1.6
La Cina nell’ASEAN: la piattaforma di mercato libero
1.6.1 ASEAN: Associazione delle nazioni del sud-‐est asiatico
L’ASEAN (Association of South-‐East Nations) fu fondata nel 1967 a Bangkok, capitale della Tailandia, con lo scopo di contenere il comunismo, il loro primo obiettivo era creare una cooperazione economica e politica vicina al blocco occidentale per rafforzare la loro egemonia contro paesi comunisti. Inizialmente questa associazione aggregava i seguenti paesi: Malesia, Indonesia, Singapore, Filippine e Tailandia, successivamente sono stati aggiunti gran parte dei paesi del sud-‐est asiatico.74
L’ASEAN rappresenta il gruppo di scambio più importante nell’area asiatica, il suo proposito oggi è quello di favorire l’integrazione economica e la cooperazione attraverso dei programmi comuni per sviluppare i settori industriali. Si propone inoltre di abbattere barriere tariffarie e doganali tra gli stati membri al fine di garantire l’accesso ai mercati della regione in modo più semplice e favorire lo sviluppo degli IDE.75
Inizialmente queste nazioni hanno trovato delle difficoltà nel creare un gruppo unico e omogeneo in particolare a causa di un ostacolo di carattere naturale poiché i paesi del sud-‐est asiatico non si possono considerare un’unica grande regione sotto diversi punti di vista, quale quello economico, culturale, storico e geografico.
Nel corso degli anni novanta alcuni eventi di rilevanza mondiale hanno motivato gli stati associati a rivalutare la loro posizione e a concretizzare qualche progetto. Significativi in modo particolare furono la fine della guerra fredda e il ritiro delle truppe vietnamite dalla Cambogia.76
Inoltre, gli eventi principali che hanno portato l’associazione ad essere l’attuale paradiso produttivo a basso costo per i paesi industrializzati sono quattro:
1) l’impegno degli stati membri a liberalizzare, deregolamentare e privatizzare i settori delle economie nazionali
74 Pietro, MASINA, L’ASEAN, la cooperazione regionale in Asia, Venezia, Ca’ Foscari, “conferenza del 25
marzo”
75 Ibid. 76 Ibid.
2) la decisione di passare da un’economia di base a un’economia di produzione
3) la decisione di specializzarsi nella produzione di componentistica per poter mantenere un vantaggio competitivo
4) assegnarono notevole importanza al Giappone come principale fornitore di capitali e tecnologie che permettevano gli stati membri di mantenere aggiornate le capacità produttive e lo sviluppo dei nuovi poli industriali77
1.6.2 ASEAN + 3: la cooperazione allargata
La crisi asiatica del novantasette e novantotto fu criticata dai dirigenti politici membri della ASEAN come il risultato di cattive politiche economiche attuate dall’Occidente. Al tempo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva proposto come soluzione alla crisi che i debiti fossero saldati dai governi con i soldi dei cittadini, evitando così di intaccare quelle aziende che gli asiatici ritenevano colpevoli in prima persona della crisi.78
Per poter far fronte in modo autonomo ad altre eventuali crisi, si programmò di costituire un fondo monetario asiatico (Asian Monetary Fund). Questo enorme progetto non andò in porto poiché la Cina si oppose in prima persona, appoggiata da USA e altri paesi occidentali.79
Da quella crisi nacque però la nuova associazione ASEAN + 3 (Cina, Giappone e Corea del Sud). [Fig. 1.6.2.1]
Al momento il progetto che stanno attuando è quello di una cooperazione monetaria e finanziaria di mutuo soccorso tra i paesi membri in caso di difficoltà economiche. Cina e Giappone rimangono titubanti a riguardo perché essendo loro le maggiori potenze dell’ASEAN, in caso di crisi negli altri stati sarebbe compito loro contribuire in modo più gravoso alla risanazione finanziaria. Inoltre, si valuta la creazione di una zona ASEAN + 3 free trade zone in cui sia presente una forma di integrazione monetaria tra gli stati membri.80
È necessario sottolineare il cambiamento del rapporto commerciale tra gli stati della ASEAN e il Giappone, il quale un tempo si limitava a commerciare con gli USA, ora si trova a collaborare, e investire, in questi paesi che erano considerati dal colosso
77 Philip R., CATEORA; John L., GRHAM, Il marketing internazionale, Milano, Hoepli, 2008, cit., p. 187 78 Ibid
79 Ibid. 80 Ibid
nipponico solo fonte di manodopera, oggi sono visti come un’opportunità di mercato e di creazione di vantaggio competitivo.81
Gli accordi di libero scambio comprendono l’ASEAN che si sta sviluppando nella zona di libero scambio AFTA82, nell’ASEAN + 3 e infine l’ APEC83. 84
Figura 1.6.2.1 : rappresentazione su carta geografica dei paesi membri della ASEAN + 3
Fonte: www.dilemma-‐x.net
1.6.3 Le quattro tigri asiatiche
Le economie asiatiche che, dopo il Giappone, sono riuscite a passare in modo rapido da paesi in via di sviluppo a paesi industrializzati sono Hong Kong, Singapore, Taiwan e Corea del Sud, conosciuti anche come “le quattro tigri”, “i quattro dragoni” oppure “il miracolo dell’Asia orientale”.
