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Le perifrasi in greco: uno sguardo in diacronia

CIL VI 12737 Una simile coincidenza potrebbe far pensare che, nelle epistole, il nominativo adoperato per il nome

8. Le perifrasi in greco: uno sguardo in diacronia

Il greco, come abbiamo avuto modo di ripetere più volte, disponeva già in età classica di costruzioni analitiche da affiancare a quelle sintetiche: queste costruzioni erano in parte grammaticalizzate, in parte sintagmi complessi adoperati con precisi intenti letterari. In quest'ultimo caso, la scelta di costruzioni perifrastiche era motivata da necessità espressive: come afferma Gonda (1959: 99), riferendosi in particolar modo alle perifrasi con εἶναι, le costruzioni semi-nominali erano maggiormente indicate, rispetto a quelle verbali, per descrizioni, dichiarazioni, spiegazioni o per rendere un'esclamazione. Con l'uso di costruzioni del tipo essere+participio si passa da quello che Gonda definisce stile narrativo verbale ad uno stile descrittivo nominale. Secondo lo studioso108, il verbo reggente (nel caso specifico

il verbo essere) deve essere considerato il tema, lo “starting point of the speaker's or author's argument or communication”, mentre il resto della perifrasi rappresenta la predicazione, l'informazione in più che il parlante vuole dare. Una perifrasi di questo tipo è εἰμί+participio presente, utilizzata per descrivere un'azione nella sua durata, e i cui due elementi costitutivi non raggiungono mai l'unità semantica.

Le perifrasi εἶναι+participio presente avevano significato progressivo, e sono attestate in greco classico e ben documentate anche nella κοινή. Questo tipo di formazione era ampiamente adoperata nel greco neotestamentario, soprattutto in Luca: Björck afferma che l'evangelista avrebbe mutuato la costruzione dai Settanta, e che il sintagma debba quindi essere considerato di origine aramaica. Come ha tuttavia sottolineato anche Rydbeck (1969), la perifrasi era già impiegata in greco classico, ed è perciò superfluo immaginare che l'evangelista Luca l'avesse ricreata per influenza del testo biblico dei Settanta.

Le costruzioni con il participio presente sono più recenti rispetto a quelle con il perfetto: queste ultime erano presenti già in Omero e comparivano alla 3PS del perfetto e piuccheperfetto indicativo (ad esempio τετελεσμένος ἐστίν, Ξ 195, Θ 454; πεπρομένον ἐστίν, Hdt. III, 64109). I sintagmi con participio perfetto erano ben

radicati nella lingua, seppur con una diffusione variabile nel tempo e nelle opere letterarie110, ed erano perifrasi in senso proprio, poiché εἶναι era a tutti gli effetti un

108 (Gonda 1959: 97).

109 Gli esempi sono tratti da Aerts (1965: 49 nota 3). Per altri esempi rimando allo stesso volume. 110 Cfr. Aerts (1965: 41 ss).

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ausiliare. Il congiuntivo e ottativo perfetto sarebbero stati sostituiti, secondo Aerts (1965: 51), dalle corrispondenti forme perifrastiche intorno al IV a.C.:

The use of monolectic forms by later authors must be ascribed to the imitation of such writers as Herodotus and Thucydides, in so far as those forms are not derived from verbs like οἶδα, τέθνηκα, ἕστηκα etc.

Accanto alle perifrasi con il participio perfetto, in greco era attestata la perifrasi ἦν+ participio aoristo (talvolta perfetto), in sostituzione di perfetto o piuccheperfetto. Schwyzer (1939: 812) definisce questo tipo di perifrasi, tipica del greco di epoca classica, solo un sintagma con carattere espressivo che sostituiva il verbo finito, ma Björck non concorda con questa affermazione, poiché rinviene in questa formazione, che considera una perifrasi a tutti gli effetti, un antenato della perifrasi ἦν+participio aoristo (talvolta perfetto) che nel greco della κοινή e in quello neotestamentario avrebbe avuto significato di piuccheperfetto. Aerts (1965: 35) ha tuttavia ampiamente dimostrato che ἦν+ participio aoristo in greco classico non può essere considerata una reale perifrasi, tantomeno un antecedente della più tarda perifrasi di piuccheperfetto, sarebbe piuttosto un sintagma complesso con il quale chi scriveva enfatizzava l'aspetto aoristo espresso dal verbo:

The aorist periphrases in ancient Greek all fall within the framework of the aorist aspect and do not occurr as substitution for any other function of aspect whatsoever111.

