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Il ruolo della fi lantropia nell’emergenza sanitaria

Le imprese sociali nell’emergenza sanitaria Parola chiave: resilienza

7.8 Il ruolo della fi lantropia nell’emergenza sanitaria

Anche il mondo della fi lantropia non è stato esente da un iniziale momento di confusione e spaesamento e, almeno in una prima fase, «ha preso lo ‘shock da

sberlone’ della pandemia e ha fatt o fatica a capire come reagire». Ad esempio «alcuni [enti fi lantropici] si sono butt ati su piccole misure del territorio per es- sere più incisivi e rispondere alle domande, altri stanno capendo oggi che forse – sopratt utt o per alcuni territori – non è suffi ciente mett ere lì delle risorse a di- sposizione: ce lo ha insegnato la pandemia».

Sono tutt avia diversi gli intervistati che concordano nel dire che gli enti fi lantropici hanno avuto un ruolo fondamentale durante l’emergenza sanitaria. Come è stato sott olineato, «Mai come durante la crisi da Covid-19, le fondazioni

e gli enti fi lantropici hanno saputo mett ere a sistema delle risorse private che non sono solo fi nanziarie […] ma anche intellett uali, relazionali, umane, socia- li…», le quali hanno talvolta sopperito alle mancanze del sistema pubblico. È il

caso, ad esempio, della Fondazione Compagnia di San Paolo, la quale att raverso il bando Insieme andrà tutt o bene15 ha fi nanziato 123 progett i proposti da enti

di terzo sett ore a sostengo delle persone fragili, minori e famiglie in situazione di diffi coltà nella fase emergenziale, per un totale di 2 milioni di euro. La Fon- dazione, inoltre, ha rivisto il bando SEED 2019 per sostenere la ripartenza delle

14 htt p://www.vita.it/it/article/2020/10/07/servizio-civile-non-si-puo-dire-no-lappello- dei-132/156913

15 htt ps://www.compagniadisanpaolo.it/it/contributi/bando-insieme-andra-tutt o-bene/

sentire alle imprese che non avevano la possibilità di anticipare [la Cassa Inte-

grazione], di anticiparla». Un altro intervistato suggerisce invece la possibilità di estendere lo strumento dello sgravio fi scale per i lavoratori del terzo sett ore, prevista esclusivamente per il Meridione, a tutt o il Paese. Egli, infatt i, puntualizza che «un riconoscimento di questo tipo sarebbe stata una cosa molto utile in

modo indistinto su tutt o il Paese, anche perché tutt o il costo delle nostre coope- rative non è sulla produzione ma sulle persone che vi lavorano».

Tutt avia, la maggior parte degli intervistati ritiene che la priorità non vada assegnata a provvedimenti ad hoc fi nalizzati a fronteggiare la crisi, bensì alla completa applicazione, anche sul piano fi scale, della riforma del terzo sett ore.

«Dare piena vigenza e applicazione alla riforma, perché altrimenti rimane una riforma a metà, un’arma spuntata», è la richiesta più sentita tra gli addett i del

sett ore, dal momento che «tutt e le norme contenute in essa, come ad esempio i

social bonus, i titoli di solidarietà, la messa in opera del Registro Unico Naziona- le del Terzo Sett ore (RUNTS), la comunicazione all’Unione Europea sul nuovo re- gime fi scale, rappresentano un sistema di opportunità che devono essere messe in campo». L’accento è posto specialmente sul tema, ancora in stallo, della nor-

mativa fi scale. «Appena avremo anche questo potremmo dire che l’att enzione di

questo Governo è verso o contro il terzo sett ore», aff erma un intervistato, sott o-

lineando quanto i decreti fi scali rappresentino un nodo chiave per queste orga- nizzazioni. Sempre riferendosi al sistema dei benefi ci fi scali, un altro intervistato aggiunge: «Servono chiarezza e adeguatezza, dal momento che non possiamo

dare per scontato che un ente si voglia iscrivere al RUNTS a prescindere da ciò che questo signifi chi». Non manca chi, tra gli intervistati, vede nell’emergenza

sanitaria un possibile fatt ore di accelerazione del processo di implementazione eff ett iva del Codice del Terzo sett ore: «Spero che questo periodo di emergenza

abbia convinto il Governo sulla necessità di arrivare in brevissimo tempo con tutt o quanto previsto e ancora in sospeso della riforma del terzo sett ore», auspi-

ca la portavoce di un’associazione di rappresentanza del sett ore, aggiungendo che «aver prolungato e dilatato così tanto i tempi sicuramente non ha giovato [nel periodo dell’emergenza sanitaria]».

