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Imprenditoria agricola straniera

Il quadro occupazionale

4 l’indagine Inea

4.8 Imprenditoria agricola straniera

Le principali caratteristiche del lavoro autonomo degli immigrati in Italia sono sta- te analizzate in un recente studio della Fondazione Leone Moressa (2011a). Nella P.A. di Trento gli imprenditori stranieri iscritti nei registri della Camera di Commercio nel 2010 erano 5.040, pari allo 0,8% del totale nazionale27. Su base annua gli imprenditori stranieri

mostrano una crescita di circa il 3%, un valore in controtendenza rispetto a quello degli italiani (-0,3%); inoltre, l’incidenza degli imprenditori stranieri sul totale si è attestata sul 5,5%, un livello inferiore a quello osservato nella vicina provincia di Bolzano. Consideran- do il dato aggregato della regione Trentino Alto-Adige possono essere analizzati anche i settori di attività e le cittadinanze degli imprenditori stranieri. In particolare gli stranieri svolgono funzioni imprenditoriali principalmente nei settori del commercio (23% del to- tale degli imprenditori stranieri), delle costruzioni (19%), dei servizi alla persona (19%) e dei servizi alle imprese (14%). L’avvio di una attività autonoma può anche rappresentare un’opportunità per sottrarsi alla disoccupazione o per rinnovare il permesso di soggiorno (P.A. Trento, 2011). Per quanto riguarda i paesi di nascita degli imprenditori prevalgono Germania (18%), Austria (12%) e Svizzera (7%), mentre più contenuta è l’incidenza di Ma- rocco e Albania (circa 6%).

Nel sistema economico del Trentino Alto Adige le imprese condotte da stranieri con- tribuiscono a produrre circa il 5% del valore aggiunto complessivo, un’incidenza di poco

26 Provenienti da Serbia, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, Repubblica ex Jugoslava di Macedonia, Repubblica delle Filippine, Kosovo, Croazia, India, Ghana, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Ucraina, Gambia, Niger e Nigeria. Le quote riguardano anche i lavoratori dei paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di co- operazione in materia migratoria (Tunisia, Albania, Marocco, Moldova, Egitto). Nella quota sono inoltre inclusi i lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi sopraelencati, che siano entrati in Italia per prestare lavoro subor- dinato stagionale per almeno due anni consecutivi e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale.

27 Si tratta di soggetti nati all’estero che svolgono un ruolo imprenditoriale. Sono pertanto compresi anche cittadini italiani nati all’estero.

inferiore a quella media nazionale28 (Fondazione Leone Moressa (2011b). Tuttavia, se si

analizza solo il settore agricolo il contributo fornito dagli imprenditori stranieri alla forma- zione del valore aggiunto si attesta su un più modesto 1,2%.

Le informazioni raccolte confermano la ridotta dimensione del fenomeno dell’im- prenditoria agricola straniera in Trentino. Non deve inoltre essere dimenticato che gli im- prenditori stranieri comprendono anche la cosiddetta migrazione di ritorno che interessa cittadini provenienti da paesi dove l’emigrazione italiana era molto forte (Svizzera, Austra- lia, Canada, Argentina e Brasile). Pertanto, gli imprenditori agricoli stranieri propriamente detti rappresentano una parte ancora marginale del sistema agricolo provinciale.

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IferImentIbIblIografIcI

CINFORMI, Cinformi in Val di Non, bilancio dello sportello mobile per gli stagionali, 2011 documento on line.

FONDAZIONE LEONE MORESSA (2011a), Rapporto annuale sull’economia dell’immi- grazione, Bologna, Il Mulino.

FONDAZIONE LEONE MORESSA, Il 5,5% del valore aggiunto nazionale è prodotto dalle imprese condotte da stranieri, Comunicato del 06/04/2012(b), documento on line. ISTAT (2009), Principali coltivazioni legnose agrarie - Anno 2007, Tavole di dati, dati on

line.

