancora, il gruppo di coloro che accettano solo lingua o amicizie non ita- liane (i separati) è leggermente più cospicuo in riferimento agli aspetti lin- guistici (23,3% contro 18,5%.), ma si accresce soprattutto (40,1%) se si

Tab. 2 – Distribuzione percentuale degli “atteggiamenti” degli studenti di origine straniera inerenti gli aspetti linguistici, le relazioni con i pari e i sentimenti di appartenenza.

Atteggiamenti Aspetti linguistici

Relazioni

con pari Appartenenza

Integrati 39,7 27,9 20,6 Assimilati 26,1 24,0 13,8 Separati 23,3 18,5 40,1 Emarginati 10,9 29,6 25,5 Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: Paterno, Terzera, 2008.

L’ultimo gruppo, il più problematico, assume dimensioni contenute (ov- vero il 10,9%) per quanto riguarda la componente linguistica, ma purtroppo accresce la propria importanza relativa quando si considerano le relazioni amicali (quasi 30%) ed anche i sentimenti di appartenenza (25,5%). Il fatto che quasi uno studente su tre non ha o non frequenta alcun amico né italia- no né straniero e che circa uno su quattro, nonostante non abbia legami con la patria, si senta straniero o non abbia maturato alcun senso di appartenen- za nazionale potrebbe rivelare la possibile esistenza di situazioni di forte emarginazione, isolamento e frustrazione. È da tenere tuttavia presente che in questo gruppo si concentrano in modo particolare i ragazzi di recente ar- rivo, quindi spaesati dalla situazione contingente.

La dimestichezza con la lingua italiana è ancora una volta fortemente correla- ta con il grado di socializzazione in Italia. Non solo una maggiore socializzazio- ne nel paese ospite aumenta tale conoscenza, ma intensifica anche la preferenza per tale lingua: per esempio, se il luogo della socializzazione è interamente altro- ve poco meno del 66% guarda la TV in lingua italiana, ma tale percentuale sale all’83% tra coloro che hanno sperimentato l’intera socializzazione in Italia.

Anche per quanto riguarda le amicizie la socializzazione ricopre un ruo- lo fondamentale: il rapporto con i pari italiani, infatti, cresce all’aumentare della permanenza nel paese ospite pur mantenendosi i legami con gli stra- nieri. Ancora, nell’avere e frequentare amici il genere incide in modo diffe- rente, infatti, le ragazze risultano meno coinvolte soprattutto se di origine africana. Sempre a proposito di origine, quella che sembra distinguersi maggiormente per una minore incidenza di legami amicali (soprattutto con gli italiani) è l’asiatica, origine che si è visto anche per altri contesti emerge per particolare tendenza all’isolamento.

Un altro ambito interessante di confronto tra ragazzi italiani e di altra o- rigine è l’impiego del tempo libero sia nell’ottica della descrizione della vita quotidiana, sia dell’individuazione di possibili fonti di disagio, in questo caso si faranno considerazioni riguardo all’attività sportiva e all’uso di TV e vide- ogiochi. Relativamente all’attività sportiva, i dati fanno emergere in primo luogo una netta distinzione di comportamento tra alunni ed alunne che vede i primi molto più impegnati nello sport delle seconde soprattutto nel caso di allenamenti in squadre sportive e qualsiasi sia l’origine. In generale i ragazzi di origine africana e gli italiani sono i più attivi, mentre si nota un minore co- involgimento, di entrambi i generi, tra quelli di origine asiatica. Si osserva, per esempio, che solo il 38,5% dei ragazzi e meno del 26% delle ragazze di tale origine fanno parte di una squadra (contro, rispettivamente, il 60,4% e 39,6% degli italiani), ma anche la generica pratica sportiva è meno diffusa tra questi alunni rispetto a ragazzi di qualsiasi altra origine. Questa caratteristica richiama i risultati emersi sulle amicizie e descrive quindi con maggiore forza tale contingente come connotato da un elevato grado di esclusione dai circuiti di aggregazione giovanile e, di conseguenza, a maggior rischio di isolamento.

Passando al rapporto con i videogiochi si osserva che anche questi sono un passatempo con una forte connotazione di genere, mentre l’origine inci- da in modo meno rilevante sui comportamenti. Questi giochi sono infatti diffusissimi (almeno per il 70%) tra i ragazzi – in particolare tra gli italiani – mentre vi giocano per una quota superiore al 50% solo le ragazze di ori- gine nord-africana. Anche relativamente all’abuso, cioè il dedicare a tali giochi tre o più ore al giorno, sono molto più interessati i ragazzi sebbene le differenze con le coetanee siano in questo caso più contenute rispetto all’uso generico e in generale tale caratteristica riguarda maggiormente i ragazzi di origine straniera. L’abuso, anche per quanto riguarda la visione della televisione, è più diffuso tra gli stranieri, sebbene per questo particola- re passatempo le differenze di genere siano più contenute.

Un’altra dimensione di rilievo nel definire lo stato di benessere dei gio- vani analizzati è costituita dalla percezione di sé e delle capacità che essi ritengono di possedere o non possedere. A questo proposito si osserva, in termini di genere, che le ragazze sono meno disponibili a riconoscersi