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6. Il byronismo di Mácha nei temi e nelle influenze dirette di Lord Byron

6.1. Temi comuni al romanticismo

6.1.5. Natura e paesaggio per i cinque sensi

Il paesaggio nudo, severo, abbandonato, di alta montagna, senza animali né fiori, sferzato da tempeste di neve come nel Pellegrinaggio alle Krkonoše, palco simbolico di un monologo astratto, disperato e metafisico.529

František Xaver Šalda

“Mácha vedeva il paesaggio ceco in modo differente, perché lo comprendeva in modo differente – gli parlava con altre parole, perché per la lingua madre del suo animo la lingua corrente era come straniera”530. Mácha con i suoi versi non solo riesce a descrivere il paesaggio della sua amata Boemia, ma lo dipinge, lo porta direttamente davanti agli occhi del lettore come una fotografia, un quadro di Friedrich, una

panoramica sulle placide acque del lago e poi sulla “pallida luna” che vi si riflette. La

krajinomalba [pittura paesaggistica]531 máchiana era stata messa in luce anche da Sabina: “Mácha assomigliava ai pittori di paesaggi, in cui la comprensione e la

rappresentazione della natura sono la materia principale, dove invece le scene e i segni della vita umana figurano solamente come statuette, che o in armonia o nel contrasto con l’immagine, indicano in modo più netto il pensiero dell’artista”532.

Mácha comprendeva il paesaggio attraverso la sua “osservazione laboriosa e scrutatrice della natura”533, e lo riporta nella sua poesia e caricandolo di sensazioni, di mistero, facendo di esso un attore della trama534, e della natura un’eroina. Essa anticipa

528 Roman Jakobson, “K popisu Máchova verše”, op. cit., pp. 252-253.

529 “Holá, přísná, pustá, vysoká horská krajina, zvěře a květů prázdná, mrazivými vichřicemi metená jako scenérie Krkonošské pouti, symbolické jeviště abstraktního zoufalého metafyzického monologu”, František Xaver Šalda, “Karel Hynek Mácha”, op. cit., p. 52.

530 “Mácha viděl českou krajinou jinak, protože ji chápal jinak – zahovořila k němu jinými slovy, protože materštině jeho ducha byla cizí mluva současnická”, in Vojtěch Jirát, “Karel Hynek Mácha”, in Idem,

Portréty, op. cit., p. 65.

531 Zdeněk Hrbata – Martin Procházka, Romantismus, op. cit., p. 61.

532 “Mácha se podobal malíři krajin, u něhož je pojmutí a vyobrazeni přírody hlavní věcí, kde však výjevy a známky života lidského jen jako stafáže figuruji, které buď v souzvuku s obrazem buď kontrastem svým, myšlénku umělcovu rázněji vyznačují”, in Karel Sabina, “Úvod”, op. cit., p. XXXI.

533 “pilné a skoumavé pozorování přírody”, in Idem, “Karel Hynek Mácha”, in Karel Hynek Mácha, Spisy

II., op. cit., p. 480.

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l’azione e fa da pittoresca scenografia negli Zingari535 ed è oggetto di dialogo in

Křivoklad536. Nel Maggio ha un ruolo ancora più centrale: la bellezza del “tempo d’amore” contrasta con le emozioni dell’uomo, e la morte della protagonista Jarmila, oppure fa da cornice alla disperazione di Vilém, come le Alpi Bernesi circondano Manfred nella sua solitudine.

Mácha della natura descrive i differenti aspetti che l’uomo percepisce con tutti i sensi. La terra fredda al tatto (“gli antenati nella fredda terra”)537, il sole che non scalda (“Qui sorge il sole, è freddo”)538, il vento sulle terre incolte e le foreste (“Soffia il vento, un vento freddo, tra le stoppie abbandonate”)539, il rumore delle onde che si rincorrono nel ruscello, il sussurro del muschio silenzioso, il dolce canto di un usignolo, o del cuculo e più di tutto nel Maggio; qui il canto della tortora risuona come un cupo sottofondo attraverso tutta la sinfonia dell’opera, e ad esso spetta l’ultima invocazione che chiude ogni canto e infine corona il poema (“Hynek! – Vilém!– Jarmila!”)540. Poi i profumi: sempre nel Maggio i pini profumano il bosco, e la rosa ricambia in “sospiro orodoso” l’amore dell’usignolo541.

Per la vista giochi di luci e ombre, con ossimori come bledý stín [pallida ombra]542 e

bílý stín [ombra bianca]543, ma anche di colori, nel primo canto del Maggio per esempio le onde blu del lago si mescolano con la luce bianca delle stelle, le ali di una cicogna in volo, i petali dei gigli, il vestito bianco di Jarmila, la vela candida di una barca544. La poesia di Mácha si caratterizza infatti anche per la sua essenza drammatica e

cinematografica per la sua “vivacità” 545 quasi impressionista. Nelle sue descrizioni infatti il poeta non si perde in dettagli, e porta quasi sempre gli stessi elementi in modo ripetitivo, come un’immagine che “appare sempre uguale a sé stessa”546: egli non intende dare un’immagine reale della natura, ma suscitare nel suo verso musicale delle

535 František Xaver Šalda, “Karel Hynek Mácha”, op. cit., p. 52.

536 Karel Hynek Mácha, “Křivoklád”, in Idem, Próza, op. cit., pp. 40-41.

537 “pozustalé v zemi chladné”, in Idem, “Královič”, in Idem, Básně a dramatické zlomky, op. cit., p. 116.

