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L’Abilitazione Scientifica Nazionale: le tornate 2012 e

Nel documento Iniziative di public engagement (pagine 167-176)

Con l’approvazione della Legge 240/2010 si ponevano le basi per termi- nare il periodo di blocco dei concorsi per professori. Gli ultimi bandi di con- corso per professori di prima e seconda fascia, ai sensi della Legge 210/1998 erano stati emanati a dicembre del 2008, due anni prima, quindi, dell’ap- provazione della nuova Legge.

Vale giusto la pena di ricordare, per inciso, che il sistema universitario ita- liano ha sofferto di una mancanza di prevedibilità nell’assunzione di nuovi professori a partire dalla modifica dello stato giuridico prevista dal d.p.r. 382/1980.

La norma prevedeva che i concorsi per professore, sia ordinario che asso- ciato, dovessero avere cadenza biennale. Nell’intera durata di applicazione, diciotto anni circa, si sarebbero dovuti bandire nove concorsi da ordinario e nove da associato, nel rispetto della norma. Bene, i concorsi da ordinario svolti ex d.p.r. 382/80 sono stati, in totale, tre (banditi nell’agosto 1984, nel settembre 1988, e nel giugno 1992), altrettanti i concorsi per associato (ban- diti nell’agosto 1984, nel settembre 1990, e nel gennaio 1996).

In questo clima di incertezza sui tempi, è chiaro come fosse stato salutato favorevolmente il nuovo modello di reclutamento della Legge 210/1998 che prevedeva una sostanziale libertà di azione per le singole università rispetto ai vincoli di pianificazione nazionali. Era stata vista, in altri termini, come una conquista di autonomia. Questo aveva portato, per circa sei anni, dal 1999 al 2005, ad una continuità di emanazione di bandi di concorso e, di con- seguenza, alla possibilità, per le singole università, di fare una politica di as- sunzione e avanzamento di carriera libera da vincoli esterni.

Con la Legge 230/2005 si prevedeva già un sostanziale blocco di questo meccanismo, riformando le norme per la composizione delle commissioni e, soprattutto, delegando a un d.l. governativo il riordino della disciplina del re- clutamento. Questo ha avuto come conseguenza il termine delle procedure di concorso gestite autonomamente dalle università nel 2008, come accennato in precedenza.

Si capisce quindi come la nuova normativa fosse fortemente attesa dalla comunità accademica e come, in primo luogo, si attendesse che venissero ri- spettati i tempi di attuazione previsti. La L. 240/2010 parlava, infatti, esplici- tamente di «indizione obbligatoria, con frequenza annuale inderogabile, delle procedure per il conseguimento dell’abilitazione». Questa dizione, per una comunità che ancora forse ricordava la previsione biennale, poi totalmente disattesa, dei concorsi nazionali pareva una garanzia, stavolta, di certezza dei tempi.

L’attuazione della norma, che prevedeva l’emanazione entro novanta giorni dei decreti attuativi, ha preso circa un anno e mezzo per portare alla pubblicazione del primo bando, giunto a luglio 2012, dopo una lunga gesta- zione del d.p.r. regolamentare4 e del d.m. che definiva i criteri e i parametri

per l’accertamento della qualificazione di candidati e commissari5. La sca-

denza, fissata al 31 ottobre di ciascun anno, dei termini per presentare do- manda era giunta dopo quasi quattro anni dagli ultimi bandi per professore dell’autunno del 2008.

Fig. 1 - Candidature alla tornata Asn 2012 per area disciplinare Cun. Fonte: nostre elaborazioni su dati Miur, sito abilitazione.miur.it.

Si era, in qualche modo, riprodotta la situazione degli anni Ottanta e No- vanta del Novecento in cui, non avendo una sostanziale certezza sui tempi del prossimo bando, si tendeva a vedere ogni tornata concorsuale come una sorta di “ultima spiaggia” per raggiungere i propri obiettivi. La conseguenza di questa lunga gestazione del primo bando è stato il numero veramente rile- vante di candidati che hanno presentato la loro domanda di partecipazione. Alla chiusura dei termini per la presentazione delle candidature, il 31 ottobre 2012, erano state, infatti, presentate ben 18.061 candidature per la prima fa- scia, e 41.101 per la seconda fascia6.

