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Maestri di grammatica nel Trecento

Nell’Italia del ‘300 – soprattutto in Toscana – è attestata la presenza e l’attività di un gran numero di docenti. Ogni municipalità – grande o piccola – vede maestri impiegati nella locale scuola del Comune; e gli Studia appena nati cercano di attirare i docenti più rinomati, capaci di conferire un lustro maggiore all’istituzione. Molti dei maestri delle scuole – ma anche degli Studia – non sono per noi che dei nomi, ricavabili dai molti documenti d’archivio che attestano l’ammontare dei pagamenti versati dai Comuni ai maestri; e ricavabili inoltre anche dai manoscritti contenenti opere grammaticali del periodo. La differenza con i secoli passati è soprattutto il minor numero di docenti impiegati nelle scuole religiose (vescovili e cenobiali) e il crescente numero di quelli impiegati invece nella scuola laica, comunale. Assistiamo ad un fenomeno che possiamo chiamare di “professionalizzazione” della figura docente: molti giovani di famiglia benestante, ma non ricca, scelgono di intraprendere questa professione che garantisce loro uno stipendio sicuro, capace di sollevarli dalle angustie quotidiane e di permettere loro di dedicarsi ai più vari interessi culturali, proseguendo gli studi anche in altri ambiti. Francesco da Buti esemplifica bene tale consuetudine: se esaminiamo il suo iter scolastico e professionale, infatti, vediamo che il giovane Buti cominciò ad insegnare forse già prima di

aver conseguito il titolo di doctor gramatice (nel 1355 o forse prima), affiancando per più di un anno il maestro Marco da Fagiano come repetitor con il compito di “docere [...] scholares et discipulos [...] die noctuque”. I repetitor erano docenti con funzione d’appoggio al maestro più anziano: in particolare, essi si preoccupavano di far in modo che i ragazzi padroneggiassero bene la materia appresa dal docente ufficiale. Nel frattempo, Buti proseguiva gli studi di diritto, frequentando le lezioni e facendo tirocinio presso un notaio anziano.

I Comuni si erano dunque dotati di propri maestri o, nel caso in cui ne fossero privi, si adoperavano a chiamare presso le proprie scuole maestri famosi di altre città. Ciò si ricava ancora una volta da documenti d’archivio come le lettere inviate da Comuni attraverso propri rappresentanti a maestri di altre località. Lo stesso Buti ebbe almeno una volta una richiesta del genere, quando il Comune di Pistoia lo invitò ad insegnare nella scuola locale, verso il 1360.

Con il moltiplicarsi delle scuole comunali, municipali, e con la conseguente crescita del numero dei docenti, assistiamo anche ad un altro fenomeno, e cioè la realizzazione di molti testi grammaticali pensati dai docenti per il proprio tipo di utenza scolastica e meditati secondo la personale esperienza didattica. Abbiamo così un proliferare di testi di grammatica più o meno lunghi e più o meno completi (si va da un’opera vasta, comprensiva di grammatica e retorica come quella di Buti a brevissimi compendi di morfologia come le Regule parve di Goro d’Arezzo); molti di questi testi mancano di edizioni a stampa e moltissimi sono ancora nascosti fra le pagine di manoscritti poco studiati. E’ difficile, inoltre, anche attribuire una paternità a molte di queste opere, che nei manoscritti figurano anonime. Altre volte, invece, alle opere sono associati nomi di docenti, che tuttavia è difficile identificare con sicurezza, data la povertà di informazioni che abbiamo riguardo a molte di queste figure e data la pluralità dei modi con

cit., pp. 82-106.

cui uno stesso maestro veniva chiamato, a seconda della città in cui si trovava ad insegnare.

I nomi dei docenti e le opere anonime sono dunque moltissime, ma tale numero è difficile da quantificare perchè non è mai stato realizzato un elenco dei mestri che insegnarono nell’Italia centro-settentrionale nel sec. XIV. In questa sede proviamo a tracciare una breve anagrafe che contenga almeno i nomi dei mastri più spesso ricordati da fonti diverse, in modo che sia possibile da quantificarne meglio il numero, e analizzarne più facilmente la provenienza, i luoghi d’insegnamento e le opere realizzate.

In questo elenco indichiamo nome, coordinate temporali (qualora si conoscano), luoghi d’insegnamento, opere composte (limitandoci a quelle di carattere grammaticale); per ogni maestro diamo inoltre almeno un riferimento bibliografico.

Naturalmente, questo elenco non ha pretese di esaustività: infatti, rintracciare i nomi di tutti i docenti di grammatica vissuti nel sec. XIV comporterebbe così lunghe ricerche negli archivi e nelle biblioteche che richiederebbero un periodo di lavoro piuttosto lungo. Qui ci limitiamo ai nomi che sono stati ricordati più frequentemente in vari testi critici, o che sono più spesso attestati nei codici.

