Ovunque, e non solo nella società occidentale, la sessualità (e il genere) è una delle questioni più soggette a norme, regolamenti e tabù. La costruzione della sessualità è intimamente legata alla riproduzione, e dunque al controllo della popolazione, delle persone. Le norme non si limitano a regolare il comportamento sessuale, ma anche il discorso sulla sessualità. In Occidente, l’introduzione della scientia sexualis (Foucault, 1979) con l’uso di strumenti delle scienze mediche e psicologiche ha reso il controllo della sessualità ancora più efficace. La regolamentazione della sessualità non riguarda solo l’Occidente, come evidenziato da Ayaan Hirsi Ali nel suo saggio Nomad.
“Il controllo sulla sessualità delle donne e la limitazione del numero di rapporti sessuali degli uomini sono uno dei pilastri del codice d’onore e di vergogna. Questo antico codice di moralità sessuale deriva dalla cultura tribale araba. Onore e vergogna erano le idee centrali che determinavano i rapporti fra uomini e donne. L’Islam non ha fatto che cementare questa regola eterna”. Sono molte le teorie riguardanti le funzioni sociali di determinate regole e mentre molte di esse sono scomparse insieme alla loro funzione originaria, alcune di loro permangono ancora all’interno delle nostre strutture culturali. “Quando e perché le società arabe, poi divenute musulmane, sono ossessionate dal controllo della sessualità femminile?” si chiede Hirsi Ali. “Forse vi era una logica in tutto questo.
Ad esempio, affinché le tribù fossero solide, era necessario che i guerrieri fossero leali l’uno all’altro e probabilmente una sessualità femminile indipendente costituiva per loro un pericolo” (Ayaan Hirsi Ali, 2010). Per le società occidentali da un punto di vista evolutivo, l’abbondanza di regole è dovuta al fatto che, al contrario degli altri mammiferi che hanno un solo periodo fertile nel corso dell’anno, i primati devono coesistere pacificamente nonostante sia sempre possibile l’accoppiamento.
Regolamentare i rapporti sessuali è un modo per le culture di mitigare le conseguenze potenzialmente negative dovute a un eccesso di energia sessuale (Goldenberg et al 1999).
Alcune teorie evidenziano come il sesso sia la più “istintiva delle funzioni corporali” che ci ricorda della nostra natura animale, strappandoci all’illusione di essere delle “creature fondamentalmente spirituali” e ci ricorda dell’inevitabilità della nostra morte. La teoria di gestione del terrore analizza gli sforzi umani per superare le paure esistenziali generate dal pensiero della mortalità attraverso
“l’immersione in un mondo di simboli astratti socialmente e culturalmente costruiti che rendono la vita umana pregna di valori e significati”. Per sollevare il corpo dalla sua condizione di naturale finitezza, lo carichiamo di significati culturali obbedendo a standard che ne determinano l’avvenenza e la pulizia. Inoltre ci impegniamo a nascondere la nostra sessualità sotto un velo che ne mitighi la natura profondamente istintiva.
I costrutti culturali come l’amore romantico, il piacere come strumento per giungere all’illuminazione o, al contrario, le forti restrizioni alla sessualità sono solo delle varianti culturali che servono a questo scopo (Goldenberg et al, 1999).
La presenza delle differenze culturali riesce solo ad aumentare la sensibilità rispetto a questi temi, proprio perché ne dimostra la specificità culturale (si pensi, ad esempio, all’amore romantico). Il rischio è che siano trattati senza soddisfare il principio di gestione del terrore, mettendo in rilievo un’area sensibile, relativizzandone il significato. Genere e sessualità sono inoltre legate ad altri valori.
Si pensi all’istituto dei matrimoni combinati, contraddittorio per gli occidentali non solo per l’idea di amore romantico, ma contraria anche all’individualismo e alla libertà di scelta. Ciò dimostra che le
differenze culturali in materia di genere e sessualità possono divenire materia di conflitto perché esse investono altri valori culturali.
