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Traduzioni di nuova generazione: i májovci

2. Ricezione di Lord Byron nel contesto ceco e traduzioni

2.9. Traduzioni di nuova generazione: i májovci

La ricezione dell’opera byroniana, come abbiamo visto, dal 1836 è sempre sempre strettamente legata a quella del Maggio di Mácha e ne aveva seguito l’evoluzione; nel periodo tra gli anni 1852-1871 essa, insieme all’opera di Mácha in sé, compì un ulteriore passo in avanti grazie all’emergere della nuova generazione dei májovci. È questa la generazione che sopra abbiamo definito “cosmopolita” di Jan Neruda e Vitězslav Halek, che riprenderanno l’opera di Mácha e faranno di essa il loro modello

185 “buďme jako moudří zahradníci, kteří netoliko domácí stromy a byliny z kořen a semene pěstují, ale i cizí rostliny do své zahrady sázejí, jestli se k půdě hodí a svými plody a krásou pěstování zasluhují”, in Josef Jungmann, Slovesnost, Praha, 1845, p. 25.

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poetico, come il nome stesso del movimento prende origine dal capolavoro di Mácha

Maggio.

Nel corso degli anni ‘50 le opere byroniane suscitavano ancora un interesse notevole, e vennero tradotte in modo più che mai approfondito e preciso, anche se sicuramente non senza riserve da parte dei patrioti ancora diffidenti nei confronti della letteratura occidentale e del romanticismo186. Il fondatore della lingua letteraria

slovacca, Ľudovít Štúr, nella sua opera O národních písních a pověstech plemen

slovanských [Canzoni e racconti nazionali delle razze slave] (1853), analizzando la

poesia più recente, tra cui anche il Faust di Goethe, di Byron ebbe a scrivere:

Jako za přechod z výšky někdejší k tomuto úpadku může se považovati básnictví Byronovo, ve smyslu přehnáném opravdivá romantika. Jemu nikdy nejde o mravní idey, nikdy vlastně o záměry lidské, to již byla Byronovi vytřená, vyšlapaná cesta, on se musí zalesknouti něčím novým a neobyčejným, a proto vždy a všudy mu jde o to, aby v neobyčejnějších nejvymyšlenějších, nejpodivnějších a protivných položeních představoval jednání a vítězství ducha. Jest to náramná hrdost, ano Byronovo básníctví jest opravdivá apotheosis svéhlavství, dobrá pro rozervance, lidi podivné a zoufalce, ne ale pro ty, kterým svítí hvězdy jasnější.187

Come passaggio dall’eccellenza precedente a questa caduta si può considerare la poesia di Byron, nel senso dell’esagerazione del vero romanticismo. A lui non interessa mai l’idea morale, mai particolarmente le intenzioni umane, quello era per Byron un percorso già trito e battuto, doveva rifulgere per qualcosa di nuovo, non comune, e per questo sempre e ovunque gli importa di presentare il comportamento e la vittoria dello spirito nel modo più particolare, più fantasioso, più stupefacente e con più contraddizioni possibili. Si tratta di un’immensa fierezza, sì, la poesia di Byron è la vera apoteosi della testardaggine, giusta per i lacerati, per gli individui bizzarri e i disperati, non per coloro i quali sono illuminati dalle stelle più

splendenti.

Štúr nello stesso scritto criticò anche il romanticismo e la letteratura occidentale in generale, definendola come la manifestazione di un crogiolo di idee svincolate da qualsiasi religione o moralità, nei rapporti familiari e amorosi, e nei confronti della società in generale, che non bisognerebbe assolutamente imitare188.

186 Bohuslav Mánek, První české překlady, op. cit., p. 41.

187 Ľudovít Štúr, O národních písních a pověstech plemen slovanských, Praha, 1853, p. 18.

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La polemica che aveva avuto origine agli inizi degli anni ‘40 restò evidentemente ancora irrisolta, le opinioni sfavorevoli al romanticismo e alle influenze straniere in generale erano ancora piuttosto diffuse.

Tuttavia, con la giovane generazione dei májovci, che cercava una maggiore apertura alle influenze internazionali, si inaugurò definitivamente la stagione delle traduzioni, e il poeta inglese venne rivalutato per l’ennesima volta; František Bronislav Kořínek, in un suo articolo su Mácha, descrisse Byron come il figlio prediletto

dell’Inghilterra ma da questa rinnegato. In nessun poeta come in Byron infatti “si incontrano vizi e virtù nazionali come in lord Byron, che le mostra al grado più alto – nel modo più vistoso. In lui cadono completamente a pezzi i tratti del popolo inglese, infliggendogli le ferite più dolorose”189. Korínek colse indubbiamente nel segno, sia nel descrivere la personalità di Byron che così chiaramente si riflette nella poesia, che nei confronti dell’influenza su Mácha, che avremo occasione di approfondire in seguito. Da quel momento in poi il poeta inglese divenne esempio di modernità e, in linea con quanto sosteneva Sabina, indispensabile chiave di volta dello sviluppo della letteratura ceca.

Le traduzioni del poeta inglese quindi, oltre che a susseguirsi, diventarono ancora più precise e documentate, a causa dell’interesse che l’opera di Mácha suscitò nei confronti del romanticismo e di Byron in modo particolare. Nel corso degli anni ‘50 vennero infatti tradotti e ritradotti molti componimenti del poeta inglese, tra cui le poesie Darkness190 e The dream, nonché poemi tra cui The Prisoner of Chillon, Childe Harold, The Bride of Abydos, Mazeppa e la raccolta (ora completa) Hebrew

Melodies191. Ora che le influenze estere non erano più viste come invasioni ma come arricchimento per la letteratura ceca, cominciarono a comparire in lingua ceca, oltre ai grandi scrittori slavi Mickiewicz, Puškin, Lermontov, anche Hugo, de Béranger, Heine, Shelley e Moore.

189 “V žádném básníku nespojily se národní nectnosti a ctnosti tak velice jako v lordu Byronovi, který je ukazuje na nejvyšším stupni – v nejkřiklavějším způsobě”, František B. Kořínek, “Karel Hynek Mácha”, citato in Pavel Vašák, Literární pouť, op. cit., p. 291.

190 Tra le traduzioni di questa poesia quella di Vrchlický si incontra più spesso, è la versione più letterale, nello stile tipico della traduzione lumírovská. In Doucha e in Kolár invece si riscontrano spostamenti di elementi della frase (per esempio bezproudných [senza flusso], riferito a hlubiny [abissi] che viene inserito all’inizio del verso successivo) e imprecisioni semantiche (l’utilizzo del plurale mořích per sea per esempio), e un prolungamento della traduzione rispetto all’originale nel numero di versi. Kolár fa in oltre attenzione alla sonorità del verso cercando di renderla attraverso l’alliterazione (dei nessi “s/zv” e “ev” per esempio nel verso V usvadlém vzduchu svadlé tkvěly větry).

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