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Le nuove imprese multinazionali sono frutto dell’imitazione del modello tradizionale delle multinazionali dei paesi avanzati ed, al contempo, delle innovazioni introdotte in risposta a peculiari caratteristiche delle realtà emergenti ed ai cambiamenti del sistema globale. Questi nuovi protagonisti, essendosi inseriti “tardivamente” nelle dinamiche della globalizzazione economica, hanno dovuto pensare ed adottare metodologie di penetrazione del mercato differenti e complementari rispetto a quelle convenzionali. Per sopravvivere ed affermarsi nella sempre più competitiva realtà economica, le multinazionali dei paesi emergenti hanno optato, quindi, per l’attuazione di strategie, in grado di combinare elementi tradizionali ed innovativi. Nella fase d’internazionalizzazione, le nuove multinazionali seguono tendenzialmente i pattern di espansione caratteristici della teoria del ciclo di vita del prodotto, estendendo le operazioni commerciali dalle nazioni culturalmente più simili a quelle più differenti, ma l’attuazione di tale processo presenta notevoli divergenze dall’approccio tradizionale. Inoltre, se la necessità di pianificare le operazioni commerciali secondo un’ottica globale e multidimensionale, al fine di affermarsi nei differenti contesti economici, risulta essere caratteristica comune di multinazionali convenzionali e di nuova generazione, una serie di altre scelte strategiche presenta forti discontinuità con le metodologie commerciali, convenzionalmente usate dalle imprese dei paesi sviluppati.

Un primo elemento distintivo delle multinazionali, provenienti da realtà recentemente affermatesi, può essere individuato nella più sostenuta velocità d’attuazione del processo d’internazionalizzazione rispetto ai cosiddetti incumbents20.

La necessità di ridurre, in tempi brevi, il divario esistente tra la posizione di mercato occupata dalle multinazionali della prima generazione e quelle della seconda, ha portato quest’ultime a far leva sulla creazione di networks internazionali nel processo d’internazionalizzazione delle operazioni commerciali. L’uso di espedienti quali la stipulazione di contratti con imprese già esistenti o l’appoggiarsi a clienti d’importanza globale, per penetrare nuovi mercati, ha permesso loro di ridurre notevolmente i tempi necessari per un’espansione su scala mondiale.

Le imprese delle nazioni emergenti hanno abbandonato l’idea convenzionale secondo la quale, l’internazionalizzazione debba basarsi sulla capacità di includere progressivamente al mercato interno, quelli esteri. Il trade-off tra quali nazioni debbano essere le prime mete degli investimenti dell’azienda ed il principio secondo il quale, l’espansione su scala globale debba essere attuata secondo stadi incrementali, sono stati sostituiti dal concetto cardine di avviare strategie mirate a penetrare, sin dall’inizio, il maggior numero possibile di mercati. Tale aspetto e la decisione di appoggiarsi a soggetti già inseriti nel sistema economico globalizzato, ha permesso alle multinazionali dei paesi in via di sviluppo di adeguarsi, più velocemente, alle dinamiche globali.

Una caratteristica fondamentale delle imprese emergenti consiste, inoltre, nel privilegiare i metodi d’ingresso sui mercati, basati su una crescita esterna piuttosto che interna21. La creazione di alleanze globali ed acquisizioni, invece che lo stanziamento di investimenti in sussidiarie a totale capitale estero (WFOE), risulta essere elemento cardine del processo d’internazionalizzazione delle nuove multinazionali.

La possibilità di superare più facilmente le difficoltà legate alle peculiarità del mercato, di un determinato partner, e di guadagnare simultaneamente l’accesso ai vantaggi competitivi di quest’ultimo, sono i principali fattori che spingono le emergenti corporation ad optare per la costituzione di partnership con soggetti esteri. La creazione di tali alleanze commerciali è solitamente resa attuabile dal fatto che le nuove multinazionali tendono ad usare la loro posizione nel mercato interno quale strumento di scambio per accedere ai mercati, alle risorse ed alle relazioni dei