Nei contatti interculturali – più specificamente nella costruzione dell’immagine dell’altro – sessualità e genere hanno spesso avuto un ruolo molto importante. Si pensi al mito di Medea, ad esempio, nel quale la donna straniera è considerata capace di assassinare i propri figli – oppure all’immagine delle donne musulmane dipinte dai media occidentali come oppresse, controllate e costrette a indossare abiti che le coprano completamente. Ciò che proiettiamo sugli altri, scopre l’essenza delle nostre paure. Secondo Cohen-Emerique (2011) quando reagiamo a qualcosa che tocca un nostro nervo scoperto lo facciamo per due ragioni: perché apre a un “ritorno del represso”, richiamando alla memoria comportamenti che abbiamo imparato a reprimere nel corso del processo di acculturazione, a volte legati alla nostra sessualità. Trovarci di fronte a tali comportamenti (come assistere a una pratica sessuale) può aumentare il senso di paura e di imbarazzo. Altre esperienze di shock culturale suscitano dei ricordi arcaici, rappresentano pratiche che abbiamo dolorosamente imparato ad evitare, ma tuttora ancora presenti nella nostra memoria. Un esempio tipico è quello dell’uguaglianza di genere, un valore molto importante oggi per la società occidentale, nonostante si sia ancora lontani da un completo raggiungimento della parità.
Nelle pagine seguenti analizzeremo prima gli incidenti critici connessi a tematiche di genere, per poi passare a quelli riguardanti la sessualità. Prima di approfondire questi argomenti sarà bene però fornire alcune definizioni31.
31 È possibile approfondire il tema della sessualità del punto di vista culturale leggendo il lavoro di Dora Djamila Mester:
Alcune definizioni (http://www.coe.int/en/web/compass/gender)
Sesso “si riferisce allo status biologico di una persona, femminile, maschile e intersessuale (una combinazione atipica di caratteristiche che normalmente distinguono organismi di sesso maschile da organismi di sesso femminile). Esistono numerosi caratteri sessuali, quali i cromosomi, le gonadi, gli organi riproduttivi interni e i genitali”.
Genere si riferisce “all’insieme socialmente costruito di aspettative, comportamenti e attività attribuite a uomini e donne sulla base del loro sesso. Le aspettative sociali riguardanti i ruoli di genere dipendono da un particolare contesto sociale, politico e culturale e sono determinate da altri fattori incluse l’etnia, la classe, l’orientamento sessuale e l’età. I ruoli di genere si apprendono e variano molto in base ai contesti storici e sociali”.
Identità di genere “si riferisce al genere cui la persona sente di appartenere, ma che potrebbe non essere lo stesso di quello biologico. Si riferisce alle sensazioni profonde e all’esperienza individuale del genere incluso il modo di sentire il proprio corpo e altre espressioni della personalità, come il modo di vestire, di parlare e di gesticolare. “
Sessualità è un “aspetto centrale della vita di un essere umano. Comprende concetti come il sesso, l’identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione. La sessualità si esprime ed è espressa attraverso pensieri, fantasie, desideri, credenze, atteggiamenti, valori, pratiche, comportamenti, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità comprenda tutti questi aspetti, molte di questi possono rimanere inespressi. La sessualità è determinata anche dalle interazioni di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, culturali, legali, storici, religiosi e spirituali.”
Orientamento sessuale “descrive degli schemi d’attrazione emotiva e sessuale verso gli uomini, le donne, entrambi i sessi o nessuno dei due. L’orientamento sessuale non è legato all’identità di genere; ad esempio, un uomo transgender può essere eterosessuale o gay allo stesso modo di un uomo biologico. Tali aspetti dell’identità umana sono spesso legati alle persone e determinano il modo in cui lesbiche, gay, bisessuali e transgender sono trattati e percepiti”.
Uguaglianza di genere significa uguale visibilità, consapevolezza e partecipazione di entrambi i sessi a sfere della vita pubblica e privata. L’uguaglianza di genere è l’opposto della disuguaglianza non della differenza di genere e ha lo scopo di promuovere la partecipazione di uomini e donne nella società.