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Paesi che dispongono di strategie specifiche sull’educazione all’imprenditorialità

STRATEGIE E FINANZIAMENTI

2.1. Strategie in materia di educazione all’imprenditorialità adottate in Europa

2.1.2. Paesi che dispongono di strategie specifiche sull’educazione all’imprenditorialità

Strategia più ampia sull’educazione all’imprenditorialità Nessuna strategia nazionale sull’educazione all’imprenditorialità Non disponibile

Fonte: Eurydice.

Oltre agli 11 paesi/regioni che dispongono di una strategia specifica, ve ne sono 18 con una strategia più ampia in materia di educazione all’imprenditorialità. In nove paesi/regioni (Croa-zia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Portogallo, Regno Unito (Inghilterra) e Islan-da) non esistono strategie nazionali rilevanti. Cipro non dispone di una strategia, ma possiede una strategia specifica per lo sviluppo, mentre la Slovenia attua già una strategia più ampia correlata all’educazione all’imprenditorialità e ne sta ora sviluppando una specifica.

2.1.2. Paesi che dispongono di strategie specifiche sull’educazione all’imprenditorialità

Dalla figura 2.3 si vede chiaramente che le 11 strategie specifiche sono concentrate in due zone geografiche: l’Europa settentrionale (il cui paese più a sud è il Belgio) e la regione dei Balcani occidentali in fase di preadesione. Tale predominanza geografica dell’Europa set-tentrionale è coerente anche con i risultati emersi dal precedente rapporto Eurydice del 2012 dedicato all’argomento46, come illustrato nella figura 1.2 che mostra l’attuazione di tali strategie dal 2000.

46 EACEA/Eurydice, 2012.

Le tre Comunità del Belgio dispongono tutte di strategie specifiche sin dal 2007:

Un recente processo di sviluppo ha interessato le Comunità francese e tedesca, portando, nel 2014, alla definizione della strategia più recente «Imprenditoria 3.15: 3 assi e 15 leve per la creazione di una generazione imprenditoriale». La strategia della regione è promossa dall’Agenzia vallona per la promozione dell’econo-mia (ASE), ora chiamata Agenzia per l’imprenditorialità e l’innovazione (AEI), che ha tre ambiti d’azione, tra cui il sostegno dell’educazione all’imprenditorialità, lo sviluppo dei futuri imprenditori e la promozione delle nuove imprese. Le azioni sono descritte in modo dettagliato e comprendono esperienze imprendito-riali pratiche, orientamento professionale e sostegno agli insegnanti. Una particolare enfasi è attribuita al coinvolgimento e all’implicazione delle imprese nell’istruzione e nella formazione, oltre che allo sviluppo di scuole più orientate verso l’imprenditorialità e all’importanza dell’ecosistema più in generale per favorire il raggiungimento degli obiettivi.

La prima strategia adottata dalla Comunità fiamminga del Belgio risale al 2007, mentre la seconda, riferita al periodo 2011-2014, si chiamava “Piano d’azione per la promozione dello spirito imprenditoriale e dell’im-prenditorialità”. Il governo ha confermato che tale strategia, nonostante dovesse concludersi alla fine del 2014, è ancora in corso di attuazione, mentre una terza strategia specifica è stata adottata nel dicembre 2015. La seconda strategia specifica, analizzata nel presente rapporto, identifica quattro priorità: sostenere lo sviluppo dello spirito imprenditoriale; creare opportunità per esperienze imprenditoriali pratiche; moti-vare maggiormente le persone a diventare imprenditori; e garantire che gli insegnanti mostrino uno spirito imprenditoriale e dimostrino di avere una visione equilibrata dell’imprenditorialità. Le azioni si occupano della necessità di avere un vocabolario comune, di sostenere gli insegnanti (anche tramite metodi, reti e inserimento in azienda), di comunicare con tutti i partner e di garantire che ci sia un’evoluzione dell’appren-dimento tra i diversi livelli di istruzione e le diverse fasi di formazione degli insegnanti.

