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La fonte dei dati: l’European Labour Force Survey

Considerati gli obiettivi del presente lavoro, la fonte dei dati scelta per l’analisi è rappresentata dall’ EU-LFS realizzata da Eurostat, che riunisce le rilevazioni sulle forze lavoro di tutti i Paesi membri dell'Unione Europea. La responsabilità dell'indagine è affidata agli istituti nazionali di statistica, mentre i dati vengono processati a livello centrale da Eurostat impiegando schemi concettuali comuni e adottando le linee guida dettate dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). Vengono applicate classificazioni internazionali comuni, come

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ad esempio NACE (classificazione delle attività economiche), ISCO (la classificazione internazionale delle professioni), ISCED (la classificazione internazionale standard dell'istruzione, e NUTS (la ripartizione territoriale). L’indagine si focalizza sulle condizioni lavorative in generale. L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, definita come insieme di persone coabitanti, legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi ma la raccolta dei dati avviene a livello individuale. La prima intervista viene effettuata presso l’abitazione della famiglia da intervistatori mediante tecnica Capi (Computer assisted personal interview) mentre le interviste successive, per la famiglia di cui si dispone del numero di telefono, vengono effettuate telefonicamente. Questo metodo di intervista è conosciuto come CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing). Le informazioni raccolte fanno riferimento alla settimana precedente l’intervista e i dati si basano sulle risposte date dagli intervistati e non su fonti amministrative (ISTAT,2015). A partire dal 1999, nel secondo trimestre (aprile – giugno) di ogni anno, nell'indagine viene inserito un modulo ad hoc, armonizzato a livello europeo, volto ad approfondire un particolare aspetto del mercato del lavoro. I dati utilizzati in questa tesi provengono dalle rilevazioni effettuate nel secondo trimestre del 2006 e del 2012 in cui sono inseriti i moduli ad hoc “Conclusione dell’attività lavorativa e transizione verso la pensione”. Le informazioni raccolte attraverso questi due moduli consentono di (i) accrescere le informazioni disponibili riguardo a tempi e modalità di ritiro dall’attività lavorativa e (ii) monitorare la partecipazione al mercato del lavoro della popolazione anziana, il cui incremento è incluso tra gli obiettivi della Strategia Europa 2020 e nella Strategia Europea per l’invecchiamento attivo (ISTAT,2007). Gli obiettivi di questi due moduli sono dunque:

1) Raccogliere informazioni sulla fase di transizione verso il ritiro dal mercato del lavoro e capire quali sono i principali aspetti della transizione verso la pensione (eventuale riduzione dell’orario lavorativo, età programmata di fine lavoro, prolungamenti volontari, fattori in grado di influenzare la scelta di posticipare la conclusione dell’attività lavorativa);

2) Raccogliere informazioni sulla durata della carriera e sulla modalità di conclusione dell’attività lavorativa (età di ritiro, motivi che influenzano la decisione di abbandonare il lavoro, eventuale fruizione di incentivi).

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I moduli ad hoc sono stati somministrati a soggetti d’età compresa tra i 50 e i 69 anni che lavorano o che sono stati occupati fino ai 50 anni. La popolazione target del modulo viene selezionata in base alla situazione lavorativa durante la settimana di riferimento. Nella popolazione di riferimento possiamo distinguere due sottogruppi ovvero (i) coloro che dichiarano di non aver ancora concluso la loro carriera lavorativa (sia occupati, sia non occupati) e coloro che hanno concluso la carriera lavorativa e si trovano già in pensione. In base a questa distinzione vengono indagate le intenzioni future o le scelte passate. I dati ci danno informazioni sia sulle motivazioni che spingono l’individuo ad andare in pensione sia sulle motivazioni che spingono il lavoratore a restare nel mercato del lavoro nonostante abbia acquisito il diritto a ricevere una pensione. La doppia rilevazione ci consente di analizzare come sono cambiate le decisioni di pensionamento nel corso di sei anni. Tuttavia, anche se i due moduli indagano lo stesso tema, le variabili non sono direttamente comparabili tra le due indagini. Nella relazione26

