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Indagine sulla destinazione d'uso alberghiera

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spazi di rappresentanza ufficiali***

. Ciò che si ricercava era uno spazio dove coniugare l’impianto domestico e la vita pubblica, è ciò venne pensato a partire dal modello della casa americana. Il primo albergo americano fu l’Union Public Hotel a Washington D.C. Progettato nel 1793 da James Hoban, l’architetto irlandese autore della Casa Bianca, era composto da spazi pubblici al piano terra e camere da letto private ai piani superiori. Il City Hotel di Manhattan, New York, riscosse tuttavia un maggior successo grazie ad uno spazio centralizzato al primo e secondo piano che ospitava sala da ballo, bar ma anche uffici, una biblioteca e dei negozi. Il potenziale attrattivo dell’edificio,

landmark urbano, contribuì ad

uno sviluppo dell’intorno urbano, sul quale si localizzarono diverse nuove attività commerciali. La vita pubblica interna all’hotel era

*** Leonard Alexander Clemens, Exit

Parliament. The hotel as a political institution,

Architectural Association School of Architecture, giugno 2016

tuttavia riservata ad una piccola élite di aristocratici di razza bianca, di cui rifletteva gusti ed ideali. L’estetica infatti riprendeva quella dei palazzi aristocratici europei di fine Ottocento, sebbene si andasse verso un progressivo efficientamento degli spazi. Nell’Exchange Coffee House (1809, Boston) riscontriamo per la prima volta la distribuzione delle stanze lungo un doppio corridoio, in maniera però irregolare e differente per ciascuno dei sette piani. Anche in questo caso è presente l’atrio centrale destinato a funzioni pubbliche a tutt’altezza sormontato da una cupola vetrata, mentre le camere si trovano ai piani superiori.

Il processo di standardizzazione si compì a partire dal XX secolo, in corrispondenza al fenomeno di industrializzazione, della cultura di massa e della società dei consumi. Innovazioni tecnologiche quali la lampadina elettrica, il riscaldamento a gas, i nuovi sistemi di gestione degli scarichi fognari e delle tubazioni, Prima della nascita dell’albergo,

l’ospitalità era una pratica sociale che si svolgeva all’interno delle mura domestiche o in strutture più specifiche come xenodochi, caravanserragli, taverne, e locande. Quest’ultime possono essere classificate come antesignane della tipologia hotel, secondo quanto afferma Nikolaus Pevsner* . Le locande italiane del

XIII secolo avevano una grande stanza comune per dormire e alcune stanze singole per i ceti più elevati. Il primo passo verso l’evoluzione della tipologia in albergo avviene, secondo Pevsner, attraverso “l’aggiunta ad una locanda, di un luogo per trattenimenti”**. Bisogna tuttavia

attendere fino al XIX secolo per trovarci di fronte al primo caso di albergo che rispecchi alcune delle caratteristiche compositive del termine attuale: il Badischer Hof a Baden-Baden. Si tratta di

* <<L’albergo è un’evoluzione della locanda>> - Nikolaus Pevsner, Storia e caratteri

degli edifici, edizione italiana a cura di Achille M.

Ippolito, Roma: Palombi editore, 1986. ** Ibidem

un edificio multipiano con una grande sala centrale a tutt’altezza, il cui soffitto vetrato è sostenuto da colonne monumentali alte undici metri. Tutt’intorno si distribuisce una galleria, sviluppata su tre piani, di stanze minori e private. L’uso era per di più ancora legato a pellegrini o viaggiatori di passaggio, benestanti che alloggiavano temporaneamente in cerca di una sistemazione in una casa privata, perché più attrezzata, pulita e comoda.

I connotati che si attribuiscono al significato attuale del termine “hotel” sono però da ricondurre al modello americano di fine XIX secolo. Figlio del boom demografico e di una crescente mobilità, l’albergo nacque dalla necessità di una nuova e crescente società democratica, capitalista e liberista, in cerca di ambiti di socializzazione e negoziazione al di fuori di quelli tradizionali della casa o degli

Storia ed evoluzione della destinazione d'uso dalla

locanda all’hotel moderno

12. Schemi della casa americana e primi esempi di standardizzazione all'interno degli hotel.

1700 Colonial period Casa americana stan- dard: divisa in due par- ti, ciascuna delle quali è polifunzionale.

1722 Delware House Divisione dello spazio domestico in maniera più specifica e su più livelli.

1809 Boston Exchan- ge Coffee House and Hotel

Mostra le origini della divisione spaziale tra spazi pubblici al piano inferiore (in basso) e ca- mere al piano superiore (in alto).

1825/1832 Philadel- phia Arcade and Office Building

La disposizione a gri- glia delle cellule emerge nell'architettura per uffici agli inizi del XIX secolo. 1783 Locanda

La maggior parte delle locande non erano al- tro che case adibite a quell'uso in cui venivano aggiunti tramezzi.

1901 Statler Hotel Il doppio corridoio che distribuisce le camere da letto è un layout che è diventato standard per la maggior parte degli hotel dagli inizi del XX secolo.