Questo numero non corrisponde al numero delle persone che avevano presentato la propria candidatura, in quanto, in molti casi, lo stesso soggetto aveva presentato domanda in più settori concorsuali. L’elaborazione dei dati

5 D.m. 76 del 7 giugno 2012.

grezzi presenti sul sito del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca ha permesso di calcolare che il numero di candidati fosse poco meno di quaran- tamila, un numero pressoché equivalente al numero totale dei ricercatori e professori associati in servizio nelle università italiane al momento della chiusura del bando. In Fig. 1 è riportato un riepilogo, per aree disciplinari Cun, del numero di candidature presentate.

Ovviamente questo non significa affatto che tutti i ricercatori e professori associati abbiano presentato domanda, dato che un numero considerevole di candidati non aveva posizioni permanenti nell’accademia italiana. Rimane comunque un indicatore dell’impatto che ha avuto sulla comunità scientifica italiana il meccanismo di Abilitazione Scientifica Nazionale. Mentre nei mo- delli che abbiamo esaminato in precedenza, il francese e lo spagnolo, il pas- saggio abilitativo è visto come un passaggio molto naturale di evoluzione della figura di docente universitario, in Italia si è percepito che si dovesse comunque provare a ottenere l’abilitazione quando fossero verificate alcune condizioni legate alla produzione scientifica.

Il motivo di questo comportamento va principalmente ricercato nei due provvedimenti attuativi della Legge 240/2010 che abbiamo citato in prece- denza: il d.p.r. 222/2011 e il d.m. 76/2012. La somma di disposizioni conte- nuta nei due decreti aveva reso, nell’opinione di molti, alquanto meccanica la determinazione della concessione o meno dell’abilitazione. Definendo, per ogni settore concorsuale, come condizione sostanzialmente necessaria, anche se non sufficiente, per ottenere l’abilitazione, il superamento, per tre indicato- ri della produzione scientifica, del valore mediano della fascia per cui si chiedeva l’abilitazione, si dava l’impressione di invitare tutti coloro che ri- spettassero questa condizione a concorrere, indipendentemente dalla posizio- ne coperta al momento. È l’effetto paradossale di questa scelta, nata invece per “convincere” tutti coloro che non rispettavano questa condizione a non presentare la propria candidatura.

La conseguenza di questo irrigidimento delle procedure di verifica della maturità scientifica dei candidati ha portato sia a dei comportamenti difformi delle commissioni che vedremo, sia a una valanga di ricorsi amministrativi la cui trattazione non è ancora terminata, a più di quattro anni dall’inizio dell’iter procedurale.

Nello spirito del legislatore l’Asn avrebbe dovuto essere un procedimento unico per tutte le diverse anime disciplinari dell’accademia: le operazioni di formazione delle commissioni, gli insediamenti e il termine dei lavori avreb- bero dovuto essere unici per tutte le 184 commissioni di concorso (una per ciascun settore concorsuale). Diversi fattori hanno determinato il mancato

rispetto di queste previsioni: il rinvio della nomina di tutte le commissioni di area giuridica7, la carenza di candidature da parte di docenti appartenenti a

sistemi universitari diversi da quello italiano per molti settori, le dimissioni di decine di commissari sia appartenenti al sistema italiano che ad altri8, in casi

sporadici la ricusazione di commissari e, ultimo ma non meno rilevante mo- tivo, la volontà da parte ministeriale di effettuare un controllo puntuale su tut- te le operazioni effettuate dalle commissioni con un numero esiguo di perso- nale dedicato.

Questa serie di cause ha portato alla pubblicazione dei risultati in un arco temporale ampio: i primi risultati sono stati resi noti a inizio dicembre 2013 e gli ultimi ad agosto 2014, anche se per 175 settori concorsuali su 184 i risul- tati sono stati pubblicati nei tre mesi tra dicembre 2013 e febbraio 2014.

