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Come già accennato in questo elaborato800 il territorio della Mauretania viene

annesso a Roma in seguito ad alcuni step ben delineati storicamente. E’ il territorio che forse più degli altri subisce le vicissitudini e gli scontri intestini che destabilizzano Roma nello scemare della repubblica; il primo Re ad entrare in contatto diretto con i

romani è Bocco I, Re della tribù dei Mauri, la più potente delle zona che appare già al

fianco di Cartagine nella spedizione di Sicilia nel 406 a.C.801. Durante le guerre

contro Giugurta, reo di essersi ribellato a Roma, grazie all’operato del legato di

Mario, Lucio Cornelio Silla802, Bocco tradisce Giugurta, suo parente acquisito tramite

vincoli matrimoniali, e lo consegna a Roma nel 105 a.C. ponendo fine alla guerra. Fino a quel momento la dinastia di Bocco era una delle tante, ma in seguito all’aiuto dato, Roma concede grosse elargizioni di terra e passerà nelle fonti come Re di tutta la Mauretania.

Ma è nello scontro che mette di fatto fine alla repubblica che la Mauretania vede di nuovo decidersi le sue sorti. Al culmine dello scontro tra Cesare e Pompeo, i nipoti di Bocco I si dividevano il territorio, Bogud la parte occidentale e Bocco II in quella orientale confine tra le due parti era il fiume Malus o Mulucha attuale Wadi Muloya. Entrambi erano alleati di Cesare contro Giuba Re di Numidia, che era alleato di Pompeo; i due però si dividono quando i contendenti sono Antonio e Ottaviano: Bogud passa dalla parte di Antonio, mentre il fratello Bocco II si schiera con Ottaviano. Nel 38 a.C., sfruttando l’assenza di Bogud, Bocco II fomenta una ribellione a Tingis e ne approfitta per invaderla e conquistarla con l’aiuto delle truppe

di Ottaviano, unificando così il regno803, che rimane sotto Bocco II fino al 33 a.C.. Il

sovrano muore senza figli e con testamento lascia il regno a Ottaviano. Non era la prima volta che succedeva qualcosa del genere; la decisione del sovrano sicuramente si basava su una riflessione ponderata in base al contesto generale, e sulla continua espansione egemonica di Roma per sventare il pericolo di lotte

intestine per il potere804. Non è ben chiaro come fu amministrato questo territorio per

gli anni successivi fino al 25 a.C.; la Mauretania non compare sulle liste delle province che giurano fedeltà a Ottaviano nel 32 a.C., ma di sicuro Tingi (già municipio dalle rivolte del 38 a.C.), e altre 11 città ricevono il rango di colonia e la

sistemazione dei veterani, ma la loro amministrazione era a carico della Spagna805.

Dopo la vittoria sui Cantabri in Spagna, nel 25 a.C., l’ormai imperatore Augusto decide di affidare la Mauretania più una parte della Numidia ad una persona della massima fiducia: Giuba II. La scelta si rivela quanto mai saggia e ben ponderata; 801 A. Della Rosa 2015, p. 269. 802 G. Brizzi 2004, p. 45. 803 A. Della Rosa 2015, p. 270. 804 M. Coltelloni – Trannoy 1997, p. 29. 805 A. Della Rosa 2015, p. 270.

utilizzando una politica basata su regni vassalli, affidati a regnanti degni della piena fiducia dell’imperatore si evitava il controllo diretto in zone remote o di scarsa importanza dell’impero, evitando così di dover difendere in maniera diretta i confini che erano coperti dagli eserciti dei sovrani fedeli a Roma, evitando in questa maniera spreco di uomini e risorse. Giuba II sceglie come capitale Iol a cui poi cambia il nome in Caesarea in onore di Cesare; si rivela un sovrano molto capace nell’accrescimento

culturale ed economico del regno a lui assegnato per quasi 50 anni 806. Alla sua

morte nel 23 d.C., suo figlio ed unico erede Tolomeo diventa Re. Anche lui fedele a Roma si prodiga per la Mauretania; la sua reggenza perdurerà fino al 40 d.C., anno in cui muore per ordine di Caligola. Non sono chiari i motivi dell’uccisone; i due inoltre erano cugini di secondo grado; forse la necessità di nuovi introiti per mezzo

della confisca dei beni della corona rese necessario l’uccisione di Tolomeo807.

