CAPITOLO III LO SCENARIO ITALIANO
3.4. I disciplinari di produzione e le strutture di controllo
3.5.3. Gli organismi di controllo della filiera
L’art. 118 sexdecies del reg. (CE) 1234/2007 affida agli Stati Membri il compito di designare “l’autorità o le autorità competenti incaricate di controllare
l’adempimento degli obblighi stabiliti”, i cui nominativi devono essere
comunicati alla Commissione Europea. L’Autorità nazionale italiana preposta al coordinamento dell’attività di controllo e responsabile della vigilanza sulla stessa è il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (art. 13/1, d.lgs 61/2010). L’attività effettiva di controllo è svolta da “autorità di controllo pubbliche designate e da organismi privati autorizzati con
decreto”327. La norma prevede che gli organismi di controllo privati devono essere accreditati alla norma europea EN 45011328.
Con la sentenza del Tar Lazio n. 412/2011 del 18 gennaio 2011 è stata ribadita la legittimità della “produzione di certezze pubbliche” da parte di soggetti privati, in particolar modo nella certificazione e nell’attività di controllo delle denominazioni di origine dei vini329. Questa funzione
pubblica, finalizzata a dare certezza pubblica a determinati atti, fatti, stati con lo scopo di creare sicurezza giuridica per la vita delle persone, presuppone l’”accreditamento”, la verifica del possesso dei requisiti definiti dalla legge, e quindi l’assicurazione di un “affidamento pubblico circa
l’esistenza di determinati requisiti di organizzazione e funzionamento in capo a soggetti pubblici e privati”330. L’accreditamento di soggetti privati, Valoritalia in primo
327 L’”Elenco delle strutture di controllo per le denominazioni di origine protetta (DOP) e le indicazioni geografiche protette (IGP) del settore vitivinicolo” istituito presso il Mipaaf comprende ad oggi 38 autorità pubbliche idonee (38 Camere di Commercio) e 12 organismi di controllo privati. Di queste ultime Valoritalia è la società che controlla più del 70% delle produzioni italiane (fonte sito www.valoritalia.it).
328 Norma Tecnica UNI CEI EN n. 45011 del 01/03/1993, Requisiti generali relativi agli organismi che gestiscono sistemi di certificazione di prodotti
329 FIORITTO A., Certezze pubbliche prodotte dai privati: il caso delle denominazioni protette dei vini, in Giornale Dir. Amm., 2011, 9, 794.
This paper is published in the
Trento Law and Technology Research Group - Student Paper Series Electronic copy available at: http://eprints.biblio.unitn.it/archive/4156/
109
luogo, ha sollevato numerose perplessità finanche impugnazioni da parte di alcuni Consorzi, circa la violazione della normativa comunitaria che impone il rispetto degli obblighi di imparzialità, terzietà e indipendenza (Valoritalia è controllata da FederDoc che riunisce la maggior parte dei consorzi a cui aderiscono gli stessi produttori di vino) nello svolgimento dei controlli sulle denominazioni di origine331. Il potenziale conflitto di
interessi è limitato, a giudizio del collegio, “dal fatto che esiste una concorrenza
“nel mercato” dei vini protetti che vede protagonisti i circa novantacinque consorzi dei produttori” creando in questa maniera un controllo reciproco delle
procedure di verifica dei relativi disciplinari332.
La scelta della struttura di controllo è effettuata dal soggetto proponente la domanda di registrazione tra quelle iscritte nell’elenco (art. 13/8).
La sottoposizione ai controlli ufficiali consegue alla volontaria adesione del soggetto, sia esso viticoltore, vinificatore, imbottigliatore o intermediario, alla filiera vitivinicola di una DO o IG di cui intende rivendicare la produzione (art. 5/1)333.
Le modalità individuate dal legislatore comunitario per le verifiche sulle produzioni certificate prevedono la possibilità di scegliere tra a) controlli casuali in base ad un’analisi di rischio, b) controlli a campione e c) controlli sistematici (art. 25/1, reg. CE 607/09).
Il sistema di certificazione della filiera, basandosi su uno schema approvato per ogni DO o IG, è volto a “garantire, sotto la responsabilità della
struttura di controllo, la rispondenza quantitativa sulle movimentazioni di carico e scarico dei vini ed inoltre, per le partite imbottigliate, la loro tracciabilità” (art. 6/3).
La riforma dei sistemi di controllo ha investito particolarmente i vini a indicazione geografica assoggettandoli ad un sistema di certificazione in
331 Sincert prima e Accredia successivamente hanno accreditato Valoritalia in base alle normative comunitarie EN45011/45012 e ISO/CEI 65 che impongono il rispetto dei requisiti di imparzialità, competenza del personale, affidabilità, ritenendo ininfluente la presenza di FederDoc nella compagine sociale.
332 FIORITTO, op. et loc. ult. cit.
333 D.m.p.a.a.f. 14 giugno 2012, Approvazione dello schema di piano dei controlli, in applicazione dell’articolo 13, comma 17, del decreto del decreto legislativo 8 aprile 2010, n. 61, recante la tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, GU n. 150, 29/06/2012.