Altro tema particolarmente sentito è quello del Servizio Civile e, nello spe- cifi co, delle risorse ad esso dedicate e delle procedure per accedervi. Il Servizio Civile è considerato uno strumento che «ha tutt e le capacità – a fronte di un

investimento veramente esiguo da parte dello Stato – di ott enere un impatt o, un eff ett o moltiplicatore enorme in termini di profondità con cui entra nei giovani, nel presente e nel futuro del nostro Paese, innescando mentalità nuove, molto più collaborative, di presa in carico, di partecipazione proatt iva alla propria co- munità e al proprio Paese». Le potenzialità di tale strumento sarebbero state, a

sistema da scardinare quello dei progett i e degli enti di erogazione che stabiliscono a monte, perché l’obiett ivo diventa fare progett i fi ghi invece di fare del bene, non ha senso! Spendiamo tutt o in pensiero, gestione, rendicontazione e quello che impatt a sulla comunità è ridott o a una piccola parte, piccolissima. [...] Loro inventano i pro- grammi da progett are e noi cerchiamo di soddisfare i loro sogni e le loro ambizioni».

Su questo discorso si innesta prepotentemente un tema ampiamente discusso all’interno del dibatt ito pubblico e di sett ore, specialmente in questi mesi, ovvero quello relativo all’utilità e alla funzionalità del modello erogativo fi lantropico basato essenzialmente sulla logica dei progett i. Sostiene un inter- vistato che «gli enti di erogazione devono investire per conoscere i temi, per di-

ventare partner, non sostenitori fi nanziari. Bisogna evolvere il modello, il modello deve crescere e superare l’att ività di progett azione». Dello stesso avviso è un al-

tro intervistato che addiritt ura paragona il mondo della fi lantropia a quello della pubblicità e, in particolare, dichiara che «ci si indirizza sulle att ività e sulle inizia-

tive che hanno un ritorno di immagine più signifi cativo».

Allo stesso modo, c’è anche chi riconosce agli enti erogativi uno sforzo per invertire la rotta. Si evidenzia dunque «una certa cultura, che però è ancora

molto a macchia di leopardo». «Ho la sensazione che non sia ancora un sistema diff uso», ammett e un intervistato, pur evidenziando come «tutt a una serie di fon- dazioni stiano provando a modifi care alcuni dei loro ragionamenti, basandoli quindi non solo su un assistenzialismo fi ne a sé stesso, provando ad aff rontare il ri-orientamento di questi fondi».

Per superare la logica dei bandi e dei progett i, viene proposta la creazione di alleanze solide e durature, tramite ad esempio l’utilizzo dei contratt i di rete. Non si tratt a di un’idea nuova, come dimostrato dalla pubblicazione del Manife-

sto della fi lantropia. Per un’Europa migliore. Risorse private per il bene comune,

promosso da Assifero in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento euro- peo del maggio 2019.18 Una delle raccomandazioni più rilevanti contenute nel

Manifesto e rivolte all’Unione Europea è assicurare che le organizzazioni della società civile abbiano suffi cienti risorse per sviluppare piani nel medio/lungo termine, superando dunque la logica dei bandi e dei progett i, impeccabile sulla carta ma spesso poco vicina alla realtà.19

Creare e raff orzare i legami di rete consente alle organizzazioni di assume- re un ruolo ancora più incisivo per il territorio in cui operano e, allo stesso tempo, di guadagnare visibilità e potere politico per disegnare, anche insieme all’ente pubblico, i necessari interventi. Il senso di un tale cambiamento è ben rappre-

18 htt ps://www.acri.it/_upload/fi les/Manifesto_Filantropia_ITA.pdf

19 Contro la logica dei progett i e a favore di partenariati si veda anche: Marocchi [2020a]. imprese sociali, aumentando i contributi, il numero dei possibili benefi ciari e la

velocità del processo selett ivo.16

Tutt avia, nel campione oggett o di indagine si osservano anche interventi più critici, che non mancano di mett ere in luce le principali problematiche lega- te all’azione del mondo fi lantropico. In primis, viene criticata la frammentazione degli aiuti fi lantropici e la moltiplicazione delle raccolte fondi e degli altri inter- venti, talvolta confusionari e poco ragionati. «Prima di far partire una raccolta

fondi – ammonisce un intervistato – forse dovremmo pensarci un po’ meglio e vedere quanti lo fanno, perché se non ci si raccorda si crea una moltiplicazione di istanza con conseguente dispersione di intervento».

