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Incidente Critico: Gesù

Organizzazione che ha raccolto l’incidente: CESIE (IT) L’incidente

“Era un pomeriggio del giugno 2016. Ero a casa con mio figlio, dopo la scuola. Stavamo parlando di cosa aveva fatto a quel giorno e ha cominciato a parlarmi di Gesù e del fatto che dovesse essere una persona molto importante. Ero curioso di sapere come e dove ne aveva sentito parlare, dal momento che non siamo una famiglia religiosa. Mi ha detto che un altro bambino all’asilo gli aveva parlato di Gesù. Questo bambino viene da una famiglia africana, ma non so con esattezza da quale Paese provenga. So che la sua famiglia è molto cattolica e frequenta una comunità fortemente religiosa a Palermo. Avevo già parlato a mio figlio delle religioni, in generale, e attendevo il momento giusto per discuterne in maniera più approfondita. Ma non mi aspettavo che fosse così presto, dal momento che ha solo 5 anni. Mia moglie ed io siamo agnostici, e preferiamo parlare di religione da un punto di vista plurale. Non mi aspettavo che capitasse questo, e spero che mio figlio non cresca con una visione dogmatica di qualunque religione. So che frequenta un asilo in cui gli insegnanti condividono la nostra visione e in cui si parla spesso delle diversità. Questo mi rassicura. Eppure, in un certo senso, mi aspettavo che sarebbe successo dal momento che viviamo in un Paese a maggioranza cattolica. Ho continuato a discutere con mio figlio e gli ho spiegato che Gesù è una figura importante per molte persone, ma non per la nostra famiglia. Volevo dargli un indizio per farlo riflettere sulla diversità. Mia moglie ed io condividiamo questa opinione.”

1. Identità dei soggetti coinvolti

Un uomo di circa 40 anni, sposato e con una laurea in Veterinaria, vive in un quartiere multiculturale di Palermo. Lavora in un ambiente multiculturale.

Bambino di 5 anni, figlio di un uomo italiano e una donna francese, nato e cresciuto a Palermo.

Frequenta un asilo multiculturale in cui viene posta molta attenzione alla diversità.

Bambino di 5 anni, appartenente a una famiglia di origine africana. Cattolico, nato e cresciuto a Palermo. Frequenta un asilo multiculturale in cui viene posta molta attenzione alla diversità

2. Il contesto

È un pomeriggio di giugno nella casa dei soggetti coinvolti. Il padre e il figlio sono appena tornati a casa. Insieme parlano delle attività svolte dal bambino all’asilo. La discussione procede tranquilla, dato che entrambi amano parlare. La madre è ancora al lavoro.

3. Reazione emotiva

“Ero incuriosito. Volevo saperne di più e scoprire chi, quando e come aveva parlato di Gesù a mio figlio. Ero anche preoccupato per l’influenza che questa discussione avrebbe potuto avere sul suo concetto di religione e sulla sua decisione di sceglierne una. Alla sua età, il cervello è come una spugna ed è facile che passino da una fede a un’altra. Volevo assicurarmi che credere in Gesù fosse solo un’opzione in un oceano di religioni.”

4. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona che ha vissuto lo shock.

Visione pluralistica delle religione e uguaglianza delle fedi:

Il narratore non crede in un dio specifico, ma ha un concetto pluralistico della religione e le accetta tutte. Per lui non è importante in quale dio si crede.

Educazione non religiosa dei bambini:

Il narratore crede che i bambini debbano conoscere tutte le culture e le differenti religioni. Crede che sia compito suo e della scuola parlare al figlio delle religioni, evitando il dogmatismo e l’allineamento rispetto a un unico credo. Preferirebbe che il figlio condividesse le opinioni sue e della madre, tuttavia è pronto ad accettare qualunque scelta deciderà di fare.

Fiducia nelle istituzioni:

Il narratore pensa che sia importante per i genitori scegliere l’istituzione scolastica che rifletta i propri valori rispetto alla crescita e all’educazione dei bambini. Crede in un progetto educativo condiviso e pensa che l’asilo che ha scelto per il figlio gli trasmetterà una visione plurale della società.

5. Quale immagine dell’Altro emerge dall’analisi del punto 4 (neutrale, negativa, molto negativa, positiva, molto positiva, realistica, irrealistica, ecc.)

Emerge un’immagine realistica. Il narratore sa che la figura di Cristo è importante per molte persone, specie nel caso delle comunità cattoliche africane che sono molto credenti e celebrano la messa ogni domenica. Ha avuto la possibilità di osservare questi gruppi nel quartiere dove vive, ha anche parlato con il padre del bambino e sa che per loro è importante mostrare e condividere la loro fede.

6. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona/del gruppo che ha provocato la reazione di shock del narratore

La figura di Cristo e la religione come componente importante per la vita

Il bambino religioso probabilmente condivide la visione della sua famiglia. La religione ha un posto molto importante nella vita della famiglia, e le persone devono partecipare alle cerimonie religiose e condividere la propria fede con il resto delle persone.

Educazione religiosa dei bambini

La famiglia dell’altro bambino probabilmente crede che la religione debba far parte dell’educazione e che il bambino debba conoscere i principi del Cattolicesimo e della storia di Cristo fin da piccolo. È una fede che deve essere trasmessa in quanto parte integrante della loro cultura.

7. Tale episodio mette in evidenza i limiti professionali dell’operatore o - più in generale - riguardo al rispetto delle differenze culturali in un contesto interculturale?

Il programma educativo portato avanti dall’istituzione scolastica in questione si fonda sull’accettazione di culture e religioni differenti. Lo scopo è quello di fornire ai piccoli allievi una conoscenza completa e approfondita delle culture, dei valori e delle fedi presenti all’interno della società, per aiutare i bambini ad avere una mentalità aperta e ad accettare la diversità. Il narratore ha scelto questo asilo proprio per questa ragione. L’insegnante potrebbe non essere a conoscenza della conversazione avvenuta fra i due bambini. In ogni caso, vista la politica di mutua accettazione e di dialogo aperto fra le culture promossa dalla scuola, il narratore dubita che l’insegnante avrebbe proibito l’instaurarsi di quella conversazione. Se l’insegnante lo avesse fatto, forse avrebbe potuto introdurre una discussione più strutturata riguardo a diverse religioni. Tuttavia il narratore confida che ciò accada, poiché è previsto dai loro programmi. Pertanto non è possibile individuare delle mancanze da parte dell’insegnante. Tuttavia, dal momento che esiste un dialogo costante fra il narratore e il personale che lavora all’interno della struttura, questi avrebbe potuto parlarne con gli insegnanti per assicurarsi che questo problema venisse affrontato a scuola.