• Non ci sono risultati.

L’applicazione dell’art 96 c.p.c nel giudizio

giurisprudenza della Corte dei Cont

5.14. L’applicazione dell’art 96 c.p.c nel giudizio

tributario

Ad avviso della dottrina e della giurisprudenza maggioritaria323, l’art. 96 c.p.c. troverebbe applicazione nel processo tributario, considerato che l’istituto sarebbe compatibile con la natura e la struttura del giudizio in esame. In specie, la corrente minoritaria faceva leva sul silenzio riservato dal decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546324 nei confronti dell’art. 96 c.p.c. Ciononostante, l’art. 15 del menzionato decreto è stato oggetto di aggiornamento325, mediante l’introduzione

del comma 2-bis, il quale, in tema di spese di giudizio, espressamente

322

Cfr. Corte Conti, Sez. Abruzzo, 23 settembre 2014, in Banca dati delle Sentenze - Corte dei Conti. Il tal senso si è espressa anche la Corte Conti, Sez. Campania, 29 febbraio 2016, che ha condannato il Ministero dell’Economia e delle Finanze al pagamento di una somma a titolo di responsabilità per lite temeraria.

323

Consolo C., Le spese processuali e responsabilità per lite temeraria davanti ai

giudici speciali: riflessioni indotte da una altalenante giurisprudenza della Corte Costituzionale, in Rass. trib., 1989, I, p. 39; La China S., Responsabilità dell’Amministrazione finanziaria e lite temeraria, in Dir. prat. Trib., 1997, p. 1340;

Socci A.M.-Sandulli P., Manuale del nuovo processo tributario, Bologna, 1997, p. 34; Bellè B., Le spese del giudizio, in Tesauro F. (a cura di), Il processo

tributario, Torino, 1998, p. 323; Castaldi L., in AA.VV., Il nuovo processo tributario, Milano, 2004, p. 195; Dalla Bontà S., Condanna dell’Amministrazione finanziaria al risarcimento dei danni per “argomentazioni inopportune”, in Riv.

giur. trib., 2007, p. 607; Marianetti G.-Sepio G., Il risarcimento per lite temeraria

nel processo tributario, in Riv. giur. trib., 2009, p. 991. Vedi anche Cass., 16

giugno 2010, n. 14499; Cass., 3 giugno 2013, n. 13899, in Resp. civ., 2014, 164.

324“Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo

contenuta nell'art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413”.

325

Il decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 156 ha disposto, con l'art. 9, comma 1, lettera f), la modifica dell'art. 15, commi 1, 2 e 2-bis e l'introduzione dei commi 2-

132

prevede l’applicazione delle disposizioni di cui all'art. 96, 1° e 3° comma c.p.c.

Oltre a ciò, la diversa soluzione non soltanto non sarebbe coordinabile con le finalità degli intervenuti legislativi che hanno inteso adeguare il processo tributario al processo civile326, ma ulteriormente non fornirebbe una congrua e opportuna tutela risarcitoria nei rapporti tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. A conferma dell’orientamento dominante, la circolare dell’Agenzia delle entrate, 31 marzo 2010, n. 17/E aveva già espresso la compatibilità dei 3 commi dell’art. 96 c.p.c. al rito tributario e la giurisprudenza di legittimità aveva statuito come il giudice tributario potesse conoscere anche della domanda risarcitoria proposta ai sensi della norma codicistica327.

La responsabilità processuale sorgerebbe qualora l’Amministrazione finanziaria abbia esercitato una pretesa temeraria, connotata dall’elemento soggettivo della mala fede ovvero colpa grave, a danno del contribuente. Così, a titolo esemplificativo, i giudici hanno condannato l’ufficio della Amministrazione che abbia tentato di «introdurre in giudizio, oltre i termini consentiti, motivi originari non prospettati con l’atto costitutivo»328, che abbia posto in essere «una

condotta negligente […] nella formazione dell’atto impugnato» e successivamente, con colpa grave, abbia rifiutato di ricorrere agli strumenti di autotutela329, ovvero che «abbia iscritto a ruolo la maggiore

326 In tal senso, legge 30 dicembre 1991, n. 413 e i decreti legislativi, 31 dicembre

1992, n. 545 e n. 546.

