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LO SVILUPPO INDUSTRIALE DEL SETTORE DELL’ARREDAMENTO IN ITALIA

UN’ANALISI DEI SITI WEB DI AZIENDE ITALIANE PRODUTTRICI DI CUCINE COMPONIBIL

VARIAZIONI % DELLE QUANTITA’ RISPETTO AL

5.2.1. LO SVILUPPO INDUSTRIALE DEL SETTORE DELL’ARREDAMENTO IN ITALIA

Lo sviluppo industriale è riconducibile, a partire dagli anni cinquanta, alla modifica delle combinazioni economiche delle aziende produttrici di mobili che hanno assunto decisioni di decentramento produttivo per problemi di capacità produttiva (decentramento di capacità) o riferite a particolari fasi della lavorazione (decentramento di specialità). Sono state tali decisioni a originare la disintegrazione della filiera produttiva e la crescente specializzazione delle aziende in essa operanti. Si è creata una divisione del lavoro tra aziende autonome, con un ruolo ben definito all’interno della filiera e tuttora confermato: i produttori di mobili si occupano delle attività di progettazione, sviluppo, marketing e assemblaggi, ma commissionano la produzione di componenti e prodotti finiti e la realizzazione di alcune fasi di lavorazione ad aziende specializzate (subfornitori e terzisti), la cui nascita è stata spesso promossa dai mobilifici.

Il settore è rimasto, comunque, molto frammentato e caratterizzato dalla presenza di un numero elevato di imprese. La nascita di nuove imprese è avvenuta in base a processi emulativi dei “modelli vincenti” da parte di imprenditori che, successivamente, sviluppavano strategie di differenziazione o si specializzavano nella subfornitura.

I produttori di mobili hanno rafforzato poi il proprio contatto con i mercati finali grazie alla scomparsa dei grossisti.

Le decisioni di decentramento e la focalizzazione delle imprese su attività ritenute più strategiche hanno provocato, nella seconda metà degli anni sessanta, i seguenti fenomeni:

• L’ampliamento degli stabilimenti e l’aumento della capacità produttiva;

• L’integrazione nell’ambito della filiera del legno;

A seguito dello sviluppo industriale del settore, l’interesse si è spostato sempre più verso la differenziazione basata su un’attività progettuale molto più articolata. Soprattutto, l’incontro tra la vivacità imprenditoriale e la capacità progettuale di alcuni designer e architetti ha rappresentato un’importante tappa nella trasformazione del settore. In tutte le aziende il sistema delle relazioni che sottende il processo di progettazione e sviluppo dei prodotti è da sempre contraddistinto da rispetto e fiducia, da un’integrazione profonda tra ideatore e azienda.

5.2.2. LA FILIERA

Gli elementi che qualificano la filiera produttiva e che rendono la stessa inimitabile sono: le competenze specialistiche della manodopera, la creatività degli imprenditori e designer, la concentrazione geografica delle imprese, la flessibilità aziendale, l’interazione con settori collegati e di supporto, lo sviluppo di una struttura distributiva specializzata e la sofisticata domanda interna.

Un qualsiasi prodotto di arredamento è il risultato di attività che si realizzano in diversi settori: chimico, tessile, del legno, del metallo, del cristallo. Tra le attività appartenenti a settori diversi assumono importanza la produzione di semilavorati in legno e di macchinari e utensili per la lavorazione del legno. L’Italia dipende dall’estero per quanto riguarda la materia prima (il legname) importata da Austria, Stati Uniti, Croazia, Germania e Francia. Il settore del mobile costituisce il principale mercato di sbocco del macrosettore del legno. L’offerta di componenti semplici e complessi in legno è particolarmente frammentata in Italia, ma, tuttavia, all’interno del settore esiste un ristretto gruppo di imprese specializzate nella lavorazione del pannello il cui potere contrattuale influisce negativamente sulle condizioni di vendita praticate alle imprese produttrici di mobili.

