Nel primo paragrafo, dedicato allo spessore intertestuale del Cymbeline, si è deliberata- mente omessa una considerazione sui rapporti tra le due fonti principali per il plot della scommessa (Boccaccio e Frederyke of Jennen) e la tradizione letteraria, risalente ad un sostra- to folclorico precedente ben più ampio, nota come cycle de la gageure, un ciclo di romances
La coscienza incatena l’uomo alla sua colpa più di quanto non facciano le manette ai polsi e i ceppi alle cavi
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europei medievali, di cui sono state riconosciute una quarantina di esemplari, imparentati con il genere avventuroso-cavalleresco, anche se spesso dislocato in ambiente mercantile, con al suo centro la vicenda della scommessa tra due uomini sulla castità di una donna, la moglie di uno dei due, su cui l’altro getta l’ombra dell’adulterio. In verità, Gaston Paris, lo studioso francese che per primo, a inizio Novecento, ha classificato e sistematizzato il fenomeno, indi- vidua numerose varianti, riconducibili a più sottogruppi: in generale, il nucleo fondamentale del racconto, il nocciolo comune a tutte le ramificazioni, è la contrapposizione fra due uomini, di cui uno si fa garante della virtù di una donna (una moglie, una promessa sposa, una sorella), mentre l’altro confida di poterla insediare. Il ‘seduttore’ adduce una prova apparen- temente inconfutabile per dimostrare di essere riuscito nel suo intento: in alcuni casi, mostra una parte del corpo della donna, estorta in seguito a una mutilazione, come prova della con- quista. In realtà, la giovane oggetto d’attenzioni riesce sempre a sottrarsi al tentativo di sedu- zione facendosi sostituire da una serva: nel momento in cui il seduttore mostra la parte del corpo tagliata, la giovane lo smentisce rivelandosi integra. Secondo il comparatista francese, questa ossatura narrativa rappresenterebbe la forma primitiva, di cui il tropo del segno soma- tico identificativo addotto a prova della conquista sessuale avvenuta (un neo, una macchia, una qualche peculiarità cutanea) rappresenta una variante, un’elaborazione secondaria. Cym-
beline, secondo Gaston Paris, è «l’une des formes les moins primitives et le moins pures» del
modello che fa capo a questa tradizione letteraria medievale, poiché presenta numerosi ele- menti di sofisticazione e devia rispetto al nucleo originario del modello in numerosi segmenti. Anche Paris non manca di notare la qualità di monstre letterario del Cymbeline e la sua ponde- rosa stratificazione: «Cymbeline est une des dernières productions de Shakespeare: c’est aussi a coup sûr une des plus étranges et des plus “monstrueuses”» . In ogni caso, se Shakespeare 238
ricava il plot dalla scommessa da Bocaccio, nei punti in cui diverge dalla fonte è possibile che abbia attinto da un’altra sorgente riconducibile allo stesso filone, magari precedente, in un’o- perazione singolare di montaggio di dispositivi letterari diversi, scombinati e ricombinati, ri- mestati e variati, per produrre, infine, un congegno rinnovato e drammaticamente efficace che
Gaston Paris, “Le cycle de la «Gageure»”, in Romania, 32, n. 128, 1903, p. 481 e p. 551.
