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Ma quale scelta?

Nel documento I protestanti e la religione a scuola. (pagine 109-112)

MILLENOVECENTOTTANTASETTE, I RICORSI DELLA TAVOLA VALDESE

4. Ma quale scelta?

In giugno riesplode la questione della modalità della scel- ta e della valutazione. In proposito il Presidente della FCEI, pastore Aurelio Sbaffi, invia due telegrammi al Min. Falcucci. Il primo, del 29 maggio, recita testualmente: “ La Federazione delle chiese evangeliche in Italia, eleva viva protesta per la mancata distribuzione nelle scuole dei formulari per la scelta di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Ciò contraddice la circolare ministeriale 368 del 20 dicembre 1985 e la risoluzione parlamentare del 16 gennaio 1986, contenenti precisa indicazione sulla riproposizione an- nuale della scelta. Si invita a provvedere con urgenza e si ribadisce la necessità che il Ministro promuova nelle scuole la conoscenza della legge 449/1984". Questo invece il testo del secondo telegramma, inviato il 9 giugno: “Questa Federazione delle chiese evangeliche italiane eleva vibrata protesta per le circolari del Ministero della Pubblica Istruzione 156 e 165, contrarie alla volontà del Parlamento e determinanti una dif- fusa interpretazione da parte delle autorità scolastiche che includono le valutazioni sull’insegnamento religioso cattolico nelle schede di ammissione agli esami di maturità. Respinge la conseguente discriminazione tra studenti basata su perso- nali scelte di coscienza. Chiede un immediato intervento chiarificatore, consono alla volontà del Parlamento e allo spi- rito della Costituzione” .(13)

Il 17 luglio il TAR-Lazio pubblica la sentenza che acco- glie il ricorso della Tavola valdese (14), contro l’obbligatorietà delle attività alternative all’IRC. La sentenza annulla così la c.m. n. 302 del 29/10/86 “nella parte in cui sancisce, per chi abbia scelto di non avvalersi dell’insegnamento religioso cat- tolico, l’obbligatorietà degli insegnamenti integrativi e della

presenza nelle libere attività di studio offerti in opzione, ri- spetto ad esso, nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado” .(15) Viva è la soddisfazione della Tavola valdese e il pastore Giampiccoli dichiara che tale sentenza “afferma con forza e rigore la facoltatività dell’insegnamento religioso cattolico e ne trae una indiscutibile conseguenza: l’alternativa ad una facoltà non può essere un obbligo” (16). Ed in questo è chiara la sentenza: “Nel momento in cui l’IRC, nel perdere la propria previgente natura obbligatoria è venuto a configurarsi come meramente facoltativo, è anche evidente che esso, sebbene tutt’ora collocato, sia per ragioni d’ordine normativo che organizzativo, nel normale quadro orario delle lezioni, non può più neppure essere utilizzato ai fini dell’individuazione del normale orario scolastico, costituendo, per sua natura, un quid pluris di cui è lasciata agli interessati la facoltà se avva- lersi o meno”. (17) Ne dà subito notizia il settimanale La Luce nel numero 29 (18) e pubblica nel numero successivo un’in- tervista al moderatore della Tavola valdese. (19) Nella pro- spettiva di un riesame globale della questione dell’IRC, muta- no con la sentenza i termini della questione e quindi i presup- posti in base ai quali i singoli operano la loro scelta. “Non si può quindi non riproporre a tutti gli studenti”, afferma Giampiccoli “l’esercizio del diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento religioso cattolico per il 1987/ 88; o per lo meno consentire tale scelta agli studenti che, a causa dei ritardi e delle inadempienze del Ministero e dei suoi organi periferici, non hanno ricevuto in tempo utile il modulo per la scelta e non sono stati perciò posti in condizione di operarla entro il 7 luglio” .(20)

A questo punto si susseguono numerose interrogazioni parlamentari da parte del PCI, della Sinistra indipendente, DP, PR e quella del Sottosegretario agli interni on. Valdo Spini: “Premesso che il TAR del Lazio, con sentenza pubblica- ta il 17 luglio 1987, ha accolto il ricorso presentato dalla Tavola valdese avverso alla circolare ministeriale 29/10/86 n. 302, emanata dal Ministro della Pubblica Istruzione e l’ha annullata nella parte in cui sancisce, per chi abbia scelto di

non avvalersi dell’insegnamento religioso cattolico, l’obbliga- torietà degli insegnamenti integrativi o della presenza nelle libere attività di studio offerti in opzione, rispetto ad esso, nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado; interpella il Ministro della Pubblica Istruzione per conoscere quali siano le intenzioni del governo in proposito e come intenda ottem- perare alle prescrizioni della stessa sentenza, che non prevede per gli alunni che non abbiano dichiarato di avvalersi dell’IRC, l’obbligo della frequenza di attività alternative all’insegnamento religioso stesso”. (21) La Tavola valdese ha inoltre presentato, insieme ai rappresentanti delle Chiese evangeliche che aveva- no partecipato al ricorso, all’Unione delle Comunità israelitiche, al Comitato Scuola e Costituzione, alle Comunità di base, alla CGIL-scuola, una petizione corredata da 200.000 firme per rinegoziare l’Intesa (22) ed una lettera di accompagnamen- to(23) ai Presidenti della Camera e del Senato. Riguardo a quest'ultima l’on. Iotti esprime l’opinione che la richiesta di ridistribuzione dei moduli per la scelta potrebbe venire accol- ta, mentre il sen. Spadolini invita i firmatari a rivolgere la loro azione al Governo e alle forze politiche, consigliando di distinguere tra revisioni di leggi, regolamenti e norme di ca- rattere istituzionale, alludendo al Concordato. Spadolini, os- serva, anche che una certa fretta nel concludere il Concordato ha influito su talune decisioni, come quella di introdurre l’IRC nelle scuole materne. In merito il Moderatore Giampiccoli è del parere che si è trattato di un intervento positivo, perché ha permesso di sottolineare che nel nostro Paese è importante la responsabilità del Parlamento, e non solo del Governo. “Non bisogna illudersi che tutto sia risolto”, ha detto inoltre, “ora tocca alle forze politiche impegnarsi. Tuttavia, poco alla volta, varie forze politiche si sono già rese conto dell’inadeguatezza delle soluzioni che sono state date al problema e vi è da sperare che i partiti lo riprendano in considerazione in vista di soluzioni migliori” .(24)

Nel documento I protestanti e la religione a scuola. (pagine 109-112)