Il settore delle macchine per la lavorazione del legno può, invece, contribuire in maniera rilevante alla competitività del settore del mobile, realizzando impianti e attrezzature che tengano conto delle nuove esigenze progettuali e di miglioramento dei livelli di efficienza. L’Italia si conferma il secondo Paese produttore al mondo di macchine per la lavorazione del legno, dopo la Germania. Soffermandosi sulla produzione di mobili in senso stretto, si possono suddividere, come già affermato, le singole lavorazioni ordinate per tecnologia: la lavorazione del legno, del metallo, dell’imbottito ecc.. A un livello di maggior dettaglio l’attività economica viene disaggregata ulteriormente in processi ed eventualmente in singole operazioni. Queste attività possono essere svolte da attori diversi. Alcune imprese si focalizzano sull’assemblaggio e distribuiscono il prodotto finito; altre imprese svolgono anche alcune attività a monte del processo produttivo (ad esempio, le fasi finali della lavorazione del pannello); altre ancora (terzisti e subfornitori) si occupano di specifiche fasi di lavorazione o della realizzazione di particolari componenti, senza avere alcun contatto con il mercato intermedio (la distribuzione) e finale (il consumatore). Le imprese che realizzano prodotti finiti possono poi avere un diverso grado di specializzazione produttiva. Nel settore operano imprese monoprodotto, cioè specializzate nella produzione e vendita di un solo tipo di bene, e imprese diversificate in più comparti dell’arredamento, sfruttando le complementarità nella tecnologia produttiva. L’osservazione di numerose imprese del settore induce a proporre una classificazione a partire dalle due variabili indicate sopra: il grado di integrazione verticale e il grado di diversificazione produttiva. L’incrocio delle due variabili consente di individuare una molteplicità di tipi di imprese. Tra questi i seguenti sembrano essere i più diffusi (G. Lojacono, 2003):

• Imprese integrate e specializzate. Si è in presenza di questa tipologia quando la maggior parte delle attività di produzione è realizzata da un’impresa o da un gruppo di imprese controllate e gestite da un unico imprenditore. Queste imprese sono

caratterizzate usualmente da alto grado di innovazione e offrono elevate possibilità di personalizzazione (varietà, componibilità e modularità).

• Imprese integrate e diversificate. In questi casi, il controllo diretto sulle attività produttive è abbinato all’offerta di diversi beni. La diversificazione produttiva si è realizzata spesso mediante la crescita esterna (acquisizioni) e formazione di gruppi con diversi marchi di commercializzazione. La diversificazione realizzata da alcuni produttori in comparti dell’arredamento diversi da quello originario è stata indotta dalla necessità di avere una maggior forza contrattuale nei confronti della distribuzione e dall’identificazione di potenziali sinergie con le aziende acquisite. Le acquisizioni,comunque, hanno sempre come protagonisti marchi tra loro omogenei, dotati di elevato valore intrinseco.

• Imprese assemblatrici specializzate in un comparto dell’arredamento. Si tratta di imprese che sono molto esternalizzate e acquistano i componenti, semplici e complessi, da subfornitori e terzisti con cui intrattengono rapporti consolidati. Benché il produttore si occupi direttamente di un numero ridotto di attività, esso è in grado di controllare i volume e la quantità delle attività esternalizzate grazie all’esistenza di relazioni fiduciarie, della reputazione di cui gode all’interno dell’area locale, alla riconoscibilità della marca sul mercato o alla definizione di particolari contratti di scambio.

• Imprese assemblatrici diversificate. Appartengono a questo raggruppamento sia grandi imprese che perseguono una strategia di volume, sia piccole imprese che svolgono lavorazioni artigianali, sulla base di abilità uniche e in via di

commessa che richiede adattamento alle specifiche del cliente e, quindi, elevata flessibilità produttiva.

Le imprese del mobile possono, poi, commercializzare i prodotti finiti sia con il proprio marchio, ed è il caso più frequente, che mediante marche commerciali o di altri produttori. Inoltre, l’attività di commercializzazione può essere indirizzata verso il mercato nazionale e/o verso i mercati esteri, configurando un diverso orientamento all’internazionalizzazione da parte delle imprese.