conferisce una nuova colorazione semantica al nucleo primitivo . Valerie Wayne tributa par239 -
ticolare attenzione al romance gallese Hanes Taliesin, comprendente anch’esso un wager plot, di cui individua il parallelo con il Cymbeline relativamente a due personaggi molto vicini nel- la caratterizzazione alla regina e al figlio Cloten . Quel che del suo contributo più interessa è 240
l’iscrizione del cycle de la gageure all’interno di una ben più ampia letteratura della calunnia, trasfigurazione in termini narrativi dell’ossessione antropologica del maschio – come costrut- to sociale – per la virtù femminile . La calunnia di natura sessuale rivolta alle donne rappre241 -
sentava, al tempo in cui Shakespeare concepì il Cymbeline, una piaga civile, una ferita aperta che spaccava letteralmente a metà il tessuto della società, contrapponendo accusatori e difen- sori, in un clima estremamente conflittuale da vera e propria guerra dei sessi: lo stesso destino toccò anche alla figlia primogenita di Shakespeare, Susanna, accusata nel 1613 di avere avuto un affair illecito con un uomo da cui avrebbe contratto anche una malattia venerea. La com- posizione del Cymbeline è, come ricordato, precedente al processo in cui rimase coinvolta la figlia di Shakespeare e, dunque, non vi è alcuna relazione ipotizzabile tra i due eventi; ciò no- nostante, il fatto esemplifica come la condotta sessuale delle donne fosse al centro dell’atten- zione collettiva e come qualsiasi donna fosse suscettibile di scrutinio e di condanna sommaria dalla matrice paternalistica. Nell’introduzione all’edizione Arden da lei curata, Valerie Wayne ricorda come, durante il regno di Enrico VIII, la vulnerabilità femminile a insinuazioni o ac- cuse manifeste fosse particolarmente acuta: lo stesso monarca fece notoriamente giustiziare due delle sue mogli perché credute adultere. Il fatto che al trono fosse, poi, salita Elisabetta, Tra gli elementi più importanti in cui Shakespeare differisce rispetto a Boccaccio, ricordiamo l’assenza di
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complici nell’operazione di seduzione (Iachimo agisce da solo); la trasformazione del segno distintivo di Innogen in una figura floreale (il neo circondato da alcune macchiette somiglia al capolino di una margherita con la sua corolla di petali); la funzione salvifica del servitore che non solo non adempie al suo compito mortifero, ma sug- gerisce all’eroina di travestirsi da uomo e scappare; l’inserimento della vicenda in un contesto di guerra.
Valerie Wayne, “Romancing the Wager. Cymbeline’s Intertexts”, in Staging Early Modern Romance, a cura di
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Valerie Wayne e Mary Ellen Lamb, London, Routledge, 2009, pp. 163-180.
In suo articolo del 1983 Robert Yongue Turner lamentava come la critica avesse fino ad allora sorvolato sul
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fatto che il centro morale del Cymbeline fosse la vicenda di un’eroina calunniata e che questo tema fosse nondi- meno condiviso da numerosi altri drammi al Cymbeline contemporanei, e, dunque, particolarmente significativo per comprendere la storia del teatro proto-giacomiano inglese di intenzione prevalentemente tragicomica. Si leg- ga tutto il contributo dello studioso, dal titolo Slander in “Cymbeline and Other Jacobean Tragicomedies” (Robert Turner, “Slander in Cymbeline and Other Jacobean Tragicomedies”, in English Literary Renaissance, 13, 2, pp. 182-202).
figlia di Anna Bolena, dovette essere percepito come un pubblico riconoscimento postumo dell’innocenza della madre e dell’ingiustizia della sua condanna sommaria. La calunnia s’in- serisce, quindi, non solo all’interno di un clima sociale in cui la discussione sulle responsabili- tà femminili era particolarmente viva, ma anche all’interno di una riflessione storiografica sul ruolo assunto dalla calunnia all’interno della parabola della monarchia inglese . Le Etiopi242 - che di Eliodoro nella traduzione di Underdowne, come trattato nel primo capitolo, ottennero
grande successo anche per la loro permeabilità alla strumentalizzazione politica: Giacomo I ne fu omaggiato prima di diventare re e il testo, in certa misura, fu una lettura da cui gli 243
uomini politici potevano trarre insegnamenti e modelli, soprattutto per le qualità di assenna- tezza e di clemenza di cui il personaggio di Idaspe, padre naturale della protagonista, alla fine del racconto dà prova, facendosi paradigma di buon governatore. Vi è, però, un altro aspetto da considerare di quello che, come visto, pur non essendo una fonte in senso proprio, rappre- senta un modello latente alle spalle del Cymbeline: se il romanzo greco si struttura per con- venzione attraverso la costante della prova della fedeltà a cui tanto il personaggio maschile quanto quello femminile sono sottoposti, nel romanzo eliodoreo la protagonista femminile è, già in origine, frutto di una nascita irregolare su cui incombe il sospetto di adulterio e dunque non solo potenziale agente di tradimento, ma anche possibile ‘prodotto’ dello stesso. Come ricordato più volte, Cariclea è stata esposta perché nata con la pelle bianca: la madre, la regina etiope Persinna, durante il concepimento, fissò lo sguardo su una rappresentazione pittorica di Andromeda, conferendo, così, alla bambina i caratteri della figlia della ninfa Cassiopea, fra cui, appunto, una cute bianchissima. I Greci credevano che un desiderio o un capriccio mater- no potesse imprimersi sulla pelle secondo le stesse modalità di pensiero che sono alla base delle credenze popolari sulle ‘voglie’ epidermiche . L’abbandono di Cariclea è, dunque, un 244
tentativo di allontanare lo spettro del dubbio sulla rispettabilità della madre, una donna di car- nagione scura che genera una figlia dalla cute di porcellana. La potenza generativa delle don-
Si legga, naturalmente, per approfondire, l’intero paragrafo “The calumny plot”, alle pp. 6-16.