L’Estonia possiede una strategia specifica, che contiene rimandi alla strategia nazionale di apprendimento permanente. Il “Piano di sviluppo dell’educazione all’imprenditorialità: Be Enterprising!” ha un focus ampio e comprende molte tematiche chiave, tra cui, in particolare, i risultati dell’apprendimento, il curricolo e gli insegnanti. In esso, vengono evidenziate le sfide nel campo dell’educazione all’imprenditorialità esistenti in Estonia e viene citata la strategia scozzese “Determined to Succeed” per dimostrare l’importanza di in-tegrare gli approcci imprenditoriali in tutte le tipologie di insegnamento e apprendimento. Si tratta di un esempio interessante di attività di apprendimento tra pari (“peer learning”) che è evidente nella strategia e che riflette molto del lavoro svolto dalla Commissione europea per promuovere tale attività tra i paesi, come ad esempio tramite i Gruppi di riflessione di alto livello47 nel 2009-2010 e il Gruppo tematico sull’educazione all’imprenditorialità48 nel 2012-2014.

Nel Regno Unito (Galles), la strategia per l’imprenditorialità giovanile “Youth Entrepreneurship Strategy:

Action Plan 2010-2015” prevede tre tematiche da sviluppare per coinvolgere i giovani e sensibilizzarli, eman-ciparli attraverso le opportunità di formazione in campo imprenditoriale e dotarli delle competenze ne-cessarie per creare e far crescere imprese. La parte narrativa fornisce un’interessante analisi dei progressi compiuti riguardo al cambiamento di atteggiamento dei giovani nei confronti delle start-up e al numero di nuove imprese avviate da giovani, la quale riflette la duplice attenzione che l’approccio gallese dedica sia alle competenze che alle nuove imprese.

Tre paesi nordici dispongono di strategie specifiche:

La Finlandia ha pubblicato nel 2009 la sua strategia “Linee guida per l’educazione all’imprenditorialità”, che è sostenuta dalla rete YES, composta da 19 centri di ricerca regionali sull’educazione all’imprenditorialità.

47 Commissione europea, 2010.

48 Commissione europea, 2014b.

Tale strategia cerca di promuovere una cultura più imprenditoriale, la cittadinanza attiva e le nuove imprese, mentre i centri YES pongono l’enfasi sulla creazione di reti tra insegnanti, sul sostegno agli stessi e sulla re-lativa formazione. Le azioni previste nella strategia hanno portato alla realizzazione di progetti su vasta scala come “Me & My City”, che coinvolge una percentuale elevata di studenti49. Non esistono rimandi diretti ad altre politiche, ma l’introduzione della strategia pone l’accento sulla crescita economica, sull’innovazione e sulle nuove imprese create dai giovani, evidenziando il tasso relativamente basso di start-up tra i finlandesi sotto i 35 anni.

La Svezia ha sviluppato la “Strategia per l’imprenditorialità nel campo dell’istruzione” nel 2009, senza porre una data limite. Essa si concentra su due aspetti, ovvero sviluppare un approccio per l’acquisizione delle competenze chiave nell’istruzione e incoraggiare più persone ad avviare una propria impresa. Inoltre, inclu-de un elenco relativamente breve di 11 azioni, tra cui l’impegno per enfatizzare le abilità imprenditoriali nelle scuole primarie e secondarie attraverso una revisione governativa dei documenti orientativi dei curricoli, una migliore cooperazione e migliori legami con il mondo del lavoro/delle imprese, la possibilità di fare esperienze imprenditoriali pratiche e una mappatura di quelle esistenti.

La Norvegia sta attualmente mettendo in atto la sua seconda strategia, che mira a rendere il paese leader nell’educazione all’imprenditorialità e nella formazione e a fare dell’”imprenditorialità una scelta di lavoro naturale”50. Sebbene entrambe le strategie norvegesi coinvolgano tutti i livelli di istruzione, dalla scuola pri-maria a quella superiore (ISCED 1-8), la prima prevedeva una gamma più ampia di azioni relative alle scuole e all’IVET scolastica, mentre la seconda si concentra principalmente sulla scuola superiore.

