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INNOVAZIONI DELLA LEGGE

EVOLUZIONE DELLA LEGISLAZIONE SPECIALE PER VENEZIA E LA SUA SALVAGUARDIA DOPO UN VENTENNIO

2. INNOVAZIONI DELLA LEGGE

La L.139/1992 mirava ad operare una svolta nell'ambito della disciplina legislativa speciale per Venezia ribadendo la necessità di un ulteriore coordinamento e dell'integrazione delle attività dei diversi soggetti operanti sul territorio lagunare.

Il territorio interessato dagli interventi di salvaguardia e disinquinamento si ampliava fino a comprendere 108 comuni ricadenti in 4 province del Veneto162.

L’innovazione del ‘92 trovava presupposto nella volontà di assicurare l'omogeneità tecnico- progettuale, il coordinamento nella fase realizzativa e in tale senso faceva emergere la necessaria integrazione delle risorse finanziarie.

La nuova legge tentava di superare, attraverso il ricorso ad Accordi di programma, (come già auspicato dal COSES ancor prima della emanazione della legge 139/92), la parcellizzazione e la sovrapposizione di competenze, nel tentativo di snellire ed accelerare il percorso attuativo degli interventi di salvaguardia.

L’ Accordo di programma, previsto dall’art. 5 della legge speciale del 5 febbraio 1992 n° 139 veniva sottoscritto il 3 agosto 1993 tra Magistrato alle Acque, Regione Veneto, Comune di Venezia.

Tale intesa, stipulata ai sensi e per gli effetti dell’art. 27 della legge 8 giugno 1990 n° 142 (Ordinamento delle autonomie locali), si proponeva di realizzare “il coordinamento nella fase realizzativa e la necessaria integrazione delle risorse al fine dell’esecuzione in forma unitaria degli interventi di competenza del Comune di Venezia finalizzati alla manutenzione dei rii e alla tutela e conservazione del patrimonio edilizio prospiciente i rii, nonché degli interventi di competenza della Regione Veneto volti alla realizzazione delle opere igienico- sanitarie nel territorio del Comune di Venezia, ed infine agli interventi ‘per insulae’ di competenza dello Statovolti alla difesa dalle acque alte”.

Tale accordo doveva in sostanza creare sinergia tra i vari soggetti aventi competenze diverse su medesimi territori o porzioni di territorio urbano, sui quali era prevista la realizzazione di progetti “integrati” (di consolidamento e ristrutturazione edilizia e di urbanizzazione primaria, di scavo e smaltimento dei fanghi, di sistemazione e risanamento della rete fognaria esistente, di opere per la difesa dalle acque alte, ecc.) facendovi confluire finanziamenti provenienti da assegnazioni diverse, ma individuando un soggetto attuatore unico (generalmente lo stesso detentore delle principali competenze coinvolte).

Il Comune di Venezia è stato individuato come il soggetto attuatore del “progetto integrato rii”, con principale riferimento ai rii interni di Venezia e delle isole, il Magistrato alle Acque

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si occupava dei grandi marginamenti lagunari, delle sponde prospicienti il canale della Giudecca e del bacino di San Marco e delle “insulae” intese come difesa locale perimetrale dalle acque alte e la Regione, pur non partecipando direttamente alla fase realizzativa, contribuiva, attraverso le proprie assegnazioni di fondi, agli interventi inerenti al risanamento igienico-sanitario.

Nel febbraio 1997 verranno stipulati fra i tre soggetti istituzionali distinti Accordi di Programma per l’esecuzione di altrettanti interventi di risanamento igienico- edilizio e/o di difesa dalle acque alte per Malamocco-Alberoni, Pellestrina-San Pietro in Volta, Sant’Erasmo, Burano, Riviera San Nicolò al Lido, Percorso dei Tolentini, Insula di piazza San Marco.

Nel complesso venivano stanziati finanziamenti per un valore di 473 miliardi di lire circa, pari a 244 milioni di euro.

Successivamente all’Accordo di programma del 1993 e all’approvazione del “Piano Programma di interventi per il risanamento igienico sanitario del centro storico e delle isole” del 1994, prendeva avvio una estesa e sistematica opera di manutenzione urbana direttamente gestita da un apposito ufficio della Ripartizione dei lavori pubblici del Comune di Venezia.

Venivano innanzitutto appaltati i lavori più urgenti: lo scavo del bacino Orseolo, il risanamento delle sponde del rio Novo ammalorate dal traffico nautico e il consolidamento dei ponti di Santa Chiara, dei Tre Ponti e del Magazen che lo attraversano.

Si poneva in essere anche la riapertura sperimentale di un rio terà, quello della Crea a Cannaregio, che era stato interrato nel 1834, con lo scopo di ravvivare in quell’area la circolazione idrica: esperimento che non sarà ripetuto altrove data la reazione negativa dei residenti.

Il cantiere più importante riguarderà lo scavo dei rii nella prima delle trentasette “insulae” del centro storico previste dal Piano Programma, meglio noto come Progetto integrato rii, quella di Santa Maria Zobenigo nel sestiere di San Marco.

La presenza della Fenice in quell’area era la principale ragione di tale scelta prioritaria163.

Seguirà nella primavera del 1997 l’avvio dei cantieri in altre quattro “insulae” (o meglio gruppi di “insulae” contigue): quelle del Ghetto a Cannaregio, dei Frari a San Polo-Santa Croce e di Santa Maria Formosa a San Marco nel centro storico; più la lunga fondamenta Navagero a Murano.

163 Un destino particolarmente avverso, come è noto, vorrà che il grande Teatro venisse distrutto dalle fiamme nella notte del 26 gennaio

1996, proprio quando il rio che lo costeggia era a secco per i lavori di manutenzione. Da tempo il comandante dei Vigili del Fuoco ingegner Alfio Pini aveva denunciato i rischi connessi alla difficoltà o addirittura impossibilità, dato l’intasamento dei rii, per i mezzi antiincendio di accedere nei periodi di bassa marea in varie aree della città contraddistinte dalla presenza di edifici di eccezionale importanza come appunto La Fenice, l’Archivio di Stato e molti altri.

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Nella stessa direzione, andava il tentativo, proposto dal COSES nel 1993, su incarico del Magistrato alle Acque di Venezia, di giungere ad una programmazione degli interventi, ai fini di un maggior coordinamento dell'azione di salvaguardia tra soggetti e relative competenze. A conferma di ciò emergeva che gli interventi di disinquinamento e risanamento ambientale dovevano essere eseguiti dalla Regione Veneto in "un quadro programmatico unitario all'interno del bacino scolante in laguna" (in applicazione del Piano per la prevenzione dell'inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella laguna di Venezia approvato dalla Regione Veneto) e coordinati con quelli dello Stato.

La legge disponeva che gli interventi spettanti al Comune di Venezia venissero realizzati in "forma unitaria" contestualmente alle opere di competenza della Regione e a quelle di competenza statale, e che le predette Amministrazioni dovessero sottoscrivere un apposito Accordo di Programma per l'esecuzione dei lavori per insulae164.

Così, nell'attuazione degli interventi relativi alla manutenzione urbana, ad esempio, alle competenze primarie del Comune di Venezia si sovrapponevano quelle della Regione Veneto (disinquinamento, fognature) e quelle dello Stato (interventi di protezione delle acque medio-alte con realizzazione delle insulae, muri di sponda perimetrali e di navigazione, edifici demaniale prospicienti i rii).