• Non ci sono risultati.

La punizione altruistica nell’incontro fra culture

Daniela Rabellino, Rosalba Morese, Angela Ciaramidaro, Bruno G. Bara e Francesca M. Bosco

Daniela Rabellino, Università di Torino, Dip. Psicologia e Centro di Scienza Cognitiva, Torino, Italia (tel: +39-0116703068; e-mail: [email protected]).

Rosalba Morese, Università di Torino, Dip. Psicologia e Centro di Scienza Cognitiva, Torino, Italia.

Angela Ciaramidaro, Università di Torino, Dip. Psicologia e Centro di Scienza Cognitiva, Torino, Italia; Dept.of Child and Adolescent Psychiatry, Psychosomatics and Psychotherapy, Goethe-University, Frankfurt/M., Germany

Bruno G. Bara, Università di Torino, Dip. Psicologia e Centro di Scienza Cognitiva, Torino, Italia; Università di Torino, Neuroscience Institute of Torino, Italia.

Francesca M. Bosco, Università di Torino, Dip. Psicologia e Centro di Scienza Cognitiva, Torino, Italia; Università di Torino, Neuroscience Institute of Torino, Italia.

Abstract— Studiosi di varie discipline hanno finora cercato di comprendere i processi decisionali sottostanti le scelte in

ambito economico degli esseri umani. Perché a volte le persone agiscono comportamenti che vanno contro il proprio interesse personale? Al fine di esplorare questo complesso ambito abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul concetto di punizione altruistica, indagata attraverso il gioco del Third Party Punishment (TPP). Il TPP prevede l’attuazione di una sanzione di tipo economico a proprio costo da parte di un osservatore non coinvolto nel gioco, che può punire o meno chi viola le norme di cooperazione, senza alcun beneficio personale. Questo comportamento sanzionatorio si può declinare in modo diverso a seconda della cultura di appartenenza: una cultura collettivista, come ad esempio quella cinese, ha come priorità la salvaguardia del gruppo rispetto al singolo, al contrario delle culture individualiste, come ad esempio quella italiana, che promuovono l’indipendenza del singolo, anche a discapito del gruppo di riferimento. Abbiamo integrato quindi conoscenze del campo economico e delle scienze cognitive con una variabile antropologica: il confronto tra culture diverse, i.e. cinese e italiana. Lo studio propone un'analisi sia intragruppo - dove tutti i partecipanti al gioco appartengono alla stessa cultura, italiana o cinese - sia intergruppo - dove uno dei partecipanti appartiene ad una cultura diversa, italiana o cinese, rispetto a quella degli altri due giocatori. I risultati preliminari confermano l’emergere del comportamento di punizione altruistica, in conformità ad una norma implicita che garantisce la cooperazione tra persone, sia nei soggetti italiani che nei soggetti cinesi. Non risultano invece per ora differenze statisticamente significative rispetto alla variabile interculturale, ma prospettiamo a tal fine un ampliamento del campione.

Index Terms — processi decisionali, giochi economici, punizione, altruismo, cooperazione, transculturale

XII.INTRODUZIONE

Diversi studi hanno dimostrato come le persone spesso agiscono, di fronte a compiti di decision making di tipo economico, in modo apparentemente irrazionale, non limitandosi a valutare costi e benefici delle proprie azioni (avendo quindi un comportamento da “homo economicus”), ma utilizzando strategie influenzate da aspetti interpersonali e affettivi [1, 2].

