• Non ci sono risultati.

Imprenditorialità agricola straniera

La “protezione sociale” è collocata all’ambito 5°, un ambito che si caratterizza per l’importante ruolo di capofila assunto dalla Regione in due fondamentali reti d

5 Imprenditorialità agricola straniera

Il Registro delle imprese delle CCIAA permette di osservare il fenomeno dell’impren- ditoria agricola straniera. Anche se attualmente non è possibile desumere la cittadinanza dei detentori di cariche nelle imprese, tuttavia si possono ottenere alcune informazioni raggruppando per Paese di nascita i soggetti con cariche in impresa. In molti casi è proba- bile che gli “imprenditori” siano cittadini italiani nati all’estero, figli di emigrati. Dai dati emerge una netta tendenza alla crescita dell’imprenditoria di immigrati.

I settori d’attività in cui operano in prevalenza gli imprenditori extracomunitari sono essenzialmente due: le costruzioni e il commercio. I nativi di Romania, Albania, Tunisia e paesi dell’ex-Jugoslavia sono occupati nell’edilizia; svolgono prevalentemente attività di commercio gli imprenditori nati in Marocco, Cina, Senegal, Bangladesh e Ghana.

Dalle interviste effettuate a testimoni privilegiati non sono emersi dati rilevanti ri- guardo l’imprenditoria agricola straniera.

r

IferImentIbIblIografIcI

AAVV (2012): Secondo Rapporto annuale sul mercato del lavoro degli immigrati.

CARITAS-MIGRANTES (2011): Dossier Statistico Immigrazione 2011 – 21° Rapporto, ottobre 2011.

FONDAZIONE LEONE MORESSA (2012): Studi e ricerche sull’economia dell’immigrazio- ne - Il lavoro occasionale accessorio come modalità di occupazione degli stranieri Anni 2009, 2010, 2011.

ISTAT (2011): 6° Censimento Generale dell’Agricoltura in Friuli-Venezia Giulia - dati prov- visori, dicembre 2011.

ISTAT (2012a): Le aziende agrituristiche in Italia 2010, gennaio 2012 – dati on line. ISTAT (2012b): Valore aggiunto dell’agricoltura per regione (anni 1980-2011), dati on line.

REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA (2011): Programma immigrazione 2011. REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA (2012a)- Agenzia regionale del lavoro,

Lavoro occasionale di tipo accessorio - terzo trimestre 2011, aprile.

REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA (2012b): Programma immigrazione 2012.

UNIONCAMERE FRIULI-VENEZIA GIULIA (2012): Rapporto sull’economia del Friuli-Ve- nezia Giulia - I tempi lunghi della ripresa, maggio 2012 documento on line.

Alberto Sturla

1

agricoltura, agroindustria e agriturismo

Come è noto, le peculiarità orografiche della Liguria, regione contraddistinta da una forte acclività per la quasi totalità della sua estensione, ne connotano in modo molto mar- cato l’agricoltura.

Oltre il 70% della produzione lorda vendibile è a carico delle aziende, specializzate in ortofloricoltura, delle rare piane alluvionali o della collina litoranea, anche se quest’ultima è soprattutto occupata dall’olivicoltura e, in alcune aree vocate, dalla vite. Si tratta di aree rese coltivabili mediante una fitta opera di terrazzamento e pertanto caratterizzate da meccanizzazione scarsa o nulla e conseguenti ridotte dimensioni aziendali.

Le aziende delle alture interne e dell’Appennino, invece, sono per lo più idonee all’al- levamento estensivo, caratterizzato da un numero limitato di capi e da piccole superfici a pascolo e prato permanente. Queste aziende dell’entroterra svolgono un insostituibile ruolo di presidio ambientale, funzione che fa passare in secondo piano la loro capacità di produrre reddito, peraltro molto scarsa.