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T. W. Baldwin, William Shakspere’s Small Latine & Lesse Greeke, op. cit., p. 535.
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Sull’interferenza del desiderio e dell’immaginazione materna nel concepimento, M. D. Reeve, Conceptions,
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ne è oggetto di discussione e di incertezza, è un ambito su cui è impossibile esercitare un pie- no controllo: il romanzo eliodoreo affronta, pur lateralmente, anche questo tema che viene poi assorbito tanto dal Cymbeline quanto dal Winter’s Tale e che, nell’Inghilterra del primo Sei- cento, rappresentava un oggetto prioritario di dibattito civile e, talvolta, di vero e proprio scontro. Inoltre, il motivo della scommessa, che Shakespeare certamente ricava da Boccaccio, un autore programmaticamente interessato al tema della repressione femminile e del doppio standard applicato ai due sessi, colpisce il drammaturgo proprio perché fertile e perché con- sente al drammaturgo di drammatizzare «the potential abuses of patriarchal rule and convey empathy forits victims», come scrive Roberta Krueger, aggiungendo, nello stesso luogo della sua lettura critica, che questa drammatizzazione non implica, però, alcuna condanna del si- stema . In realtà, il Cymbeline sembra comunicare, piuttosto, un’altra idea e ben più precisa. 245
Come scrive opportunamente Helen Cooper, l’opera comunica «that misogynist views of women as sexual beings may be a worse evil than aberrant female sexuality» : la costruzio246 -
ne culturale che soggiace alla persecuzione e repressione delle manifestazioni scomposte di sessualità è socialmente più pericolosa di questa stessa sessualità non allineata. Lo dice anche, come ricordato nel secondo capitolo, Paulina, senza possibilità di fraintendimento, in un luo- go meritatamente celebre di The Winter’s Tale: «it is an heretic that makes the fire, / not she which burns in’t» (2.3.113-114). Non è eretico chi brucia nel rogo, ma chi quel rogo lo appic- ca: il concetto di ‘eretico’ o quello di ‘strega’ sono prodotti di una manipolazione ideologica, non ontologicamente sostanziati, ma dipendenti da un portato culturale che può e dev’essere ripensato. Il Cymbeline si pone in un rapporto di estrema coerenza rispetto al Pericles che lo precede: in entrambi i romances, l’eroina femminile dà una lezione all’uomo che le è, o do- vrebbe esserle, affettivamente più vicino. Marina, nel Pericles, guida il padre nel suo processo di crescita e di pacificazione identitaria; nel Cymbeline, Innogen si misura non solo con il pa- dre, smarrito, vulnerabile ed ‘errante’, ma anche con il proprio marito, entrambi prodotti di una cultura avviata all’obsolescenza, la cultura che tollera e talvolta legittima la prevaricazio-
Roberta Krueger, Women Readers and the Ideology of Gender in Old French Verse Romance, Cambridge,
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Cambridge University Press, 2005, p. 154.
