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Inquadramento urbano

Stato di fatto: caratteristiche compositive dell’immobile

VI.II Inquadramento urbano

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Piazzale Roma, Venezia. Vi sono anche i percorsi ciclopedonali Mestre-Riviera del Brenta e Mestre-Marghera centro che attraversano entrambi il quartiere di Marghera e la ciclostrada Mirano-Oriago-Marghera.

L’area di progetto di trova attualmente in uno stato di abbandono e degrado, acuito dalla presenza di spacciatori e tossicodipendenti. Ciò fa si che la sicurezza percepita sia molto bassa, così come nel sottopassaggio che collega il lotto alla stazione. Tuttavia la posizione e il piano di valorizzazione le attribuiscono un grande potenziale di sviluppo. Obiettivo del progetto sarà quindi mettere in atto le potenzialità del lotto, incrementandone il valore d’uso e la vivibilità.

Il sito di progetto si trova in Via Ulloa 1, Marghera. La Municipalità di Marghera è una delle sei circoscrizioni del Comune di Venezia e corrisponde agli ex Quartieri n. 17 (Marghera - Catene) e n. 18 (Malcontenta). Il suo territorio ospita poco meno di 28.000 abitanti e comprende la porzione meridionale della terraferma (località di Marghera, Catene e Villabona), il Porto industriale e altri piccoli sobborghi come la Malcontenta: è delimitata a nord dalla ferrovia Milano-Venezia e a sud e a ovest dai confini comunali con Mira e Campagna Lupia.

Si tratta di un luogo strategico in aderenza con la linea ferroviaria che divide Marghera da Mestre e in prossimità della stazione di Venezia-Mestre, di arterie stradali urbane ed extraurbane che lo collegano alle autostrade Milano- Bologna-Belluno. È raggiungibile via terra, ma anche via mare tramite Porto Marghera e via cielo attraverso l’Aeroporto Marco Polo di Venezia. Si trova inoltre a pochi chilometri da Venezia percorrendo

via della Libertà.

La stazione di Mestre è il punto cruciale del sistema ferroviario del nord-est. Importante scalo per merci e passeggeri, accoglie quotidianamente circa 85 000 viaggiatori con 500 treni al giorno. Vi convergono le linee Milano- Venezia, Venezia-Trieste, Venezia- Udine, Venezia-Trento, Adria- Mestre ed il tronco ferroviario di quattro binari per Venezia Santa Lucia. L’attraversamento del passante ferroviario avviene grazie a strade veicolari sopraelevate o per mezzo di tre sottopassi, pedonale, ciclopedonale e tramviario. È prevista inoltre la costruzione di una passerella pedonale sopraelevata. Il sottopasso pedonale collega il centro storico di Mestre con Marghera, con l’uscita proprio su via Ulloa, luogo di progetto. Il lotto si trova inoltre in prossimità delle fermate della linea T2 che collega Marghera a Mestre e di autobus tra cui le linee 6 e 6L con cui è possibile raggiungere

Introduzione

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Sobborgo industriale di Venezia, situato poco a Sud di Mestre, costituisce la più grande area industriale d’Italia, situata in corrispondenza del maggiore nodo infrastrutturale, viario, portuale e aeroportuale della regione del Nord-Est, oltre che nei pressi dell’area urbana veneziana.

Prima della costruzione del porto e dell’annesso quartiere residenziale, era un’area paludosa conosciuta come i Bottenighi. Le uniche sue strade erano via Catene che proseguiva da via del Parroco a Chirignago, e via Bottenigo che da via Catene si perdeva nella barena. Dove oggi si trova via Fratelli Bandiera vi era invece un grande canale di scolo, di cui l'attuale strada era l'argine, che giungeva alla Malcontenta; faceva parte del complesso idraulico costituito dal grande argine de intestadura, realizzato nel Trecento, che raccoglieva le acque della Brenta Vecchia e degli altri corsi d'acqua a sud del Canal Salso per deviarle lontano da Venezia, attraverso la foce del

Brenta Resta d'Aio, presso Fusina. Il toponimo "Marghera”, anticamente "Malghera", si riferiva invece ad una piccola borgata posta sulle sponde del Canal Salso, nell'odierna località San Giuliano di Mestre. Era composta da alcune case, una chiesa e alcuni magazzini destinati a fungere da sosta doganale lungo il suddetto canale per le merci dirette da e per Venezia.

Nel 1805 l'impero asburgico decise di edificare un grande complesso difensivo nel luogo dove c'era il villaggio, radendolo al suolo e mantenendone il nome: il Forte Marghera, tutt'oggi esistente. Il forte ebbe un ruolo cruciale nella difesa di Marghera che ebbe luogo durante la prima guerra di indipendenza italiana nel 1849, quando, dopo la sconfitta di Novara (23 marzo), a causa del blocco austriaco per terra e per mare di Venezia, il governo repubblicano decise lo sbarramento di tutti gli accessi alla laguna, fra cui quello che collegava Venezia a Mestre,

protetto sul continente dal forte di Marghera. Il 26 aprile gli Austriaci cominciarono i primi bombardamenti; il 24 maggio aprirono il fuoco sul forte e riuscirono ad espugnarlo in 48 ore, nonostante il valore dei suoi difensori.

All'inizio del Novecento Venezia si dimostrava incapace di diventare una città industriale e portuale in grado di concorrere con gli altri centri del Mediterraneo, soprattutto per questioni di densità abitativa e demografica, poiché il centro storico non disponeva di ulteriori spazi edificabili e la popolazione era concentrata in abitazioni sovraffollate con condizioni igieniche scarse.