327 Cfr. Cass., 3 giugno 2013, n. 13899, in Resp. civ., 2014, 164. 328 Cfr. Comm. trib. prov. Cosenza, 26 agosto 1999, n. 179. 329 Cfr. Comm. trib. prov. Milano, 28 marzo 2003, n. 31.

133

imposta liquidata con un atto impositivo oggetto di precedente declaratoria di annullamento da parte del giudice»330.

134

CONCLUSIONI

Il presente lavoro è stato dedicato allo studio dell’art. 96 c.p.c., quale strumento diretto a sanzionare il contegno processuale abusivo della parte soccombente. Negli ultimi anni, l’istituto è uscito da un letargo che per lungo tempo lo aveva contrassegnato, cosicché a un utilizzo alquanto limitato ad opera delle corti è seguita una attenta lettura degli interpreti. La norma, malgrado taluni risvolti critici che ne condizionano la linearità e la precisione di contenuti, svolge una funzione selettiva contro un accesso generale e indiscriminato alla macchina giudiziaria, in specie, ove le condotte assumano caratteri emulativi, defatigatori, dilatori. L’ordinamento, apprestando siffatto mezzo, si pone l’obiettivo di responsabilizzare le parti, così limitando l’introduzione o la resistenza in giudizi temerari, in un periodo fortemente caratterizzato da difficoltà e inefficienze del sistema giustizia. In questo solco, si pone l’intervento con legge 18 giugno 2009, n. 69, mediante il quale il legislatore ha inteso donare nuova vita al quasi inapplicato art. 96 c.p.c. La previsione di nuovo conio ha introdotto, in qualità di strumento volto ad assicurare una maggiore efficacia deterrente, il potere del giudice di liquidare, anche d’ufficio, una somma equitativamente determinata a carico della parte soccombente.

Le fattispecie, che già il legislatore del 1942 aveva dettagliato, sono oggi definitivamente collocate nell’area della responsabilità civile. Così la condotta temeraria di chi agisca o resista in giudizio nella consapevolezza del proprio torto o nell’ignoranza della infondatezza della propria pretesa ovvero il contegno dell’attore o creditore procedente che si sia avvalso di specifici strumenti processuali in difetto

135

di normale prudenza presentano carattere di specialità rispetto alla previsione generale di cui all’art. 2043 c.c. L’attenta analisi di siffatte tradizionali ipotesi di responsabilità processuale consente una valutazione in termini di autonomia ovvero unitarietà della previsione di cui all’art. 96, 3° comma c.p.c., la cui natura non è data ravvisare con altrettanta certezza. Il disorientamento è dovuto alla imprecisione mostrata dal legislatore nel tracciare il contenuto letterale del comma. Ad un primo indirizzo, diretto ad attribuire alla norma natura riparatoria, delimitandone pertanto il contenuto all’interno del confine tracciato dall’art. 96, 1° comma c.p.c., si affianca un diverso orientamento, volto a inquadrare la fattispecie sotto l’ottica di un rimedio sanzionatorio, finalizzato a preservare l’efficienza e la funzionalità del sistema, scoraggiando comportamenti processuali abusivi; per di più, non sono mancate soluzioni mirate ad attribuire una doppia anima al 3° comma, tanto in chiave di strumento risarcitorio- riparatorio, quanto sanzionatorio-punitivo. Il secondo orientamento consentirebbe di sganciare il novellato comma dagli strumenti originariamente apprestati dal legislatore, conseguendone la qualifica di rimedio autonomo. Suddetti elementi sono stati esaminati nella trattazione, al fine di comprendere gli sviluppi e le implicazioni del fenomeno. Gli interpreti, nell’attribuire all’art. 96, 3° comma c.p.c. funzione sanzionatoria, ritengono che sia stata introdotta, nel nostro ordinamento, una forma di danno punitivo. Tale istituto, evolutosi nei paesi di common law, non ha storicamente trovato campo operativo in Italia, ciononostante, l’intervento del 2009 ha portato la comunità giuridica a effettuare nuove e puntuali riflessioni in merito a una possibile apertura verso lo strumento di origine anglosassone. Al riguardo, la Corte di Cassazione è stata più volte chiamata ad affrontare

