1.4- VISION EUROPEA, NAZIONALE E REGIONALE SULLA SANITA'
1.4.2- IMPIEGO DELLA TELEMEDICINA PER IL DECENTRAMENTO E LA DOMICILIARIZZAZIONE DELLE CURE
Insieme all'adozione di nuovi modelli organizzativi, anche le nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione possono contribuire a rivoluzionare e delocalizzare l'assistenza sanitaria. Le ICT possono spostare il baricentro della sanità dall'ospedale al domicilio del paziente, e ad assicurare la continuità delle cure indipendentemente da dove i cittadini si trovano, in ottemperanza alle direttive della UE, del PSN e dei PSSR. In particolare, la possibilità di remotizzare il controllo di parametri clinici significativi attraverso il telemonitoraggio offre l'opportunità di una diminuzione, nel medio-lungo termine, del numero dei ricoveri, degli accessi al PS e della frequenza delle visite ambulatoriali. Ancora ai fini del decentramento delle prestazioni, oltre all'utilizzo dei sistemi di tele-homecare, un'altra facoltà data dalle ICT è quella di potenziare l'attività del MMG e degli specialisti territoriali e di aumentarne le capacità diagnostiche, dotandoli di strumentazione biomedica miniaturizzata e portatile per l'esecuzione di esami prima effettuabili solo in ambulatorio o in ospedale.
L'UE afferma che “la sanità elettronica può migliorare la prevenzione delle malattie, la prestazione dei trattamenti, oltre a favorire un trasferimento di importanza dalle cure ospedaliere all'assistenza sanitaria di base e alla prevenzione. La sanità elettronica può contribuire a fornire un'assistenza maggiormente orientata al cittadino, oltre ad abbassare i costi e favorire la sicurezza dei pazienti” [33]. Inoltre, l'UE ribadisce l'utilità della sanità in rete per gli individui (pazienti ed operatori sanitari), per la società e per l'economia, grazie “all'offerta di soluzioni che possono portare ad un enorme risparmio” [33]. Tra le ultime campagne promosse dalla CE per la promozione dell'uso delle ICT a vantaggio della società e
dello sfruttamento delle loro potenzialità anche in ambito sanitario, si cita l'iniziativa faro “Un'agenda Europea per il digitale”, ufficializzata il 19 Maggio 2010 in attuazione del piano Europa 2020 [32]. Il più importante documento emanato dalla Commissione Europea in tema di sanità digitale è la Comunicazione 689 del 4 Novembre 2008 “Sulla telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società” [38]. In essa si afferma chiaramente che il telemonitoraggio può migliorare la qualità della vita dei pazienti anziani o affetti da malattie croniche e contribuire significativamente all'economia dell'Unione Europea. Malgrado il potenziale offerto dalla telemedicina, i suoi vantaggi e la maturità tecnica delle applicazioni, la CE sottolinea qui lo stato di frammentazione localistica dei progetti di telemedicina, ancora frequentemente temporanei o su piccola scala, senza chiare prospettive di un uso più ampio, e non integrati nel sistema di assistenza sanitaria. Obiettivo della suddetta Comunicazione è proprio quello di incoraggiare gli Stati membri nello sforzo di affrontare le principali barriere che ostacolano i servizi di telemedicina, tramite una serie di azioni, parzialmente interconnesse:
1. creare fiducia nei servizi di telemedicina e favorire l'accettazione dei medesimi. Per farlo, è necessario: apportare prove scientifiche della loro efficacia, anche in termini di costo, su vasta scala, come è stato fatto finora nel settore farmaceutico; conquistare la fiducia dei pazienti nei confronti della telemedicina, che dipende fortemente dall'accettazione da parte dei professionisti della sanità che li curano, dato l'elevato grado di fiducia che i primi ripongono nei secondi; risolvere le questioni di ordine etico, sulla sicurezza e sulla privacy;
2. apportare chiarezza giuridica, in particolare sulle autorizzazioni, l'accreditamento, le responsabilità, i rimborsi, la competenza giurisdizionale e la tutela dei dati personali;
3. risolvere i problemi tecnici, soprattutto quelli riguardanti l'interoperabilità, ed agevolare lo sviluppo del mercato, connettendo tutte le zone geografiche della UE, comprese quelle rurali e ultraperiferiche.
