Business, una questione di etica
3.3 L’etica confuciana dal 500 a.C a oggi: 2500 anni di storia
sopra citati67.68
La gestione dell’etica nelle aziende adotta un approccio che va oltre la richiesta di conformità della legge: si basa sull’idea dell’integrità morale, è quindi una fusione tra diritto ed etica che porta l’impresa a dover agire secondo la legge la quale, a sua volta, deve essere interpretata attraverso la responsabilità morale.69
Per riuscire a costituire una cultura etica d’impresa forte e riuscire ad agire secondo il codice etico stabilito, è indispensabile trasmettere i valori etici a tutti i lavoratori dell’impresa, indipendentemente dal ruolo che ricoprono nell’azienda.70
Questi codici sono legati alla missione che l’impresa si è posta di compiere, per questo motivo, oltre ad essere una delle caratteristiche peculiari dell’azienda, è indispensabile che siano conosciuti e condivisi dal personale.71
3.3 L’etica confuciana dal 500 a.C. a oggi: 2500 anni di storia
A seguito delle devastanti invasioni e dittature subite dal popolo cinese nel corso degli ultimi due secoli, abbiamo visto nel primo capitolo come il Paese di Mezzo è riuscito a risorgere in termini non solo economici, ma anche culturali e sociali.
Questo sviluppo è iniziato dopo la morte di Mao quando i vertici del partito diedero una svolta considerevole alle oppressioni del tempo trasformando la Cina da un Paese chiuso e arretrato a quello che è oggi: una delle principali potenze mondiali.72
La classe dirigente è riuscita a forgiare un tale gigante commerciale e industriale grazie, in modo particolare, allo spirito di iniziativa e di concreta azione73 che si rifà
alla tradizione del Maestro Confucio74. Il grande saggio, già dal 520 a.C. circa,
67 Ad esempio negli Stati Uniti nel 1991 è entrata in vigore la Federal Sentencing Guidelines (FSG) che
prevedeva la condanna di quelle imprese che avevano agito contro i principi etici. Successivamente monte aziende decisero in prima persona di adottare dei codici etici d’impresa considerandolo come un semplice ma importante investimento per il futuro.
68 D’ORAZIO, ”Codici etici, cultura e responsabilità d’impresa”, cit., p. 128-‐129 69 Ibid.
70 Ibid., cit., p. 137
71 CAROLI, “Globalizzazione e delocalizzazione…”, cit., p. 479
72 Franco TAGLIENTE, La Cina è più vicina, www.studiotagliente.com 73 Ibid.
74 Confucio, Kongzi 孔子(551 a.C. – 479 a.C.), visse in un periodo, tra Primavere e Autunni e Regni
insegnava ai suoi discepoli e a corte il sapere degli antichi con l’intento di riformare la società per fondarla su principi etici quali la virtù de 德 che si realizza in atti75
concreti che rientrano dell’ambito delle relazioni umane. Al tempo, infatti, i regnanti erano appoggiati da validi filosofi che consigliavano quale fosse il percorso più giusto da seguire per risolvere le molteplici controversie popolari tipiche del periodo di riferimento.76
A differenza dell’ Occidente, è evidente come la filosofia sia sempre stata in Cina una materia alla base delle scelte di governo per risolvere ogni genere di problematiche e per proporre nuovi piani di azione politica, economica, sociale.77
La Cina oggi si sta inserendo in modo capillare nelle dinamiche internazionali, diventa quindi fondamentale comprendere cosa ha spinto questa grande potenza verso la rinascita che in pochi decenni l’ha portata a essere un colosso economico mondiale. Al fine di avere una visione completa di questo fenomeno, è indispensabile in tale sede ricostruire i punti salienti della filosofia confuciana per comprendere al meglio gli aspetti etici ed economici che caratterizzano la Cina moderna.78
Il confucianesimo, che si trova alla base della millenaria cultura cinese, ha trasmesso alla popolazione dei principi radicati che hanno permesso al popolo han 汉 nel passato di sinizzare i vari invasori che nei millenni cercarono di conquistare il Paese. La situazione cambiò con l’invasione delle potenze occidentali che, a partire dalle Guerre dell’Oppio (fine XIX secolo), hanno destabilizzato l’equilibrio del Paese imponendo al popolo di seguire i valori e principi occidentali abbandonando le credenze e tradizioni confuciane. Questo fenomeno è accaduto in modo particolare, poiché i cinesi hanno accolto queste idee adattandole alla loro tradizione dando vita così, inconsciamente, ad un fenomeno definito come bicolturalità (Jullien 2007). Questa bicolturalità si manifesta nella Cina di oggi rappresentata da un Paese di tradizione comunista che nasconde il vero cuore ipercapitalista.79
antiche norme rituali, della musica di corte e dell’antica poesia. Dopo aver coperto dei ruoli importanti all’interno del governo del regno di Lu, all’età di cinquantasei anni divenne primo ministro portando tale regno a prosperare più di ogni altro.
