• Non ci sono risultati.

Incidente Critico: Pipì

Organizzazione che ha raccolto l’incidente: CESIE (IT) L’incidente

“Erano le 11 del mattino e stavo regolarmente svolgendo il mio lavoro in classe. In quel momento una bambina si fece la pipì addosso, come sempre. Allora ho chiamato la madre per chiederle di venire a cambiarla. La madre mi ha detto che era impegnata e che sarebbe venuto il padre.

Mentre aspettava il padre, la bambina se la fece di nuovo addosso. Quando il padre arrivò, un’ora dopo, aprì la porta e cercò la bambina con lo sguardo, e cominciò a ridere. La bambina osservò il padre ridere, poi mi guardò di nuovo e cominciò a ridere. Con un tono serio, dissi al padre che non avrebbe dovuto ridere, ma parlare alla bambina e dirle che è grande abbastanza e che non dovrebbe farlo. Mi guardò e rise.”

1. Identità dei soggetti coinvolti

Narratrice: Una donna di 37 anni, sposata da 16 e madre di due bambini di 7 e 9 anni, insegnante d’asilo da 6 anni, con precedente esperienza negli asili privati. Cattolica, si considera di sinistra anche se negli ultimi tempi si è avvicinata alla posizioni di un partito indipendente. Crede nella condivisione dei compiti genitoriali nell’educazione dei figli.

Uno uomo di 42 anni, originario del Ghana e padre di 3 figli (un bambino di 2 anni e mezzo e due bambine rispettivamente di 4 anni e mezzo e 10 mesi).

Le persone coinvolte nell’episodio sono entrambi dei genitori e coinvolti nel processo educativo della bambina.

2. Il contesto

L’episodio ha avuto luogo in un asilo pubblico di Palermo in Italia. La persona che ha raccontato l’incidente lavora nella struttura da qualche anno. È un ambiente multiculturale, con un’alta percentuale di bambini provenienti da Paesi diversi o i cui genitori hanno un background migratorio.

Erano le 11 del mattino, di una regolare giornata scolastica. L’episodio si è verificato in classe, in presenza di altri bambini. L’avvenimento non è affatto strano, e l’insegnante è abituata a fronteggiare situazioni del genere. L’insegnante è a disagio perché i genitori non sono venuti immediatamente a cambiare la bambina.

3. Reazione emotiva

L’insegnante è sorpresa dalla reazione del padre.

4. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona che ha vissuto lo shock.

Coerenza negli insegnamenti impartiti a casa e a scuola

L’idea che l’educazione dei bambini sia una responsabilità condivisa fra scuola e famiglia.

L’insegnante si aspetta che vi sia una certa uniformità fra le reazioni dei genitori e quelle del personale scolastico. Inoltre, crede che i bambini d’età compresa fra i 3 e i 6 anni siano estremamente sensibili agli insegnamenti - che devono essere coerenti sia che provengano dai genitori sia che siano impartiti dagli insegnanti.

Fasi dello sviluppo del bambino, autonomia del bambino e corretto uso del bagno.

Il percorso di un bambino verso l’autonomia è piuttosto complesso e investe un processo di cambiamenti biologici, psicologici ed emotivi. Il punto di riferimento per l’insegnante è quello delle tappe di sviluppo connesse all’età, secondo le quali un bambino deve imparare ad andare in bagno prima che compia i 4 anni e mezzo, l’età della bambina protagonista dell’episodio narrato.

Dignità dei bambini in quanto esseri umani e responsabilità dei genitori

L’insegnante è frustrata per il fatto che il padre della bambina sia arrivato un’ora dopo essere stato chiamato per cambiare i vestiti della bambina.

Crede che ciò dimostri una mancanza d’interesse nei confronti dell’igiene della bambina, ma soprattutto della sua dignità, poiché l’insegnante ritiene che la situazione sia estremamente degradante per lei. In linea con l’idea che i bambini debbano essere considerati uguali agli adulti sul piano dei diritti, concetto introdotto nel corso degli ultimi trent’anni, grazie alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (1989), l’insegnante considera i bambini come degli esseri umani a tutti gli effetti, con una loro dignità, sebbene occupino una posizione più vulnerabile per via della loro dipendenza dagli adulti. È compito dei genitori aiutarli in situazioni che investono le sfere più intime.