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divisione tra spazio pubblico alla base, camere per gli ospiti nella torre e una stanza da ballo a coronamento, stabilendo così un’organizzazione che diverrà canonica. La pianta quadrata simmetrica facilita inoltre la disposizione di servizi e camere. Nell’Hotel Pennsylvania di E.M. Statler, (New York, 1917-18) facente parte di una catena di cinque proprietà, si riscontra un approccio progettuale estremamente funzionale che basa il layout delle camere sulla luce della struttura in acciaio. Radicale e innovativa fu anche la scelta di dotare ciascuna stanza di un bagno privato. A definire ulteriormente il diagramma spaziale dell’hotel, in modo da ridurre i costi e aumentarne l’efficienza, contribuì il saggio

Hotel Management di Lucius

Boomer (1931), da cui deriva la convenzionale divisione bipartita tra sfera pubblica al piano terra e privata ai piani superiori. L’hotel divenne in quegli anni un ibrido, dove spazi per convention e conferenze, zone commerciali

e ospitalità privata coesistono, ma rigido nella suddivisione tra pubblico e privato.

Ad oggi è possibile individuare due principali derive del modello moderno di albergo. Da una parte la domanda crescente di servizi integrati, costretti in una rigorosa zonizzazione funzionale bipartita, ha portato a due situazioni quali la comparsa di sottocategorie altamente specifiche (spa-hotels,

boutique hotels, conference hotels), e l’espansione quasi

incontrollata del basamento. Dall’altra i principi di uniformità e standardizzazione portati al parossismo hanno condotto ad edifici completamente indifferenti al contesto:

<<Hotel are becoming the

generic accomodation of the Generic City, it’s most common building block>> (Rem Koolhaas,

1997) .

La critica di Koolhass testimonia la necessità di considerare la ma soprattutto l’invenzione

degli ascensori, permisero la costruzione di edifici alti dotati di tutti i più moderni comfort:

<< It were the devices that made

the modern hotel modern>>

(Jefferson Williams, 1930)*.

Sebbene il linguaggio architettonico fosse ancora quello classico della Beaux

Arts, i sistemi organizzativi dello

spazio si ispirarono alle teorie tayloriste** secondo principi di

standardizzazione ed efficienza. Il

Waldorf Astoria (New York, 1890)

ben incarna tale contraddizione: le mille camere da letto, organizzate secondo una pianificazione efficiente in termini di spazio e costi, vengono infatti nominate e arredate secondo l’esempio delle stanze private di Luigi XIV nella Reggia di Versailles. Ulteriori invenzioni quali l’auto, l’aereo

Jefferson Williams, The American Hotel: An Anec-

dotal History, A.A. Knopf, 1930

** Frederick W. Taylor, The Principles

of Scientific Management, New York: Harper &

Brothers, 1911.

e i mezzi di comunicazione di massa portarono alla nascita del turismo di massa che acuì la necessità di applicare i principi funzionalisti anche all’apparato stilistico, specialmente per quanto concerne le catene di hotel. La stessa tendenza era comune in generale a tutta l’architettura grazie all’apparato teorico e pratico del Movimento Moderno***.

Il Biltmore Hotel (New York, 1913) esemplifica l’avvento della pianificazione moderna nella progettazione di quella che va via via definendosi come una tipologia coerente attraverso la

*** Ricordiamo per chiarezza espositiva i cinque punti del Movimento Moderno espressi da Bruno Taut (Sulla nuova architettura in Europa e in

America, 1929):

• La prima esigenza in ogni edificio è il raggiungimento della migliore utilità possibile; • I materiali impiegati e il sistema costrut- tivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria.

• La bellezza consiste nel rapporto diretto tra edificio e scopo, caratteristiche dei materiali ed eleganza del sistema costruttivo.

• L'estetica di tutto l'edificio è nel suo insieme senza preminenza di facciate o piante o particolare architettonico. Ciò che è funzionale è anche bello.

• Come le parti vivono nell'unità dei rapporti reciproci, così la casa vive nel rapporto con gli edifici circostanti. La casa è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale.

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tipologia dell’hotel, proprio come il tema della casa e, più in generale, dell’abitare, come in continua evoluzione in conseguenza alla ridefinizione di concetti come domestico, pubblico e privato. Ciò che era innovativo in passato, oggi risulta obsoleto, superato e va perciò ripensato.

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Se l’hotel americano è il modello dell’hotel moderno, l’hotel Hilton è il modello per eccellenza di hotel americano. La catena fu fondata nel 1947 da Conrad N. Hilton il quale amava definire i suoi alberghi “little Americas”, ovvero luoghi di rappresentanza della supremazia americana, con tutta la sua dimensione iconica e culturale così da garantire all’élite un ambiente familiare in territorio straniero. Dall’America infatti venivano importati e materializzati attraverso l’hotel fattori sociali e culturali, ma anche le tecnologie più moderne e avanzate tali da garantire lussuosi comfort quali acqua fresca in bottiglia in tutte le camere, il telefono, la radio, l’aria condizionata e l’architettura stessa che era emblema formale della modernità. Mentre le città europee venivano ricostruite, popolazioni poverissime vedevano sorgere tra le mura demolite edifici imponenti che promettevano il sogno americano di riscatto economico per mezzo del turismo. L’intento era senz’altro politico poiché l’Hilton funse da manifesto del

potere politico ed economico americano, come esplicitamente affermato da Conrad Hilton: << An integral part of my dream

was to show the countries most exposed to Communism the other side of the coin - the fruits of the

free world>>*.

Ciò non era estraneo a interessi economici dal momento che gli alberghi in terra straniera in larga parte finanziati dal governo americano attraverso la Economic

Cooperation Administration (ECA)

e tramite i fondi del piano Marshall che ambiva a ristrutturare l’ordine economico e civico nelle nazioni interessate. Allo stesso modo la catena d’alberghi si qualificava come ambasciatrice di pace nei Paesi devastati dalla Seconda Guerra Mondiale.

Conrad N. Hilton, Be my guest, New York: Firesi- de, 1984, pg 237. *