Nel passato questi quattro paesi sono cresciuti producendo e assemblando prodotti per l’Occidente fino a diventarne i principali concorrenti mondiali nei settori dell’elettronica, costruzione navale, macchinari, e molti altri prodotti tecnologici. Hanno inoltre un’influenza rilevante sulle economie e sviluppo dei paesi limitrofi. Le
81 Ibid.
82 AFTA: Asean free trade zone, nasce nel 1992
83 APEC: Asia-‐Pacific economic cooperation (Cooperazione economica Asia-‐Pacifico); nasce nel 1989 ed è
costituita dai principali stati della regione –inclusi USA e Canada-‐ che vanno dall’Australia al Perù per affrontare temi di interesse comune legati al libero mercato e la collaborazione economica. Il suo rapporto con l’ASEAN, a livello commerciale conta poco, mentre ha rilevanza in ambito diplomatico.
quattro tigri si sono talmente sviluppate a livello economico e industriale da estendere le proprie attività commerciali anche in altri paesi asiatici. In questo modo si stanno sostituendo al Giappone, un tempo unica figura chiave per lo sviluppo economico della quasi intera Asia orientale. Lo sviluppo di questi paesi ha influenzato particolarmente due regioni cinesi, che rientrano nelle ZES (Guandong e Fujian), che si stanno potenziando in modo tale da assumere una certa rilevanza negli investimenti interregionali del Paese.85
1.6.4 La Cina di oggi: un colosso economico internazionale
Ad oggi la Cina si presenta sulla piattaforma globale come il secondo mercato più importante. Questa crescita è dovuta alla capacità della Cina di adattarsi allo sviluppo internazionale seguendone i principi base quali la deregolamentazione del settore industriale, l’importazione di tecnologie dall’occidente, la privatizzazione delle aziende pubbliche e lo sviluppo delle politiche a favore degli IDE. Se si considera la situazione in cui si trovava il Paese durante in maoismo, si può dire che la Cina negli ultimi trent’anni ha avuto uno sviluppo eccezionale arrivando ad essere una potenza politica ed economica a livello mondiale. Tra i paesi BRIC86, la Cina è la nazione che ha
la crescita maggiore a livello sociale87 ed economico e sta raggiungendo posizione di
dominanza all’interno del WTO.88
L’adesione al WTO è stata permessa alla Cina nel 2001 dopo ben quindici anni di trattative che iniziarono nel 1986. In quegli anni il Paese non aveva le caratteristiche necessarie per entrare a far parte di questa associazione, inoltre, la strage di Tian’anmen sconvolse in mondo intero, e gli stati membri del WTO capirono che la Cina non era pronta per fare questo passo e venne isolata maggiormente. La situazione cambiò negli anni successivi poiché il Paese aprì maggiormente la propria economia alla collaborazione estera tanto da diventare una potenza economica mondiale inarrestabile. Concedere l’adesione della Cina al WTO da parte dei membri già presenti fu un passo voluto, ma in particolar modo necessario poiché il suo peso all’interno dello scenario economico internazionale è in continua crescita. Tale
85 Ibid.
86 I BRIC sono i paesi in via di sviluppo che a differenza di altri stanno crescendo più velocemente e si
avvicinano sempre più all’Occidente industrializzato. Questi sono Brasile, Russia, India e Cina
87 La Cina è riuscita ad aumentare il livello della qualità di vita dell’intera popolazione, in particolare
nelle zone costiere.
situazione, ha portato gli altri stati membri del WTO a giungere a una decisione univoca: è irrazionale affrontare temi di economia mondiale senza includere il nuovo colosso asiatico.89
Questo grande evento ha segnato in modo positivo lo sviluppo economico della Cina, ma quasi a parità di importanza tra gli episodi che hanno influenzato la crescita del Paese troviamo la concessione degli USA dello status di nazione favorita su base permanente (PNTR Permanent Normal Trade Relations). Ora la Cina si deve adeguare alle normative del WTO relative alla liberalizzazione dell’economia di mercato. Oltre a questo passaggio, che si sta dimostrando molto lento, i due passi fondamentali che il Paese deve compiere per assicurarsi una crescita economica agevole sono il miglioramento della situazione dei diritti umani90 e la riforma del sistema giuridico.91
Tornando agli eventi che hanno permesso alla Cina di raggiungere la sua attuale posizione di potenza economica, è doveroso citare il caso di Hong Kong.