Igiene

L’insegnante pensa che l’igiene sia molto importante e che i bambini di una certa età debbano sapere usare il bagno. È un argomento piuttosto serio per l’insegnante perché ne segna la crescita e lo sviluppo del bambino, che diviene sempre più autonomo e sa come comportarsi in pubblico.

Non è un processo semplice e per questo bisogna essere flessibili. Tuttavia l’insegnante non accetta che i genitori abbiano tardato tanto a insegnare alla bambina ad usare il bagno.

Approccio monocronico al tempo

Come la maggior parte degli europei l’insegnante ha una tendenza a intendere il tempo in maniera monocronica e lineare, il che implica una certa aspettativa verso le reazioni rapide, il rispetto di scadenze a breve termine, l’esecuzione e la classificazione dei compiti in base alla loro priorità. Seguendo tale modello, il padre sarebbe dovuto arrivare molto prima a scuola, con un cambio di vestiti puliti. La sua immagine di padre responsabile è minacciata dal non aver adempiuto al suo compito in tempi rapidi.

5. Quale immagine dell’Altro emerge dall’analisi del punto 4 (neutrale, negativa, molto negativa, positiva, molto positiva, realistica, irrealistica, ecc.)

Emerge un’immagine negativa a causa del contrasto fra la reazione seria dell’insegnante e quella del padre, che ne mette in crisi i valori sulla crescita e lo sviluppo del bambino. Inoltre, ha un’opinione negativa dei genitori della bambina, perché a suo avviso non stanno aiutando la bambina a divenire autonoma.

6. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona/del gruppo che ha provocato la reazione di shock del narratore

Sviluppo flessibile del bambino

Non sappiano se il percorso migratorio e le origini del padre abbiano un peso in questo caso, ma probabilmente la famiglia ha un’idea più flessibile dello sviluppo del bambino se paragonata a quella dell’insegnante, che mostra una certa normatività e un’adesione a un modello di crescita e acquisizione dell’autonomia legato all’età.

Percezione policronica del tempo

In contrasto con la prospettiva monocronica e lineare del tempo, l’approccio policronico si concentra meno sull’esecuzione dei compiti in sequenza, le scadenze e gli incontri concordati sono considerati con maggiore flessibilità. Tale flessibilità non implica che i compiti/le persone/ gli incontri siano meno importanti, ma che quel momento debba armonizzarsi con altri impegni e contesti. Da una prospettiva monocronica tale comportamento è percepito come irresponsabile, non curante, ritardatario e non degno di fiducia. In realtà si tratta semplicemente di due modi di concepire il tempo.

Igiene e percezione delle urine e delle feci dal bambino

Provare disgusto verso le urine o le feci del bambino nella cultura ghanese significa mettere a rischio la sua anima e potrebbe condurre alla sua morte. L’innocenza dei bambini influenza la percezione dei loro escrementi, che sono diversi da quelli degli adulti. I bambini sono innocenti, non sono ancora dei veri esseri umani, dunque non sono ancora impuri. Secondo uno studio condotto in un’area rurale del Ghana25, le feci e le urine di un bambino non sono percepite come sporcizia, ma possono essere considerate come un segno di fortuna. Sebbene vi sia posto per l’impurità nella cultura ghanese, le feci dei bambini possono essere considerate di buon auspicio.

Tale concetto può spiegare la reazione del padre, che non condivide le preoccupazioni e il concetto d’igiene dell’insegnante. Vede nell’atto della bambina qualcosa di assolutamente innocente e positivo.

7. Tale episodio mette in evidenza i limiti professionali dell’operatore o - più in generale - riguardo al rispetto delle differenze culturali in un contesto interculturale?

La situazione mostra chiaramente una diversità di vedute riguardo allo sviluppo della bambina, che crea un conflitto nelle relazioni fra genitori e insegnante. Potrebbe essere importante per gli insegnanti spiegare i propri metodi educativi alle famiglie in modo da favorire l’adozione di un approccio condiviso. L’insegnante e il padre hanno anche un diverso concetto d’igiene per quanto concerne l’espulsione degli escrementi e la capacità di usare il bagno autonomamente che crea una disarmonia fra le aspettative dell’insegnante e quelle della famiglia della bambina.