136

la questione di ammissibilità dei punitive damages, in sede di delibazione di sentenze straniere contenenti un'attribuzione patrimoniale di siffatta natura. In specie, gli ermellini, con ordinanza interlocutoria n. 9978, emessa in data 16 maggio 2016, hanno sollevato il dubbio sulla tradizionale negazione di una qualsiasi sfumatura punitiva-deterrente del sistema di responsabilità civile, alla luce non soltanto di un’evoluzione del principio di ordine pubblico e di indicazioni provenienti dal diritto comparato, ma anche e soprattutto dell’introduzione, nel nostro ordinamento, di norme risarcitorie a connotazione sanzionatoria. Avendo la Prima Sezione disposto la rimessione alle Sezioni Unite, restiamo in attesa di quella che potrebbe risultare una pronuncia decisiva in tema di riconoscimento della figura del danno punitivo. Si tratta, invero, di una decisione che potrebbe andare oltre il singolo caso avente ad oggetto il giudizio di delibazione della sentenza straniera nel nostro Paese e che, tramite un’interpretazione estensiva del principio, potrebbe aprire una breccia all’interno dell’ordinamento verso la compatibilità dell’istituto di matrice anglosassone con i cardinali del sistema italiano.

Dall’elaborato è emerso come l’art. 96, 3° comma c.p.c. perseguirebbe altresì la finalità di scoraggiare l’abuso del processo, i cui estremi sarebbe integrati in presenza di una attività in grado di produrre effetti negativi sull’operato della amministrazione, in termini di rallentamenti e di conseguenti inefficienze. Segnatamente, i contegni abusivi produrrebbero tanto un danno indiretto all’erario, a causa della dilatazione dei tempi di risoluzione delle controversie e di innalzamento dei relativi costi, quanto diretto ai privati, dovuto alla lesione delle proprie posizioni giuridiche a seguito dei ritardi negli accertamenti.

137

In ultimo, la disamina dell’istituto della responsabilità processuale non poteva prescindere da un’analisi dei più significativi arresti giurisprudenziali in materia, dando atto della recente valorizzazione della previsione di cui all’art. 96 c.p.c. Ciò che emerge è un uso del rimedio in numerosi ambiti del giudizio civile, fino a toccare la giurisprudenza della Corte dei Conti e quella tributaria. Nondimeno, le fattispecie, in particolare quella novellata nel 2009, rimangono foriere di perplessità, atteso che il silenzio del dettato normativo attribuisce al giudice un potere non parametrato sulla base di presupposti definitivi con chiarezza. In sede di liquidazione, si registrano alternanze tra soluzioni in cui, pur richiamando la delicatezza del contesto e la peculiare rimproverabilità del contegno, gli organi giudiziari calcolano l’entità del pregiudizio sulla scorta di somme irrisorie, così vanificando il senso della condanna e determinazioni in cui all’importo è attribuita una valenza di condanna esemplare, finendo di gran lunga per oltrepassare quei riferimenti edittali massimi presenti nei progetti originari di riforma dell’art. 96 c.p.c. In definitiva, la norma può dar luogo a una pluralità e diversità di trattamenti, giustificati dal carattere più o meno avventato, coraggioso o tollerante della decisione posta in essere dal singolo organo giudicante. Resta, pertanto, auspicabile un intervento del legislatore volto a dettagliare con maggiore precisione il contenuto dell’istituto, specie in ordine alla previsione recentemente introdotta, al fine di comprendere risolutivamente i tratti e la natura del rimedio, anche sulla scorta dei contributi forniti dagli interpreti.

138

BIBLIOGRAFIA

Alessandri N., Competenza, giurisdizione, fatti pacifici e condanna alle spese nella riforma 2009, in Convegno sulla riforma del codice di procedura civile, Bologna, 14 settembre 2009, p. 23.

