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Il Verband Deutscher PrädikatsWeinGüter (VDP)

CAPITOLO III LO SCENARIO ITALIANO

LA NORMATIVA TEDESCA

4.4. Il Verband Deutscher PrädikatsWeinGüter (VDP)

479 http://cms.ihk-trier.de/ihk-

trier/Integrale?MODULE=Frontend.Media&ACTION=ViewMedia

Object&Media.PK=8494&Media.Object.ObjectType=full. Attualmente la domanda non ha ancora concluso la fase nazionale, dovendo attendere lo scadere del termine di quattro mesi entro il quale possono essere presentati pareri.

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Il Verband Deutscher PrädikatsWeinGüter (abbr. VDP) riunisce sin dal 1910 i viticoltori (solo proprietari, attualmente sono 197) di tutte le regioni viticole della Germania che rispondono a determinati e severi criteri di ammissione480. Questa associazione vuole essere il baluardo della qualità

del vino e si prefigge come scopi: la preservazione della centenaria storia e cultura del vino in Germania, il costante miglioramento della qualità prodotta dalle aziende associate, la promozione di metodi di coltivazione naturali, il rafforzamento del concetto di origine (varietà tradizionali, clima e microclima, suolo) e dei fattori umani che negli anni hanno mantenuto e migliorato la produzione481.

Le attività portate avanti per permettere ai propri associati di raggiungere questi scopi hanno come fondamento gli standard di qualità e le linee guida di produzione. Particolare importanza, all’interno di esse, è stata data alla classificazione dei vigneti e delle rese secondo un modello a quattro livelli482.

La prima autoregolamentazione, emanata nel 1984 nel Rheingau, sulla scia della tradizione della Dahlenschen Karte classificava i vigneti migliori della zona come “von alters her als beste Flächen bekannte Lagen” (“le migliori superfici conosciute”) e consentiva la vinificazione dei vini con l’indicazione “Erstes Gewächs” (“gran cru”).

Con il manifesto del 1993, il VDP esortò la creazione di una serie di norme che permettessero ad ogni zona viticola europea di influire sulle regole legate alle indicazioni, alle denominazioni di origine e alla classificazione, che ponessero maggior attenzione alle esigenze e alle peculiari differenze delle regioni tradizionalmente produttrici e che riconoscessero condizioni più eque ai vignaioli attenti alla qualità e alla cultura del vino483.

480 Il VDP è costituito giuridicamente come associazione di diritto privato ed è titolare del marchio collettivo registrato ai sensi del § 102 MarkenG.

Alcuni numeri sul VDP tratti dal sito ufficiale. Questa associazione rappresenta il 2,6% della quantità totale di uva vendemmiata in Germania, i vigneti coprono circa il 5% della superficie vitata tedesca (ca. 4900 ha), producono più dell’8% del fatturato del vino. 481 Charta VDP, in www.vdp.de/de/verband/.

482 Ibid. 483 Ibid.

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Nel 1997 il Riesling-Statut (“Statuto del Riesling”) ammise l’apposizione in etichetta dell’indicazione del vigneto, solo i migliori e ben definiti484. Seguì nell’anno successivo l’emanazione dei principi unitari che

regolavano la classificazione dei prodotti di origine tedesca con l’obiettivo di rendere riconoscibili nel lungo periodo i vini di alta qualità tedeschi, sulla scia dei Gran Cru francesi, con un preciso programma vitivinicolo. Tra i criteri di produzione: l’origine limitata ai vigneti classificati, varietà di Riesling e Pinot Nero, una resa massima (peraltro già bassa per i membri del VDP), vendemmia manuale obbligatoria, la commercializzazione dei vini solo a seguito di severe degustazioni.

Nel luglio del 2001 l’assemblea approva la classificazione a tre livelli (Drei-Stufen-Modell), prendendo solo il meglio di quelle che regolano la produzione in Bordeaux e in Borgogna. Nel gradino più basso vi sono i

Guts- e Ortsweine (“vini di base”). Seguono poi i Klassifizierte Lagenweine

(“vini di un determinato vigneto”, successivamente Erste Gewächse, “premiere

cru”), che presentano caratteristiche peculiari della zona di origine e

devono rispondere a precisi criteri qualitativi. L’apice della piramide qualitativa è rappresentato dai Grossen Gewächse (“grand cru”), vini provenienti da particelle selezionate e che rispondono a criteri qualitativi ancora più stringenti. Le more del regolamento permettevano di utilizzare anche altre indicazioni ammesse dalla legge accanto a quelle proprie aziendali485.

L’intesa sulla regolamentazione unitaria della produzione in tutte le zone viticole tedesche viene raggiunta nel 2002. Con questo importante traguardo il VDP ha permesso alla viticoltura tedesca di muovere importanti passi verso la rinascita qualitativa ed il riconoscimento mondiale486.

L’attenzione negli anni si concentrò anche sulla parametrizzazione delle specificità dei singoli territori, sulla definizione di uno stile vinicolo e delle caratteristiche sensoriali dei vini provenienti delle diverse zone487.

484 Ibid.

485 KNBEL G., Die Herkunftspyramide des VDP steht, Die Winzer Zeitschrift, marzo 2012. 486 Ibid.

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Nel 2012 l’assemblea straordinaria del VDP modifica la piramide qualitativa creando un modello a quattro livelli che modificano i tre precedenti: VDP Gutswein, VDP Ortswein, VDP Erste Lage, VDP Grosse

Lage. Questa nuova classificazione ha tra gli obiettivi la semplicità e la

sistematicità delle informazioni e delle indicazioni in etichetta per aiutare i consumatori e la promozione di quei vigneti che riescono a garantire la qualità488. È stato rafforzato il significato di Lage come zona di origine dei

vini migliori, la cui qualità è costantemente sotto controllo per garantire l’attualità del livello qualitativo489.

Le sezioni regionali mantengono una consistente autonomia nella classificazione delle aziende membri all’interno dei parametri generali e nella valorizzazione delle caratteristiche territoriali e culturali490.