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La valutazione delle riviste

Nel documento Iniziative di public engagement (pagine 161-164)

In molte aree scientifiche le riviste si pongono come un asset strategico di identità, mentre le tendenze del riformismo didattico e istituzionale, avendo stressato tutte le “scienze nuove”, hanno rischiato di rendere la riconoscibilità e vocalità di questo comparto più debole e insicura. Questo significa che le riviste sono una linea di eccellenza da circondare di cure e attenzioni; non espressioni di protagonisti solitari o di scuole, ma ossatura scientifica che aumenta la forza formativa dei curricula e ne valorizza l’apertura all’esterno, anche a livello internazionale.

Ciò non vale solo per le aree scientifiche, nelle quali esiste una tradizione più consolidata rispetto a questa tipologia di pubblicazione, ancorché esisto- no aree disciplinari italiane considerate omogenee, tuttavia molto ampie e per le quali già la confrontabilità la loro interno pone problemi sostanziali. Le ri- viste sono infatti uno strumento identitario e di riconoscimento accademico importante anche in altri campi come quello delle Scienze sociali, costituito da un polmone già presente nella tradizione dell’Università medievale (Giu- risprudenza) a cui si sono affiancate, a partire dall’800, prima le Scienze eco-

nomiche e poi quelle politiche e infine sociali e comunicative. Senza trascu- rare quei veri e propri “beni culturali” costituiti dalle riviste delle aree conti- gue, e in particolare dell’Umanistica nelle sue varie declinazioni.

Pur individuando criticità nel processo di classificazione e valutazione delle riviste, così come si è configurato fino a questo momento, occorre ri- partire da questa linea culturale per una riflessione sulle proposte e sulle prospettive di sviluppo, rifiutando una logica difensiva e ammettendo che la stagione della valutazione è servita a entrare in una fase nuova, mentre non poche delle reazioni “accademiche” sembrano ancora attardate su un’idea di Università che non c’è più.

Anzitutto, c’è un evidente legame logico tra la tematizzazione delle riviste e la valutazione della ricerca. Si tratta di evidenziare i pericoli del legame tra meccanismi di premialità (che in un sistema di penuria di risorse si traducono prevalentemente in penalizzazione, ancor più nel momento in cui la premiali- tà non prevede nella sostanza risorse aggiuntive, ma uno storno dalle risorse di base) e strumenti di misurazione della qualità, che hanno limiti metodolo- gici e di merito da più parti individuati.

In secondo luogo, ribadendo la presa d’atto delle differenze tra aree bi- bliometriche e non, occorre proporre una graduazione diversa nel ricorso ai criteri quantitativi legati alla valutazione delle riviste nelle une e nelle altre. Ciò vale in riferimento ad altri livelli, strumenti e oggetti di valutazione. Co- me anticipato a proposito della Vqr, i criteri quantitativi non possono essere completamente uguali per le valutazioni individuali, per quelle di macro-area o, ancor di più, per la valutazione delle riviste e delle Istituzioni. È necessaria una razionalità diversa, basata su meccanismi e strumenti parzialmente diffe- renti a seconda del livello di valutazione (di area o di struttura), che non pos- sono prescindere dalle risorse disponibili e dal contesto socio-economico e culturale in cui si opera.

Inoltre, la necessità di differenziare i meccanismi a seconda dei processi e dell’oggetto di valutazione chiama in causa anche le interferenze tra risul- tati della Vqr e classificazione delle riviste e gli effetti distorsivi che posso- no derivarne. Sebbene vi sia un indubbio collegamento tra valutazione degli articoli su rivista (che entra in gioco nei risultati Vqr) e valutazione della rivista stessa (nel processo di riesame, nella forma della conferma o della revisione, dell’accreditamento), i due processi non possono coincidere e l’influenza del primo sul secondo non tiene adeguatamente conto delle di- versità e delle specificità degli obiettivi, degli attori e degli “oggetti” coin- volti nei differenti processi di valutazione. Inoltre, come rileva con sensibi- lità giuridico-istituzionale Cavallo Perin (2017), entra in conflitto con prin- cipi rilevanti per il diritto.

Infine, in attesa che si consolidi l’Anpreps, si può ipotizzare una morato- ria del sistema delle citazioni nei settori non bibliometrici, mentre il ricorso al «numero di articoli in riviste di Fascia A nelle aree non bibliometriche» può avere vantaggi nel definire efficacemente la valutazione delle strutture. Infat- ti, coerentemente con la riflessione portata avanti nella prima parte di questo saggio, l’indicatore quantitativo «numero di articoli su riviste in fascia A» sui grandi numeri (valutazione di strutture) permette di avvicinarsi a conoscere il livello medio di qualità di un ateneo o di una macro-area. È evidente che, sui grandi numeri, le distorsioni che si registrano impiegando indicatori quantita- tivi tendono a ridursi e ad essere compensati dai vantaggi e da un miglior li- vello di approssimazione alla qualità media. Diversamente, nelle valutazioni individuali è indispensabile che venga letto l’articolo perché la sua sola pub- blicazione su una rivista di fascia A non può garantirne la qualità, e apre co- munque a rischi di casualità paradossali.

In ogni caso, è opportuno continuare a richiedere una elevata attenzione alla trasparenza dei processi e alla loro comunicazione pubblica. Non può es- sere la valutazione il luogo in cui si annida una cultura del segreto di sapore quasi ottocentesco. Non sono utili sistemi di valutazione in cui non vi sia fin dall’inizio del processo – e prima dell’avvio dello stesso – una limpida chia- rezza di criteri e metodologie. È rilevante osservare che, senza trasparenza, non c’è un’adeguata indicizzazione dei parametri e si producono solo “inutili contrapposizioni”, che vorremmo lasciarci alle spalle.

Riferimenti bibliografici

Cavallo Perin R. (2017), “Il dibattito nelle comunità scientifiche”, Intervento in occasione del seminario La valutazione delle riviste scientifiche in ambito

umanistico, Roma, 26 gennaio 2017.

L. 1/2009, “Conversione in legge, con modificazioni, del d.l. 10 novembre 2008, n.180 (disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario)”, Gazzetta Ufficiale 9 gennaio 2009, n. 6. Morcellini M. (2017), “Il dibattito nelle comunità scientifiche”, Intervento in occa- sione del seminario La valutazione delle riviste scientifiche in ambito umanisti-

co, Roma, 26 gennaio 2017.

Morcellini M. (2014), “Mobbing normativo”, in Articolo 33, 7/8.

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