Fig. 2 - Percentuale di candidati abilitati alla seconda fascia (tornata Asn 2012) nei 184 setto- ri concorsuali (da sx verso dx: da 01/A1 a 14/D1).

Fonte: nostre elaborazioni su dati Miur, sito abilitazione.miur.it.

7 Rinvio dovuto ad un ricorso, primo tra molti, sulla determinazione dei criteri e parametri per le abilitazioni.

8 Evitiamo di utilizzare la terminologia “commissario italiano” e “commissario stra- niero” perché in molti casi i commissari provenienti da sistemi accademici stranieri erano comunque italiani.

Fig. 3 - Percentuale di candidati abilitati alla prima fascia (tornata Asn 2012) nei 184 set- tori concorsuali (da sx verso dx: da 01/A1 a 14/D1).

Fonte: nostre elaborazioni su dati Miur, sito abilitazione.miur.it.

A conclusione dei lavori di tutte le commissioni è risultato evidente lo squilibrio dei risultati. Quello che ci si sarebbe potuto ragionevolmente aspet- tare è che il numero percentuale di candidati abilitati fosse più o meno lo stesso in ogni Settore Concorsuale, invece, abbastanza sorprendentemente, si sono avuti esiti molto diversi tra di loro. Nelle abilitazioni per la seconda fa- scia si va da un 82,2% di abilitati nel settore concorsuale “Fisica Teorica del- le Interazioni Fondamentali” al 15,0% nel settore concorsuale “Genetica e Microbiologia”.

Nelle abilitazioni per la prima fascia l’intervallo di variazione è ancora più vasto, da un 90,3 % nel settore concorsuale “Otorinolaringoiatria e Au- diologia” al 12,5% di “Pedagogia e Storia della Pedagogia”.

I due grafici di Fig. 2 e Fig. 3, pur non consentendo di valutare quantitati- vamente i risultati (presenti nel database disponibile on line), rendono bene l’idea di quale sia stata la fluttuazione statistica, tenendo conto del fatto che settori concorsuali contigui per coerenza scientifica e culturale sono anche contigui nel grafico. È facile capire che una differenza così ampia non è potu- ta dipendere solo da una pura casualità dell’attitudine con cui i candidati hanno presentato domanda, ma deve essere spiegata anche con atteggiamenti non uniformi da parte delle commissioni.

Valutando, poi, i risultati in relazione all’organico, al momento della chiusura della domanda, dei ricercatori e professori associati, si ottengono dei

valori percentuali ancora più discosti. Prendiamo il rapporto tra professori associati inquadrati in un certo settore concorsuale e abilitati alla prima fascia nel medesimo settore. Ci si potrebbe aspettare che una quota più o meno omogenea, settore per settore, di persone già inquadrate nel ruolo abbiano la piena maturità scientifica9 per poter aspirare a una promozione a professore

ordinario e che le differenze possano essere accentuate da candidati non in- quadrati nel ruolo di professore associato, come professori in università este- re o ricercatori di enti pubblici di ricerca, che in certi settori concorsuali pos- sono essere più presenti che in altri.

Questa percentuale10 ha invece delle fluttuazioni fortissime, si va dal

232,8% nel settore concorsuale “Biologia Applicata” dove, a fronte di 67 professori associati ci sono stati ben 156 abilitati, al 10,8% nel settore con- corsuale “Pedagogia e Storia della Pedagogia” che risultava essere anche il settore concorsuale con la minor percentuale assoluta di abilitati rispetto ai candidati e nel quale, a fronte di 102 professori associati si sono avuti solo 11 abilitati. La distribuzione completa è mostrata in Fig. 4.

Fig. 4 - Distribuzione in classi della percentuale di abilitati alla prima fascia confrontata con il numero di unità di personale in servizio.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Miur, sito abilitazione.miur.it.

