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Ipotesi di ricerca, materiali e metod

Nel documento Nuovi sguardi sulle scienze cognitive (pagine 52-60)

Antonino Bucca, Caterina Caruso, Carmen V Arcorac

2. Ipotesi di ricerca, materiali e metod

L’obiettivo della nostra ricerca è quindi quello di osservare e di de- scrivere se esiste appunto una correlazione tra la dominanza manuale sinistra e la maggiore incidenza di dislessia, discalculia, disgrafia (DSA) e di difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) nei soggetti mancini.

Pur mantenendo il metodo originario di rilevazione indiretta dei dati (utilizzato anche nelle nostre precedenti ricerche, vedi in partico- lare: Bucca, Arcoraci 2015), in questo caso la raccolta delle informa- zioni è stata effettuata utilizzando una scheda di rilevazione dei dati. Ogni scheda prevedeva la raccolta dei dati sui bambini di ogni singola classe (terza, quarta e quinta della scuola primaria) attraverso un’in- tervista agli insegnanti curricolari e di sostegno. Quindi, nonostante per ogni classe in esame siano state compilate da una a tre schede, ai fini della creazione del database dei dati – dopo una prima analisi con il confronto delle risposte ottenute – sono state considerate sempre le informazioni di una sola scheda per classe.

Tale scheda prevedeva l’indicazione del numero dei componenti della classe e del genere dei bambini. All’interno della classe in esame, la rilevazione dei soggetti con dislessia, discalculia, disgrafia (DSA) ha fatto riferimento alla cosiddetta diagnosi funzionale eseguita dalle équipe neuro-psico-pedagogiche delle unità operative di neuropsi- chiatria infantile delle aziende sanitarie provinciali, e in qualche caso anche ad altre certificazioni specialistiche.

Diversamente dalle prassi sperimentali consuete che generalmente prevedono l’utilizzo dell’Edinburgh Handedness Inventory – EHI (Oldfield 1971) per la determinazione del mancinismo, o per lo meno di test standardizzati per l’indicazione della dominanza emisferica dei soggetti in esame (Antonietti et al. 2005), nel nostro studio i bambini mancini sono stati individuati attraverso l’osservazione (da parte degli

insegnanti della classe in esame) dell’uso preferenziale degli arti supe- riori (per esempio, abilità di scrittura e/o di disegno attraverso la domi- nanza manuale sinistra) e inferiori (per esempio, calciare una palla col piede sinistro). Questo, probabilmente, costituisce uno dei limiti del presente lavoro. Tuttavia, la scelta di un campione cospicuo di soggetti in esame non ha consentito di poter effettuare prove preventive di la- teralizzazione per valutare la dominanza emisferica (sinistra o destra) e/o per valutare l’eventuale incidenza della rappresentazione bilaterale del linguaggio nei soggetti mancini studiati.

Anche per la valutazione delle difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) dei bambini in esame ci siamo affidati ai giudizi degli insegnanti di classe intervistati. Tale valutazione ha riguardato sia i livelli di apprendimento scolastico e/o di competenza dei bam- bini in una qualsiasi lingua studiata diversa dall’italiano (per i bambini italofoni), sia i livelli di apprendimento scolastico e/o di competenza nella lingua italiana per i bambini parlanti una lingua madre diversa dall’italiano.

Dunque – dopo un periodo di ricerca della durata di circa tre anni che ha consentito la raccolta, la catalogazione e l’esame statistico dei dati relativi alle interviste degli insegnanti di alcune scuole pri- marie della Sicilia orientale, della Calabria centrale e meridionale e in qualche caso di aree circoscritte della Lombardia – il campione dei soggetti in esame è costituito da circa settemila bambini (3632 maschi e 3190 femmine) che al momento dell’indagine frequentavano le classi terza, quarta e quinta della scuola primaria (tab. 1).

Come si può subito notare, il 9,10% del campione in esame è co- stituito da bambini mancini. Nonostante i limiti anzidetti sulle mo- dalità di valutazione del mancinismo, il dato complessivo riferito ai soggetti mancini del nostro campione è assolutamente in linea con le rilevazioni statistiche più accreditate circa l’incidenza del mancinismo (stimato tra il 9 e il 10%) nella popolazione (Coren, Porac 1977). Ciò naturalmente si riflette anche sui dati riguardanti il numero dei man- cini suddivisi per genere, con una leggera prevalenza – pure questa statisticamente significativa – dei soggetti maschi (il 9,97% del cam- pione maschile) sulle femmine (l’8,12% del campione femminile).

L’indecisione emisferica, i DSA e le difficoltà di apprendimento della L2

53 Campione

soggetti destrimani mancini destrimani M mancini M destrimani F mancini F

6822 6201 621 3270 362 2931 259

100% 90,90% 9,10% 90,03% 9,97% 91,88% 8,12%

Tabella 1

3. Discussione

Nel nostro studio, l’incidenza complessiva dei soggetti con DSA si è attestata al 4,40%. Tra questi, i soggetti con diagnosi funzionale di dislessia sono il 3,30%, i bambini con discalculia sono il 2,10% e, infine, il dato riferito alla disgrafia (come per la dislessia) è stato del 3,30%. Anche in questo caso i nostri dati sui DSA sono in linea con quelli relativi alla diffusione di tali disturbi nella popolazione scola- stica italiana (stimata tra il 3 e il 5%: vedi, in particolare, Barbiero et

al. 2012).