Gli effetti della morte di Tolomeo, legittimo Re furono come spesso accade delle rivolte; un tale Edemone proclamatosi liberto di Giuba II, a capo della rivolta, instaura il suo breve regno nella parte occidentale del paese. La situazione torna sotto il controllo di Roma solo nel 44 d.C.; il regno di Mauretania viene scisso e riorganizzato in due province: la Mauretania Tingitana a ovest con capitale Tingis, e la Mauretania Caesarensis con capitale Caesarea. Il confine era sancito dallo stesso fiume che divideva i territori al tempio in cui regnavano i nipoti di Bocco I.

4.2.1. Giuba II, un sovrano filoellenico al servizio di Roma

Augusto nella sua politica illuminata e remunerativa di controllo del territorio, sceglie come abbiamo detto di formare regni vassalli con la funzione di cuscinetto tra i confini dell’impero e territori ancora ancora sotto il controllo di tribù o regni locali. Per dare un volano a questa scelta, aveva bisogno di collocare su quei troni persone degne della massima fiducia, in grado di amministrare il territorio loro assegnato in nome di Roma e nel rispetto delle sue leggi e dei suoi piani d’azione.

Per attuare questo schema Augusto continua lui stesso, servendosene, una politica iniziata nel II sec. a.C.; era consuetudine portare a Roma i rampolli delle dinastie sconfitte per educarli, crescerli ma soprattutto romanizzarli. Una volta compiuto questo processo venivano rimandati nei loro regni d’origine o comunque, come

806 Tratterò la figura di Giuba II più nel dettaglio nel prossimo paragrafo. 807 A. Della Rosa 2015, pp. 270 - 271.

vedremo per il caso di Giuba II, in zone dove la loro reggenza poteva essere accettata perché legittimata da ancestrali natali.

Il primo caso di questa efficace politica intrapresa da Roma l’abbiamo con Arirathes V di Cappadocia, educato a Roma prima di diventare re del regno dei suoi avi nel

163 a.C.808. E’ questo il caso del futuro Re di Maureatania Giuba II; di lui non

abbiamo una precisa data di nascita che si ipotizza essere intorno al 50 a.C.; il primo dato storico certo della sua esistenza è quanto mai traumatico, più per gli storici che per Giuba stesso; infatti fu fatto sfilare nel trionfo di Cesare per la vittoria sul padre, Re Giuba I avvenuta a Tapso nel 46 a.C. Data la sua tenera età e i suoi indiscussi

natali fu risparmiato809 ed entra nel novero dei royal baby allevati e cresciuti a Roma,

anzi Giuba II più di tutti sarà un figlio prediletto; verrà infatti preso nella casa di Cesare e sarà allevato dalla sorella di Augusto, Ottavia. Considerando che verrà innalzato sul trono di Mauretania ventuno anni dopo, si ipotizza che all’epoca del trionfo che lo vede tragicamente protagonista, Giuba II non abbia che pochi mesi, e non più di due anni810.

Per Giuba importante è il ventennio successivo in cui cresce e si forma; ha sicuramente accesso alla migliore istruzione che la Roma del periodo possa offrire; anche se non sappiamo con precisione chi furono i suoi maestri, si possono supporre dei nomi incrociando i suoi particolari interessi dato che una volta assunta la reggenza sarà un prolifico scrittore, con le scuole e i maestri presenti a Roma quando Giuba era giovane; tra i possibili tutori di Giuba possiamo avere Alessandro Poliistore di Mileto attivo a Roma dall’82 a.C. che ha redatto molte opere di tema geografico, oppure Atenodoro di Tarso che fu maestro di Ottaviano in persona che seguì a Roma nel 44 a.C., il quale era uno storico e un filosofo allievo del grande Posidonio.

Ma al di là dei singoli maestri e dei vari interessi culturali che Giuba coltiva a Roma, è il contesto e il periodo in cui il futuro Re di Mauretania cresce e si forma a determinare molto della sua personalità. Sicuramente vive anni travagliati: vede l’assassinio di Cesare, la contesa tra Marco Antonio e Ottaviano e la demonizzazione di Cleopatra di cui poi sposerà la figlia. Anni travagliati si, ma anche anni di rinnovo e

808 D. W. Roller 2003, p. 60. 809 Ibid., p. 11.

rivoluzione culturale. Giuba entra in contatto con tante figure diverse che transitano per la casa imperiale, conosce Verrio Flacco, grammatico che sarà precettore dei figli adottivi di Augusto Gaio e Lucio; conosce poi uno tra gli scrittori romani per eccellenza: Virgilio. Stringe amicizie intime con altri personaggi illustri come Orazio e Agrippa. Assiste in prima persona alla trasformazione “da una città di mattoni a una di marmo”, come soleva dire lo stesso Augusto a riguardo della sua rivoluzione architettonica, che vedrà il volto di Roma trasformarsi e che profondamente segnerà Giuba quando spetterà a lui provvedere all’abbellimento e alla creazione di una

capitale degna di tale nome811.