In secondo luogo, torna il tema della contrapposizione tra il mondo sani- tario e quello del terzo sett ore: come per i DPI dirott ati sul Sistema Sanitario Na- zionale, anche le donazioni fi lantropiche sia provenienti da soggett i istituzionali che da privati hanno subìto una forte virata verso le organizzazioni del Sistema Sanitario. A pagarne il conto sono stati proprio le imprese sociali e gli altri enti del terzo sett ore, i quali «si aspett avano un certo supporto» che, non arrivando, ha portato ad un «prosciugamento di quel canale di risorse che giungeva loro in

tempi non emergenziali».17

A tal proposito, alcuni intervistati hanno tutt avia riconosciuto che si è tratt a- to di una polarizzazione «in qualche modo naturale» ma che ha fatt o sì, e sta facen- do sì che «molte organizzazioni vedano ridurre sott o i loro livelli di sopravvivenza

alcune contribuzioni, su cui invece da sempre fanno conto». Se queste aff ermazio-

ni possono apparire molto critiche nei confronti del mondo fi lantropico, ancora più dure ed incisive sono le parole di un’altra intervistata: «[Gli esponenti del mondo della fi lantropia] stanno rompendo le scatole! […] Non hanno consapevolezza di

quali sono i reali bisogni sui quali devono andare i fondi. Noi [enti del terzo sett ore

e imprese sociali] siamo più incapaci di loro, anziché ribellarci ci pieghiamo ai loro

modelli organizzativi e ci inventiamo delle fantastiche progett azioni che poi mol- to spesso si trasformano in fantastiche spese inutili e che non vanno quasi mai a soddisfare, se non in piccola parte, i risultati economici. […] Questi signori fanno i padroni, siccome mett ono i soldi pensano di fare del bene e stabiliscono regole e temi su cui bisogna lavorare e progett are. Io mi sono veramente rott a […] È un

16 Per la revisione del bando SEED 2019: htt ps://www.compagniadisanpaolo.it/it/news/ revisione-del-bando-seed-2019/

17 A tal proposito, si veda De Carli [2021]. L’articolo conferma che, sebbene in Italia e nel mondo le donazioni abbiano toccato cifre mai raggiunte prima (si parla di oltre 20 miliardi di dollari secondo le stime fi rmate Candid.org), “Covid-19, sul fronte donazioni, però ha voluto dire quasi una cosa sola: sanità”. Come att estato dall’indagine Doxa, infatt i, solo il 27% delle donazioni fatt e dagli italiani tra marzo e aprile 2020 per l’emergenza è stata destinata a una organizzazione non profi t.

al comparto culturale del terzo sett ore, impegnato per lo più nell’erogazione di att ività ricreative ed aggregative in aree periferiche. Infi ne, il resto delle realtà fi nanziate risulta operante nel sett ore dei servizi ambientali, volti principalmente alla realizzazione di att ività formative e di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali.

I 400 enti in questione, una volta selezionati, hanno immediatamente avuto a disposizione l’80% del contributo a fondo perduto. Da parte della Fondazione Cariplo, si è tratt ato di un’azione unica nel suo genere, spiegabile alla luce dell’eccezionalità della situazione in cui anche gli enti di terzo sett ore sono venuti a trovarsi e per i quali un simile contributo è stato defi nito «essenziale per garantir loro liquidità e quindi sopravvivenza di att ività e servizi».

Tutt avia, seppur eccezionale, una simile iniziativa è stata capace di rispondere solo ad una piccola parte delle organizzazioni che hanno fatt o richiesta. Le 400 domande soddisfatt e, a fronte delle 1385 ricevute, dimostrano come l’ampiezza del bisogno sia, sopratt utt o oggi, molto più ampia. «Questo ha reso ancora più evidente il rischio che il tessuto di servizi e iniziative off erto dagli enti di terzo sett ore sul territorio venga distrutt o dalla crisi – conferma Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo – Sopratt utt o in un momento così diffi cile, non possiamo permett erci di perdere questi Enti, le iniziative e i progett i di cui sono protagonisti, le competenze dei loro collaboratori e dei loro volontari. Perderli sarebbe un danno enorme per le nostre comunità e sopratt utt o per chi, in questo momento, è più fragile».