75 Questi atti si rifanno ad un preciso modello che possiede delle caratteristiche che sono riconducibili ai
riti li 礼
76 TAGLIENTE, La Cina è più vicina, www.studiotagliente.com 77 Ibid.
78 Ibid.
79 Sandro SIDERI, La Cina e gli altri, nuovi equilibri della geopolitica, Istituto Per gli Studi di Politica
Ci si confronta oggi con un paese governato da un partito unico il quale si dichiara marxista-‐leninista ma “alla cinese”80; il PCC ha determinato lo sviluppo di
un’economia di mercato libera in cui la popolazione è ora caratterizzata dalla dipendenza del consumismo e dalla sete di danaro.81
3.3.1 Origini del sinocentrismo
Lo sviluppo economico sociale dell’occidente ha fatto maturare nella medesima società un senso di patriottismo legato alla natura “euro-‐centrica” del mondo, portando così le popolazioni occidentali a considerare come veritiero ciò che proviene dal nostro mondo e, al contrario, diverso o sbagliato ciò che ci viene proposto dal mondo orientale. Allo stesso modo è venuto a formarsi anche in Asia, nella fattispecie in Cina, un sentimento molto forte di nazionalismo condiviso dalla maggior parte della popolazione.82
Ci si ricollega ora al concetto di bicolturalità poiché uno dei motivi per cui questa potenza ci sembra così distante è legato proprio a questo amor di patria che ha portato il Paese a rimodellare le idee e istituzioni straniere sulla base della loro cultura, esattamente come il partito comunista ha avviato il socialismo di mercato alla cinese.83
3.3.2 Il mandato Celeste84
Lo studio della tradizione e cultura cinese insegna che l’idea di rivoluzione in sé è pervenuta dal mondo occidentale poiché in Cina questo atto di ribellione si manifestava con revoca del Mandato Celeste. Sulla base di questo principio, l’entità superiore intesa come il Cielo concedeva al regnante la legittimità di governare, allo
80 Ibid. 81 Ibid.
82 Ibid., cit., p. xii 83 Ibid.
84 Mandato Celeste, Tian ming 天命 fu un concetto tradizionale di sovranità secondo cui il cielo
benediceva l'autorità del sovrano giusto e virtuoso conferendogli il mandato a regnare, ma poteva ritirare il mandato ad un sovrano corrotto e ingiusto, conferendolo ad un sovrano più meritevole. Cataclismi come alluvioni e carestie erano quindi interpretati come segni del ritiro del mandato da parte delle divinità.
stesso modo, nel momento in cui questo sovrano non fosse più stato meritevole di tale diritto, il Cielo lo avrebbe punito sostituendolo con un altro sovrano.85
Nel corso della storia il Cielo è sempre stato simbolo di continuità e punto di riferimento durante il periodo di cambiamento tra le dinastie che si succedevano; questo rassicurava il popolo che altrimenti avrebbe rischiato di essere coinvolto nella perdizione e smarrimento.
