• Non ci sono risultati.

4. Ricezione di Mácha a partire dal 1836: gli esordi del byronismo in Boemia

4.6. Mácha e lo strutturalismo

Negli stessi anni in cui venne pubblicata l’antologia dei surrealisti, l’opera di Mácha venne anche analizzata in profondità dagli strutturalisti come Roman Jakobson368 e Jan Mukařovský, il cui approccio nel corso della tesi riprenderemo.

Con lo studio di Mukařovský si assistette ad una nuova analisi dell’opera di Mácha, che l’approccio strutturalista vedeva sotto una luce diversa, incentrata ora sul testo vero e proprio.

Già dal breve articolo pubblicato sull’antologia di Nezval il critico smorzava gli animi a riguardo dell’importanza dell’automatismo nell’opera máchiana, che andrebbe

363 Karel Hynek Mácha, Maggio, Annalisa Cosentino (a cura di), Venezia, 2013, pp. 88-89.

364 Citato in Ludmila Budagova, “Karel Hynek Mácha”, op. cit., p. 53.

365 “odvážná obrazotvornost”, in Ibidem.

366 Ivi, p. 44.

367 Růžena Grebeníčková, “Tylův Rozervanec”, op. cit., p. 291.

368 Si veda per esempio l’articolo “Il verso di Mácha sul richiamo della tortora”, in Roman Jakobson,

103

innanzitutto meglio analizzato e tenendo conto e della psicologia del poeta e della struttura dell’opera369.

Negli studi Máchův Máj [Il Maggio di Mácha ] e Torso a tajemství Máchova díla [Il nucleo e il mistero dell’opera máchiana], pubblicati rispettivamente nel 1928 e nel 1938, Mukařovský e il suo collettivo sezionarono l’opera máchiana che, forse per la prima volta, venne sotoposta a una profonda analisi testuale.

Nel primo dei due studi menzionati, infatti, Mukařovský prese in considerazione la sonorità del capolavoro máchiano, il modo di organizzare il verso, le rime, i temi e il modo in cui essi si combinano all’interno dell’opera. Sotto questo punto di vista il contesto byronista non viene preso in considerazione, Mácha è finalmente visto per quello che è, ossia un innovatore della poesia e della lingua ceca, e non solamente il poeta nazionale da glorificare o, come era avvenuto in passato, il discepolo di autori stranieri.

La ricezione di Mácha, come detto, è costruita anche sull’interazione dei testi critici tra di loro, Mukařovský in questo scritto riprese le considerazioni di molti autori del passato (Novák, Šalda), approfondendone ed ampliandone l’analisi. In relazione con l’opera byroniana è interessante come Mukařovský abbia ripreso lo studio del verbo máchiano e della sua forza all’interno del testo, che ritenne, insieme a Šalda, essere caricato di importanza in modo differente rispetto ai versi byroniani. Nel paragrafo 2.11. si accennava a questo discorso, e già nell’ottica di Šalda si erano identificate le

peculiarità di Mácha rispetto al poeta inglese, e una di queste è proprio la forza di cui è caricato il verbo. Mukařovský inserì questa intuizione di Šalda nel contesto della semantica e della linguistica più generale, individuando la vera forza del verbo

máchiano non già nella sua espressione come parola singola, ma nell’interazione con le altre componenti del verso. L’associazione di soggetti non animati a verbi che

semanticamente indicano non solo animatezza, ma anche il tratto distintivo di “umano”. Questo crea all’interno del testo una forte componente di personificazione, sottolinea Mukařovský, “semantica”370, e solamente in casi minori, tematica. La personificazione degli elementi del paesaggio pervade l’opera, un esempio su tutti tratto dal terzo canto

369 Jak Mukařovský, “Automatická povaha eufonie v Máchově Máji. Interview s Janem Mukařovským”, in Vítězslav Nezval (a cura di): Ani labuť ani Lůna, op. cit., pp. 42-43.

104

citato anche da Mukařovský, che vale la pena riportare anche solamente per la sua espressività:

„Vy, jenž dalekosáhlým během svým, co ramenem tajemným zemi objímáte, vy hvězdy rozplynulé, stíny modra nebe, vy truchlenci, jenž rozsmutnivše sebe, v tiché se slzy celí rozplýváte.

Voi che nella vostra sconfinata corsa cingete il mondo con misteriose braccia, dissolte stelle, ombre del cielo azzurro, voi che portando il vostro stesso lutto vi disciogliete in silenziose lacrime.371

Il verbo cingere in particolare ricorre spesso nel Maggio, associato anche alle sponde del lago (“racchiuso nell’abbraccio della riva”)372, alla vallata (“una ghirlanda di boschi la abbraccia”)373. Si tratta di una delle peculiarità del verso máchiano che, pur partendo dal modello lirico di Lord Byron, da questo punto di vista acquisisce elementi propri e specifici rispetto al verso del poeta inglese.

Per quanto riguarda i temi, inoltre, nell’approccio di Mukařovský il Maggio è inserito tra le opere lirico-epiche, ma in una prospettiva della “soggettivazione dell’epica”374. In opere di questo genere cioè la trama passa in secondo piano per evidenziare l’intreccio di diverse isotopie o “motivi”, come li definisce Mukařovský. Tra questi la nostalgia per l’infanzia perduta, la vita dopo la morte, la riflessione in generale, e il maggio stesso, tematiche che ricorrono nel corso dell’opera e che combinandosi creano quel particolare effetto estetico, quella magia del verso tipici di Mácha. Questi temi, assieme all’utilizzo della prima persona e delle ampie descrizioni della natura fanno dunque inserire il Maggio sì nel genere della poesia lirico-epica byroniana, ma con una propria caratteristica peculiare, che porta ad una “lirica soggettivazione dell’epica”375. Nel Maggio la fabula è indebolita in favore

dell’intreccio; la trama in sé infatti passa in secondo piano, per dare spazio piuttosto all’intervento dell’autore attraverso proprio l’utilizzo della prima persona, unito al fatto che i protagonisti principali, Vilém e Jarmila, non interagiscano fra loro nel corso del poema (la ragazza infatti si getta nel lago appena scopre la notizia della condanna di

371 Karel Hynek Mácha, Maggio, op. cit., pp. 84-85.

372 “břeh je objímal kol a kol”, in Ivi, canto I e IV, pp. 38-39 e 96-97.

373 “lesů věnec objímá”, in Ivi, canto III, p. 82. In questo caso si è ritenuto opportuno tradurre letteralmente e non riportare la traduzione a fronte (p. 83: “una ghirlanda di boschi la circonda”).

374 “subjektivace epiky”, in Jan Mukařovský, Máchův Máj, op. cit., p. 111.

105

Vilém, il quale a sua volta non saprà mai nulla del destino di Jarmila), uniti ai motivi descrittivi che vengono ripresi nel corso del poema. L’effetto principale è quello della frammentarietà e della soggettività, caratteristiche principali anche delle opere

byroniane376.

Proprio attraverso la tecnica del frammento e della simmetria dei canti (la

ripetizione di alcuni brani nel corso dell’opera è un aspetto tipico del Maggio) Mácha “mette in crisi” il lettore377 e anche per questo Mácha sarà escluso dal canone della letteratura ceca del suo periodo. L’approccio strutturalista in sostanza prese in

considerazione le stesse caratteristiche dell’opera máchiana, interpretandole però come segno di innovazione, e la comprensione dell’opera le permette a sua volta di entrare definitivamente nel canone della letteratura ceca nazionale.