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Dallo spaesamento alla reazione: l’impatt o del Covid-19 sulle imprese sociali e gli enti di terzo sett ore

Le imprese sociali nell’emergenza sanitaria Parola chiave: resilienza

7.2 Dallo spaesamento alla reazione: l’impatt o del Covid-19 sulle imprese sociali e gli enti di terzo sett ore

L’esplosione dell’emergenza sanitaria e le conseguenti misure restritt ive adot- tate dal Governo e dalle Regioni hanno provocato un iniziale momento di spae- samento e smarrimento. Lo confermano tutt i gli intervistati: «É un virus che ha

sorpreso tutt i – aff erma un’intervistata – sia le istituzioni nazionali e regionali, sia i citt adini e le forme organizzate dei citt adini come le associazioni, le coo- perative e anche il mondo produtt ivo». Alle prime misure è seguita una fase di

sconforto e disorientamento, con un susseguirsi frenetico di notizie, procedure e nuove normative che hanno generato confusione e forti incertezze in merito ai protocolli sanitari da adott are nei diversi contesti. «La diffi coltà maggiore è

consistita nel non avere chiaro cosa fare per la sicurezza», rileva il presidente di

una cooperativa in provincia di Bergamo, una delle aree più fortemente colpite dal virus. «Non sapevamo bene che fare – aggiunge un altro – la Pubblica Am-

ministrazione non ha saputo far fronte a ciò che stava accadendo»; una perce-

zione condivisa da molti intervistati, che hanno dichiarato di essersi sentiti soli e spaventati di fronte al pericolo inedito dell’epidemia e che hanno lamentato la mancanza di “una direzione”, di linee guida chiare e puntuali che permett es- sero di capire in che modo poter continuare a lavorare. «Ad esempio, per il tema

dell’accoglienza migranti non è mai stata emanata una linea guida regionale, come invece è successo per le residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.)» – pun-

tualizza la referente dell’area progett azione di un’impresa sociale che si occupa di accoglienza e inserimento lavorativo di richiedenti asilo e rifugiati, sott oline- ando poi come la sua organizzazione abbia dovuto “arrangiarsi” per continuare a off rire ai propri ospiti un servizio di alta qualità che tenesse conto delle spe- cifi cità dell’utenza.

Il caos creato dalle troppe norme e procedure sanitarie da rispett are, da un lato, e la totale assenza di indicazioni su come comportarsi concretamente in al- cune aree di intervento e in specifi che circostanze, dall’altro, hanno indott o molte imprese sociali ed enti del terzo sett ore a dover navigare a vista, senza trovare nelle pubbliche amministrazioni un interlocutore in grado di dare risposte ferme e celeri.

7.1 Introduzione

La crisi avviata dall’epidemia di Covid-19 ha colpito duramente molti sett ori in cui operano le imprese sociali e altre organizzazioni di terzo sett ore, in primo luogo i servizi sanitari e sociosanitari e, in generale, tutt i quelli che pongono al centro la relazione tra le persone. Seppur in grave diffi coltà, molte imprese sociali hanno aff rontato la situazione di emergenza sperimentando soluzioni innovative e ripo- sizionando le proprie att ività e modalità di intervento.

Nella seconda metà del 2020 Iris Network ha condott o un’indagine quali- tativa tesa a verifi care le strategie di resilienza messe in att o da imprese sociali ed enti di terzo sett ore durante la prima ondata pandemica. L’indagine è consi- stita in due fasi:

– la creazione di un database di “storie di resilienza” (disponibile in Appen- dice), una raccolta di 118 esperienze di organizzazioni di terzo sett ore co- struite sulla base di informazioni trovate in rete;1

– la somministrazione di 53 interviste in profondità a imprese sociali, enti di terzo sett ore e responsabili di sett ore, ossia soggett i che ricoprono un ruolo di rilievo a livello nazionale o regionale.2

L’obiett ivo di questo capitolo è mostrare, att raverso le parole degli intervi- stati e quanto emerso dalla raccolta delle storie di resilienza, le strategie messe in campo dalle imprese sociali e dagli enti di terzo sett ore durante la prima emer- genza sanitaria. Nello specifi co, verranno innanzitutt o individuate le variabili che, dopo un comprensibile momento di spaesamento iniziale, hanno giocato un ruolo fondamentale nel determinare la resilienza di queste organizzazioni. In secondo luogo, si concentrerà l’att enzione sulla percezione degli intervistati in merito al ruolo che le imprese sociali hanno avuto e su quanto questo sia stato riconosciuto e supportato da parte del Governo e dai media. Su questo punto

1 Sono stati analizzati sia i siti web delle organizzazioni che i canali social e, qualora disponibili, ulteriori informazioni provenienti da articoli di giornale o di testate specialistiche. Ogni storia di resilienza è composta da due elementi principali: (i) la descrizione generale dell’organizzazione, nella quale viene proposto un breve resoconto delle att ività svolte e dei servizi in essere prima dello scoppio della pandemia e (ii) la descrizione della strategia di resilienza in att o per fronteggiare la crisi. Ogni storia di resilienza mett e in evidenza i nuovi servizi che le organizzazioni hanno att ivato e/o quelli che hanno rimodulato in modo tale da essere conformi alle nuove normative sanitarie.