La pe

rifrasi ἦν+participio aoristo avrebbe acquisito significato di

piuccheperfetto non prima del IV a.C., e le attestazioni del sintagma da questa altezza storica in poi vanno considerate, secondo Aerts, vere e proprie perifrasi. Estremamente rare sono le combinazioni del participio aoristo con il presente di εἶναι. Basandosi sulle attestazioni raccolte in merito alla perifrasi, Aerts raggiunge tre conclusioni che sono, a mio avviso degne di nota:

• il lento processo di sincretismo che in greco interessò il perfetto e l'aoristo avrebbe incluso anche il participio;

• la perifrasi non sarebbe stata creata per analogia sulle forme perifrastiche di piuccheperfetto elaborate in latino;

• la costruzione non deriva da forme già usate in greco classico.

Significato di perfetto, in questo caso transitivo, avrebbe avuto in greco classico anche la perifrasi ἔχειν+participio aoristo (o raramente perfetto), conosciuta come σχῆμα ἀττικόν; la costruzione fu adoperata soprattutto da Erodoto, Sofocle ed Euripide in età classica. Aerts (1965: 159) sottolinea come “in combination with the aorist participle, the verb ἔχειν is usually weakened to auxiliary verb”, e come in molti casi queste perifrasi prendessero il posto di forme di perfetto non ancora esistenti o non comuni. Questo tipo di sintagma, secondo lo studioso, avrebbe iniziato a scomparire dalla lingua parlata a partire dalla prima metà del IV a.C. e, soprattutto, “any relationship between this construction and others such as the modern Greek ἔχω δέσει etc, must be considered impossible112”.

Nella κοινή sono attestate poche costruzioni con ἔχειν: il tipo ἔχειν+participio aoristo (o perfetto) è raro, e quando compare è o un'imitazione delle forme del greco classico o è una costruzione del tipo ἔχω+indicazione di tempo+participio113

γνοὺς ὅτι πολὺν ἤδη χρόνον ἔχει (κατακείμενος) Gv 5, 6

'sapendo che ormai da molto tempo era a letto114'.

In età postclassica è attestata in maniera più frequente la perifrasi del tipo ἔχειν+Oggetto+participio perfetto concordato con l'Oggetto:

πεπωρωμένην ἔχετε τὴν καρδίαν ὑμῶν; Mc 8, 17

'avete il cuore pietrificato?'.

Secondo Aerts, il sintagma ἔχειν+participio in greco ellenistico non può essere considerato, nella maggior parte dei casi, una perifrasi propria: soprattutto l'ultimo esempio riportato mostra infatti come il verbo ἔχειν mantenesse il suo significato

112

Aerts (1965: 160).

113 La costruzione del tipo (τόσον χρόνον) ἔχω+ participio presente, elemento spesso omesso nel caso in

cui il participio fosse ὤν, avrebbe sostituito nel greco del periodo romano e bizantino la costruzione greco-classica con significato durativo composta da un indicativo presente e espressioni avverbiali che denotavano un tempo passato, come πάλαι 'da tempo' o ἄρτι 'appena'. Cfr Jannaris (1987: 434).

114 L'esempio è tratto da Jannaris (1987: 434). Altri esempi in Aerts (1965: 164 ss.)

171 Mariarosaria Zinzi

etimologico di 'possedere' e il participio πεπωρωμένην avesse funzione di aggettivo ripetto a καρδίαν.

La rapida panoramica delle costruzioni complesse in greco classico e post- classico, offerta principalmente sulla scorta dei lavori di Aerts e Björck, indica chiaramente come sintagmi composti dai verbi essere o avere in combinazione con un participio fossero attestati a partire da età molto antica. Da questa constatazione si possono trarre alcune importanti considerazioni:

• la lingua greca aveva i mezzi per creare dei sintagmi complessi, e formazioni di tipo perifrastico sono attestate fin da Omero;

• non tutti i sintagmi possono essere considerati perifrasi proprie: molto spesso si tratta di formazioni complesse create con esplicite finalità espressive, ad esempio per esprimere il carattere durativo di un'azione; • si può parlare di perifrasi in senso proprio quando i verbi essere e avere

(ausiliante) sono desemantizzati e la parte nominale (ausiliato115) è

connotata in senso predicativo e non più aggettivale;

• le sole perifrasi che in greco possano essere definite proprie sono εἰμί (ἦν)+ participio aoristo o perfetto (dalla κοινή in poi) ed ἔχω+participio aoristo (in greco classico);

• le perifrasi attestate in greco classico e post-classico non hanno nessun successore diretto nelle perifrasi del greco moderno.