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Istruzione secondaria superiore generale e IVET scolastica

CURRICOLO SCOLASTICO

3.1. Approcci adottati rispetto all’educazione all’imprenditorialità nel curricolo

3.1.2. Istruzione secondaria superiore generale e IVET scolastica

In genere, al livello secondario superiore, l’educazione all’imprenditorialità rappresenta un obiettivo cross-curricolare in 20 paesi/regioni e, rispetto all’istruzione primaria e seconda-ria inferiore, vi è una maggiore presenza dell’educazione all’imprenditoseconda-rialità nei curricoli.

Inoltre, 10 paesi combinano tutti e tre gli approcci.

Figura 3.3: Approcci seguiti per l’inserimento dell’educazione all’imprenditorialità nel curricolo, 2014/15

a) Istruzione secondaria superiore generale

Cross-curricolare Obbligatoria per tutti (come materia a sé stante o integrata in altre materie)

b) IVET scolastica

Cross-curricolare Obbligatoria per tutti (come materia a sé stante o integrata in altre materie)

Sono considerate facoltative sia le materie che gli studenti sono liberi di scegliere (non obbligatorie) che quelle obbligatorie previste soltanto in alcuni percorsi di studio, a differenza delle materie che sono invece obbligatorie per tutti gli studenti.

Note specifiche per paese

Belgio (comunità tedesca): non vi è un approccio cross-curricolare all’educazione all’imprenditorialità nel curricolo relativo all’ISCED 1-3, ma esiste una guida delle capacità che include l’educazione all’imprendito-rialità. La Guida delle capacità per la preparazione alla scelta del futuro professionale e per l’orientamento professionale adottata nel 2008, fornisce indicazioni cross-curriculari per tutte le materie, dall’ISCED 1 all’I-SCED 3, e cerca di esplorare il lavoro svolto da tutte le professioni, oltre a costituire un collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro.

Croazia: il Curricolo quadro nazionale (National Framework Curriculum - NFC) prevede che l’educazione all’imprenditorialità venga integrata nei curricoli dell’ISCED 0-3 come materia cross-curricolare. Tuttavia, non è stato ancora completato lo sviluppo degli effettivi curricoli scolastici necessario per soddisfare tale requisito del NFC.

Paesi Bassi: le scuole sono istituzioni autonome e sono libere di decidere se includere l’educazione all’im-prenditorialità e come gestirla. Molte scuole insegnano la materia e vi sono fondi governativi disponibili per l’educazione all’imprenditorialità (nell’IVET scolastica), sebbene non esista attualmente una strategia a livello nazionale.

Slovacchia: ciascuna scuola secondaria superiore gode dell’autonomia per decidere se offrire l’imprendito-rialità come materia facoltativa.

Bosnia-Erzegovina: è in corso l’integrazione dell’educazione all’imprenditorialità nei curricoli, grazie al so-stegno di un progetto europeo del programma IPA e alla realizzazione del progetto regionale SEECEL nelle istituzioni pilota.

Inoltre, l’educazione all’imprenditorialità è obbligatoria in 18 paesi/regioni e rappresenta una materia facoltativa o integrata nelle materie facoltative anche in 23 paesi/regioni. Solo cinque paesi/regioni non fanno alcun riferimento all’educazione all’imprenditorialità.

I seguenti esempi descrivono come alcuni paesi formulino gli obiettivi delle tematiche cross-curriculari relative all’educazione all’imprenditorialità.

In Ungheria, il curricolo nazionale di base cita espressamente come competenza chiave cross-curricolare a tutti i livelli “spirito d’iniziativa e imprenditorialità” e anche i curricoli quadro relativi alle materie contengono alcuni riferimenti impliciti. L’educazione all’imprenditorialità è implicitamente o brevemente menzionata in tre dei 12 obiettivi educativi del curricolo nazionale di base.

A Malta, “l’educazione all’imprenditorialità, alla creatività e all’innovazione” costituisce una delle sei te-matiche cross-curriculari stabilite nel quadro di riferimento nazionale per il curricolo (National Curriculum Framework) per l’istruzione primaria e secondaria ed è integrata in tutti gli otto ambiti di apprendimento.