Il concetto del Mandato celeste si rifà alla dottrina di Confucio che è la più longeva della storia umana ed è perdurata nei secoli confortando e rassicurando i seguaci anche nei periodi più bui del regime maoista. Il Grande Maestro nei suoi scritti fa emergere il compito del sovrano il quale doveva innanzitutto assicurare il benessere del proprio popolo costituendo un ordine armonioso, per garantire l'equilibrio e assicurarsi la longevità del suo regno: egli doveva dimostrare ai suoi cittadini che le leggi erano corrette e imparziali.86
L’ordine e l’equilibrio tra uomo e natura devono essere garantiti dall’imperatore; questa solidarietà si basa su principi etici e non giuridici perciò il regnante deve fondare la sua politica sull’etica per poter assicurare l’equilibrio e il benessere del popolo. Si evince che la stabilità politica derivi dalla costituzione di un’armonia etica e culturale.87
Da questa analisi emerge che i regnanti nel corso dei secoli hanno governato basandosi sullo sviluppo etico e morale; in realtà se si analizza a fondo questo fatto ne risulta una visione contrariante: creare armonia non è un elemento fondamentale che sta alla base del potere, ma è uno strumento al servizio dello stesso e un simbolo di autocensura e limitazione della libertà individuale.88 In Cina dunque quei concetti che
all’apparenza sembrano filosofici, si sono formati come tecniche di governo proposte dai letterati i quali spesso erano funzionari imperiali; per questo motivo, la filosofia cinese soggiace all’uso politico, nel passato come ideologia dell’impero, e oggi del regime.89
Riprendendo il concetto appena citato di libertà di pensiero e di parola, è necessario analizzare il ruolo che i fattori sopra descritti hanno avuto nell’evoluzione
85 SIDERI, La Cina e gli altri, nuovi equilibri della geopolitica, Istituto Per gli Studi di Politica
Internazionale (ISPI), cit., p. xii
86 Ibid. 87 Ibid.
88 SIDERI, ”La Cina e gli altri, nuovi equilibri della geopolitica”, Istituto per gli studi di politica
internazionale, cit., p. xii
del Paese. Considerando che la Cina è da sempre governata da dominatori autoritari la cui ascesa e declino derivavano dalla volontà del Cielo, emerge come il pensiero dei cittadini non abbia mai avuto alcun valore per nessun organo della società; è venuto così a crearsi un mondo chiuso il cui unico fine è obbedire alle volontà del potere (Billeter, 2006). 90
Altra considerazione, al contrario di quanto avviene in occidente in cui il potere spinge alla ricerca dell’autonomia e dell’identità individuale, la cultura cinese vede il riconoscimento dell’individuo attraverso il gruppo poiché grazie a questo può identificarsi e acquistare sicurezza e significato. In virtù di tale principio, il governo ha da sempre assunto un ruolo paternalistico nei confronti del popolo.91 Secondo i
principi confuciani, l’ascesa nella gerarchia politica cinese si doveva confrontare con il raggiungimento del gradino più alto nella scala delle virtù che vedeva alla base della società e del governo la famiglia, la quale presenta due caratteristiche fondamentali della teoria confuciana: il culto ancestrale e la pietà filiale, ovvero quegli elementi che permettevano il continuum e la discendenza della famiglia nel rispetto e venerazione dello stato identificato come un’istituzione immortale rappresentate della continuità della civiltà cinese. 92
Il forte sentimento di nazionalismo che lega i cinesi tra loro è dato dal senso di appartenenza a un’unica cultura, razza e civiltà, non tanto dal fatto di identificare la loro nazione93 in uno stato94.
Questo pensiero si ritrova in tutti i paesi confuciani e vede come conseguenza diretta la diffidenza nei confronti degli stranieri. Perciò, questo fatto di considerarsi un Paese autonomo e separato dagli altri comporta la difficoltà di accettare i valori universali del mondo occidentale come ad esempio la libertà e la democrazia. 95 Di
conseguenza uno dei problemi intrinsechi alla società cinese, e che la stessa deve risolvere al più presto, è quello della diversità. Una potenza economica mondiale come la Cina non può permettersi di rifiutare a priori ciò che è diverso: deve valutare