Altro dato assolutamente interessante del nostro lavoro sembra essere quello relativo alle difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) dei bambini in esame: in tal caso il valore percentuale arriva al 5,20% del campione. Tuttavia, su questo dato e, più in ge- nerale, sulle difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) in relazione alla dominanza manuale sinistra non abbiamo trovato altre indagini e/o altri riferimenti statistici (tab. 2).

Incidenza disturbi dell’apprendimento e del linguaggio

DSA dislessia discalculia disgrafia difficoltà L2

300 227 144 226 355

4,40% 3,30% 2,10% 3,30% 5,20%

Tabella 2

L’esame più importante del nostro campione, come dicevamo, riguarda però lo studio della diversa incidenza dei disturbi del linguaggio e dell’ap- prendimento (DSA) e delle difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) nei soggetti destrimani e nei soggetti mancini. Dunque, considerando il dato complessivo dei DSA (4,40%), i valori dei soggetti destrimani si collo- cano al 4,10% (sotto la media complessiva del campione). Mentre i bambini mancini con DSA sono il 7,70% (vale a dire quasi il doppio). Anche per la

dislessia (rispetto alla media complessiva del campione, 3,30%) abbiamo il 3,10% dei bambini destrimani dislessici rispetto al 5,30% dei bambini mancini dislessici (anche in questo caso l’incidenza è molto più alta). La discalculia, a fronte della media complessiva del campione 2,10%, è stata rilevata nel 2% dei soggetti destrimani e nel 3,20% dei soggetti mancini. I bambini destrimani di- sgrafici sono il 3% (leggermente sotto, ancora, rispetto alla media complessiva del campione valutata al 3,30%) mentre i mancini disgrafici sono il 6%. È da notare, però, che su questo dato pesano probabilmente anche le difficoltà di co- ordinamento motorio manuale nell’apprendimento della scrittura dei mancini. Infine, i dati sulle difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2): anche in questo caso essi sembrano inequivocabili, dal momento che rispetto alla me- dia complessiva del campione che si è attestata al 5,20%, i bambini destrimani che presentano tali difficoltà sono il 4,80%, mentre i soggetti mancini sono ancora vicinissimi al valore doppio, il 9,50% (fig. 1).

Fig. 1

Anche l’analisi delle frequenze statistiche del nostro campione presenta effetti significativi nella correlazione tra il mancinismo, i disturbi del linguag- gio e dell’apprendimento (DSA) e le difficoltà di apprendimento della secon- da lingua (L2). In particolare, i dettagli dei valori delle frequenze statistiche sono così distribuiti: DSA χ2 (6822) = 18,04, p < .001; dislessia χ2 (6822) = 8,38, p < .004; discalculia χ2 (6822) = 4,07, p < .044; disgrafia χ2 (6822) = 14,92, p < .001; difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) χ2 (6822) = 25,57, p < .001.

L’indecisione emisferica, i DSA e le difficoltà di apprendimento della L2

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4. Conclusioni

I risultati della nostra indagine, dunque, sembrano dimostrare che probabilmente c’è una correlazione tra i disturbi del linguaggio e/o dell’apprendimento come la dislessia, la discalculia, la disgrafia (DSA), le difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) e la dominanza manuale sinistra. Infatti, nella nostra analisi possiamo notare i valori percentuali più bassi di incidenza dei DSA e delle diffi- coltà di apprendimento della seconda lingua (L2) – anche rispetto alla media complessiva del campione – nei soggetti destrimani. Viceversa, abbiamo registrato percentuali molto maggiori (confermate, come ab- biamo visto, anche dagli indici di correlazione delle frequenze stati- stiche) nei bambini mancini.

Inoltre, come discutiamo in altro luogo, dalle nostre ricerche emer- gono anche chiare differenze di genere nell’incidenza della dislessia, della discalculia, della disgrafia (DSA) e delle difficoltà di appren- dimento della seconda lingua (L2), vedi: Bucca, Arcoraci 2017. E, per quanto riguarda ancora i soggetti con dominanza manuale sinistra, probabilmente le pratiche educative in uso nel passato (ma verosi- milmente ancora attuali in alcune scuole situate specialmente in aree rurali e/o montane) e indirizzate soprattutto alla correzione forzata del mancinismo, potrebbero aver avuto un qualche ruolo nel potenziare nei bambini mancini l’incidenza di tali disturbi del linguaggio e/o delle difficoltà di apprendimento, vedi: Caruso, Bucca 2017.

Alla luce di questi risultati, ci sembra plausibile che in alcuni casi di dominanza manuale sinistra – almeno nei soggetti in cui si veri- fica la cosiddetta “indecisione funzionale emisferica” – il dispositivo evolutivo dell’asimmetria cerebrale sinistra possa entrare in “crisi” e determinare o comunque avere una qualche causa in tali disturbi e/o difficoltà nei processi linguistici. Naturalmente, è del tutto evidente che osservare le possibili correlazioni tra due o più fenomeni è molto diverso dall’indicarne con certezza anche le possibili cause. Ragion per cui, è indiscutibile che per provare a chiarire meglio i risultati di questi studi e i problemi teorici che essi probabilmente pongono, ci sembrano necessarie altre ricerche.

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