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L’integrazione scolastica delle seconde genera zioni nella Regione Marche

Brevi considerazioni conclusive

7. L’integrazione scolastica delle seconde genera zioni nella Regione Marche

di Laura Ruggeri

…Quando un sistema educativo non segregante e non riproduttivo innalza le chances formative dei minori stranieri, si aprono nuovi spazi di competizione e ca- dono quei confini che, delimitando i soggetti legittimi e la circolazione legittima sul mercato del lavoro, fondano la possibilità dell’integrazione/interiorizzazione nel discorso anti-razzista ufficiale: “allora loro ci prenderebbero i nostri lavori, loro ci prenderebbero i nostri appartamenti, loro ci prenderebbero i nostri titoli. Ed effettivamente solo così facendo, divenendo cioè capaci di entrare in competi- zione in tutti i campi, loro potrebbero cessare di essere loro, cosa che sarebbe pre- clusa da ogni altro tipo di integrazione/assimilazione culturale, linguistica o com- portamentale” (cfr. Rathzel, 1997).

Premessa

La presenza degli stranieri immigrati negli anni recenti ha evidenziato le carenze e i limiti del nostro sistema e, allo stesso tempo, la necessità di ri- progettazione e cambiamenti adeguati alla nuova realtà, in forte trasforma- zione a livello sociale, culturale, di organizzazione scolastica1.

L’arrivo di alunni stranieri, sempre più numerosi e diversificati a partire dall’inizio degli anni novanta, ha imposto una crescente consapevolezza dell’importanza del tema dell’interculturalità e ha obbligato a rivedere il ruolo dei sistemi educativi, in vista di una piena integrazione dell’immigrato nella società di accoglienza, sia a livello educativo sia di preparazione alla vita lavorativa. I giovani di seconda generazione rappre-

∗ Università Politecnica delle Marche.

1. Si fa riferimento al fenomeno della globalizzazione, dell’europeizzazione e allarga- mento dell’Unione Europea, ai processi di trasformazione nelle competenze territoriali, alla trasformazione dei linguaggi e dei media di comunicazione, alla trasformazione dei saperi e delle connessioni tra i saperi, ai processi di riforma della scuola.

sentano parte del futuro dell’Italia, sono portatori di culture e forme di pen- siero diverse con cui confrontarsi e attraverso cui crescere.

Oggi non si parla più di multiculturalità bensì di interculturalità nella prospettiva di una società inclusiva capace di interpretare la diversità come fonte di ricchezza. Ciò non implica la necessità automatica di cancellare l’identità nazionale, il senso di appartenenza che lega al luogo in cui si na- sce e si vive, la lingua, la cultura e la religione, ma tutte queste vanno rico- struite in maniera aperta ed inclusiva sia della cultura locale sia delle altre culture.

La scuola rappresenta per i ragazzi un’esperienza impegnativa, quoti- diana, di contatto continuo con i compagni, gli insegnanti ed il sistema sco- lastico con le sue regole. Per questo si rende necessario un clima che so- stenga i percorsi di socializzazione e di educazione alla convivenza, intesa come accettazione e valorizzazione delle rispettive diversità, e che faciliti quei processi di strutturazione d’autostima e di una equilibrata identità per- sonale dei ragazzi, fondamentali per l’apprendimento.

Il servizio educativo non può essere concepito unicamente come un con- tenitore di dati predefiniti, come uno spazio dove si entra solo per prendere qualcosa, senza poter dare, senza lasciare traccia della propria differenza. La scuola è il momento più importante per costruire un equilibrio tra ri- chiamo delle origini e nuova realtà. La sfida è quella di inserire i giovani di seconda generazione senza negare le storie personali e le appartenenze di ciascuno scegliendo un approccio diverso per ogni cultura.