Amoroso R., Soccombenza, spese e responsabilità aggravata, in Il Giudice di pace, 2012, 3, p. 202.

Andrioli V., Commento al codice di procedura civile, I, Napoli 1954, pp. 267, 270.

Andrioli V., Diritto processuale civile, I, Napoli, 1979, p. 414. Ansanelli V., Abuso del processo, in Dig. civ., Agg., I, Torino, 2007. Arena G., Le modifiche al libro primo del codice di procedura civile, in Strumentario Avvocati, IX, p. 12.

Arieta G., La decisione della causa e la condanna alle spese, in Incontro di studio Consiglio Superiore della Magistratura - Formazione decentrata, Roma, 3 dicembre 2007.

Aristizábal Velásquez D., Apuntes sobre el Daño Punitivo en la Responsabilidad Patrimonial Colombiana, in Revista Facultad de Derecho y Ciencias Políticas, 2010, p. 188.

Balena G., La nuova pseudo-riforma della giustizia civile, in Giusto proc. civ., 2009, pp. 749, 768, 769.

Barreca G., La responsabilità processuale aggravata: presupposti della nuova disciplina e criteri di determinazione della somma oggetto della condanna, in Giur. mer., Milano, 2011, p. 2704.

Beghini R., Comportamento processuale e risarcimento del danno, Padova, 2003, p. 1.

Bellè B., Le spese del giudizio, in Tesauro F. (a cura di), Il processo tributario, Torino, 1998, p. 323.

Benatti F., Correggere e punire dalla law of torts all'inadempimento del contratto, Milano, 2008, p. 15.

Benatti F., Danni punitivi e abuso del diritto, in Contr. e impr., 2015, 4-5, p. 863.

Boni M., La decisione della lite e le spese processuali, in Incontro di studi sul nuovo processo civile - Ufficio dei Magistrati referenti per la formazione decentrata per il distretto di Corte d’Appello di Palermo, 2009, p. 8.

139

Breda R., Recenti sviluppi interpretativi in materia di responsabilità processuale aggravata, in Danno e resp., 2007, 10, p. 1045.

Breda R., Art. 96, comma 3°, cod. proc. civ.: prove di quadratura, in Nuova giur. civ. comm., 2011, p. 439.

Breda R., Responsabilità processuale aggravata tra risarcimento del danno e sanzione, in Nuova giur. civ. comm., 2010, p. 490.

Brenda R., L’art. 96, comma 3, c.p.c. ed i punitive damages. Considerazioni in margine ad un caso giudiziario, in Giur. it., 2013, 8- 9, p. 1885.

Briguglio A., Le novità sul processo ordinario di cognizione nell’ultima, ennesima riforma in materia di giustizia civile, in Giust. civ., 2009, p. 270.

Broggini G., Compatibilità di sentenze statunitensi di condanna al risarcimento di “punitive damages” con il diritto europeo della responsabilità civile, in Europa e dir. priv., 1999, p. 489.

Bucci A.-Soldi A.M., Le nuove riforme del processo civile. Processo di esecuzione, processo di cognizione, procedimenti sommari di cognizione, ricorso per cassazione. Commento alla legge 18 giugno 2009, n. 69, Padova, 2009, p. 78.

Buffone G., Regolamentazione delle spese di lite, intervento presso il seminario di formazione professionale, dal titolo “Prime riflessioni sulla novella al codice di procedura civile”, Catanzaro, 14 luglio 2009, pp. 3, 12, 13.

Buffone G., I rimedi per contrastare l'azione temeraria: una prima lettura interpretativa, in Altalex, 2011.

Busnelli F.D.-D’Alessandro E., L'enigmatico ultimo comma dell'art. 96 c.p.c.: responsabilità aggravata o «condanna punitiva», in Danno e resp., 2012, 6, p. 585-596.

Busnelli F.D.-D’Alessandro E., Lite temeraria e criteri di risarcimento del danno, in Danno e resp., 2012, 6, p. 664.

Busnelli F.D.-Navarretta E., Abuso del diritto e responsabilità civile, in AA.VV. L’abuso del diritto, Padova, 1998, p. 186.