partner. Quanto maggiore è la loro forza commerciale nel paese d’origine, tanto maggiore è il loro potere di contrattazione per la creazione di un’alleanza economica, la cui stipulazione, talvolta, dipende anche dal fatto che un’impresa dei paesi emergenti abbia ampio accesso a risorse finanziarie nella nazione di provenienza. Newcomers e latecomers (Mathwes, 2006)hanno potuto affermarsi nell’emergente economia globale, non sulla base dei punti di forza esistenti, ma sulla capacità di accedere alle risorse altrui, per mezzo di connessioni e partnership (Melin, 1992). Ulteriore elemento, caratteristico delle multinazionali dei paesi in via di sviluppo consiste quindi nel fatto che il processo d’internazionalizzazione, da esse attuato, è perlopiù finalizzato ad accedere a risorse precedentemente inaccessibili. In riferimento anche al modello LLL, proposto in precedenza, è possibile affermare che l’espansione internazionale delle nuove realtà, oltre che ad essere finalizzata al superamento delle difficoltà legate all’entrata in un mercato estero, ha come scopo l’accesso a risorse e competenze delle multinazionali provenienti da nazioni avanzate. Nella fase d’internazionalizzazione delle attività commerciali, le imprese multinazionali dei paesi emergenti devono confrontarsi con il significativo dilemma di bilanciare la volontà di seguire uno sviluppo, secondo un’ottica globale, cogliendo prontamente le opportunità economiche nei diversi mercati esteri, e la loro necessità di rinnovare le abilità e strategie commerciali.

Per raggiungere tale obiettivo, esse, da un lato sfruttano i vantaggi competitivi di cui sono in possesso in altre nazioni emergenti o in via di sviluppo e, dall’altro, si concentrano sull’affermarsi in economie avanzate, al fine di apprendere come trattare con una domanda all’avanguardia e di incrementare le competenze commerciali.

È quindi un’espansione portata simultaneamente avanti su due fronti, in mercati emergenti ed in paesi sviluppati, ad avere risolto la tensione dei nuovi soggetti commerciali, tra il bisogno di aggiornare le abilità commerciali e di guadagnare posizioni di rilievo nella realtà economica globale. Inoltre ciò ha permesso loro di crescere in termini di dimensioni, esperienza e profitti, da un lato, e di sviluppare competenze economiche dall’altro.

Tale metodologia espansiva si distingue marcatamente da quella degli incumbents (Mathews, 2006), i quali mostrano la tendenza ad allargare il proprio raggio d’azione secondo una logica che prevede un iniziale ingresso in paesi aventi caratteristiche simili ed uno successivo nei paesi socio-culturalmente più distanti.

Un’altra peculiare caratteristica dei protagonisti, recentemente entrati a far parte dei meccanismi economici globali, è, poi, individuabile nel fatto di possedere migliori abilità politiche rispetto ai competitors delle nazioni avanzate. Poiché i nuovi soggetti economici, spesso provengono da realtà istituzionalmente deboli, o nelle quali vigono inadeguati sistemi legali, essi sono maggiormente capaci di operare in contesti caratterizzati da instabili strutture governative ed istituzionali. La loro abilità di muoversi in ambienti soggetti a repentini cambiamenti o nei quali esistono vuoti amministrativi, hanno permesso loro di diventare più reattivi ai differenti sistemi istituzionali esteri.

Infine, la capacità di implementare innovazioni organizzative con maggior elasticità e di avviare processi di riforme strutturali senza dipendere dai limiti derivanti dall’“eredità amministrativa”, hanno determinato la possibilità, per le imprese emergenti, di espandersi in maniera più adeguata alle presenti necessità e caratteristiche del mondo globalizzato. Quest’ultime non soffrono, quindi, dell’inerzia o della dipendenza derivanti da consolidate modalità e strutture commerciali che limitano, invece, l’adozione di nuovi metodi di sviluppo da parte delle tradizionali multinazionali.

La seguente tabella, proposta da Guillen e Garcia-Canal, offre una esaustiva panoramica delle differenze, ad ora discusse, tra le scelte strategiche delle nuove multinazionali e di quelle storicamente presenti sul mercato.

The New Multinational Enterprises Compared to Traditional Multinationals Dimension NewMNEs Traditional MNEs Speed of

internationalization

Accelerated Gradual Competitive advantages Weak:

Upgrading of resources required

Strong:

Required available in-house

Political capabilities Strong:

Firms used to unstable political environments

Weak:

Firms used to stable political environments Expansion path Dual path:

Simultaneous entry into developed and

developing countries

Simple path:

From less to more distant countries

Default entry modes External growth:

Alliances and acquisitions

Internal growth: Wholly owned subsidiaries Organizational

adaptability

High, because of their meager International presence

Low, because of their ingrained structure and culture

Source: Mauro F. Guillen and Esteban Garcia-Canal, The American Model of the Multinational Firm and the “New” Multinationals From Emerging Economies, Academy of Management, Perspectives, May 2009.

MODALITÀ D’ESPANSIONE E PECULIARITÀ STRUTTURALI DELLE