In Finlandia, la tematica “cittadinanza partecipativa e imprenditorialità” mira ad aiutare gli studenti a perce-pire la società da diversi punti di vista, al fine di sviluppare le capacità necessarie per il coinvolgimento civico e gettare le basi dei metodi imprenditoriali. I metodi e la didattica di una scuola devono aiutare i discenti a svilupparsi come cittadini indipendenti, intraprendenti, consci degli obiettivi e cooperativi, oltre che per-mettere loro farsi un’idea realistica dei modi in cui possono influenzare la società.

Come spiegato nell’introduzione, il presente rapporto si occupa del curricolo di base dell’i-struzione e formazione professionale iniziale (IVET), ma non si estende ai corsi specializzati, come gli studi commerciali. Nell’IVET scolastica, l’educazione all’imprenditorialità rappresenta un obiettivo cross-curricolare in 15 paesi/regioni, ovvero un numero inferiore rispetto all’edu-cazione primaria e secondaria generale. È possibile che i corsi specializzati dell’IVET diano più importanza all’imprenditorialità di quanto non faccia il curricolo di base. Tuttavia, l’educazione all’imprenditorialità si posiziona bene nel curricolo come materia obbligatoria o elemento in-tegrato in materie obbligatorie (18 paesi) e come materia facoltativa o elemento inin-tegrato in materie facoltative (19 paesi), mentre non è menzionata affatto in otto paesi/regioni.

La figura 3.4 mostra le materie che integrano l’educazione all’imprenditorialità nell’istru-zione secondaria superiore e nell’IVET scolastica. Essa è soprattutto insegnata come ma-teria distinta al livello secondario superiore generale (ISCED 3); è facoltativa in 12 paesi e obbligatoria in cinque. Pertanto, in circa la metà dei paesi, essa è insegnata come materia distinta e anche nell’IVET scolastica compare comunemente come materia distinta. Nove paesi la prevedono come materia obbligatoria e 10 come materia facoltativa. Analogamente a quanto avviene nell’istruzione primaria e secondaria inferiore, le scienze sociali e gli studi economici e commerciali sono le altre materie in cui essa è solitamente inclusa.

Gli obiettivi in materia di educazione all’imprenditorialità variano da un paese all’altro.

La Svezia, paese con una strategia specifica per l’educazione all’imprenditorialità, ha fissato sei obiettivi per l’educazione all’imprenditorialità insegnata come materia distinta, che riflettono sia quelli di tipo commer-ciale, che l’insieme più ampio di valori associati agli imprenditori. Essi includono, tra l’altro, la capacità di trasformare idee in attività pratiche e orientate a uno scopo, per avviare, realizzare, completare e valutare un progetto o una società simulata.

In Serbia, prevale una visione più limitata dell’imprenditorialità che, come materia insegnata nell’IVET scola-stica, mira a sviluppare le competenze, le capacità, i comportamenti e i valori imprenditoriali e commerciali, nonché una mentalità imprenditoriale, e riguarda anche le conoscenze e capacità necessarie per lo sviluppo professionale, la ricerca di un lavoro e il lavoro autonomo (incluso lo sviluppo di un piano industriale sempli-ce). La materia adotta un approccio multidisciplinare e si concentra sul lavoro pratico, enfatizzando anche la conservazione delle risorse naturali e la sostenibilità ambientale.

In Polonia, gli obiettivi della materia “Introduzione all’educazione all’imprenditorialità” includono, ad esem-pio, la comunicazione verbale e non verbale e i processi decisionali, l’elaborazione di un piano industriale semplice e la comprensione del funzionamento delle istituzioni di mercato.

Figura 3.4: Materie in cui è integrata l’educazione all’imprenditorialità (ISCED 3 e IVET scolastica), 2014/15

Educazione all’imprenditorialità come materia a sé stante

Scienze sociali

Studi di tipo economico e commerciale e orientamento professionale

Matematica, scienze, tecnologie, TIC

Arte, musica e lingue

Sviluppo personale, etica

Approccio cross-curricolare

Sinistra ISCED 3, Generale

Destra ISCED 3, IVET

Obbligatoria per tutti Materie facoltative

Fonte: Eurydice.

Nota esplicativa

Nel caso in cui siano previste sia materie obbligatorie che facoltative nello stesso livello di istruzione e nella stessa categoria di materie, la presente figura indica soltanto le prime. Sono considerate facoltative sia le materie che gli studenti sono liberi di scegliere (non obbligatorie) che quelle obbligatorie previste soltanto in alcuni percorsi di studio, a differenza delle materie che sono invece obbligatorie per tutti gli studenti.

3.1.3. Linee guida sui metodi di insegnamento e apprendimento dell’educazione