538 “Zde vzejde slunce, chladné jest”, in Ivi, p. 115.

539 “Věje vétr, chladný vítr/ přes stníště pusté”, in Idem, “Věje vítr, chladný vítr”, in Ivi, p. 162.

540 Idem, Maggio, op. cit., pp. 100-101.

541 Ivi, pp. 38-39.

542 Ibidem.

543 Ivi, pp. 44-45.

544 Ivi, pp. 38-39.

545 “barvitost”, in Vojtěch Jirát, “Karel Hynek Mácha”, op. cit., p. 67.

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emozioni nel lettore547, dei “significati”548 particolari vicini a quelli del personaggio in questione, attraverso piccoli flash, brevi inquadrature, stacchi, anche senza essere in ordine (crono)logico. Questo è evidente nei frammenti di romanzi storici sopracitati (Karlův Tejn in modo particolare)549, ma anche nelle poesie, in cui Mácha fa uso del colore e della luce per disegnare lo spazio dell’azione:

Ó jak krásná jsi, ty vlasťi má! K nebesům jak modré pnou se hory. Kolem čel jim růžná mlha hrá; — V tmavých hvozdech pernaté jak sbory Hlásně pějí! — Temně červená

Vltavy se vlna luhy vine

Rozkvetlými, tamo houštím plyne, Slavíček kde v mutné písni lká! —550

Oh, come sei bella, patria mia!

Le montagne blu si arrampicano verso i cieli. Attorno alla loro fronte gioca una nebbia rosata; — Nelle foreste oscure, come gli stormi piumati Cinguettano vigili! – Di un rosso scuro L’onda della Moldava serpeggia tra i prati in fiore, scorre lì tra la boscaglia,

ove l’usignolo si duole in una muta canzone.

Questi otto versi sono uno dei tanti esempi sia della melodia poetica di Mácha, che risiede sulla destrutturazione dell’ordine delle parole, sui contrasti (“la muta canzone dell’usignolo”), sia sull’uso che il poeta fa delle sfumature dei colori e della luce nell’inquadrare lo scenario naturale della patria tanto amata: le foreste sono ancora oscure, ma evidentemente albeggia, in quanto la nebbia attorno alle montagne si tinge di un rosa pallido e il fiume di un rosso scuro.

Questi versi, che ricordano alcuni passaggi di Lord Byron (My mother Earth! And

thou fresh breaking Day, and you, ye Mountains, Why are ye beautiful?)551, esprimono uno dei momenti prediletti di Mácha, cioè i cambiamenti di stato nella natura: l’arrivo o la fine di un temporale, l’alba e il crepuscolo, che vengono espressi con forza non soltanto dall’uso del colore e della luce (contrasti tra i blu e i rossi, tra i grigi e i neri), ma anche dai verbi, e dai segni di punteggiatura, i quali contribuiscono all’effetto sorprendente dei contrasti552, e dell’alternarsi dei colori. L’inizio e la fine della giornata sono visti nell’opera máchiana come momenti cruciali, e spesso associati ai vari periodi

547 František Xaver Šalda, “Karel Hynek Mácha”, op. cit., p. 52.

548 Jan Mukařovský, “Genetika smyslu”, op. cit., p. 69.

549 Ivi, p. 76.

550 Karel Hynek Mácha, “Bratři”, in Idem, Básně a dramatické zlomky, op. cit., p. 262.

551 George Gordon Byron, “Manfred”, in Idem, Selected Poems, op. cit., p. 472.

552 František Xaver Šalda, “Karel Hynek Mácha”, op. cit., pp. 55-56. Si veda inoltre in proposito Jan Mukařovský, “Genetika smyslu”, op. cit., pp. 50-68.

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della vita umana, nella prosa Una sera a Bezděz in particolare. Qui per esempio le rovine del castello e la natura in generale fungono da palcoscenico ai contrasti di luce-ombra oscurità-colore del tramonto553.

Nell’analizzare alcuni dei temi più diffusi nella corrente romantica, abbiamo citato varie opere di Mácha per valutarne l’opera all’interno del contesto europeo, cercando di mostrare quanto vi sia inserita, non solamente in relazione a Lord Byron. I temi che Mácha analizza, le domande che si pone infatti vanno oltre all’influenza dell’opera byroniana, ed assumono un carattere personale e unico. In particolare si potrebbe dire che Mácha questi temi li approfondisce e li porta all’estremo, soprattutto l’analisi del “nulla”. Nei componimenti a cui abbiamo accennato il protagonista è totalmente solo, regna l’oscurità, in una parola questo estremo che Mácha analizza è proprio quel nulla che attende ogni cosa.