Il nostro interesse nel presente studio si è concentrato su una caratteristica unica dell’essere umano: l’attitudine alla cooperazione, caratteristica che ha portato l’uomo a creare istituzioni sociali e norme atte a mantenerla. La conformità a tali norme si esprime infatti nella sanzione per coloro che contrastano la tendenza a cooperare [3]. In questa prospettiva è interessante il comportamento, definito altruistic punishment, volto a punire a proprio costo la violazione delle norme sociali, senza alcun beneficio diretto per il punitore [4]. Secondo la teoria della strong reciprocity, un ‘forte reciprocatore’ è predisposto a cooperare con gli altri e a punire i non-cooperatori, anche quando questo comportamento non è giustificato da interesse personale, relazioni di parentela o altruismo reciproco [5]. La punizione diventa così, all’interno di un gruppo sociale, una garanzia alla cooperazione [6]. Il fatto che la creazione di norme sociali sia un fenomeno a livello di gruppo suggerisce che la tendenza umana all’altruismo emerga in particolare in forma di “istinto parrocchiale” [7], per cui le persone sono portate a favorire i membri del proprio gruppo sociale.

Tale atteggiamento si può declinare in modo diverso a seconda della cultura di appartenenza: una cultura collettivista ha come priorità la salvaguardia del gruppo rispetto al singolo, al contrario delle culture individualiste, che promuovono l’indipendenza del singolo, anche a discapito del gruppo di riferimento [8]. E’ quindi interessante confrontare i comportamenti di altruismo e cooperazione in una cultura tradizionalmente collettivista, come quella cinese, rispetto a una cultura individualista, come quella italiana.

XIII. OBIETTIVOEIPOTESI

167

culture diverse (italiana e cinese) coinvolte in un gioco economico (il Third Party Punishment) sia in un’ottica intragruppo (in cui tutti i giocatori appartengono alla medesima nazionalità) che intergruppo (in cui uno dei tre giocatori appartiene a una cultura differente dagli altri due).

In linea con la letteratura [7, 9] ci attendiamo che entrambi i gruppi mostrino il comportamento di punizione altruistica, specificamente quando un giocatore si comporta in modo unfair, ovvero non equo secondo le norme relative alla giustizia sociale. Ipotizziamo di rilevare una differenza nella somma di denaro investito per punire, a seconda che ci si trovi nella situazione inter- o infra-gruppo: ci aspettiamo una sanzione più alta quando si può proteggere un componente del proprio gruppo da un’ingiustizia di un componente dell’altro gruppo (altruismo parrocchiale). Pensiamo inoltre che il gruppo cinese, in quanto appartenente ad una cultura collettivista, esprima in modo più marcato questa tendenza.

XIV. METODOESTRUMENTI

Lo strumento utilizzato è il Third Party Punishment, gioco economico della punizione da parte di terzi che prevede l’inserimento di un terzo giocatore (C) come osservatore dello scambio tra altri due giocatori (A e B). Nello specifico A possiede una somma (20 punti) che può, nella misura che preferisce, dare a B, che svolge un ruolo passivo. C ha il potere di punire A con una sanzione (da 0 a 4 punti).

Nel nostro studio i soggetti giocano nel ruolo di C una serie di giochi ripetuti con partner anonimi diversi. Il giocatore C, cinese (CIN) o italiano (ITA), osserva giocare partner entrambi del suo gruppo o entrambi dell’altro gruppo, o uno del proprio e uno dell’altro gruppo, per un totale di 4 condizioni sperimentali per gruppo (vedi Tabella 1). A può comportarsi con B in modo fair (A divide la sua somma con B in uno dei seguenti modi: 10:10, 11:9, 12:8), unfair (A:B= 14:6, 15:5, 16:4, 17:3, 18:2, 19:1, 20:0) o neutro ( A:B=13:7) (per il cut-off fair-unfair vedi in bibliografia 4 e 9).

TABELLAI

CONDIZIONI SPERIMENTALI DEL GIOCO THIRD PARTY PUNISHMENT.