This paper is published in the
Trento Law and Technology Research Group - Student Paper Series Electronic copy available at: http://eprints.biblio.unitn.it/archive/4156/
110
parte simile a quello già da anni in essere per i vini a denominazione d’origine.
Questo intervento è stato in parte contrastato nei mesi precedenti all’approvazione da parte di taluni soggetti per il timore di appesantire le imprese, pur nella convinzione che rigore e certezza siano importanti per garantire la stabilità del sistema334. La preoccupazione delle aziende attiene
in primis ai costi della certificazione e all’eccesso di burocrazia che rallenta il sistema335. Una struttura basata sui controlli a campione compiuta
dall’ICQRF sarebbe preferibile ed in linea con le previsioni comunitarie del reg. (CE) 607/2009 e con il d.lgs 61/2010, che prevede “una
parametrazione del peso dei controlli alla quantità delle rivendicazioni”336.
Le strutture di controllo dello Stato sulla filiera agroalimentare sono molteplici con differenti competenze dirette a prevenire e garantire in primis la sicurezza e dell’igiene alimentare e dall’altro a sanzionare i comportamenti che attentano alla salute dei consumatori e che violano le norme sulla presentazione, sull’etichettatura, sulla commercializzazione dei prodotti.
Il Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute (i NAS) dipende funzionalmente dal Ministero della Salute operando controlli concentrati principalmente nei luoghi di produzione, somministrazione, deposito o vendita di prodotti destinati all’alimentazione umana337. Le
ispezioni indicano come le infrazioni più ricorrenti avvengano in ambito penale, in particolare il reato di frode in commercio (circa il 18% delle violazioni contestate) e la detenzione/somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione (circa il 27%), mentre il 52% delle contestazioni rientra nell’ambito amministrativo (etichettatura e carenze igienico-strutturali)338.
Il Comando carabinieri politiche agricole e alimentari (NAC), alle dirette dipendenze del Ministero delle politiche agricole, alimentari e
334 Corriere Vinicolo
335 Ibid. 336 Ibid.
337 Fonte sito www.carabinieri.it 338 Ibid.
This paper is published in the
Trento Law and Technology Research Group - Student Paper Series Electronic copy available at: http://eprints.biblio.unitn.it/archive/4156/
111
forestali, si occupa di tutelare la qualità dei prodotti agroalimentari attraverso un’azione di vigilanza diretta a contrastare le contraffazioni e le false evocazioni dei marchi di qualità, gli illeciti sull’etichettatura e la tracciabilità degli alimenti e più in generale la violazione delle norme che regolano la produzione e la commercializzazione e le altre forme di concorrenza sleale339.
Importanti funzioni di controllo sulla “qualità, genuinità e identità dei prodotti agroalimentari […] finalizzato alla prevenzione e repressione delle frodi e degli illeciti, di carattere essenzialmente merceologico”, di vigilanza “sugli organismi di controllo che operano nell’ambito delle produzioni di qualità regolamentata (tra cui DOP e IGP)” sono attribuite al Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agro-alimentari (ICQRF).
I dati relativi alle irregolarità accertate dimostrano come il settore vitivinicolo si ponga al primo posto come contestazioni amministrative (oltre il 41% del totale) e al secondo posto per le ipotesi di reato (oltre il 17%)340. Le violazioni accertate riguardano, limitatamente a quanto attiene
la tutela delle denominazioni d’origine, violazioni di obblighi inerenti alla documentazione obbligatoria (registri di cantina, documenti di accompagnamento, dichiarazioni di raccolta, produzione e giacenza) e che quindi possono giustificare il potenziale produttivo, imitazione, usurpazione o evocazione di denominazioni o indicazioni protette, produzione e commercializzazione di vini o uve destinate a produrre vini DOP o IGP non conformi ai requisiti contenuti nel disciplinare di produzione341.
Il sistema generale dei controlli non attribuisce specifiche competenze in materia agroalimentare alla Guardia di Finanza, la quale può nel corso di verifiche e ispezioni avere cognizione diretta di possibili
339 http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/Informazioni/Tutela/ Politiche+Agricole/03_ agricole.htm 340 Ibid. 341 Ibid.
This paper is published in the
Trento Law and Technology Research Group - Student Paper Series Electronic copy available at: http://eprints.biblio.unitn.it/archive/4156/
112
indizi e prove relative a contraffazioni, frodi commerciali e reati alimentari a cui seguono gli adempimenti obbligatori di polizia giudiziaria342.
Il commercio transnazionale ed i controlli alle frontiere rappresentano da sempre un binomio irrinunciabile poiché mirano a garantire rispettivamente lo sviluppo economico attraverso gli scambi di prodotti e la salvaguardia della sicurezza e della salute dei cittadini, la tutela della concorrenza leale nel rispetto della normativa interna ed internazionale che regolano la produzione, la presentazione, il confezionamento e la commercializzazione dei prodotti. L’Agenzia delle Dogane ha competenza sullo sdoganamento delle merci e conseguentemente rappresenta “un efficace presidio nel settore della protezione
della salute e della sicurezza dei consumatori e per la tutela del mercato”343
3.5. La tutela penale, civile e amministrativa delle indicazioni