La prevalenza di strategie specifiche sull’educazione all’imprenditorialità nei paesi nordici può essere collegata all’impegno di questi ultimi a favore dell’innovazione, testimoniato dalla loro costante presenza ai primi posti delle classifiche internazionali in tema di innova-zione. Svezia, Finlandia e Danimarca si collocano ai vertici dello European Innovation Sco-reboard 201551 e sono tra i primi 10 paesi al mondo secondo il Global Innovation Index52, che vede anche la Norvegia tra le prime 20 posizioni.

Tra i paesi dei Balcani occidentali candidati all’UE, Bosnia-Erzegovina, Montenegro ed ex-Repubblica jugoslava di Macedonia dispongono di strategie specifiche per l’educazione all’imprenditorialità. I negoziati di preadesione danno importanza allo sviluppo di politiche e prassi in linea con lo Small Business Act europeo (SBA) promosso dalla Commissione europea, che include un pilastro sulla formazione sull’imprenditorialità. La Fondazione eu-ropea per la formazione53, un’agenzia della Commissione europea, ha il compito di favorire

49 http://yrityskyla.fi/en/. Ogni anno, Me & My City coinvolge circa l’80% degli studenti di prima media (ISCED 2) in esperienze imprenditoriali pratiche.

50 http://www.regeringen.se/contentassets/0f6c0164196e4071a9cb27eaada1cb41/strategi-for-entreprenorskap-inom-utbildningsomradet

51 http://ec.europa.eu/growth/industry/innovation/facts-figures/scoreboards/index_en.htm 52 https://www.globalinnovationindex.org/content/page/data-analysis/

53 http://www.etf.europa.eu/web.nsf/pages/Education_and_business

e monitorare i progressi compiuti rispetto allo SBA sia nei paesi in fase di preadesione, che nelle regioni vicine all’UE. Il South East European Centre for Entrepreneurial Learning (SEECEL)54, fondato nel 2009 come un’iniziativa regionale e sostenuto dalla Commissio-ne europea, svolge un ruolo importante Commissio-nella regioCommissio-ne per quanto riguarda l’educazioCommissio-ne all’imprenditorialità, anche sostenendo lo sviluppo di strategie e delle priorità politiche più ampie dello SBA.

Tra le strategie specifiche, sono poche quelle con rimandi diretti alla politica governativa più generale. Le strategie di Estonia, Regno Unito (Galles) e Norvegia hanno collegamenti espliciti sia alle politiche in materia di istruzione che di innovazione, mentre il Regno Unito (Galles) è unico nel suo genere, in quanto include rimandi anche alla politica sull’efficacia della scuola e sullo sviluppo professionale. Il Galles, infatti, possiede una mappa dettagliata delle politiche che dimostra che la strategia sull’educazione all’imprenditorialità costituisce un ponte tra il mondo dell’istruzione e le politiche in materia di giovani, occupazione, in-clusività e competitività55. La Comunità fiamminga del Belgio e la Svezia accennano rispet-tivamente alle strategie per lo sviluppo economico e per l’istruzione, mentre la Finlandia fa riferimento all’impatto più ampio dell’educazione all’imprenditorialità ma non menziona altre politiche governative.

Degli 11 paesi/regioni con una strategia specifica, 8 precisano di aver stanziato risorse fi-nanziarie per l’attuazione della strategia stessa. Ulteriori informazioni a tal riguardo sono disponibili nel paragrafo 2.2.

Infine, due paesi dichiarano di avere una strategia in corso di sviluppo. Per Cipro, si tratta dell’unico approccio strategico all’educazione all’imprenditorialità, mentre la Slovenia pos-siede anche una strategia per i giovani in tale area politica, ma è prevista una ulteriore stra-tegia specifica.