redatta da un gruppo di esperti (2006) sono state indicate alcune raccomandazioni in caso di ripetizione del modulo e sebbene il modulo del 2012 sia stato somministrato con le stesse intenzioni di quello del 2006 ci sono solo sei variabili che, in linea di principio, hanno lo stesso contenuto in entrambi i moduli.27 La scelta è ricaduta sull’utilizzo del dataset europeo e non su

quello italiano, perché a causa dei vincoli di tutela della riservatezza riguardo alle informazioni espresse dai rispondenti imposte dall’istituto nazionale di statistica Istat, non sono state rilasciate le informazioni necessarie per costruire un file idoneo a poter testare le ipotesi riguardanti l’influenza che le variabili familiari hanno sulle decisioni di pensionamento. L'utilizzo di questo dataset è particolarmente interessante non solo perché il numero di casi è molto alto, ma anche perché fornisce informazioni specifiche riguardanti l’oggetto di studio coniugando l’aspetto istituzionale a quello individuale e familiare. Uno dei principali limiti di questo data set è che a causa dei criteri di anonimizzazione e aggregazione dei dati non vengono

26 http://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-statistical-working-papers/-/KS-RA-08-012

27 La variabile riduzione dell’orario lavorativo ha causato problemi nel 2006 perché in molti casi l’intervistato non ha saputo dare una risposta precisa, in particolare a causa dei cambiamenti nelle normative che regolano l’età di pensionamento. Nel 2012 questa variabile è stata semplificata. La variabile quando pensa di smettere di lavorare ha avuto problemi per la stessa ragione della variabile precedente. Purtroppo, l’aggiustamento proposto nel 2012 non ha risolto il problema perché la difficoltà a rispondere sui piani futuri persiste. La variabile ragioni per lasciare il mercato del lavoroha troppi elementi di risposta e troppo dettagliati, causando difficoltà nel distinguere tra gli elementi. Ci sono stati cambiamenti nel 2012, ma non hanno portato alla semplificazione. La variabile età in cui si è iniziato a percepire la pensione chiedeva nel 2006 l'età in cui si è iniziato a percepire una pensione individuale, e ha avuto alcuni problemi di comprensione. Questo quesito è stato modificato nel 2012 specificando il tipo di pensione, ovvero quella di vecchiaia. La variabile tipo di pensione ricevuta ha avuto problemi con l'interpretazione del termine prestazioni individuali e nel 2012 sono state ampliate le categorie dei tipi di pensione. Infine, nella variabile ragioni per

restare nel 2006 il filtro era troppo restrittive, causando molte non risposte e così nel 2012 il è stato modificato.

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fornite informazioni precise su alcune caratteristiche personali. Ad esempio, le informazioni riguardanti l’età al momento dell’intervista vengono rilasciate in classi di età di 5 anni: 50-54, 55-59, 60-64, e 65-69. Pertanto, visto che non disponiamo dell’età effettiva non è possibile ricavare con esattezza le informazioni relative all’anno di nascita e all’età di uscita dal mercato del lavoro. La variabile riguardante lo stato civile, è stata creata mettendo nella stessa categoria l’essere vedovi, divorziati e separati. Per quanto riguarda i legami parentali del nucleo familiare non possiamo risalire alla presenza di nipoti in famiglia e non disponiamo del numero esatto di figli per ciascun uomo/donna ma abbiamo le informazioni relative ai figli e ai genitori anziani se conviventi. Nonostante questi limiti, la scelta di questo data-set non è inusuale nello studio dei comportamenti di pensionamento (Radl 2013; Hofacker 2016). Il campione complessivo dell’EU-LFS alla rilevazione del 2006 consta di 173.363 individui mentre nel 2012 è di 148.338. Nel presente lavoro, l’attenzione è stata posta sulle scelte di pensionamento pertanto verrà presa in considerazione solo la popolazione di riferimento dei moduli ad hoc. Come anticipato in precedenza, i moduli ad hoc sono stati somministrati solamente ai soggetti d’età compresa tra i 50 e i 69 anni che sono rispettivamente 45.622 nel 2006 e 39.178 nel 2012.