2 Le interviste sono state condott e dal mese di ott obre a quello dicembre 2020 via Skype o telefonicamente. Nel complesso, hanno partecipato all’indagine 23 responsabili ed i rappresentanti di 30 enti di terzo sett ore. Per realizzare le interviste sono state predisposte due distinte tracce, una per ogni categoria di rispondente. In linea generale, lo scopo delle interviste, della durata media di 45 minuti, è stato quello di comprendere l’impatt o che la nuova emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno avuto sugli enti del terzo sett ore, così come il ruolo ricoperto da queste organizzazioni nel fronteggiare la crisi e le strategie di resilienza messe in att o per la ripartenza.

produrre mascherine. Tra queste si può ricordare l’esperienza della cooperativa sociale Quid di Avesa, in provincia di Verona (#storia101), che in rete con altre do- dici imprese sociali ha trasformato i propri laboratori di sartoria – ove prima della pandemia venivano alla luce capi d’abbigliamento e accessori di moda creati a partire da tessuti di recupero e materiale di scarto – in centri di produzione di mascherine riutilizzabili e certifi cate dall’Istituto Superiore di Sanità. O, ancora, basta ricordare le molte imprese che hanno att ivato servizi di supporto psicolo- gico telefonico e online come la cooperativa Lindbergh di La Spezia (#storia85) che, grazie al nuovo servizio “Aiutiamo chi aiuta: ci prendiamo cura di chi si pren- de cura”, è stata vicina e ha portato conforto al personale medico, infermieristico e agli altri operatori in prima linea nell’aff rontare l’emergenza.

Infi ne, per fronteggiare le nuove fragilità sono stati molti gli enti del terzo sett ore e, in particolare, le imprese sociali che hanno deciso di ampliare i propri servizi, dedicando maggiori risorse economiche, tempo e personale per off rire un adeguato supporto a chi ne aveva più necessità. Una terza strategia è dun- que coincisa con l’aumento dell’impegno e del carico di lavoro di queste stesse organizzazioni, come nel caso di molte strutt ure residenziali per anziani e disabili o dei centri antiviolenza per le donne.3

L’adozione di queste strategie ha favorito anche una diversifi cazione dell’off erta di cura, ed è proprio in virtù di questo che molte imprese sociali sono state in grado di coprire un’ampia gamma di vecchi e nuovi bisogni sociali. Invero, un gran numero di organizzazioni ha cercato di fornire aiuti di base, ma non sono mancati interventi di altro tipo per contrastare conseguenze – forse più sott ili ma ugualmente rilevanti – del lockdown generalizzato. La pandemia da Covid-19 ha infatt i tutt e le caratt eristiche di un “trauma collett ivo” e il livello di att enzione da parte delle imprese sociali nei confronti delle sue ripercussioni psicologiche è stato molto alto. Si segnalano a riguardo, a titolo puramente esemplifi cativo e non esaustivo, le esperienze delle imprese sociali Il Margine di Torino (#sto- ria66), Ethos di Potenza (#storia34), Itaca di Pordenone (#storia76) e del Consor-

zio Sisifo di Palermo (#storia25), organizzazioni che hanno att ivato servizi di so- stegno psicologico e di rielaborazione del lutt o fi n dai primi mesi dell’emergenza, intercett ando la crescente domanda dei citt adini di ricevere supporto emotivo e di non rimanere soli in questo momento così delicato. Particolare att enzione è stata rivolta anche al benessere fi sico delle persone e non sono mancate le iniziative volte a creare momenti di svago, socialità e divertimento, specialmente

3 Si veda a tal proposito la storia di resilienza dell’associazione Ponte Donna di Ariccia (RM) (#storia98), la quale ha rimodulato e intensifi cato le proprie att ività per poter garantire l’accesso in totale sicurezza al centro antiviolenza e la continuità ai servizi in esso erogati, tra i quali consulenze legali personalizzate e servizi di assistenza psicologica, orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa per le donne vitt ime di violenza.