Il 1° febbraio 1917 si costituì un

Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel

porto di Venezia che incaricò l'ingegnere Enrico Coen Cagli di un progetto da realizzarsi nell'area di Bottenigo, una località rurale e barenicola posta ai margini nordoccidentali della laguna e allora ricadente nel comune di

Mestre. Coen Cagli diede una risposta "triplice" che prevedeva la realizzazione di un porto commerciale (350 ha, cui si aggiungeva un piccolo porto dei petroli di 30 ha), un'area industriale (700 ha) e un quartiere residenziale (225 ha). Il 15 maggio dello stesso anno il progetto fu approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici con il coinvolgimento del comune di Venezia.

Il 12 giugno il Sindacato istituì la società Porto industriale di Venezia e con a capo il presidente della SADE Giuseppe Volpi. Il 23 luglio il presidente del Consiglio Paolo Boselli, il sindaco di Venezia Filippo Grimani e lo stesso Volpi firmarono una convenzione per la costruzione del porto e del quartiere residenziale, approvata e resa esecutiva il 26 luglio. Nel documento si disponeva, tra l'altro, l'esproprio di Bottenigo in favore del comune di Venezia, nonché della zona orientale della Malcontenta, allora frazione di Mira. Questa decisione provocò non pochi attriti con l'amministrazione mestrina che aveva chiesto invano

Marghera: porto industriale e città-giardino

8. Porto marghera, in " Identificazione di un paesaggio. Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea", Milano: Silvana Editoriale, 2000. Fotografia di John Davies, pp. 54-55.

9. Porto marghera, in " Venezia-Marghera. Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea", Sesto san giovanni: Edizioni Charta, 1997. Fotografia di Marco Zanta, pp. 162-163.

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la coesistenza armonica di città e campagna così da risolvere i problemi di inquinamento e sovraffollamento delle città inglesi di fine Ottocento. Emmer concepì un centro caratterizzato da ampie strade e grandi spazi verdi: era stato progettato un grande viale alberato largo 80 metri e lungo 700, tra le attuali via Lavelli e via Gelain, da cui si sarebbero diramate vie laterali larghe 26 metri con aiuole che dividevano la strada dal marciapiede. I giardini privati dovevano essere almeno quattro volte più estesi dell'edificio annesso; inoltre, ogni edificio non poteva distare meno di 15 metri dagli edifici vicini e non poteva superare i tre piani. Nel centro del quartiere dovevano sorgere tutte le strutture che ospitavano i servizi pubblici come scuole, uffici comunali, teatri, ospedali, biblioteche e mercati, in modo da favorire l'aggregazione di una comunità solida.

I lavori incontrarono sin dall'inizio gravi rallentamenti, con l'esproprio delle case e delle terre dei residenti della zona e

la conseguente chiusura delle attività contadine e di pascolo. Il 10 maggio 1921, presente il ministro Giulio Alessio, fu inaugurato il cantiere del quartiere residenziale. Nel 1925, a quattro anni dall'apertura del cantiere, resistevano ancora numerosi edifici rurali da abbattere tra le case di nuova erezione, realizzate anche con il materiale di recupero delle vecchie costruzioni).

Durante la Seconda guerra mondiale il porto diventò un obiettivo sensibile per gli Alleati che lo bombardarono a più riprese, bloccandone le attività e coinvolgendo purtroppo anche gli abitati contigui. Cessata la guerra gli stabilimenti industriali colpiti vennero ricostruiti e la produzione riprese. A partire dagli anni Cinquanta, Porto Marghera cominciò ad essere uno dei poli industriali più conosciuti del Paese, specialmente nel settore chimico e metallurgico.

di partecipare all'operazione attraverso l'istituzione di un consorzio intercomunale, e a nulla valsero le dimissioni del sindaco Carlo Allegri il quale non era nemmeno stato interpellato. Quello che alcuni videro come un asservimento della Terraferma a Venezia culminò nel 1926, quando un decreto di Mussolini soppresse l'autonomia amministrativa dei comuni di Mestre, Zelarino, Favaro Veneto e Chirignago.

Le prime industrie, situate in vicinanza del Porto, sorsero nel 1917 con l’intento di creare molti nuovi posti di lavoro e di localizzare importanti impianti in prossimità di futuri attracchi navali. La costituzione di una forte area industriale locale si legò allo sviluppo dei settori metallurgico (alluminio, zinco, ferro) e chimico (acido solforico, carburo di calcio, fertilizzanti, resine sintetiche e materie plastiche). Questa concentrazione di industrie di base, che si è avvalsa della presenza di un porto specializzato e strutturato in funzione esclusivamente

industriale, Porto Marghera, ha determinato un progressivo ampliamento dell’area originaria. Alla prima zona se ne sono affiancate una seconda, 800 ha, quasi tutti occupati dagli stabilimenti, e infine una terza molto più ampia delle prime due, 4000 ha, dei quali 3000 destinati alla formazione di terrapieni. I numerosissimi stabilimenti insediati nella zona industriale di Marghera dispongono di una vasta rete di canali, banchine, raccordi ferroviari, strade e metanodotti. Al margine meridionale della terza zona è stato costruito un porto petrolifero, collegato alla Bocca di Porto di Malamocco da un canale che permette l’accesso a superpetroliere.

Adiacente all’area industriale, come assistenza abitativa alla produzione, è stato realizzato il quartiere residenziale il cui piano fu affidato a Pietro Emilio Emmer. Egli si ispirò al modello della città giardino teorizzato da Ebenezer Howard* , il quale prevedeva

* Ebenezer Howard, Garden Cities of

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