apprendimento della L2 Caterina Caruso
2. Obiettivo della ricerca: esistono ancora mancini corretti?
In scia agli studi pioneristici di Samuel T. Orton (1937), di recente sono state condotte diverse ricerche sulla possibile correlazione tra il mancinismo e alcuni disturbi e/o difficoltà del linguaggio: tra questi, in particolare, i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e le dif- ficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2). Queste indagini sembrano focalizzare la propria attenzione su due aspetti: da una parte le evidenze neuroscientifiche e/o psicolinguistiche della specializza- zione funzionale dell’emisfero sinistro per le funzioni linguistiche; dall’altra, l’ipotesi della mancanza di una precisa dominanza emisfe- rica e/o della rappresentazione bilaterale di tali funzioni cognitive che renderebbe i soggetti mancini “funzionalmente indecisi” meno com- petitivi nelle abilità linguistiche (tra gli altri, vedi: Orton 1925; Crow
et al. 1998; Annett 2008; 2011; Perani et al. 1998; van Atteveldtet al.
2004; Vlachos et al. 2013; D’Anselmo et al. 2013).
Nonostante l’opinione degli studiosi e degli insegnanti secondo cui gli interventi scolastici correttivi del mancinismo non sarebbero più attuali, il problema di queste anacronistiche prassi educative costitu- isce tuttavia un punto teorico di rilievo. Se non altro perché gli inter- venti scolastici correttivi del mancinismo potrebbero determinare una sorta di effetto di potenziamento negativo dell’indecisione emisferica nei soggetti con dominanza manuale sinistra, con possibile riverbero sulla già cospicua incidenza dei loro disturbi del linguaggio e dell’ap- prendimento.
Abbiamo condotto una serie di ricerche sull’incidenza dei di- sturbi del linguaggio e/o dell’apprendimento (DSA) e sulle difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2) nei soggetti mancini delle classi III, IV e V di alcune scuole primarie della Sicilia e della Calabria (vedi: Bucca, Arcoraci 2015; e le più recenti: Bucca, Caruso, Arcoraci 2017; Bucca, Arcoraci 2017). Da queste indagini è emerso un dato che ci sembra interessante: per quanto ormai ritenuti inusuali e/o scorretti, in alcune scuole primarie rurali o montane sono ancora in uso i famigerati interventi scolastici correttivi del mancinismo. Per cui, ci è sembrato opportuno esaminare le dimensioni del fenomeno e il suo eventuale rapporto con i disturbi del linguaggio e/o le difficoltà dell’apprendimento studiati.
Come abbiamo già riportato dettagliatamente in altro luogo (Bucca, Caruso, Arcoraci 2017), per il nostro studio abbiamo utiliz- zato una scheda di rilevazione dei dati da somministrare, attraverso una serie di interviste, agli insegnanti (Antonietti et al. 2005). I bam- bini mancini sono stati individuati attraverso l’osservazione da parte degli insegnanti circa l’uso preferenziale degli arti superiore e/o infe- riore sinistro: è stata osservata, perciò, soprattutto l’abilità e/o la do- minanza manuale sinistra dei bambini nei compiti di scrittura e/o di disegno. Inoltre, abbiamo chiesto agli insegnanti se – per tali bambini – in classe erano previste particolari strategie di intervento correttivo del loro mancinismo. Anche le difficoltà di apprendimento della se- conda lingua (L2) sono state rilevate dagli stessi insegnanti attraverso l’osservazione in classe dei bambini in esame. I soggetti con DSA (dislessia, discalculia, disgrafia), invece, sono stati individuati attra- verso le valutazioni specialistiche – la diagnosi funzionale – ad opera di équipe neuropsichiatriche e/o, in ogni caso, di altri specialisti.
3. Risultati: interventi correttivi e disturbi del
linguaggio
Dall’esame statistico dei nostri dati è emerso che “solo” 5 soggetti mancini (su un campione costituito da 6822 bambini, di cui appunto 621 mancini) sono stati sottoposti a interventi scolastici correttivi: dunque, sembra che resistano ancora queste “pratiche educative” e, nel nostro campione, riguardano lo 0,80% dei bambini mancini. Dal suc-
Gli interventi scolastici correttivi nei mancini con DSA e difficoltà di apprendimento della L2
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cessivo controllo delle schede riferite alle classi in questione è emerso che tali interventi desueti, seppure sporadici, sono tuttavia ancora in uso in scuole primarie situate in zone rurali e/o montane (Fig. 1).
Fig. 1: Interventi scolastici correttivi, DSA e difficoltà L2
Fig. 1
In particolare, per quanto riguarda l’osservazione dettagliata dei soggetti mancini “corretti”, possiamo notare che si tratta di tre fem- mine (di cui due frequentano la classe terza e una la classe quinta), e di due maschi (uno frequenta la classe terza e l’altro la classe quarta). L’esame sembra dimostrare che tutte e tre le bambine mancine “cor- rette” presentano disturbi del linguaggio e/o dell’apprendimento (DSA) e sono disgrafiche, due di esse sono dislessiche, mentre solo la bambina che frequenta la classe quinta è anche discalculica. Inoltre, delle tre bambine mancine “corrette”, due di esse presentano difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2).
In merito ai due soggetti maschi mancini sottoposti a interventi scolastici correttivi – almeno relativamente alla nostra indagine e al nostro campione di soggetti mancini “corretti” molto ridotto – secondo le osservazioni in classe degli insegnanti essi non sembrano presen- tare alcun disturbo e/o difficoltà di apprendimento (tab. 1). Tuttavia, visti i risultati di altre sezioni di questa nostra ricerca, e specialmente di quella riguardante le probabilità di correlazione tra il mancinismo, il genere di tali soggetti e la possibile incidenza di disturbi del lin- guaggio e/o difficoltà di apprendimento (vedi: Bucca, Arcoraci 2017),
non è affatto da escludere che le probabilità di presentare DSA e/o dif- ficoltà di apprendimento della L2 dei soggetti maschi mancini sotto- posti a interventi correttivi siano in linea – se non, appunto, maggiori – rispetto a quelli registrati in questo micro campione per le femmine.
mancini
corretti DSA dislessia discalculia disgrafia difficoltà L2
femmine 3 3 2 1 3 2
maschi 2 0 0 0 0 0
Tab. 1: DSA e difficoltà L2 nei soggetti mancini “corretti”
4. Conclusioni
Questo studio nasce da una serie di indagini molto più ampie sulla correlazione tra il mancinismo, i disturbi del linguaggio e dell’appren- dimento come i DSA (dislessia, discalculia, disgrafia), e le difficoltà di apprendimento della seconda lingua (L2). In questa parte del lavoro abbiamo riportato la rilevazione di prassi – probabilmente sporadiche – di interventi scolastici correttivi dei bambini mancini e/o con do- minanza manuale sinistra nelle abilità e nei compiti di scrittura e/o di disegno. I casi individuati costituiscono un micro campione chiara- mente statisticamente poco significativo. Tuttavia, pensiamo che sia opportuno e interessante condurre ulteriori ricerche. Si potrebbe os- servare e verificare, intanto, se persistono ancora – nonostante siano assolutamente desuete e sconsigliate – prassi scolastiche per la corre- zione del mancinismo (cercando magari di valutarne meglio la diffu- sione e le aree interessate dal fenomeno). E, poi, se è possibile valutare anche eventuali fenomeni di correlazione tra i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento studiati, il mancinismo e l’uso dei cosiddetti in- terventi scolastici correttivi.
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