Tutt avia, nonostante un’innegabile fase di spaesamento e confusione iniziale, dall’analisi delle storie di resilienza raccolte e dalle interviste svolte emerge una sorprendente capacità di reazione da parte delle imprese sociali che, chiamate in prima linea a fronteggiare l’emergenza, hanno saputo trasformarsi, talvolta an- che in maniera radicale, per portare avanti le proprie att ività sopratt utt o nell’in- teresse degli utenti.

Nello specifi co, sono state individuate tre principali strategie di resilienza messe in att o dalle organizzazioni per continuare, ove possibile, ad essere da subito protagoniste att ive e fare in modo che nessuno dei propri utenti venisse lasciato solo. La prima (e più diff usa) è consistita nella riprogrammazione delle att ività, al fi ne di garantire la continuità nell’erogazione dei servizi e il prosieguo dei percorsi già avviati, di fondamentale importanza specialmente per alcune categorie di utenti come malati cronici, disabili e anziani. È il caso, ad esempio, della cooperativa sociale Stefani Sport in provincia di Vicenza (#storia110), im- pegnata nell’off erta di att ività riabilitative per persone disabili e in situazione di svantaggio che, a partire dal mese di aprile, ha messo a disposizione sulla propria pagina Facebook dei video-tutorial grazie ai quali gli utenti hanno po- tuto continuare a svolgere att ività motorie in completa sicurezza anche dalla propria abitazione. La stessa rimodulazione dei servizi è stata att uata dall’im- presa sociale napoletana Il Tappeto di Iqbal (#storia71). La cooperativa, impe- gnata in att ività di contrasto alla dispersione scolastica e allo sfrutt amento del lavoro minorile, ha reso fruibili i propri servizi online, off rendo percorsi di accompagnamento allo studio e laboratori a distanza, così come att ività spor- tive per bambini e ragazzi. Per l’utenza adulta ha invece att ivato uno sportel- lo online con psicologi e pedagogisti, oltre che un corso di formazione di base per l’utilizzo dei dispositivi tecnologici. Questa stessa strategia è stata messa in pratica anche da imprese sociali che si rivolgono ad un pubblico di anziani, come testimoniato dall’esperienza della cooperativa sociale Minerva di Empoli (#storia87), specializzata nella cura di soggett i aff ett i da Alzheimer, demenza senile e disturbi del comportamento. Durante l’emergenza, infatt i, le att ività di stimolazione cognitiva degli utenti non si sono fermate: gli operatori e le opera- trici della cooperativa hanno continuato a fornire il loro supporto professionale a distanza tramite laboratori online e videochiamate in cui, grazie ad esercizi fi sici e cognitivi specifi ci, gli anziani hanno continuato i percorsi per il recupero e il mantenimento della propria autonomia.

Una seconda strategia si è tradott a nell’att ivazione di nuovi servizi o nuo- vi prodott i, att raverso la conversione – anche solo parziale – delle proprie linee produtt ive e att ività. Si pensi, a titolo puramente esemplifi cativo, a tutt e quelle imprese sociali operanti nel sett ore tessile che, a fronte delle severe e diff use diffi coltà nel reperire dispositivi di protezione individuale, hanno cominciato a

Dunque, accanto alle molte organizzazioni che hanno cercato di contenere i danni psicologici derivanti dalla mancata socialità e dall’essere costrett i entro le mura domestiche, altrett ante hanno concentrato i propri interventi sui bisogni primari dei citt adini e sulle situazioni di povertà e disagio estreme.

Box 7.2 Reazione delle imprese sociali alla crisi: strategie di intervento in termini di att ivazione di

nuovi servizi e prodott i. Fonte: Elaborazione propria da indagine storie di resilienza. Att ivazione di nuovi servizi e prodott i

1 Reperimento e produzione di mascherine e altri DPI, sanifi cazione degli ambienti, stoccaggio e trasporto di materiale sanitario

2 Accoglienza abitativa di bambini con genitori ospedalizzati, di pazienti positivi al Covid-19 e di personale sanitario

3 Organizzazione di raccolte fondi e/o di materiale utile a sostegno delle att ività degli enti e per il miglioramento delle condizioni igieniche nelle carceri

4 Sportello informativo e di orientamento ai servizi, orientamento all’autonomia abitativa, orientamento al lavoro, assistenza legale, servizi di mediazione linguistica, servizi di consulenza familiare, informazioni in LIS, guida ai corrett i comportamenti per famiglie e bambini

5 Assistenza sanitaria, assistenza riabilitativa online, att ivazione di assicurazioni sanitarie straordinarie, servizi informativi e ambulatoriali per persone senza dimora

6 Disbrigo di servizi postali e altre piccole commissioni per anziani, assistenza veterinaria a domicilio

7 Consegna a domicilio di pasti, farmaci, spesa, libri, vestiti, prodott i per l’igiene personale, dispositivi tecnologici e altro materiale per la scuola, distribuzione di kit per la prevenzione del contagio a senza fi ssa dimora

