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L’accordo con i sindacat

Numero di B Corp certificate dal 2009 al 2017 N° B Corp certificate

4.5 Il cammino di Perlage: 2015-

4.5.2 L’accordo con i sindacat

Diversi spunti creativi per l’azienda di Perlage sono giunti proprio dalla valutazione d’impatto chiesta dalla certificazione benefit. Tra le iniziative coltivate in questi ultimi due anni con la “messa a fuoco” che l’impostazione benefit ha dato all’impresa dei Nardi, una di recente attuazione riguarda la sfera deilavoratori e delle premialità.

Si tratta della legge di stabilità184 n.208/2015 (commi 182-190), portata già a conoscenza dell’azienda

183 Informazioni fornite da D. Scroccaro (Perlage).

184 G.U. 14/5/2016 n. 122; applicato da: Gazzetta Ufficiale, n.302. Art.1 (commi 182-190). Si riporta l’articolo 1 del testo del decreto

interministeriale (Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze) emanato il 25/3/2016: «Ai fini dell’applicazione delle agevolazioni fiscali di cui all’articolo 1, commi 182, 189 e 190, della legge n. 208 del 2015,

il presente decreto disciplina: a) i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione ai quali i contratti aziendali o territoriali di cui [..] legano la corresponsione di premi di risultato di ammontare variabile nonché i criteri di individuazione delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa: b) gli strumenti e le modalità attraverso cui le aziende realizzano il coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro; c) le ulteriori modalità attuative contenute nei commi da 182 a 191 [..]». Dal link: http://www.lavoro.gov.it/documenti-e- norme/normative/Documents/2016/Decreto-Interministeriale-25-marzo-2016.pdf

Figura 35: "Cinema in Cantina" presso la sede di Perlage (foto: Perlage).

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dalle associazioni industriali trevigiane due anni prima una volta emanata con decreto il 25/3/2016, con cui si regolano i contratti di lavoro permettendo di conferire una quota della busta paga (di circa 200 € annui per ogni lavoratore + bonus inclusi da Perlage) da destinare a welfare secondo degli indici di redditività (risultati) e qualità di produzione (eventuali resi, non conformità), programmazione (tempi di imbottigliamento) e godimento ferie.

«La legge ha previsto delle agevolazioni fiscali per le retribuzioni premiali, anche in collegamento con la partecipazione dei dipendenti all’organizzazione del lavoro, nonché per lo sviluppo del welfare aziendale». In sostanza, la legge «ha introdotto un sistema a tassazione agevolata consistente nell'applicazione di un'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle relative addizionali del 10 per cento per i premi di produttività del settore privato con importanti elementi di novità rispetto al passato, tra i quali l'estensione del beneficio alla partecipazione agli utili dell'impresa da parte dei lavoratori e la possibilità, a richiesta dei lavoratori, di ricevere i premi sotto forma di benefit detassati185» (diritto24).

Perlage si è accordata a fine 2017 con i sindacati (CIGL, CISL, UIL) e le associazioni industriali della Provincia di Treviso (prima azienda della Marca a sottoscrivere un impegno simile), permettendo di utilizzare una quota annuale dello stipendio da collegare ad obiettivi condivisi con l’intero team e non attinente ai singoli lavoratori. Una pratica complessa passata per le associazioni industriali, sottoscritta dai sindacati e che presto sarà depositata presso l’INPS e l’INAIL di Treviso. «Un qualcosa di straordinario – osserva Ivo Nardi – che nasce dallo spirito di essere una B Corp, perché alcune idee non le pensi, ma si presentano delle opportunità come questa, prima non focalizzata, ed è la stessa benefit che indirettamente lo chiede e permette di osservare meglio questi fenomeni». Premesso che il sistema delle premialità era già presente in azienda, si vuole giungere ad un sistema autoregolato, ma meno discrezionale e più ordinato. Con questa quota destinata ad innalzare anche la produttività e incentivare il lavoro di squadra, si entra anche in un campo di tassazione minore come previsto dalla legge, «quindi oltre all’impegno aziendale di concedere un bonus superiore a quanto tolto dalle buste paga, rappresenta un supplemento di beneficio per i dipendenti».

L’accordo riguarda soprattutto il programma di imbottigliamento che di fatto racchiude la quota maggiore interesse in quanto tocca la preparazione dei prodotti, il ricevimento dei materiali, i tempi d’esecuzione, le esigenze dei clienti, problemi di natura commerciale. Anche le ferie sono interessate, anche perché come afferma Nardi, «qui stentano a usufruirne».

