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La storia d’Italia verso la Repubblica

L’ITALIA PRE-REPUBBLICANA

2.3 La storia d’Italia verso la Repubblica

Ripercorriamo gli eventi che hanno portato alla Repubblica.

La questione del referendum aveva perso interesse quando sopravvenne la dittatura fascista. Il referendum amministrativo aveva continuato ad esistere ed essere proposto, essenzialmente su riviste scientifiche.

Nel 1925 un cenno in tal senso, lo si ha in un saggio sull’autonomia di Silvio Trentin intitolato Autonomia. Autarchia. Decentramento, pubblicato in “Rivista di Diritto Pubblico. La giustizia Amministrativa.35

Intanto il referendum sulle municipalizzazioni era divenuto facoltativo e, in mancanza di un regolamento di attuazione, non sarebbe stato possibile richiederlo nemmeno se la situazione politica l’avesse consentito.

Anche per quanto riguarda il referendum politico, la dottrina comparatistica del ventennio, fu avara di contributi sostanzialmente tangibili.

L’8 settembre del 1943 il Capo del Governo, il generale Badoglio, annuncia l'armistizio con gli alleati americani.

34 G. FARAGGIANA, La municipalizzazione dei pubblici servizi, Empoli, S.Lattes e

C, 1906, p.246 sgg

35 S. TRENTIN, Autonomia. Autarchia. Decentramento, in “Rivista di diritto

Il ventennio fascista, questa epoca drammatica e tragica della storia Costituzionalistica Italiana, cadde formalmente nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943 quando il Gran Consiglio del Fascismo36 votò la sfiducia al Capo dell’allora governo Benito Mussolini e richiese al Re Vittorio Emanuele IIIdi ricoprire le sue mansioni statuarie.

Con la caduta del regime fascista, nel nostro Paese si sviluppò un grande processo di rinnovamento istituzionale che si realizzerà con la scelta popolare per la forma Repubblicana e nell’approvazione di una nuova Costituzione.

Basti pensare che, nei 45 giorni successivi alla fine del regime fascista, durante il periodo del Governo Badoglio, il re Vittorio Emanuele III cercò di fare il possibile per ripulire l’immagine della Monarchia da tutte le colpe, non certo minime, di cui si era macchiata durante il ventennio, cercando di scaricare tutte le responsabilità di questo disastro al regime autoritario.

La fine della dittatura fascista portò anche alla nascita di un forte contrasto tra il Re ed i Partiti del Comitato di Liberazione Nazionale37, i quali richiedevano la cessazione della Monarchia a favore della nascita della Repubblica, previa la nomina di un’Assemblea Costituente.

Quindi i partiti del CLN, pongono immediatamente la questione istituzionale, condannando senza appello la Monarchia.

Nella primavera del 1944, Togliatti, rientrato in Italia dall'esilio sovietico, si fa protagonista della “svolta di Salerno”.

Togliatti e gli altri esponenti del CLN, accettano la tregua istituzionale, formalizzando il Patto di Salerno38con il quale, i partiti del CLN accettavano una collaborazione con la monarchia, ottenendo in cambio da parte di quest’ultima, l’impegno a rimettere ogni decisione ad un’Assemblea Costituente da eleggersi a guerra terminata.

Questa tregua venne però violata almeno due volte :

 Nel 1946 quando con il Decreto Legislativo n° 98 del 16/03/1946 , si stipula che la scelta tra Monarchia e Repubblica non sarà più affidata alle mani e competenze di un’Assemblea Costituente , ma direttamente a quelle del

36 Il Gran Consiglio del Fascismo fu un organo del Partito Nazionale Fascista e, in

seguito, un organo costituzionale del Regno d’Italia.

37 Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) fu un’organizzazione politica e militare

italiana costituita da elementi dei principali partiti e movimenti del paese, formatasi a Roma nel 1943, allo scopo di opporsi al Fascismo e all’occupazione tedesca in Italia, e scioltasi nel 1947.

38 Il primo governo post-fascista (Badoglio II), con la partecipazione dei sei partiti

del CLN, Partito Comunista Italiano compreso, si formò a Salerno il 22 Aprile 1944. Salerno rimase sede dell’esecutivo fino alla liberazione di Roma, avvenuta il 4 Giugno 1944.

popolo, il quale sceglierà liberamente attraverso un referendum che si terrà nello stesso giorno in cui verrà eletta l’Assemblea Costituente39;

 Nel 1946, quando il Re Vittorio Emanuele II abdica a favore del principe successore, il figlio Umberto II (09/05/1946). Passerà alla storia come “ Il Re di Maggio” .

A quanto dice Andreotti, però, questo è un passaggio che va a screditare la Monarchia in quanto il Re ereditiere partiva delegittimato, perché a detta dello stesso padre, era incapace di assolvere a quell'incarico.

Il 25 giugno del 1944 durante il Governo Bonomi40 , viene approvata con un decreto la cosiddetta 'Costituzione provvisoria'41.