Calvosa C., La condanna al risarcimento dei danni per responsabilità aggravata, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1954, p. 378.

Cariglia C., L’infrazionabilità del credito tra limiti oggettivi del giudicato e divieto di abuso del processo, in Giur. it., 2016, 2, p. 370. Carnelutti F., Istituzioni del nuovo processo civile italiano, Foro It., Roma, 1951, p. 222.

140

Carrato A., Come e davanti a quale giudice si propone la domanda di responsabilità aggravata?, in Il Quot. giur., Milano, 2012, p. 1.

Carratta A., L'abuso del processo e la sua sanzione: sulle incertezze applicative dell'art. 96, comma 3, c.p.c., in Fam. dir., 2011, p. 809. Castaldi L., in AA.VV., Il nuovo processo tributario, Milano, 2004, p. 195.

Castronovo C., Del non risarcibile aquiliano: danno meramente patrimoniale, c.d. perdita di chance, danni punitivi, danno c.d. esistenziale, in Liber amicorum per F.D. Busnelli, II, 2008, p. 349. Cecchella C., Il nuovo processo civile, Il Sole 24 ore, Milano, 2009, p. 89.

Cecchella C, Diritto fallimentare, Padova, 2015, p. 164.

Celeste A., Il nuovo procedimento cautelare civili: commentario breve con giurisprudenza, Milano, 2010, p. 315.

Chiovenda G., La condanna nelle spese giudiziali, Torino, 1901. Comoglio L.P., Abuso del processo e garanzie costituzionali, in Riv. dir. proc., 2008, pp. 319, 327, 348.

Consolo C., Le spese processuali e responsabilità per lite temeraria davanti ai giudici speciali: riflessioni indotte da una altalenante giurisprudenza della Corte Costituzionale, in Rass. trib., 1989, I, p. 39. Consolo C., Tutela risarcitoria di posizioni giuridiche schiettamente processuali?, in Riv. dir. civ., 1991, p. 75.

Consolo C., Note necessariamente divaganti quanto all’«abuso sanzionabile del processo» e all’«abuso del diritto come argomento», in Riv. dir. proc., 2012, p. 1284.

Cordopatri F., L’abuso del processo, I e II, Padova, 2000.

Cordopatri F., L'abuso del processo nel diritto positivo italiano, in Riv. dir. proc., 2012, p. 874.

Corvi D., Punitive damages, in Contr. e impr., 2014, 4-5, p. 859. Cossignani F., Improponibilità della domanda frazionata e limiti oggettivi del giudicato, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2009, p. 1500. Covucci D., Deterrenza processuale e pena privata: il 'nuovo' art. 96, comma 3, c.p.c., in Danno e resp., 2012, p. 525.

Cuffaro V., Responsbilità aggravata e durata del processo, in Corr. mer., 2007, 6, p. 697.

141

Dalla Bontà S., Condanna dell’Amministrazione finanziaria al risarcimento dei danni per “argomentazioni inopportune”, in Riv. giur. trib., 2007, p. 607.

De Ángel Yágüez R., Daños punitivos, Madrid, 2012, p. 111.

De Angelis L., La misura prevista dall’art. 96, comma 3, cod. proc. civ. e l’abuso del processo, in Argomenti dir. lav., 2016, 3, p. 920.

De Cristofaro M., Infrazionabilità del credito tra buona fede processuale e limiti oggettivi del giudicato, in Riv. dir. civ., 2008, II, p. 335.

De Stefano G., Note sull’abuso del processo, in Riv. dir. proc., 1964, p. 582.

Della Massara T., Terzo comma dell’art. 96 cod. proc. civ.: quando, quanto e perché?, in Nuova giur. civ. comm., Padova, 2011, p. 64. Desiato O., Responsabilità aggravata ex art. 96, 3º comma, c.p.c.: una possibile interpretazione, in Giur. it., 2015, 4, p. 865.

Di Marzio M., Boom di cause: l’antidoto lite temeraria, in Dir. giust., 2006, p. 45.