90 Ibid.
91 Ibid., cit., p. xv
92 Tale ruolo fu attribuito in modo naturale poiché il primo stato fu fondato dai Qin nel 221 a.C. perciò fu
considerato come parte naturale e intrinseca della società. (XV)
93 Il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità
hanno coscienza, anche indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica. Fonte: enciclopedia Treccani on-‐line: http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/nazione/
94 Organizzazione di una comunità, in grado di prendere delle decisioni, in ultima istanza sovrane, in
nome della comunità, sia nei confronti dei membri o dei gruppi interni a essa, sia nei confronti di altre
comunità. Fonte: enciclopedia Treccani on-‐line: http://www.treccani.it/enciclopedia/stato/
e riflettere sulle proposte e idee offerte da quel mondo la cui storia è diversa dai canoni confuciani.96
3.3.3 Le teorie confuciane oggi
Con la nascita della RPC sono stati imposti alla popolazione i nuovi principi del comunismo legati al nazionalismo e patriottismo. Di conseguenza la filosofia confuciana è venuta meno. Questi sono diventati perciò l’unico strumento per incitare il sentimento di unità nazionale: uno dei fondamentali principi della storia cinese. Il ruolo chiave si riscontra dunque nel Partito il quale ha permesso alla Cina di emergere dai secoli di umiliazione che avevano appiattito gli animi del popolo ormai sfiduciato di una possibile rinascita. Il Partito viene recepito dunque come un mezzo di unione nazionale e di conseguenza è considerato anti-‐patriottico e anti-‐cinese non riconoscerlo come tale (Buruma, 2010).97
Il partito comunista continua a basare le proprie politiche sui principi confuciani poiché assicurano la buona riuscita del governo, è considerato fondamentale: assicurare l’ordine contro il caos, la regolazione come fondamento della continuità, la stabilità come condizione dell’unità del paese. Si nota che il concetto di democrazia non rientra tra i principi confuciani, di conseguenza non è parte integrante delle politiche del Partito.98
3.4 Diritto
Altro punto di riflessione si riscontra ad esempio nel concetto di diritto che fino a qualche decennio fa era totalmente sconosciuto al Paese di Mezzo poiché sin dalla costituzione del primo impero, il diritto era costituito da usi, consuetudini e pratiche legali, legati alla filosofia confuciana. La mancanza del diritto nella società cinese ha fatto sì che questa si formasse nei secoli considerando il potere e le relative decisioni come unica fonte reale e attendibile di verità e correttezza poiché fondati sui principi
96 Ibid., cit., p. xx 97 Ibid.
confuciani.99
Nei Dialoghi100, Confucio afferma che il potere coercitivo delle leggi induce
l’individuo a cercare di evitare la punizione senza essere afflitto dal senso di vergogna. Al contrario, il governo dell’uomo che è predicato dalla sua dottrina (la corretta osservanza delle norme rituali li 礼) induce l’uomo stesso a seguire in modo naturale queste leggi considerate come una guida alla vita corretta. Questo dimostra che l’insegnamento dei riti li è più forte della legge di governo fa 法 e la Cina, avendo fondato le sue radici su questi principi e riuscendo a mantenerli vivi tutt’ora, rappresenta una delle strutture politico-‐istituzionali più antiche e solide a livello internazionale.101
3.4.1 Il diritto del lavoratore secondo l’etica della legislazione cinese
L’apparato normativo cinese, essendosi sviluppato solamente negli ultimi decenni, rimane inefficiente in molti settori sia per la sua applicazione sia per la carenza di dettagli.
Con riferimento al diritto del lavoro, la normativa principale è la PRC Public
Employment Law, meglio conosciuta come Labor law, entrata in vigore nel 1995.
Questo testo normativo si limita a presentare un solo quadro di riferimento senza prevedere una normativa dettagliata poiché questa viene stabilita dalle agenzie governative e dalle autorità locali. Tuttavia, queste legislazioni sono in continuo miglioramento poiché negli ultimi anni è stata inserita una parte relativa al diritto del lavoro con un’ampia legislazione complementare valida sia a livello locale che nazionale. 102
3.4.2 La Labor Law103
In materia di investimenti stranieri, le leggi che si sono aggiunte alla Labor Law per
99 Ibid., cit., p. xxv
100 I Dialoghi: una raccolta di conversazioni, aforismi e aneddoti attribuita a Confucio ma redatta dai suoi
discepoli e seguaci.
