MILLENOVECENTOTTANTANOVE, UNA SENTENZA PER LA FACOLTATIVITA’
5. L’on Valdo Spini si assenta dalla votazione
Scoppia intanto una polemica all’interno del PSI, l’on. Valdo Spini, che aveva abbandonato l’aula parlamentare al momento della votazione della risoluzione , invia una lettera al direttore dell’Avanti! per spiegare la sua posizione politica e morale. “Caro direttore, avevo chiesto la parola per dichiara- zione di voto sugli effetti della sentenza della Corte costituzio- nale sull’ora di religione, ma questa mi è stata negata (corret- tamente), in quanto come membro del Governo sono destinatario dell’indirizzo generale che scaturirà dal Parla- mento stesso. Se avessi parlato, avrei voluto esprimere tre concetti. Il primo è che, pur non avendo in sé e per sé simpa- tia per i concordati, ho votato, anzi ho parlato a favore del nuovo Concordato, proprio per un atto di fiducia nella capaci- tà di adeguare il rapporto Stato-Chiesa cattolica (ma meglio sarebbe dire il rapporto Stato-Chiese) ai principi della Costi- tuzione e al pluralismo e alla tolleranza che esso postula. Il secondo è che, pur non essendo in linea di principio favorevo-
le ad un insegnamento religioso di carattere confessionale, bensì ad un insegnamento ampio ed aperto sull’insieme delle religioni, lasciando alle singole Chiese l’insegnamento stretta- mente confessionle, nonostante ciò, per motivi di carattere storico e culturale, ancora di tolleranza e di pluralismo, ho aderito all’idea di assicurare, a chi vuole avvalersene, l’inse- gnamento religioso confessionale cattolico. Ma quello che non posso ammettere è che, per favorire un più largo concorso della fruizione dell’insegnamento religioso cattolico, si obbli- ghi chi non se ne avvale a determinati comportamenti. Per comprendersi. Chi scrive, ha avuto nel suo curriculum scola- stico l’insegnamento della religione cattolica talvolta nel mez- zo dell’orario scolastico e ha utilizzato quell’ora per compiere il suo studio individuale. Ma quando questo insegnamento era all’ultima ora, previa assunzione di responsabilità della fami- glia, era consentito tornare a casa. Questo principio di libertà per i non avvalentisi non lo vedo smentito, ma nemmeno affermato con chiarezza nella mozione firmata dal mio parti- to. Un partito - lo voglio ribadire - il cui Segretario, quando era alla Presidenza del Consiglio, ha stipulato le uniche quat- tro Intese con le confessioni religiose minoritarie che siano finora state definite. Ma il documento DC-PSI- PSDI, un do- cumento evidentemente di compromesso, non fa alcun cenno a queste intese e presenta, al suo quarto comma una frase di grande ambiguità (la disciplina dei non avvalentisi nell’ambito della scuola), cui non mi sento di dare un consenso acritico. Per questo mi assenterò dalla votazione sulle mozioni. Frater- ni saluti” (18).
Intanto l’Assemblea del VI circuito delle Chiese valdo- metodiste, invia una lettera aperta al Congresso del PSI, che si è tenuto a Milano. Documento fortemente critico verso l’area socialista, che si ritiene, non sia stata coerente con il proprio credo politico. “Cresce l’indignazione delle nostre chiese nei confronti delle forze politiche che hanno approvato la risolu- zione della Camera circa la soluzione da dare all’ora di reli- gione e all’organizzazione delle attività alternative. L’Assem- blea del VI Circuito, che raggruppa le chiese di Bergamo,
Brescia, Como, Intra, Domodossola, Luino, Milano metodista, Milano valdese, Omegna, Novara, Vercelli, Vintebbio, ha ap- provato la seguente lettera aperta al Congresso del PSI che si è tenuto a Milano. Non ci risulta che il Congresso socialista l’abbia presa in considerazione. Pubblichiamo qui il testo del- la lettera aperta. Le Chiese evangeliche valdesi e metodiste della Lombardia e del Piemonte orientale, riunite a Omegna (Novara) sabato 13 maggio 1989, per la loro ordinaria assenblea di Circuito, presa conoscenza della risoluzione della Camera dei deputati in data 10/5/1989, con la quale è stata contraddet- ta la sentenza della Corte costituzionale che sancisce il pieno diritto di non avvalesri dell’IRC senza alcun obbligo alternati- vo, sono costrette a rilevare come in questa materia i deputati del PSI e del PSDI - tradizionalmente impegnati sul fronte della laicità e della libertà di coscienza - non abbiano avuto scrupolo a rinnegare tali principi. Le chiese Evangeliche con- vinte che la tutela delle minoranze e della libertà di coscienza sia caratteristica distintiva di una democrazia pluralista, qua- le è tracciata nella nostra Costituzione, esprimono la propria indignazione per il disprezzo manifestato nei confronti della Costituzione stessa e del suo massimo garante nel Paese. Le Chiese evangeliche ritengono indispensabile proseguire con ogni mezzo possibile e con ogni credibile interlocutore la lotta per il pieno rispetto dei principi costituzionali. Milano, maggio 1989". (19)
6. La circolare 188
Dopo che il TAR-Lazio dichiara che l‘IRC non può essere introdotto nelle scuole materne comunali (20) a maggio il Min. Galloni emana le cc.mm. 188 e (successivamente) 189, che impongono agli studenti che non si avvalgono dell’IRC di operare scelte alternative e li costringe a rimanere a scuola.
La Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato protesta vivacemente con un documento (21) e predi- spone un modulo integrativo all’allegato C della circolare
ministeriale 188 (22).
Successivamente in una lettera inviata al Presidente della Repubblica on. Francesco Cossiga, i rappresentanti delle quat- tro confessioni religiose che hanno stipulato un’Intesa con lo Stato esprimono amarezza e disagio per le recenti circolari del Ministro con gli obblighi che essa pone agli studenti che non si avvalgono dell’IRC. I firmatari della lettera chiedono inoltre di poter incontrare il Presidente Cossiga, quale massi- mo garante della Carta costituzionale.
Da Firenze parte poi un altro documento a firma del Concistoro della Chiesa luterana. In esso si precisa: “Il Concistoro della CELI condivide le preoccupazioni della FCEI a proposito della risoluzione della Camera del 10 maggio 1989, nonostante la situazione diversa di alcuni dei nostri alunni, conferma, in sintonia col parere espresso dall’on. Valdo Spini su La Luce del 26/5/89 che: Siamo a favore del nuovo Concor- dato per un atto di fiducia nella possibilità di adeguare il rapporto Stato-Chiese ai principi della Costituzione e al plu- ralismo e alla tolleranza che essa postula. Aderiamo all’idea di assicurare, a chi vuole avvalersene, l’insegnamento confessio- nale cattolico nella scuola pubblica, per motivi di carattere culturale e storico. Non siamo d’accordo che, per favorire un più largo concorso della fruizione dell’insegnamento cattoli- co, si obblighi chi non se ne avvale a determinati comporta- menti nell’ambito della scuola. Purtroppo il documento PSI- DC-PSDI non fa alcun cenno alle quattro intese con le confessioni minoritarie ed al principio della libertà di religio- ne garantito da queste intese” (23).
La circolare del Ministro non cessa di far parlare di sé e il direttore de La Luce titola un articolo Respingiamo la circo- lare (24), dove la si critica ampiamente, mentre la Commissio- ne delle Chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato dirama un comunicato: “ La Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato, presa conoscenza della circolare 188/ 1989, con cui il Min. della P.I. impone agli studenti che non si avvalgono dell’IRC di operare scelte alternative all’IRC stesso e li costringe ad essere presenti in scuola nel tempo di un
insegnamento facoltativo di cui non intendono avvalersi, pro- testa vivamente per questa ulteriore iniziativa vessatoria del Min. della P.I. che non tiene conto dei diritti di libertà in materia religiosa, disattende le leggi di approvazione delle Intese tra lo Stato e le confessioni di minoranza e viola quan- to chiaramente disposto dalla Corte costituzionale, rivendica lo stato di non obbligo che la Corte costituzionale nella sua sentenza 203 del 12/4/89 riconosce a coloro che scelgono di non avvalersi dell’IRC, invita quanti scelgono di non avvalersi dell’IRC, a rifiutarsi di compilare il modulo integrativo per le scelte degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica in quanto illegittimo e lesivo dei dirit- ti di libertà garantiti dalla Costituzione, annuncia ricorso al TAR contro la c.m. n. 188 del 25/5.89 del Min. della P.I.”. (25)