Helen Cooper, The English Romance in Time: Transforming Motifs from Geoffrey of Monmouth to the Death
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ne maschile sul femminile, il giudizio frettoloso e il sospetto irrazionale sull’opinione fondata e sull’evidenza conclamata. Se è vero, come scrive Jodi Mikalachki, che il «Cymbeline con- cludes with an image of an exclusively male community» , e la ‘mascolinità’ che trionfa è 247
anche e soprattutto una mascolinità metaforica di matrice ‘storico-politica’ – quella dei vigo- rosi Britanni che ridimensionano l’egemonia dell’effemminata, infiacchita e corrotta Roma –, è altrettanto vero che nel romance è intrinsecamente implicata una trasformazione a partire da uno stato iniziale che dev’essere, se non ribaltato, decompresso e coinvolto in un processo d’evoluzione. L’approdo del viaggio, nel Cymbeline, è anche un’idea della virilità che si è tra- sformata e ha integrato, anziché respinto, la lezione femminile. Helen Cooper riconosce a ra- gione in Shakespeare una sorta di ‘feminist advocate’, l’interprete di un vero e proprio senti- mento femminista ante litteram. Nel Cymbeline questa advocacy è una traccia evidente.
If narratives of calumniated women appeared at all old-fa- shioned around 1590, however, they reasserted themselves energetically over the next twenty years, and not least on the stage. Their most thoughtful practitioner, and their most thoughtful practitioner, and the author to use them most exten- sively, is that promoter of the 'pure and passionate' heroine, Shakespeare. The motif evidently fascinated him; it may not be coincidence that he called one of his daughters Susanna . He 248 bases five of his plays on it, plays that run the full generic ga- mut from comedy to tragedy but that focus centrally on roman- ce: The Merry Wives of Windsor, Much Ado About Nothing,
Othello, Cymbeline, and The Winter's Tale. The one consistent
element in all these is the forcefulness with which the misguided
Jodi Mikalachki, The legacy of Boadicea.Gender and Nation in Early Modern England, New York, Routled
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ge, 1998, p. 11.
La storia di Susanna è un racconto in greco del II secolo a.C. basato su un testo ebraico perduto. La parabola
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morale di Susanna fu poi integrata come racconto canonico nella Vulgata cattolica e ortodossa (compare nel capi- tolo 13 del libro di Daniele), ma considerata apocrifa dai Protestanti. Secondo il racconto biblico, Susanna era una giovane donna bellissima e virtuosa. Sposata con Joachim, era, però, solita dedicarsi ad alcune passeggiate in solitaria. Adocchiata da due vecchi giudici della comunità ebraica, che, accesi di desiderio sessuale, la concupi- scono, viene da loro ricattata: se non avesse acconsentito a intrattenersi con entrambi, questi l’avrebbero pubbli- camente denunciata di adulterio, testimoniando di averla colta in flagrante con un giovane amante. Grazie all’in- tervento di Daniele, che inizia così il proprio percorso di profeta, a Susanna viene restituita la propria libertà e, scagionata dalle accuse, può tornare dal marito. Ironicamente, Susanna Shakespeare, coniugata Hall, conobbe, come il personaggio biblico a cui deve il nome, la pubblica umiliazione di essere considerata adultera: «Susanna is just a good, rather Puritanical, biblical name. But Susanna also stands as a symbol of purity assailed by the lust of elders. In later years, when Susanna Shakespeare became Susanna Hall, wife of a respected local doctor, she repudiated a charge of adultery and saw her accuser excommunicated. In babyhood, her name was ironical: she was the product of lust, not love, and there was one lustful elder involved, Anne Hathaway» (Anthony Burgess,
men are condemned: it is they, and not the women, who are in the wrong. In this particular form of the antifeminist debate, Shakespeare is the chief spokesman for the defense . 249
A Giacomo I, pertanto, il Cymbeline dovette risultare congeniale in quella ricerca di sintesi e di unione a cui lo stesso monarca anelava e che nel romance emerge chiaramente come ne- cessità ultima ma, nel segmento relativo alla relazione tra i generi e al posto del femminile 250
nella società, il monarca non poteva non cogliere una distanza profonda dalla legittimazione del pregiudizio sulle donne come soggetti suscettibili di trasgressione e di devianza. Nel
Cymbeline, come in tutti gli altri tre romances, sono gli uomini a essere erratici e folli, mentre
le donne (matrigne a parte) restano salde e devote all’impegno di lealtà, ben riparate da ogni eccentricità uterina o demoniaca affiliazione.