9 Si ricorda che questa dizione è riportata nella normativa.

10 Numero di abilitati alla prima fascia in un settore concorsuale/Professori associati inquadrati nel medesimo.

Le analoghe percentuali calcolate sugli abilitati alla seconda fascia11 han-

no come estremi il 326.3% nel settore concorsuale “Economia Applicata”, che con 38 ricercatori a tempo indeterminato (Rti) ha avuto 124 abilitati alla seconda fascia e il 10,1% nel settore concorsuale “Malattie Apparato Visivo” con soli 14 abilitati e 138 Rti in servizio. La distribuzione completa è mostra- ta in Fig. 5.

Mentre valutare il numero esiguo di abilitati rispetto al personale in servi- zio meriterebbe una puntuale analisi dei giudizi delle commissioni, è più semplice vedere cosa possa aver portato ad un largo numero di abilitati. En- trambi i settori concorsuali con i valori più alti per le due fasce, infatti, hanno avuto un numero molto elevato di candidati da settori concorsuali contigui, in ragione delle “mediane più basse” in questi settori concorsuali. Il meccani- smo previsto dalla normativa aveva reso più facile presentare la propria can- didatura soltanto (o anche) in questi settori concorsuali e questo ha comporta- to una vera e propria “sovrapproduzione di abilitati” per le probabili esigenze di reclutamento di quel settore concorsuale.

Fig. 5 - Distribuzione in classi della percentuale di abilitati alla seconda fascia confrontata con il numero di unità di personale in servizio.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Miur, sito abilitazione.miur.it.

Nella tornata 2013 l’andamento delle abilitazioni non è risultato molto differente da quello del 2012, con la sola netta differenza della riduzione 11 Numero di abilitati alla seconda fascia in un settore concorsuale/ricercatori uni- versitari a tempo indeterminato inquadrati nel medesimo settore concorsuale.

del numero di candidature, passate dalle quasi sessantamila del 2012 alle poco più che diecimila del 2013, una percentuale non trascurabile delle quali attribuibile a persone che avevano di nuovo presentato la loro candi- datura pur avendola già presentata nel 2012 (riepilogo per aree disciplinari Cun in Fig. 6).

L’aspetto curioso nell’analisi dei risultati 2013 è dato dalla presenza di settori concorsuali in cui tutti i candidati alla prima fascia sono stati abilitati oppure non abilitati. Nei settori concorsuali “Patologia Veterinaria e Ispezio- ne degli Alimenti di Origine Animale” e “Linguistica e Filologia Italiana” tutti i, rispettivamente, 7 e 9 candidati sono risultati abilitati mentre nel setto- re concorsuale “Storia Medievale” gli 11 candidati non sono risultati abilitati. Lo stesso è accaduto nel settore concorsuale “Storia del Diritto Medievale e Moderno” ma, in questo caso, il candidato era solo uno.

È il caso di precisare che queste analisi sono state effettuate sui risultati dell’Asn pubblicati sul sito dedicato al termine del lavoro delle commissioni.

Fig. 6 - Candidature alla tornata Asn 2013 per area disciplinare Cun. Fonte: nostre elaborazioni su dati Miur, sito abilitazione.miur.it.

Dopo la fine dei lavori si è assistito alla presentazione di un numero di ri- corsi assolutamente impressionante in relazione al numero di persone interes- sate, che hanno modificato leggermente i dati presentati. Per avere un’idea del contenzioso che si è generato, basta effettuare una ricerca sul sito in cui vengono pubblicati gli atti della giustizia amministrativa. Ricercando tutte le sentenze che contengono, nel testo, le tre parole “abilitazione”, “scientifica” e

“nazionale” si ottengono ben 1.71912 documenti. Volendo fare una media,

circa dieci sentenze per ogni settore concorsuale. Ovviamente questo valore medio non è significativo, in quanto non tutti i settori concorsuali hanno avu- to la medesima percentuale di contenzioso. Basti pensare, per esempio, al ca- so del settore concorsuale “Diritto Privato” in cui tutti gli atti della commis- sione di abilitazione sono stati annullati con sentenza amministrativa.

È comunque rilevante che, a più di quattro anni dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande, ci siano ancora delle commissioni nomi- nate in esecuzione di provvedimenti amministrativi che stanno esaminando posizioni di candidati13.

Nel documento Iniziative di public engagement (pagine 167-176)