Secondo le prime valutazioni disponibili a livello nazionale, l’annata agraria 2011 è stata dominata dall’incertezza dovuta alla volatilità dei prezzi agricoli. I settori più esposti sono quelli dei cereali (che comunque hanno un ruolo marginale nel contesto agricolo re- gionale) e quello del latte bovino; in quest’ultimo caso vi è un fattore di rischio elevato in quanto le aziende da latte liguri non sono dotate di strutture tecniche ed economiche in grado di adattarsi velocemente al mercato.

A questa incertezza economica è da aggiungere quella dovuta al clima. L’autunno e l’inverno sono stati caratterizzati, su tutto il territorio nazionale, da eventi meteorici stra- ordinari che hanno danneggiato soprattutto l’ortofrutticoltura. Alcuni fenomeni alluvionali hanno interessato settori di grande pregio come la viticoltura alle Cinque Terre o l’orticol- tura nella piana del fiume Vara.

Contrariamente a quanto avvenuto a livello nazionale, dove la vendemmia ha toccato minimi storici, il gran caldo di fine estate non ha pregiudicato la raccolta, che è aumentata del 15% rispetto all’anno precedente.

L’estensione della superficie coltivata ad olivo è diminuita di circa 800 ha nel 2011, dopo un biennio in cui si è mantenuta pressoché costante. Le produzioni, invece, sono lievemente aumentate, nonostante il caldo intenso di fine estate abbia favorito una recru- descenza degli attacchi di mosca dell’olivo, soprattutto nelle province di Savona e Genova. La floricoltura, invece, è stata particolarmente penalizzata dall’aumento dei costi di produzione, spinti verso l’alto dalle manovre speculative sul petrolio e sui suoi derivati. Le aziende floricole sono inoltre esposte alle difficoltà congiunturali, in quanto la contrazione dei consumi che ne deriva penalizza molto i beni voluttuari e rende i floricoltori più esposti alla concorrenza delle produzioni dei paesi centro–africani.

La difficile congiuntura economica ha avuto come effetto una riduzione delle sedi delle imprese agricole, che in Liguria sono diminuite del 3,5% rispetto all’anno precedente. Parallelamente si assiste ad una lenta sostituzione delle ditte individuali che, comunque, sono ancora il 63% dello stock, con le società di capitali che, ponendo a fondamento dell’at- tività economica il capitale fornito dai soci, sono meno esposte alla variabilità dei mercati moderni.

L’andamento del numero delle sedi di impresa si riflette su quello degli occupati. In particolar modo si ha una netta diminuzione nelle fila degli occupati indipendenti (-22%) a favore di un aumento degli occupati dipendenti pari al 30% rispetto al 2010. Per entrambe le categorie, comunque, il saldo quinquennale si mantiene assai negativo: pari a -3,1 % per gli occupati indipendenti e a -25% per i dipendenti.

Non si rilevano, nell’ambito delle politiche e della legislazione di interesse agricolo, novità di rilievo. L’unico elemento degno di nota è l’estensione a tutto il 2011 del regime “de minimis” rafforzato, che precede innalzamento, dal 20% al 50% fino alla fine del periodo di programmazione, del massimale previsto per il pagamento degli anticipi ai beneficiari delle misure relative ad investimenti.

2

norme ed accordi locali

Rispetto all’anno precedente, nel 2010 non ci sono state variazioni di rilievo. Benché, infatti, nel maggio 2010 sia stato rinnovato il CCNL per gli operai agricoli e florovivaisti, ancora non sono stati rinnovati i contratti provinciali. Nell’agosto 2011 i sindacati sono giunti ad un accordo di piattaforma unitario, che prevede alcune soluzioni innovative. In primo luogo un “elemento di produttività territoriale” su cui definire i premi di risultati che, nelle intenzioni dei sindacati, dovrebbe basarsi su parametri di riferimento di ordine sociale, economico e fisico calcolati a livello territoriale.

Per i lavoratori extracomunitari, la piattaforma prevede:

1. di tradurre in lingua le informazioni sulla salute e sicurezza sul lavoro;

2. di garantire permessi da dedicare all’apprendimento della lingua e per il rispetto delle festività religiose;

3. la possibilità di accumulare periodi di ferie per agevolare il rientro al paese di origine.