ISTAT (2011), La popolazione straniera residente in Italia - 1° gennaio 2011, Statistiche report, documento on line.

ISTAT (2012a), 6° Censimento generale dell’agricoltura, dati on line.

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ISTAT (2012c), Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione, dati on line. ISTAT (2012d), Cittadini stranieri, Demografia in cifre, dati on line, www.demo.istat.it. MINISTERO DELL’INTERNO - Dipartimento della Pubblica Sicurezza (2012), Extracomu-

nitari soggiornanti in Italia al 31 dicembre.

OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO (2007), XXII rapporto sull’occupazione in provincia di Trento.

OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO (2012), Avviamenti stranieri per sesso, settore e cittadinanza.

P.A. TRENTO (2008), L’immigrazione in Trentino – Rapporto annuale 2008, (a cura di M. Ambrosini, P. Boccagni, S. Piovesan), documento on line.

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P.A. TRENTO (2010b), L’immigrazione in Trentino - Rapporto annuale 2010, (a cura di M. Ambrosini, P. Boccagni, S. Piovesan), documento on line.

P.A. TRENTO, L’immigrazione in Trentino – Rapporto annuale 2011, (a cura di M. Am- brosini, P. Boccagni, S. Piovesan), 2011 documento on line.

P.A. TRENTO, La popolazione straniera al 1° gennaio 2012, Servizio Statistica, documen- to on line.

Giorgia Modolo

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agricoltura, agroindustria e agriturismo

Nella P.A. di Bolzano le attività agricole sono condizionate dalla caratteristiche mor- fologiche del territorio e a queste si sono adattate generando una netta differenziazione tra le tipologie produt-tive presenti negli alpeggi, e in generale nelle aree montane, e quelle dei fondovalle.

Rispetto a quanto rilevato lo scorso anno, i dati del 6° Censimento generale dell’a- gricoltura dell’ISTAT (2012a), ci dimostrano che le aziende agricole attive in Alto Adige nel 2010 erano circa 20.250, con una contrazione di quasi il 12% rispetto alla precedente indagine censuaria. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) si estendeva su 240.500 ettari e, rispetto al 2000, ha mostrato una fles-sione più contenuta di quella delle aziende (-10%) (tab. 1).

tab. 1 - aziende e relativa superficie agricola utilizzata nella p.a. di Bolzano nel 2010

aziende sau Var. 2010/00 (%) (n.) (ha) aziende sau

P.A. Bolzano 20.247 240.535 -12,1 -10,0

Fonte: ISTAT (2012a) - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

Di conseguenza è stata osservata una modesta crescita della dimensione media aziendale, passata dagli 11,6 ettari del 2000 agli 11,9 del 2010. Il mantenimento di super- fici aziendali superiori alla media nazionale è stato favorito anche dall’istituto del “Maso chiuso” che ha evitato la frammentazione delle aziende1.

La SAU costituisce il 50% della superficie agricola totale; la rimanente quota è occu- pata da boschi (41%) e da superficie agricola non utilizzata e da altra superficie (9%).

Quasi il 90% della SAU è occupata dalle colture foraggere permanenti (prati permanen- ti e pascoli) che costituiscono la base per l’agricoltura e la zootecnia di montagna (tab. 2). tab. 2 - ripartizione della superficie agricola utilizzata nel 2010

superficie (ha) % su totale Var. % su 2000

SAU di cui: 240.535 100,0 -10,0

- seminativi 4.045 1,7 1,3

- coltivazioni legnose agrarie 24.627 10,2 5,9

- prati permanenti e pascoli 211.663 88,0 -11,9 Fonte: ISTAT (2012a) - 6° Censimento generale dell’agricoltura

1 Il Maso chiuso comprende il complesso di immobili (terreni, strutture abitative e produttive) e di diritti connessi che vengono considerati indivisibili e trasmessi in eredità al primogenito. Si ricorda inoltre che esiste la denomina- zione di “Maso avito” (“Erbhöfe”) rilasciata ai masi chiusi tramandati da almeno 200 anni all’interno della stessa famiglia (in linea di parentela diretta o collaterale sino al secondo grado) coltivati e abitati dal proprietario stesso.

