5. Quale immagine dell’Altro emerge dall’analisi del punto 4 (neutrale, negativa, molto negativa, positiva, molto positiva, realistica, irrealistica, ecc.)
L’immagine che la narratrice ha della madre è molto negativa. Le sembra che la madre:
non si curi dei propri figli;
percepisca i propri bambini come un peso;
sia irragionevole perché decide di lasciarli con il padre che potrebbe fare loro del male.
6. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona/del gruppo che ha provocato la reazione di shock del narratore
Famiglia e comunità
Sono i valori più importanti all’interno della comunità rom. L’importanza del legame fra famiglia e comunità diventa evidente nelle celebrazioni dei matrimoni, delle nascite e dei funerali. Tutti i membri della famiglia sono parte della comunità. È possibile affermare che i legami familiari siano molto importanti per la madre che, nonostante le violenze, preferisce affidare i figli al padre. Il legame è talmente forte da garantire la protezione dei figli.
Lavorare in fiere e mercatini itineranti costituisce uno dei modi più tradizionali per guadagnarsi da vivere. A causa dei pregiudizi e degli stereotipi che sono presenti nella società, molti datori di lavoro sono restii ad assumere dei lavoratori rom. La madre ha bisogno di guadagnare per mantenere se stessa e i figli e questo è l’unico modo possibile.
7. Tale episodio mette in evidenza i limiti professionali dell’operatore o - più in generale - riguardo al rispetto delle differenze culturali in un contesto interculturale?
L’incidente mette in evidenza la difficoltà nel gestire delle situazioni in cui si sospetta l’uso di violenza sui minori. Le punizioni corporali sono una delle aree più sensibili dell’educazione dei bambini. Sono connesse a valori fondamentali come l’incolumità fisica, il rispetto dell’individuo, la sua autonomia e libertà.
Il divieto di usare le punizioni corporali sui bambini appartiene ad idea di genitorialità moderna che si è affermata in Europa nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Eppure tale convinzione è ancora relativamente fragile ed episodi di violenza si verificano tuttora all’interno delle famiglie occidentali (basti pensare ai casi di violenza domestica). I membri delle società in cui l’approccio tradizionale è tuttora dominante sono giudicati con severità e anche perseguiti all’interno della società europea avanzata. Tuttavia, gli insegnanti non dovrebbero avere fretta di trarre delle conclusioni: una denuncia affrettata potrebbe fare più male che bene. È necessario che gli insegnanti conoscano meglio la cultura e le origini dei loro allievi, il tempo trascorso nel paese ospitante, l’approccio educativo utilizzato dai genitori ed il valore che essi attribuiscono alle punizioni corporali. Solo attraverso lo studio attento di tali fattori sarà possibile rispondere in maniera adeguata.
La situazione evidenzia anche in che modo un professionista possa sbarazzarsi del giudizio negativo sulla madre:
guardando alla sua figura in un’altra prospettiva: come una persona che garantisce un livello minimo di igiene, nutrizione e rifugio ai suoi figli;
riconoscendo nel suo gesto un modo per prendersi cura dei figli.
L’episodio mette in evidenza le difficoltà delle famiglie di poter svolgere un lavoro a lungo termine, e di come questo influenzi le vite dei figli.
Capitolo II: Acculturazione
“Ero molto sorpresa – positivamente sorpresa, dal discorso della donna africana – proveniva da un altro quartiere a maggioranza africana, ma voleva iscrivere il proprio figlio nella nostra classe, in modo che il bambino potesse studiare con i suoi coetanei bianchi…” raccontato da un’insegnante della scuola della prima infanzia di Parigi.
Nell’episodio descritto sopra sia la mamma africana sia l’insegnante sembrano essere d’accordo sul fatto che per avere successo a Parigi bisogna stare a contatto con i bambini locali, una convinzione che richiama il vecchio adagio attribuito ad Aureliano Ambrosio “Quando sei a Roma, fai come i Romani”. Tutte le famiglie che si trovano a dover scegliere se affidare o meno il proprio figlio alle cure di un estraneo, o a decidere il tipo di scuola cui iscriverlo. Tuttavia, i genitori di origine straniera sono anche chiamati a compiere una scelta in merito alla “strategia di acculturazione” per il loro figlio e la loro famiglia, anche se probabilmente non hanno mai sentito parlarne. Per compilare questo capitolo abbiamo raccolto numerose testimonianze in merito che ci aiutano a interrogarci sull’opportunità che le famiglie migranti adottino o meno la cultura del Paese ospitante, e se ciò sia nell’interesse dei loro figli o meno.
Nonostante tale definizione sottolinei il carattere ambivalente del fenomeno, di solito migranti e membri di gruppi minoritari subiscono una forte pressione o hanno motivazioni maggiori ad adattarsi alla cultura dominante. Imparare o cambiare le proprie abitudini è necessario per comunicare, lavorare, instaurare relazioni in un nuovo ambiente; si tratta di un fenomeno impossibile da ignorare, che avviene quasi naturalmente. I nuovi arrivati imparano a muoversi in città, a chiedere aiuto, a comprare del pane, ecc. Tali cambiamenti fanno parte del processo di adattamento socioculturale.
Fra questi ricordiamo il riconoscimento degli oggetti tipici, apprendere una lingua e il modo di relazionarsi agli altri. Tuttavia, l’acculturazione non è un processo lineare che consiste nel mutare tutte le abitudini a seconda del nuovo ambiente. Uno dei modelli più citati per spiegare le strategie di acculturazione è quello proposto da Berry nel 1987, riprodotto qui sotto.
Figure 2.Forme di acculturazione. Modello di Berry.
Una definizione di acculturazione
"L’acculturazione comprende tutti quei fenomeni che portano le persone appartenenti a una cultura differente a venire in contatto continuo con esponenti della cultura dominante, con conseguenti cambiamenti dei modelli culturali originari in uno o in entrambi i gruppi”.
Redfield, Linton y Herskovits (1936: 149)
Il modello classifica le strategie di acculturazione dei migranti e delle minoranze sulla base delle risposte a due domande: “È importante avere dei rapporti con gli individui che vivono nel nuovo ambiente? e “È importante mantenere dei legami con la cultura di origine?” Dalle risposte a queste due domande, derivano quattro strategie diverse di acculturazione: integrazione, segregazione, assimilazione e marginalizzazione.