101 Giovanni PISACANE, Manuale pratico di diritto privato e commerciale cinese, Macerata, Kindustria,
2011, cit., p. 77
102 Ibid.
integrare ulteriori regolamentazioni specifiche sono le Regulation on Labor
Management in Foreign Investment Enterprises e le Administrative Regulations on the Employment of Foreigners.104 In questo modo il governo ha fatto fronte al problema
che l’economia in continuo sviluppo si è trovata ad affrontare: è suo compito trovare un modo per bilanciare le esigenze richieste dalla flessibilità del nuovo mercato e contemporaneamente quelle della nuova classe di lavoratori cinesi sempre più vasta. Nel concreto, si è voluto dare una svolta al vecchio regime basato sulla centralità del sistema iron rice-‐bolwn105.
Gli articoli fondamentali della Labor Law che costituiscono i principi cardine della normativa in materia di lavoro sono: artt. 10, 11, 12, 13.106
L’art. 10 impone allo Stato di favorire e creare opportunità di impiego attraverso azioni come lo sviluppo economico, promozione e la formazione di future leggi che possano essere da ausilio alle imprese che decidono di espandersi. A livello locale invece interviene l’art. 11 che vede protagonisti le entità locali le quali devono promuovere la creazione di agenzie del lavoro e uffici di collocamento.107
Mentre, per quanto riguarda gli artt. 12-‐13 è presente il divieto di discriminazioni contro lavoratori di razza o religione diversa ed è richiesto l’obbligo da parte dei datori di lavoro di garantire i pari diritti tra uomo e donna.108
3.4.3 Il contratto di lavoro
La legge di diritto del lavoro è entrata in vigore il 1° gennaio 2008 ed esprime la volontà del governo di tutelare la posizione dei lavoratori, considerati come parte debole, uniformandosi così agli standard occidentali. Nel caso in cui il contratto fosse violato, il datore di lavoro può subire delle sanzioni pecuniarie molto pesanti. Questa normativa vuole tutelare il lavoratore dei confronti del titolare, nel caso perciò di una disputa, in cui le versioni di entrambe le parti siano ambigue, verrà considerata più veritiera l’interpretazione del dipendente. 109
Il titolare inoltre, in base all’art. 4, deve stabilire o migliorare i regolamenti interni al fine di assicurare i diritti dei suoi subordinati. Egli deve inoltre render conto al
104 Ibid.
105 Idioma cinese che si riferisce al posto di lavoro assicurato. 106 Ibid., cit., p. 82
107 Ibid.
108 Ibid. cit., p. 83 109 Ibid.
sindacato ogni decisione che prende relativamente ad ognuno dei dipendenti, questo ente infatti ha preso molto potere attraverso questa nuova legislazione.110
3.4.3.1 La tutela del lavoratore: contratti di lavoro emessi da imprenditori stranieri
A seguito delle politiche di espansione economica, gli imprenditori stranieri che negli ultimi decenni si sono avventurati nel mercato cinese attraverso investimenti sono innumerevoli, per questo motivo il governo ha ritenuto opportuno formulare un contratto che coinvolgesse in modo diretto questa nuova realtà d’impresa.111
Innanzitutto, nel momento in cui lo straniero decide di costituire un’impresa in Cina deve informare le entità locali relativamente al numero di dipendenti che questa prevede di assumere. Vi sono tre possibili modi per reclutare i lavoratori: tramite la parte cinese, la parte italiana, oppure vi è il reclutamento diretto dei lavoratori locali.
In materia di licenziamento, questo è consentito solamente nei casi di colpa grave, comportamento scorretto o violazione della normativa del lavoro o regolamenti aziendali; in tutti questi casi elencati, è doveroso comunque informare il sindacato e consultarsi con lo stesso. È consigliato dunque al titolare di tutelarsi specificando durante la stipula dei contratti le eventuali condizioni risolutive e dotarsi di regolamenti interni.112
Nel campo delle assicurazioni il datore di lavoro deve provvedere all’assicurazione medica, pensionistica, infortuni sul lavoro, disoccupazione e maternità. I contributi per infortunio sul lavoro e maternità sono a completo carico del titolare, mentre gli altri vengono versati in parte dal datore di lavoro in parte dal lavoratore. Il sistema assicurativo pensionistico è a livello nazionale mentre gli altri elencati sono a livello provinciale.113 110 Ibid. 111 Ibid. cit., pp. 83 -‐ 84 112 Ibid. 113 Ibid.