Organizzazione che ha raccolto l’incidente: CPI (CY) L’incidente
“L’incidente si è verificato nel corso del mio primo anno come insegnante. Non avevo molta esperienza e non sapevo come gestire alcune situazioni, né come assistere i bambini. Tuttavia, ricordo come se fosse ieri un episodio che ha coinvolto un bambino.
Nel corso della ricreazione, i bambini giocavano in cortile e dovevano rientrare in classe al suono della campanella. Io entravo in classe per prima, mentre la mia assistente accompagnava i bambini in classe. Un giorno due bambini decisero, invece, di cominciare a correre in giro. È capitato per un paio di giorni, e la mia assistente trovava difficile convincerli a rientrare in classe. Ho cercato di parlare con loro del loro comportamento, e motivarli a rientrare in classe dandogli dei piccoli premi, ma non ha funzionato.
Quindi, ho deciso di parlarne ai genitori. Ogni giorno i fratelli più grandi del bambino venivano a prenderlo in classe, mentre il padre aspettava in macchina. Quel pomeriggio, ho incrociato i fratelli e ho domandato loro chi li avesse accompagnati e mi hanno risposto che erano stati accompagnati dal padre. A quel punto ho chiesto se potessero chiamarlo perché avrei avuto bisogno di parlare un momento con lui. Tutti gli altri bambini erano già andati via, così ho cominciato a parlare con il padre e a spiegare la situazione. Il bambino era vicino al padre. Prima che potessi avere la possibilità di descrivere l’intera vicenda, il padre aveva colpito il figlio talmente forte che era caduto a terra. Ho deciso che da quel momento in poi sarei stata più attenta nel rivolgermi ai genitori.
1. Identità dei soggetti coinvolti
Insegnante: 22 anni, donna, cipriota, insegnante, single senza figli. L’episodio si è verificato nel corso della sua prima esperienza professionale.
Bambino: 4.5 anni, cipriota, il minore di 8 fratelli.
Padre: 45 anni, cipriota, libero professionista, livello d’istruzione elementare, di religione cristiano-ortodossa. È ancora sposato con la madre del bambino ed è il padre biologico di tutti e 8 i suoi figli.
2. Il contesto
L’incidente si è verificato in un asilo pubblico. Io mi trovavo in classe, subito dopo la fine delle lezioni. Ho sentito che c’era una certa mancanza di interesse e partecipazione da parte del padre, per questo ho chiesto di incontrarlo. Ho avuto l’impressione che il padre si sentisse offeso e imbarazzato a causa del comportamento del figlio, per questo l’atmosfera era tesa ancora prima dell’inizio dell’incontro.
3. Reazione emotiva
Mi sentivo delusa e a disagio e mi sono pentita di aver parlato al padre dell’episodio. Suo figlio era un bambino adorabile e m’è spiaciuto molto per lui. L’intero incidente mi ha delusa perché il mio solo scopo era di collaborare con i genitori per trovare una soluzione al problema. Il padre non teneva in alcun conto le ragioni del bambino. Mi è parso che fosse un cattivo modello di comportamento e un cattivo padre.
4. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona che ha vissuto lo shock.
Genitorialità/Paternità
I genitori dovrebbero prendersi cura dei propri figli. Il genitore è responsabile del benessere del bambino e dello sviluppo delle sue capacità. I bambini devono essere tenuti a sicuro, divertirsi, protetti e nutriti, amare ed essere amati. È dovere dei genitori garantire il benessere del bambino e provvedere al suo sviluppo fisico, emotivo, morale e cognitivo.
I diritti del bambino
I bambini hanno diritto all’incolumità fisica: un diritto che deve essere garantito anche in famiglia. Il minore non deve subire alcun tipo di punizione fisica indipendentemente dal volere dei genitori.
Se riconosciamo il diritto del bambino a essere tratto con dignità e senza violenza, dobbiamo per forza mettere in discussione il diritto alla privacy dei genitori nell’educare i figli. Tale conflitto può essere immediatamente risolto in favore del bambino, poiché l’uso di punizioni corporali da parte dei genitori si basa su valori ancestrali e sulla concezione che il minore sia di proprietà dei genitori.
È quello che si è verificato in questo episodio, dal momento che il padre non sembrava in alcun modo preoccupato dall’incolumità fisica e dalla sicurezza del figlio.
Punizioni
Non è vietato punire. Ma ciascun genitore deve trovare delle punizioni adatte che non violino I diritti del bambino, non ne mettano in pericolo l’incolumità fisica e non provochino dolore. Le punizioni dovrebbero solo essere utilizzate per arginare i comportamenti negativi del bambino. È importante che i genitori collaborino con gli insegnanti per studiare la maniera migliore per gestire le intemperanze dei bambini.
5. Quale immagine dell’Altro emerge dall’analisi del punto 4 (neutrale, negativa, molto negativa, positiva, molto positiva, realistica, irrealistica, ecc.)
“Conservo un’immagine molto negativa di questa persona.”
6. Rappresentazioni, valori, norme di comportamento, idee, pregiudizi: sistema valoriale della persona/del gruppo che ha provocato la reazione di shock del narratore
Mascolinità e autorità
Nella società cipriota permane un concetto tradizionale di mascolinità, caratterizzato da forza, autorità, mancanza di sensibilità. Il padre era “un uomo duro e virile”, con molti figli abituato ad essere violento. La violenza e le punizioni corporali potrebbero costituire il suo unico modo di comunicare, probabilmente trasmessogli da suo padre nel corso dell’infanzia. Le punizioni potrebbero essere anche un modo per affermare la propria autorità in famiglia. Uomini del genere non parlano e non amano il confronto. Persino il confronto con un’insegnante donna potrebbe costituire una minaccia alla propria autorità, dunque l’atto violento potrebbe essere un tentativo di compensazione.
Genitorialità e famiglia
Anche se oggi prevale un approccio liberale alla genitorialità, in alcune fasce della società cipriota è tuttora presente il modello tradizionale. In tale modello, i figli maggiori partecipano all’educazione dei loro fratelli minori (il fratello maggiore accompagna il fratello minore a scuola),
e i figli minori non sono considerati protagonisti del loro processo di scoperta del mondo, ma soggetti che devono essere educati e corretti secondo il volere dei genitori. In tale modello le punizioni corporali hanno un posto particolare e sono degli strumenti riconosciuti per ristabilire l’autorità e correggere il comportamento.
Diviene lecito allora per il padre usare la violenza fisica, in quanto i figli sono di sua proprietà. È possibile, tuttavia, che il padre sia molto stressato, perché non è facile, né comune avere 8 bambini.
7. Tale episodio mette in evidenza i limiti professionali dell’operatore o - più in generale - riguardo al rispetto delle differenze culturali in un contesto interculturale?
È opportuno che gli insegnanti imparino a gestire meglio tali situazioni e a relazionarsi con i genitori. È necessario conoscere e accettare tutti gli approcci alla genitorialità, ed integrarli nella didattica. È necessario intervenire solo nel caso in cui l’incolumità fisica del bambino sia a rischio, o siano stati violati i diritti del bambino.