Ogni ragazzo, infatti, ha un mondo alle spalle, una situazione diversa, un percorso migratorio vissuto, subito o semplicemente respirato in fami- glia per essere figlio di immigrati2; alcuni sono nati in Italia o vi hanno vis-

suto parte della loro socializzazione, gli altri sono arrivati attraverso il ri- congiungimento familiare e si trovano a subire la decisione di emigrare in un Paese straniero, cercando di accettare e risolvere più velocemente le sfi- de poste dall’esperienza migratoria, spesso in una fase delicata della propria vita quale quella dell’adolescenza. L’adolescenza, già di per sé, è una fase molto delicata dello sviluppo individuale, poiché comporta oltre a cambia- menti fisici e psichici, la transizione dall’età infantile a quella adulta. Gene-

immigrati si gioca fra più polarità, quali la cultura d’origine e la cultura d’accoglienza. Rispetto ai loro coetanei autoctoni, seguono un percorso di crescita, sicuramente più arduo, perché devono affrontare positivamente la “doppia transizione”, quello del passaggio verso l’età adulta e quello verso la società di accoglienza. Inoltre i ragazzi immigrati a volte non possono contare sul sostegno dei loro genitori, sebbene si trovino insieme a loro nel nuovo contesto multiculturale. Infatti, spesso succede che le generazioni più adulte dipendano da quelle più giovani per la competenza linguistica che sviluppano nella scuola; oppure può accadere che si verifichi uno scon- tro culturale fra i genitori, che mirano a mantenere le proprie tradizioni ori- ginarie, e i figli, che invece sono inclini ad assumere atteggiamenti e usanze dei gruppi di pari del paese ospitante (Liebkind, 1998). Accade spesso, in- fatti, che il processo di acculturazione3 dei minori avvenga prima dei loro genitori, in quanto andando a scuola, i ragazzi imparano presto la lingua del posto. Questo fa sì che i migranti più giovani assumano, a volte, il ruolo di mediatori e di interpreti fra la famiglia e la società e ciò li potrebbe far sen- tire soli.

In ogni caso, per i giovani di seconda generazione l’ostacolo e il tra- guardo principale consistono nell’integrazione all’interno della società o- spitante che passa attraverso varie forme: l’apprendimento della lingua ita- liana, il successo scolastico, la capacità di socializzazione, la capacità di progettare il proprio futuro in Italia, ecc.

La scuola deve saper gestire il fenomeno e convivere con queste nuove figure offrendo differenti modalità di risposta, riorganizzando i tempi e gli spazi scolastici, impiegando nuove figure professionali e adeguando le atti- vità didattiche alle nuove caratteristiche dell’utenza.

L’esistenza di norme e leggi sull’obbligo della scolarizzazione è uno dei fattori che ha maggiormente influito sull’intensità e la molteplicità di sforzi ed interventi concentrati sugli studenti stranieri che frequentano la scuola

3. Il processo di acculturazione coinvolge due culture, ossia il gruppo “dominante”e il “gruppo acculturante”, che si influenzano reciprocamente. Nel momento in cui uno dei due gruppi vuole relazionarsi all’altro fa una scelta fra quattro diverse possibilità, dette strategie di acculturazione, che derivano dalla combinazione di due dimensioni, cioè la voglia di mantenere la propria cultura e il desiderio di entrare in contatto con i membri della società ospitante (Berry, 1989). Le strategie che possono essere adottate dagli immigrati sono: assi-

milazione, cioè per il soggetto è più importante avere rapporti con gli altri gruppi che man-

tenere la propria identità culturale e il desiderio di entrare in contatto con i membri della so- cietà ospitante; separazione, ovvero l’individuo rifiuta ed esclude il contatto con le altre cul- ture, limitandosi alla propria; integrazione, con la quale l’immigrato vuole mantenere e con- servare la propria identità culturale con tutte le sue caratteristiche, senza privarsi di entrare in contatto con gruppi culturali diversi; emarginazione, in cui l’immigrato dimostra disinte- resse sia a mantenere la propria cultura che ad interagire con altre.

italiana. La legge italiana considera, infatti, i minori stranieri presenti sul territorio nazionale come aventi diritto all’istruzione, indipendentemente dalla loro regolarità, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani.

L’obiettivo principale dell’indagine condotta dall’Università Politecnica delle Marche, finanziata dal MIUR e dalla Regione Marche, è stato quello di inquadrare la problematica fin qui introdotta e di analizzare le forme d’integrazione scolastica attraverso la compilazione di un questionario di- stribuito a 874 ragazzi di origine straniera che frequentano gli Istituti se- condari di secondo grado delle province di Ancona e Macerata.