4.6 Discussione

Alla luce di quanto esposto nell’intero capitolo, senza dubbio emerge la positività dell’iniziativa come osservato da Ivo Nardi. L’impostazione B Corp ha consentito di vedere con occhio diverso tematiche prima sottovalutate dallo stesso presidente. Si tratta di uno schema molto aperto, flessibile che permette alle imprese di provare, correggere e alla fine di scegliere al meglio come e che cosa fare di concreto per produrre un impatto positivo verso la società.

Tuttavia ci chiediamo: l’adesione all’impostazione benefit può ritenersi effettivamente

185 http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/dirittoLavoro/2016-06-22/lavoro-e-detassazione-chiarimenti-agenzia-entrate-

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una scelta spinta dai valori dell’azienda o è confinata semplicemente all’ottenimento di una mera certificazione?

Come enunciato nel capitolo, lo schema è sì flessibile e modificabile, ma gli standard e le verifiche di B Lab sono particolarmente rigorose e richiedono uno sforzo notevole per le imprese che non si siano mai dotate di una contabilità non-financial, quindi si è più propensi a credere alle parole di Ivo Nardi. Infatti, la sua azienda si sta impegnando per fare di più anche fuori dai propri terreni, supportando la comunità locale delle colline trevigiane e divulgando l’importanza di attuare oggi l’agricoltura biologica in un contesto che vede impoverire i suoli e semplificare i paesaggi, storicamente ricchi di biodiversità.

Restano comunque alcuni dubbi, poiché si resta nella politica di certificazione, ma il movimento sembra avere quella cornice che cercava Ivo Nardi. Il passaggio a Società Benefit probabilmente scioglierà in parte questi dubbi dotando l’impresa di uno scopo che sconfini dal raggiungimento dei profitti, senza limitarlo alla rendicontazione di singole iniziative in apparenza isolate. Questo schema flessibile dà molti suggerimenti, stimola la fantasia e il libero agire delle imprese, “sfidandole” nella ricerca di quello che possono fare di concreto per migliorare l’impatto verso l’esterno. Il fenomeno B Corp stimola al miglioramento continuo, allo studio di cosa sia più giusto fare per gli stakeholder.

L’azienda già prima della certificazione, sfruttando la crescita degli utili ha comunque dimostrato, di investire per rendersi sempre più sostenibile con impianti e tecniche di sperimentazione per cercare col tempo di eliminare la chimica consentita dai disciplinari. Ha aumentato i risparmi idrici ed energetici, ha ridotto la propria impronta di carbonio e presto si spingerà oltre con lo studio dei vitigni resistenti.

Venuto a conoscenza del fenomeno B Corp e riconoscendosi nei valori delle imprese come Nativa, ancora una volta, come per il bio a fine anni ’70, era scattato qualcosa nella mente di Ivo Nardi, che si è subito messo a lavoro per entrare a far parte di questo lodevole movimento di imprese. Il tutto nato da un incontro con persone dagli stessi ideali, dal passaparola e dal sostegno reciproco. Un passaggio certo venuto un po’ per caso, ma che in qualche modo racchiude simbolicamente l’evoluzione stessa del passaggio dal concetto di Corporate Social Responsibility alla sostenibilità e al valore condiviso. Essere (realmente) socialmente responsabili significa andare anche oltre il rispetto delle norme, significa mettere in atto pratiche concrete che si attivano per rispondere ai bisogni della società, quindi investire nel capitale umano, nell’ambiente, nella propria comunità: in poche parole, creare valore condiviso con gli stakeholder (Rossi F., 2017). Gli atteggiamenti sempre più responsabili di Perlage e aspetti prima sottovalutati vengono ora messi a fuoco dall’azienda che con la prima relazione d’impatto comincia realmente a comunicare all’esterno i risultati conseguiti sotto il profilo ambientale e sociale. Monitorare e far progredire costantemente questi valori, sono le sfide che attendono la ditta farrese nel prossimo futuro. Nel frattempo, l’impresa continua a incrementare annualmente il proprio fatturato (da 2,96 milioni € del 2010 a 6,49 mln nel 2017): nel capitolo 6 si proverà a capire se esiste un potenziale collegamento tra la prospettiva valoriale enunciata e la performance economica.

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Perlage: presente e futuro