Box 7.3 Bando LETS GO! Misura di sostegno agli enti di terzo sett ore

htt ps://www.fondazionecariplo.it/it/news/istituzionali/lets-go-una-misura-straordinaria-per-gli- enti-di-terzo-sett ore.html

Si veda anche la recente pubblicazione di Fondazione Cariplo, “L’impatt o del Covid-19 sugli enti di terzo sett ore. Prime stime sui dati delle candidature al Bando LETS GO!”, Quaderni dell’Osservatorio [Fondazione Cariplo, 2021].

sentato dal seguente passaggio: «Dobbiamo cercare formule anche aggregative

che ci consentano di mett erci insieme, di costruire reti non sporadiche che durino solo il tempo di un progett o come fatt o fi nora, ma delle reti solide che ci consen- tano di creare un’infrastrutt ura sociale nei territori, per essere pronti a qualsiasi altro tipo di emergenza o di necessità impellente possa arrivare». «Superare la prospett iva dei progett ini, modalità di lavoro non più adeguata, [...] e lavorare in una dinamica più sistemica e collaborativa, permett erebbe, inoltre, di accogliere la complessità e la diff erenza che ogni att ore può fare rispett o agli altri».

I pareri in merito al superamento del modello a progett o non sono tut- tavia sempre concordi. Tra gli intervistati c’è stato infatti chi ha sottolineato l’importanza di «andare cauti», facendo presente che se nel mercato le imprese non possono imporre il pagamento ai clienti prima di aver dato loro i prodott i richiesti, lo stesso non può avvenire nel mondo del terzo sett ore. Nell’opinione dell’intervistato, anche a queste ultime dovrebbe essere richiesto uno sforzo aggiuntivo, consistente nella «preparazione di progett i con business model più

sensati, in cui sia coperta anche la parte relativa alla sopravvivenza dell’ente».

LETS GO! Da Fondazione Cariplo e Fondazione Peppino Vismara una misura straordinaria per garantire la sopravvivenza degli enti di terzo sett ore lombardi

Il bando LET’S GO!, iniziativa unica all’interno del panorama nazionale, è stato promosso dalla Fondazione Cariplo, con il contributo della Fondazione Peppino Vismara e la partecipazione delle sedici Fondazioni di Comunità presenti sul territorio lombardo. Primo intervento nato in seno alla riprogrammazione delle att ività della Fondazione Cariplo, il bando si caratt erizza in quanto misura straordinaria volta al sostegno delle necessità immediate degli enti di terzo sett ore. Il sostegno, in particolare, è stato indirizzato verso l’operatività di quegli enti di terzo sett ore venutisi a trovare, a causa dell’emergenza Covid-19, in una condizione di soff erenza economica, generata da un lato dalla sospensione delle att ività e dall’altra dall’inevitabile aumento delle spese per la messa in sicurezza e la riorganizzazione dei servizi rimasti att ivi. Più nello specifi co, LETS GO! si pone come obiett ivo principale quello di garantire la sopravvivenza di realtà del terzo sett ore operanti in ambito sociale, culturale e ambientale, “che contribuiscono in modo signifi cativo alla coesione e alla crescita del territorio”. L’area geografi ca di riferimento coincide con il tradizionale raggio d’azione della Fondazione Cariplo: la Regione Lombardia e le Province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Il bando, aperto il 9 aprile e scaduto il 30 giugno 2020, ha ricevuto 1.385 richieste di sostegno e le ha valutate sulla base di alcuni semplici criteri. Da un lato è stata considerata la vulnerabilità economica cui l’ente è stato esposto durante il picco dell’emergenza sanitaria e, dall’altro, si è fatt o invece riferimento ad alcune caratt eristiche dell’ente stesso: la tipologia dei servizi, nonché l’impatt o che questi ultimi producono nei confronti dei benefi ciari, dirett i e indirett i. I 16 milioni di euro messi a disposizione dalle Fondazioni sono stati infi ne indirizzati verso 400 realtà, impegnate nel campo dei servizi sociali, culturali e ambientali. In particolare, oltre il 60% delle proposte sostenute è relativo all’ambito dei servizi alla persona, concernente sopratt utt o att ività per l’infanzia, per gli anziani e per i disabili. Un altro 30% è andato

Capitolo 8