Di Marzio M., Vita nuova per il danno da lite temeraria (in attesa che l’ennesima riforma rimescoli le carte), in Giur. mer., 2007, p. 1590. Di Marzio M.-Di Mauro M., Il processo locatizio. Dalla formazione all’esecuzione del titolo, Milano, 2011, p. 1995.

Di Marzio M., I danni punitivi, l’elemento psicologico e le impugnazioni, in Persona e Danno, 2015.

Di Nanni C., La responsabilità del creditore istante per ricorso di fallimento non accolto, in Riv. dir. civ., 1970, p. 115.

Dondi A., Manifestazioni della nozione di abuso del processo civile, Riv. dir. proc., 2008, p. 319.

Dondi A.-Giussani A., Appunti sul problema dell’abuso del processo civile in una prospettiva de jure condendo, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2007, p. 195.

Elsener U., Les racines romanistes de l’interdiction de l’abus de droit, Neuchâtel, 2000.

Fiengo G., La responsabilità processuale aggravata ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c., in Corr. giur., 2016, 1, p. 115.

Finocchiaro G., La funzione punitiva del danno esistenziale da lite temeraria, in Giur. it., 2006, p. 2127.

142

Finocchiaro G., Somme determinate in via equitativa anche d’ufficio: una condanna di natura risarcitoria o sanzionatoria?, in Guida dir. 2010, 49-50, p. 18.

Finocchiaro G., Ancora sul nuovo art 96 comma 3° c.p.c., in Riv. dir. proc., 2011, p. 1184.

Finori A., Il principio generale della riparazione integrale dei danni, in Contr. e impr.,1998, p. 1945.

Fradeani F., La lite temeraria attenuata dell’art. 96, comma terzo c.p.c.: prime applicazioni, 2010, in Enc. giur. Treccani.

Franzoni M., Il danno risarcibile, in Tratt. resp. civ. Franzoni; Milano, 2004, p. 37.

Franzoni M., Dalla colpa grave alla responsabilità professionale, Torino, 2011, p. 41.

Frata L., L’art. 96, comma 3°, cod. proc. civ. tra “danni punitivi” e deterrenza, in Nuova giur. civ. comm., 2012, p. 271.

Frata L., Art. 2059 c.c. e art. 96, terzo comma, c.p.c.: riflessioni sulle funzioni della r.c., in Danno e resp., 2013, p. 533.

Gagliardi M., Uno spiraglio per i danni punitivi: ammissibile una sfumatura sanzionatoria nel sistema di responsabilità civile, in Nuova giur. civ. comm., 2016, 10, p. 1289.

Gallo P., Pene private e responsabilità civile, Milano, 1996, p. 37. Gardenal M., Danni punitivi statunitensi e incertezza del diritto italiano, In Il Sole 24 ore, 2012.

Garrido Cordobera L., Reflexiones sobre la responsabilidad civil y el derecho dedaños, in Ortiz T. (coord.), El Bicentenario de la Revolución de Mayo, Buenos Aires, 2010.

Gasperini M.P., Domanda cautelare e responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., in Riv. dir. proc., 1996, p. 890.

Gasperini M.P., Dei fatti illeciti: art. 2043 c.c., art. 96 c.p.c., Torino, 2011, p. 577.

Gentili A., L’abuso del diritto come argomento, in Riv. dir. civ., 2012, 3, p. 298.

Gerbi M., La possibile natura doppiamente sanzionatoria dell’art. 96, terzo comma, c.p.c. tra dubbi ed incertezze, in Danno e resp., 2012, 11, p. 1131.

143

Gerbi M., Lite temeraria: dalle nozioni di comune esperienza alla liquidazione equitativa del danno, in Nuova giur. civ. comm., 2012, 4, I, p. 326.

Ghignone F., Revoca della sentenza dichiarativa di fallimento ed effetti sostanziali e processuali, in Il fallimento, 2011, 12, p. 1440.

Ghirga M. F., La meritevolezza della tutela richiesta. Contributo allo studio sull’abuso dell’azione giudiziale, Milano, 2004.

Ghirga M.F., La riforma della giustizia civile nei disegni di legge Mastella, Riv. dir. proc., 2009, p. 459.