CIN CIN (A B) CIN IT A (A B) IT A IT A (A B) IT A CIN (A B) C CINESE A fair/unfair/neutro A fair/unfair/neutro A fair/unfair/neutro A fair/unfair/neutro C IT ALIANO A fair/unfair/neutro A fair/unfair/neutro A fair/unfair/neutro A fair/unfair/neutro

Il gioco viene presentato in forma computerizzata attraverso il software E-Prime 2.0 (2007, Psychology Software Tools). I partecipanti possono alla fine del gioco guadagnare un compenso (tra i 20 e i 40 €) in proporzione ai punti accumulati. Lo studio finora comprende 13 soggetti per il gruppo italiano e 18 per il gruppo cinese, per un totale di 31 soggetti sperimentali, di età media 23.18±1.99, genere maschile, nazionalità cinese per i soggetti cinesi (in Italia da non più di un anno), nazionalità italiana per i soggetti italiani.

XV.RISULTATIEDISCUSSIONE

In linea con le nostre ipotesi, i dati relativi al comportamento dei soggetti di entrambi i gruppi evidenziano un comportamento di punizione altruistica nella quasi totalità dei casi (93.5%) . Per quanto riguarda la differenza tra le due culture abbiamo rilevato che i soggetti italiani hanno una tendenza a punire (M=1.75±0.39) maggiore rispetto ai soggetti cinesi (M=1.47±0.79), anche se tale differenza non é statisticamente significativa (t (29)=1,19, p=.243) (figura 1).

168

A.

Una prima analisi ANOVA with-in per gruppo con il fattore fairness a due livelli (fair vs. unfair) e il fattore interculturale a 4 livelli (combinazione tra nazionalitá e agente A e B: CIN-CIN; CIN-ITA; ITA-ITA; ITA-CIN) rivela che in entrambi i gruppi é significativo il fattore fairness (nel gruppo italiano F(12)=9.711, p=.008; nel gruppo cinese

F(17)=13.692, p=.001), punendo in modo significativamente maggiore nella condizione unfair. Non risulta significativo,

come invece ipotizzavamo, il fattore interculturale, sia per il gruppo degli italiani (F(12)=.510, p=.677) che per il gruppo

dei cinesi (F(17)=.473, p=.701), sebbene si possa notare una tendenza in entrambi i gruppi (figura 2) nel punire

maggiormente l’unfairness di A quando A appartiene all’altra cultura e B alla propria, interpretabile come forma di parrocchialismo.

In conclusione possiamo osservare che, in linea con la letteratura corrente [4, 7, 9], le persone poste nella condizione di poter punire a proprio discapito spendono una parte del proprio denaro per preservare il comportamento cooperativo, anche se contro l’interesse personale. Questo risultato vale sia per la cultura italiana che per quella cinese. Rispetto alle differenze transculturali è necessario un ampliamento del campione: non abbiamo infatti trovato differenze culturali statisticamente significative a sostegno della distinzione tra cultura collettivista e individualista, anche se si denota una tendenza a punire maggiormente nel campione italiano.

REFERENCES [7] G. Gigerenzer, Gut feeling. Vicking, London, 2007

[8] A. Tversky & D. Kahneman. Judgment under uncertainty: Heuristics and biases. Science, 185 (4157), 1124–1131, 1974 [9] M. Tomasello, Why We Cooperate. MIT Press, 2009

[10] A. Strobel, J. Zimmermann, A. Shmitz, M. Reuter, S. Lis, S. Windman, & P. Kirsch, Beyond revenge: Neural and genetic bases of altruistic punishment. NeuroImage, 54,671-680, 2011

[11] S. Bowles & H. Gintis. The evolution of strong reciprocity: cooperation in heterogeneous populations. Theoretical Population Biology, 65,17- 28, 2004

[12] E. Fehr, U. Fischbacher, & S. Gächter. Strong reciprocity, human cooperation, and the enforcement of social norms. Human Nature, V.13, N.1, 1-25, 2002.

[13] H. Bernhard, U. Fischbacher, & E. Fehr, Parochial altruism in humans. Nature, Vol. 442/24, 2006

[14] C. Ratner & L. Hui, Theoretical and Methodological Problems in Cross-Cultural Psychology. Journal for the Theory of Social Behavior, 33,67-94, 2003

169

Multisensory assessment of Wind Turbine Noise: an

Outline

Documenti correlati