In tale decreto si prevede, che in via provvisoria la funzione legislativa debba essere esercitata dal Governo attraverso decreti legislativi sanzionati dal Luogotenente del Regno.

Il 24-25 aprile 1945, mentre le truppe alleate invadevano la Pianura Padana, viene proclamata l’insurrezione generale e durante quest’ultima, Mussolini viene catturato e giustiziato dai partigiani.

Nel dicembre del 1945 Alcide De Gasperi, diventa presidente del Consiglio .

In questo periodo storico cosi importante, non possiamo certo dimenticare il contributo dato dall’allora Ministro degli Interni Giuseppe Romita; quest’ultimo era un grande sostenitore della Repubblica ed ebbe un ruolo fondamentale nella consultazione referendaria curando l’aspetto organizzativo in maniera eccellente e non sfruttando mai la sua posizione per imporre le proprie ideologie. G. Romita mise in atto una tattica che egli riteneva importante per la vittoria della ideologia repubblicana, come egli stesso osserva :

“Avevo, quindi, sin dal gennaio, iniziato un’opera concepita nel segreto del mio cervello e che ritenevo della massima importanza: far votare anzitutto i Comuni dove era prevedibile una

maggioranza repubblicana e rimandare le elezioni negli altri a dopo il referendum. Fu questo il cardine della mia politica nel portare in Italia

39 F. CUOCOLO, Istituzioni di diritto pubblico, Milano, 1990. 40 Governo Bonomi I, in carica dal 4 Luglio 1921 al 26 Febbraio 1922.

Governo Bonomi II, in carica dal 18 Giugno al 12 Dicembre 1944.

Governo Bonomi III, in carica dal 12 Dicembre 1944 al 21 Dicembre al 21 Giugno 1945.

la Repubblica. Non feci brogli, mai; non tolsi un voto alla Monarchia, non ne diedi uno alla Repubblica. E trattai con lo stesso metro repubblicani e monarchici”42.

Infatti, nei mesi che precedettero il referendum istituzionale, si tennero, in diversi Comuni, le elezioni Amministrative; furono proprio queste consultazioni ed i loro risultati ad avere un ruolo decisivo nella successiva votazione del 2 giugno.

Nel febbraio del 1946, si arriva ad un accordo e viene fissata la data della consultazione: il 2 Giugno, data dell’anniversario della morte di Giuseppe Garibaldi. Fu una decisione importantissima perché dopo vent’anni di totale inattività, il popolo tornò ad avere la possibilità di esprimersi su di una questione di massima importanza (non dimentichiamoci che questa opportunità fu data dallo stesso re, non in quanto sostenitore del referendum, ma per evitare che la decisione fosse presa dall’Assemblea Costituente, con esito largamente scontato). Tutto nasce dal decreto n.98 del 1946, in cui si sancisce, all’art.1:

“Contemporaneamente alle elezioni per l’Assemblea Costituente il

popolo sarà chiamato a decidere mediante referendum sulla forma istituzionale dello Stato (Repubblica o Monarchia)”.

Negli articoli successivi venivano indicati anche i comportamenti da tenere, nel periodo successivo alla consultazione, da parte dell’Assemblea Costituente per l’approvazione della Costituzione (art. 3-4-5-6-7); ed infine all’art. 8 si sancivano le regole fondamentali per lo svolgimento del referendum.

Fu il successivo decreto 16 marzo del 1946 n.99 a stabilire la data del referendum; in particolare l’art.1:

“I comizi elettorali sono convocati per il giorno 2 giugno 1946, per deliberare, mediante “referendum”, sulla forma istituzionale dello Stato e per eleggere i deputati all’Assemblea Costituente”

I due schieramenti politici che si preparavano a fronteggiarsi erano 2:

 Liberali, monarchici e qualunquisti a favore della Monarchia;  Comunisti, socialisti, repubblicani e azionisti a favore della

Repubblica.

Il socialista Pietro Nenni, leader storico del Partito Socialista Italiano dichiarerà in quell’occasione che non si dovrebbe condurre un paese alla rovina senza che prima spariscano tutti coloro che sono responsabili di questo immane delitto.

Più prudente invece, in quei primi frangenti, la posizione della Democrazia Cristiana43, anche perché toccava proprio a De Gasperi il compito di gestire il difficile passaggio.

Poi, come ricorda Giulio Andreotti ,in quei giorni , all’interno della stessa DC ( Democrazia Cristiana ) , vi fu un piccolo referendum nel quale prevalse la posizione a favore della Repubblica.

Per la prima volta nella storia del Paese si avviava un processo costituente dal basso, marcando la differenza con le costituzioni ottocentesche octroyeés, concesse dal re “per grazia di Dio”. Si stabilì , che nel giorno delle elezioni per l’Assemblea Costituente gli elettori e le elettrici (finalmente venivano ammesse al voto anche le donne grazie al D.lgsl.Lgt del 01/02/1945 n.23) , scegliessero la forma istituzionale della futura Italia ; se la Monarchia o la Repubblica.

43 Democrazia Cristiana: è stato un partito politico italiano di ispirazione

Capitolo III