Ghirga M.F., Abuso del processo e sanzioni, Milano, 2012, pp. 81, 88. Giordano R., Il litigante temerario paga in ogni caso. Riflessioni sull’art. 96 comma 3 c.p.c. tra “abuso del processo” e “danni punitivi”, in Giur. it., 2012, p. 2119.

Giordano R., Spese del processo. Nel procedimento ordinario, di esecuzione, sommario e in camera di consiglio, Milano, 2012, p. 87. Granelli C., In tema di «danni punitivi», in Resp. civ. prev., 2014, 6, p. 1760.

Grasso E., Note sui danni da illecito processuale, in Riv. dir. proc., II, 1959, p. 270.

Grasso E., Della responsabilità delle parti, in Comm. Allorio, I, Torino 1973, pp. 1031, 1036.

Grasso G., Accordi di separazione, buona fede e violazione del giusto processo, in Fam. dir., 2011, 1, p. 63.

Graziosi A., Alcune prime notazioni sulla riforma del 2009, in Giur. mer., 2010, p. 1347.

Grossi P., L’Europa del diritto, Roma-Bari, 2007, p. 99.

Guissani A., Responsabilità aggravata (dir. proc. civ.), in Enc. giur. Treccani, 2012.

Januzzi A.-Lorefice P., Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2006, p. 49

La China S., Diritto processuale civile, Milano, 1991, p. 502.

La China S., Responsabilità dell’Amministrazione finanziaria e lite temeraria, in Dir. prat. Trib., 1997, p. 1340.

Lazzarin E., La frazionabilità della tutela giudiziale del credito: buona fede esecutiva e abuso del processo, in Giur. mer., 2009, 3, p. 658. Luiso F.P., Diritto processuale civile, I, Milano, 2011, p. 433.

144

Luiso F.P.-Consolo C., Codice di procedura civile commentato, Milano, 2007, II, p. 3098.

Lupano M., Il terzo comma dell’art. 96 c.p.c. a tre anni dall’introduzione: orientamenti giurisprudenziali ed incertezze sistematiche, in Corr. giur., 2013, p. 994.

Lupano M., Responsabilità per le spese e condotta delle parti, Torino, 2013.

Lupo E., Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2010, in Giust. civ., 2011, p. 371.

Maccario F., L’art. 96 c.p.c. e la condanna al risarcimento solo “su istanza dell’altra parte”: ombre di incostituzionalità (e recenti modifiche normative), in Giur. it., 2009, p. 2243.

Mandrioli C., Dei doveri delle parti e dei difensori, in Comm. Allorio, I, Torino, 1973, p. 963.

Mandrioli C., Corso di diritto processuale, I, Torino 2011, pp. 313, 357. Marianetti G.-Sepio G., Il risarcimento per lite temeraria nel processo tributario, in Riv. giur. trib., 2009, p. 991.

Marino M., Separazione e divorzio. Normativa e giurisprudenza a confronto, in Il Sole 24 Ore, Milano, 2009, p. 269.

Masoni R., Guida alla volontaria giurisdizione, Milano, 2011, p. 47. Mazzola M.A., Responsabilità processuale e danno da lite temeraria, Milano, 2010, p. 63.

Mazzola M.A., Responsabilità processuale, Milano, 2013.

Menchini S., La riforma della giustizia civile. Commento alle disposizioni della legge sul processo civile n. 69/2009, Torino, 2009, p. 27.

Messina M., L’abuso del diritto, Napoli, 2003, p. 166.

Mocci, M., Il punto sulle spese processuali alla luce della riforma, in Riv. dir. proc., 2011, pp. 907, 922, 924.

Monateri P.G., La responsabilità civile, in Sacco R. (diretto da), Trattato di diritto civile, Torino, 1998, pp. 857, 860, 863, 876.

Montanari M., Note minime sull’abuso del processo civile, in Corr. giur., 2011, 4, p. 560.

Montesano L., Sulla speciale responsabilità per imprudente esecuzione in materia di istruzione preventiva, in Giur. it., 1966, p. 1037.

145

Morano Cinque E., Lite temeraria: la condanna ex art. 96, comma 3,