La rimanente quota è costituita principalmente da colture permanenti e, in partico- lare, da frutteti e vigneti. Analizzando la suddivisione della SAU per tipologia colturale (tab. 3) si osserva che i seminativi sono costituiti prevalentemente dalle foraggere avvicendate (67%) e dalle ortive (19% comprensivo della superficie a patata). Tra le colture arboree prevalgono i frutteti che incidono per il 77% del totale2. L’area coltivata a vite rappresenta

invece il 21% della superficie a colture legnose3.

tab. 3 - ripartizione colturale della sau per seminativi e coltivazioni legnose nel 2010

tipologia colturale superficie (ha) % su totale macrocategoria

Cereali 401 9,9

Legumi secchi 1 0,0

Patata 317 7,8

Barbabietola da zucchero 13 0,3

Piante sarchiate da foraggio 3 0,1

Piante industriali 50 1,2

Ortive 432 10,7

Fiori e piante ornamentali 53 1,3

Piantine 8 0,2 Foraggere avvicendate 2.721 67,3 Terreni a riposo 46 1,1 totale seminativi 4.045 100,0 Vite 5.294 21,5 Olivo 11 0,0 Fruttiferi 18.973 77,0 Vivai 307 1,2

Altre coltivazioni legnose agrarie 38 0,2

Coltivazioni legnose agrarie in serra 3 0,0

totale legnose agrarie 24.627 100,0 Fonte: ISTAT (2012a) - 6° Censimento generale dell’agricoltura

I dati dell’ultimo censimento dell’agricoltura mostrano un patrimonio bovino di quasi 133.000 capi (-8% rispetto al 2000) (ISTAT, 2012a). La zootecnia alto atesina è basata sulle malghe che sono generalmente localizzate a quote superiori ai 1.000 m.

Le foreste caratterizzano il paesaggio dell’Alto Adige e, oltre a essere importanti per la salvaguardia del territorio, svolgono un considerevole ruolo economico, con una provvi- gione totale di poco superiore ai 105 milioni di metri cubi di legname e un incremento di 5,5 m3/ettaro (P.A. Bolzano, 2012a).

Nel 2010 è stato osservato un incremento annuo di circa il 4% delle aziende agrituri- stiche, la cui numerosità si è attestata su 2.990 unità (ISTAT, 2012b). In Alto Adige questo comparto si caratterizza per un’offerta capillare e mantiene la seconda posizione a livello nazionale dopo la Toscana, con un’incidenza di circa il 15% sul totale degli agriturismi ita- liani. Nel complesso le aziende che offrono servizi di pernottamento (alloggio) sono 2.666

2 Si tratta in prevalenza di meleti. Nel 2011 la cultivar di melo più diffusa era la Golden Delicious (37% della super- ficie totale a melo), seguita dalle mele del gruppo Gala (17%) e dalle Red Delicious (13%) (P.A. Bolzano, 2012a). 3 I vitigni bianchi interessano circa il 57% della superficie vitata provinciale; la varietà più diffusa rimane comun-

que la Schiava (19% della superficie iscritta nell’Albo vigneti), seguita da Pinot grigio (11%), Traminer aromatico (10%), Chardonnay (10%), Pinot bianco (9%) e Lagrein (8%) (P.A. Bolzano, 2012a).

(+5% su base annua), mentre quelle che erogano servizi di ristorazione ammontano a 424 (+2%). Risultano, infine, censite 1.277 aziende (-2%) che offrono attività di vario genere come equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, ecc4.

Nel 2011 le imprese alimentari, delle bevande e del tabacco iscritte al Registro delle Camere di Commercio si sono attestate su 405 unità (-4% su base annua).