8 Sostegno psicologico online e telefonico, condivisione di materiale online per la rielaborazione del lutt o, supporto emotivo e laboratori emozionali online

9 Att ività formative ed educative online, sostegno scolastico online, didatt ica a distanza

10 Att ività ludico-ricreative e sportive online, att ività di aggregazione e socializzazione online.

È questa una fotografia che, solo se osservata nella sua interezza, è in grado di render giustizia allo sforzo del settore e all’impegno nel prendersi cura in tut- ti i modi possibili delle comunità di riferimento e dei propri utenti, nonostante le diffi coltà oggett ive e quelle indott e dalla mancanza di dirett ive chiare. Tra le

5 A titolo esemplifi cativo, si vedano le storie di resilienza della cooperativa sociale Betadue (#storia14), cooperativa sociale CIM (#storia22), cooperativa sociale Il Grappolo (#storia65), della Fondazione di Comunità Mirafi ori (#storia45) e Fondazione della Comunità Bresciana (#storia40), impegnate nella fornitura di pasti, farmaci e/o beni di prima necessità. per i più piccoli. Numerosi sono infatt i gli enti che hanno creato luoghi online

dove condividere video e tutorial, in cui gli operatori hanno lett o storie ai bam- bini, organizzato contest fotografi ci e musicali per adolescenti, proposto lett ure adatt e ad un pubblico anziano, off erto spunti per laboratori creativi, ricett e cu- linarie e molto altro ancora. C’è chi, come la cooperativa Goccia di Porto Tolle in provincia di Roma (#storia58), ha att ivato un servizio di consegna a domicilio dei libri della biblioteca, cercando di portare sollievo ai citt adini nei momenti più duri del lockdown att raverso la lett ura.4

Non va poi dimenticato il contributo delle imprese sociali nell’alleviare le si- tuazioni di estrema povertà, ad esempio att raverso la fornitura di alimenti e pasti pronti, farmaci, dispositivi di protezione individuale e altri beni di prima necessità.5

È stata riposta particolare att enzione ai soggett i più fragili della società che, a causa della chiusura di molti servizi imposta dalle misure di contenimento del virus, hanno assistito ad un aggravarsi delle proprie condizioni. Si pensi, ad esempio, ai bambini delle famiglie meno abbienti che, prima dello scoppio della pandemia, era solo gra- zie alle mense scolastiche che si vedevano assicurato almeno un pasto completo e salutare al giorno. Così come le persone senza fi ssa dimora, alle quali – come a tutt i gli altri – è stato chiesto di restare in casa o ai migranti senza permesso di soggiorno, alle madri sole, ecc.

Riprogrammazione delle att ività e dei servizi 1 Att ività educative e formative online

2 Att ività ludiche e di socializzazione online

3 Att ività di orientamento al lavoro e ai servizi online

4 Att ività di assistenza riabilitativa e terapeutica online

5 Vendita di prodott i online

Box 7.1 Reazione delle imprese sociali alla crisi: strategie di intervento in termini di

riprogrammazione delle att ività e dei servizi. Fonte: Elaborazione propria da indagine storie di resilienza.

4 In merito alle att ività di supporto psicologico, a titolo esemplifi cativo si vedano le storie di resilienza della cooperativa sociale Il Margine (#storia66) e dell’associazione Philos (#storia97); relativamente al telefono amico per gli anziani si vedano il progett o CovidTime19 (#storia29) e il progett o Oltre i Perimetri (#storia92); per quanto riguarda le att ività ludico- sportive per minori, il riferimento è alle esperienze della cooperativa sociale Edit (#storia32) e della Coop.21 (#storia26); infi ne, in merito alle att ività ludico-sportive per anziani si vedano le storie di resilienza della cooperativa sociale Itaca (#storia76) e della cooperativa sociale

delle risposte sono stati pressoché immediati […] La reazione secondo me è sta- ta pronta», aff erma il presidente di un consorzio sociale. «C’è stata una grande capacità di resilienza delle cooperative, di duttilità, di adeguamento rispetto ai bisogni che nel frattempo sono cambiati in maniera repentina, provando a continuare a dare una risposta alle comunità in un momento difficile», conferma

un altro intervistato.

Il loro essere resilienti e il loro saper «cambiare mestiere in corso d’opera» ha quindi permesso agli enti del terzo sett ore e alle imprese sociali di «dare una

prossimità, una vicinanza, una capacità di intercett are non soltanto i bisogni ma anche le risorse di una comunità […] davvero uniche».

7.3 Fatt ori di resilienza: le variabili che hanno inciso sulla