Per concludere la sua formazione e fargli ottenere la cittadinanza romana, Augusto decide di portarlo in una campagna militare. In base al comportamento del giovane avrebbe poi probabilmente deciso se innalzarlo al trono di Mauretania. Segue Augusto ad Anzio, contro il parere della sorella Ottavia, ma non combatte perché troppo giovane; sarà in Spagna che Giuba metterà alla prova la sua tempra di condottiero, e verrà ritenuto degno di incarichi superiori.

Nel 25 a.C. diventa Re di Mauretania; allevato insieme all’aristocrazia e cittadino Romano a tutti gli effetti, è degno della massima fiducia, ampiamente dimostrata sotto le armi; i suoi natali lo rendono degno di sedersi su un trono africano

diventando cosi rex amicus populi Romani812.

Sposa Cleopatra Selene, figlia di Marco Antonio e Cleopatra; anch’essa allevata in casa di Ottavia ma più giovane di Giuba; questo matrimonio è ovviamente combinato in modo da estendere il braccio di Roma e il sangue della casa imperiale, infatti il figlio di Giuba e Cleopatra Selene sarebbe stato a tutti gli effetti membro della dinastia Giulio – Claudia.

Giuba Re è un esempio di quello che deve essere un buon reggente, sotto di lui non si hanno grosse variazioni nei limiti territoriali o tensioni, se non per qualche tribù dell’entroterra ancora riottosa alla presenza di Roma. Amministra sapientemente il territorio lui assegnato, in accordo totale con Roma e cosi farà il figlio alla sua morte

nel 23 d.C., a quasi 75 anni e dopo aver regnato per un cinquantennio813.

811 Ibid., p. 73.

812 V. A. Sirago 1996, p. 304 813 Ibid., pp. 304 – 305.

La sua mano si vede soprattutto nel programma edilizio della sua capitale, e nella sua importante produzione letteraria, infatti Plinio il vecchio lo ritiene più famoso

come scrittore che come Re814.

Un primo dato importante da riscontare sulla variegata produzione letteraria di Giuba è la redazione dei suoi testi in greco antico. Sicuramente l’unione con una delle dinastie ellenistiche più famose e più antiche ha il suo peso, il cui riflesso si vedrà in molte scelte operate in chiave architettonica nel momento in cui Giuba abbellisce la sua capitale, Iol. Un’altra prova più diretta sta nel nome scelto per il loro primo figlio, battezzato come Tolomeo.

Tornando alla scelta della scrittura in greco antico per un Re di origine africana ma a tutti gli effetti romano, sta nel fatto che il greco antico era ancora la lingua della cultura per eccellenza fuori dall’Italia; i romani lo sapevano e di conseguenza esso veniva insegnato insieme al latino nelle scuole. Non sono rari gli esempi eccellenti di altri scrittori romani: Silla scrive la sua autobiografia in greco e anche al tempo di Augusto molti scrittori illustri scrivono in greco; ad esempio Strabone scrive in greco

la sua Geografia815.

La produzione di Giuba II è molto vasta e variegata, in un numero di libri imprecisato; è impossibile stabilirne con precisione il numero perché nessuna sua opera si conserva nel naufragio della letteratura antica, le opere di Giuba II ci sono note per lo più tramite citazioni di altri autori, primo tra tutti Plinio il Vecchio che cita frequentemente Giuba, da cui possiamo desumere che le maggiori opere sono di carattere geografico e riguardano soprattutto l’Africa, ma scrive anche una storia di

Roma in molti volumi816.

Dopo la sua morte Re Giuba II diviene una figura importante, il suo ritratto sarà presente in molte biblioteche private della Mauretania come esempio di uomo di cultura e di intelletto.

Volendo inquadrare la figura di Giuba II nell’ambito della romanizzazione siamo di fronte ad un altro dei vari e tanti modi con cui Roma estendeva la sua egemonia, riuscendo in questo caso a controllare e romanizzare dall’interno un territorio molto marginale che sarebbe stato complicato e dispendioso gestire. Monito di questo processo di romanizzazione sarà il programma edilizio e artistico promosso dal Re

814 Plin. Nat Hist. V, I, 16 ...studiorum claritate memorabilior etiam quan regno. 815 V. A. Sirago 1996, pp. 305 – 306.

nella capitale, Iol, che ribattezzerà Caesarea in omaggio a Augusto suo protettore, segnando un primo importante distacco dalla tradizione dato che era sempre