Hong Kong fu una colonia inglese dal 1842 al 1997, durante questo secolo ha sempre mantenuto la sua autonomia dalla Cina, rimanendo però sempre dipendente al Regno Unito. Sotto il dominio inglese, il Paese sviluppò un clima particolarmente adatto al business diventando uno dei maggiori porti d’Oriente.92
Quando Hong Kong fu ceduta al governo cinese fu siglato un accordo tra quest’ultimo e il Regno unito al fine di garantire all’isola una sorta di immunità per i successivi cinquant’anni, così da poter mantenere la guadagnata superiorità.
Hong Kong ottenne così lo status di Regione Amministrativa Speciale della RPC. Il timore iniziale era quello che la potenza cinese inglobasse la piccola isola sotto il suo potere politico-‐economico. Questo non si verificò poiché la Cina, che in quegli anni si stava sviluppando molto sotto l’aspetto economico, non poteva rinunciare alla vicinanza a un porto e paese di importanza mondiale qualche era (ed è tutt’oggi) Hong Kong. Inoltre, la regione amministrativa era sviluppata sotto tutti i campi e la Cina intendeva sfruttare al massimo ogni possibilità che la piccola isola le poteva fornire. Così, nel 2003 fu stipulato tra le due potenze il CEPA (Closer Economic
Partnership Arrangement) che agevolava entrambe le parti a negli investimenti e
scambi economici, inoltre ha favorito l’integrazione della ex colonia britannica
89 CATEORA; GRHAM, Il marketing internazionale, cit., pp. 212-‐213
90 Con questo punto ci si riferisce alla questione del Tibet, al massacro del 1989, per l’assenza di libertà
religiosa e la detenzione dei dissidenti.
91 CATEORA; GRHAM, Il marketing internazionale, cit., pp. 212-‐213 92 Ibid., cit., pp. 212-‐213
nell’economia cinese. Questo accordo prevede che siano abolite le tasse di importazione su beni importati da Hong Kong93 e offre anche agevolazioni per gli
investitori che intendono insediarsi nel mercato cinese.94
Nonostante questa integrazione, la Cina rimane oggi una realtà molto diversa dalla regione amministrativa; Hong Kong infatti ha un elevato grado di autonomia in quanto gestisce in modo indipendente accordi bilaterali, temi economici e sociali: Pechino è responsabile solo nel campo della difesa nazionale e degli affari esteri. Nonostante la politica liberale e capitalista di Hong Kong, i vertici comunisti di Pechino riescono ad onorare l’accordo che prevede “un paese, due sistemi” (idea originariamente proposta da Deng Xiaoping per la riunificazione della Cina).95
1.7
Il XII Piano Quinquennale (2011-‐2015)
A seguito di tutte le considerazioni fatte finora, vorrei concludere questo capitolo sullo sviluppo dell’economia cinese introducendo gli obiettivi del XII Piano Quinquennale con le relative prospettive di sviluppo del Paese.
Negli ultimi anni stiamo vivendo un cambiamento generale della situazione economico-‐sociale globale e nella fattispecie della Cina.96
Per quanto riguarda il contesto internazionale, le crisi finanziare e tutte le conseguenze negative ad esse legate hanno portato ad un rallentamento della crescita economica mondiale, ad una trasformazione della domanda e ad una spietata concorrenza in diversi ambiti, quali i mercati, le risorse e tecnologie.97
Riferendoci alla situazione interna della Cina si ha un divario di sviluppo: se consideriamo i settori dell’industrializzazione, informatizzazione, urbanizzazione, l’economia di mercato e l’internazionalizzazione, possiamo dire che la loro crescita è costante e regolare. Allo stesso modo cresce regolarmente il reddito dei cittadini, le
93 Hong Kong è il maggiore investitore del territorio cinese, negli ultimi dieci anni ha investito per cento
miliardi di dollari (americani) in infrastrutture e impianti.
94 CATEORA; GRHAM, Il marketing internazionale, cit., pp. 213-‐214 95 Ibid
96 LUO Hongbo (a cura di), Cina, le istituzioni, l’economia, la finanza, Catanzaro, Rubettino Editore, 2011,
cit., p 142