La definizione di modalità tecnico-organizzative finalizzate a consentire l'integrazione socio-sanitaria e a sostenere forme innovative di domiciliarità tramite l'uso delle ICT sono punti chiave anche della policy nazionale [39]. Ad esempio, all'interno del recente DDL Semplificazioni, ovvero il Disegno Di Legge n.5 del 9 febbraio 2012 dal titolo "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, il Governo Italiano indica l'utilizzo dell'e-health come mezzo per promuovere la semplificazione in materia di sanità [40]. Il Ministero della Salute ha spesso affermato che i servizi di telemedicina possono rappresentare una parte integrante del ridisegno strutturale ed organizzativo della rete di assistenza del Paese. La telemedicina può, infatti, consentire la fruibilità delle cure, dei servizi di diagnosi e di consulenza medica a distanza, oltre al costante monitoraggio di parametri vitali, al fine di ridurre il rischio d’insorgenza di complicazioni in categorie a rischio come gli anziani o le persone affette da patologie croniche. L’interdisciplinarietà offerta dalla sanità in rete permette di fornire al paziente un servizio migliore, attraverso una più rapida disponibilità di informazioni sullo stato della propria salute, consentendo di accrescere la qualità e tempestività delle decisioni del medico, anche in
condizioni di emergenza-urgenza. La telemedicina offre potenzialità di grande rilevanza soprattutto in termini di accresciuta equità nell’accesso ai servizi socio-sanitari, grazie al decentramento e alla flessibilità dell’offerta di servizi resi. Essa, inoltre, permette di ridistribuire in modo ottimale le risorse umane e tecnologiche tra diversi presidi, consentendo di coprire la necessità di competenze professionali spesso carenti ed assicurare la continuità dell'assistenza sul territorio.
Per le motivazioni sopra esposte, il Governo Italiano reputa quindi fondamentale l'attuazione di iniziative volte a promuovere concretamente lo sviluppo della telemedicina sul territorio nazionale. Per questo, diverse sono le esperienze compiute in tal senso nelle Regioni Italiane, molte delle quali volte ad offrire l’assistenza socio-sanitaria presso il domicilio del cittadino. Tra queste, citiamo: la “Rete Tumori Rari”, per la collaborazione permanente tra strutture oncologiche italiane; la “Telemedicina piccoli comuni lombardi (TELEMACO)”, con l’obiettivo di assicurare l'assistenza sanitaria in loco alla popolazione residente in piccoli comuni montani o decentrati affetta da patologie croniche come BPCO e CHF e di integrare tra loro i nodi della rete sanitaria; la “Rete a banda larga per gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”, per l'interconnessione fra centri di eccellenza; la “Telemedicina nell'Arcipelago Eoliano (Eolienet)”, per rispondere alle esigenze e alle emergenze della popolazione residente in zone difficili come le isole minori [41],[42]. Inoltre, presso il Consiglio Superiore di Sanità, è stato istituito, in data 24 febbraio 2011, un apposito Tavolo tecnico sulla telemedicina con l'obiettivo di predisporre delle Linee guida nazionali finalizzate a supportare un impiego sistematico della telemedicina nel SSN. Il Tavolo ha l'obiettivo di delineare un quadro strategico in cui collocare gli ambiti prioritari dell'applicazione della telemedicina, analizzare modelli, processi e modalità di integrazione dei nuovi servizi nella pratica clinica, definire tassonomie e classificazioni comuni. Si occupa inoltre di aspetti concernenti i profili normativi e regolamentari e la sostenibilità economica dei servizi e delle prestazioni di telemedicina [43]. Infine, nel PSN 2011-2013, il Ministero della Salute afferma che “i servizi di telemedicina possono contribuire in modo sostanziale allo sviluppo del territorio”. Si legge poi che “la gestione della cronicità e la continuità dell'assistenza si avvalgono fortemente del contributo delle tecnologie innovative, tra le quali la telemedicina, la teleassistenza e più in generale l'ICT, in particolare per garantire la realizzazione di una modalità operativa a rete, che integri i vari attori istituzionali e non istituzionali deputati alla presa in carico delle cronicità (ASL, Ospedali, distretti, cure primarie, residenze sanitarie, comuni, ma anche famiglie, associazioni, istituzioni profit e no profit)”.
In accordo con le direttive europee e nazionali, il PSSR della Regione Veneto indica l'opportunità di sviluppare “una rete di telemedicina volta a favorire il trasferimento di informazioni sanitarie” e dei servizi di telesoccorso, telediagnostica e teleconsulto. Tramite la telemedicina, si intende perseguire i seguenti obiettivi a livello regionale:
− consentire la risposta assistenziale e diagnostica, assicurando appropriati livelli di qualità, specie in situazioni di emergenza in particolari condizioni e/o aree geografiche;
− guidare il cambiamento organizzativo e gestionale della sanità veneta sulla base delle peculiarità geografiche e demografiche del territorio, per individuare soluzioni ad hoc rivolte a persone in condizioni di fragilità che hanno difficoltà ad accedere ai servizi.