Volubilis la capitale del regno di Mauretania817. Sepur Caesarea è una città Romana

nel concetto con cui viene creata come prolungamento di Roma stessa818 in tutti i

maggiori monumenti819, risente degli echi ellenistici che si trascinano con i suoi

regnanti; da un punto di vista concettuale nella tradizione ellenistica, Giuba si vede come portatore di civiltà e ordine ,trasformando la città di Iol in quella di Caesare; dal punto di vista urbanistico pratico l’aspetto più evidente è come la città sia posta su un

palcoscenico; chi arrivava dal mare vedeva in Caesarea una città ellenistica820, che

dominava dalla sua platea a quota 25 metri s.l.m. in posizione scenografica con le sue costruzioni di pregio e con i suoi monumenti principali in bella mostra. Siamo di

fronte ad una soluzione tipica del mondo ellenistico821.

Anche il programma scultoreo ci tramanda questa commistione di stili e culture che gravitano intorno alla coppia reale, la discendenza numidica del Re, i natali egiziani della regina e la condivisa infanzia a Roma, dove da vicino hanno assistito allo sviluppo della Roma Augustea, di cui avrebbero trasferito molte delle idee apprese in Mauretania. Abbiamo un vasto numero di reperti scultorei ritrovati a Caesarea, che rappresentano uno straordinario campione di dati che ci permettono di stabilire le influenze pluridirezionali che hanno mosso la mano degli artisti commissionati da Giuba. Abbiamo ritratti di stampo politico che richiamano il programma dinastico

tanto caro ai sovrani ellenistici ma anche allo stesso Augusto822 , come vediamo nel

foro e nell’Ara pacis. Oppure la commemorazione dell’ascendenza di cui abbiamo traccia in un ritratto del padre, in una testa barbuta conservata al Louvre823. Come ovvio il princeps era un elemento fondamentale da celebrare, come dimostra la superba statua loricata, trovata vicino il teatro, seconda per qualità solo all’Augusto di

Prima Porta824. Molto corposa è la collezione dei ritratti reali. Da Volubilis abbiamo un

ritratto giovanile idealizzato in stile greco, forse nel momento dell’ascesa al trono; gli altri lo mostrano durante altre fasi della sua vita, ma mai in età avanzata. Anche il 817 D. W. Roller 2003, p. 119. 818 V. Franchetti Pardo 2006, p. 201. 819 F. Leveau 1983, p. 353. 820 M. Coltelloni-Trannoy 1997, p. 149. 821 D. W. Roller 2003, pp. 180 – 181. 822 Ibid., pp. 137 – 138, 823 Ibid., p. 139. 824 Ibid., p. 145.

figlio Tolomeo, al raggiungimento dell’età matura viene inserito nei ritratti ufficiali; di lui abbiamo una dozzina di esemplari che denotano una diversa tipologia iconografica di ritratti; in quanto membro della famiglia Giulio - Claudia, è consanguineo dell’imperatore Caligola, del successore Claudio e di Nerone. Per questo la sua ritrattistica è direttamente condizionata dalla famiglia imperiale e

presenterà spesso un’acconciatura che assomiglia a quella di Augusto825.

Il programma scultoreo è poi completato con un grande numero di statue decorative a tema mitologico o allegorico, andando a imitare quelli che sono i canoni visti a Roma. Nessun originale greco è stato rinvenuto, ma ci sono molte copie di artisti famosi come Skopas. Tra le copie più famose abbiamo un’Afrodite in bronzo in miniatura e un Artemide del tipo Versailles. Ci sono molte rappresentazioni di Eracle

e molte versioni di Apollo826. Le opere sono lo specchio del tentativo ben riuscito dei

sovrani di creare una città che rispecchiasse l’immagine di Roma.

Una precisazione alla luce di quanto detto però va fatta e cioè che Roma, come suppongo, non si sia mai illusa di riuscire a romanizzare dal punto di vista culturale una zona come la Mauretania. Al di là della città costruita da Giuba II che vede l’afflusso di artisti e precettori di alto livello creando una vetrina di tutto quello che la cultura romana poteva offrire, le zone dell’entroterra montuoso rimangono invece sempre legate e fedeli più alle tradizioni tribali che a Roma. Giuba è stato un buon filo d’unione per cercare di unire e convertire in maniera ideologica la tradizione berbera a Roma. Dopo la formazione effettiva delle provincie romane, si passerà ad un controllo di tipo militare827.

4.3. Iol nel periodo punico, dalle fonti letterarie alle evidenze archeologiche