Nome Periodo Luoghi Opere

Pietro da Asolo106 Treviso opera

grammaticale (BML, Ashb. 241)

Pietro di Cividale107 Friuli

Filippo di Naddo108 +1340 Firenze Regule

(conservata in più codici109)

106 A. STUSSI, Esercizi di traduzione trevigiani del secolo XIV, “L’Italia dialettale”, 31 (1968), pp. 24-

29; L. GARGAN, Giovanni Conversini e la cultura letteraria a Treviso, “Italia medievale e umanistica”, 8 (1965), pp. 85-159

107 A. SCHIAFFINI, Frammenti grammaticali latino-friulani del secoloXIV, “Rivista della Società

filologica friulana”, 2 (1921), pp. 3-16, 93-105

108 S. DEBENEDETTI, Suipiù antichi “doctores puerorum”a Firenze, “Studi medievali” 2 (1906-07),

Guglielmo prima metà forse opera da Verrucola110 del secolo Firenze grammaticale

Lucca (BNCF, NA 398)

(dal 1334)

Niccolò di Ser fine secolo Firenze

Duccio da Arezzo Pistoia

Castelfiorentino Arezzo

Nofri di Giovanni111 fine secolo Colle Valdelsa

di Poggitazzi (1381-88)

S. Gemignano

Pietro da Ovile112 +1360 Siena

da Siena

Giovanni113 prima metà Bologna testi

del Virgilio del secolo (ca. 1321-1323) grammaticali

(BCCS, 81-6-6) Ars dictaminis (NA, BN, XIII G 33) Antonio di verso il 1385 Ser Salvo114 da S. Gemignano

Guizzardo115 sec.XIII-XIV Bologna commento a

da Bologna (1289-1319)

Donato

commento a Goffredo di Vinsauf

109 BLACK, Humanism, cit., p. 117. I mss. che contengono l’opera, elencati da Black, sono i

seguenti: ASF, Carte Bardi II. 179, BMLF, Ashb. 243, BMLF Gaddi 203, BNCF, CS, G. VIII. 1438, BRF, 418, BRF, 630, BRF, 2795, Columbia University Library, Plimpton 149, BMV, Lat. 4473, BMV, Lat. 4730, Admont Stifsbibliothek, 707.

110 BLACK, Humanism, cit., p. 118.

111 V. DE ANGELIS, Magna questio preposita coram Dante e Domino Francisco Petrarca, “Studi

petrarcheschi”, 1 (1981), pp. 103-209.

112 L. ZDEKAUER, Lo studio di Siena nel Rinascimento, Milano 1894; BACCI, Maestri, cit.

113 P.O. KRISTELLER, Un’ “Ars dictaminis” di Giovanni del Virgilio, “Italia medievale e

umanistica”, 4 (1961), pp. 181-200, G. C. ALESSIO, I trattati grammaticali di Giovanni del Virgilio “Italia medievale e umanistica”, 24 (1981), pp. 159-212.

114 A. BANDINI, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Medicae Laurentianae [...], 1774-77. 115 P. STADTER, Planudes, Plutarch, and Pace of Ferrara, “Italia medievale e umanistica”, 16 (1973),

pp. 137-162; M. WOODS, Poetic digression and the interpretation of medieval literary texts, “Medieval and Renaissance texts and studies”, 38 (1986), pp. 617-626.

Pace116 da Ferrara inizio secolo XIV Padova commento

(Studium) a Goffredo

di Vinsauf

Bartolomeo117 +1347 Pisa ? commento a

di S. Concordio Goffredo di

da Pisa Vinsauf

Goro d’Arezzo118 prima metà Siena Regule parve

del secolo (BNCF Panc. 68)

Vocabula (BLL, Harley 6513) Regule ortographie per alphabetum compilate (BNCF, Magl. VIII, 1412)

Domenico fine sec. Firenze Vocabula

di Bandino119 (ASF, Ospedale

di San Matteo, 56)

Giovanni ca 1320 sconosciuto Regule o

da Soncino120 Notabilia121

Questiones

grammaticales

Rolando inizio sconosciuto Regule

da Piacenza sec. XIV (BNM, Lat.,

Classe XIII, 13

(4308)

116 STADTER, Planudes, cit.; WOODS, Poetic, cit.

117 MANACORDA, Storia, cit. ;A.WILMART, L’art poétique de Geoffroi de Vinsauf et lescommentaires de Barthélemy de Pise, « Revue bénéddectine »41 (1929); WOODS, Poetic., cit.

118 MARCHESI, Due grammatici latini, cit., pp. 37 e ss. 119 BLACK, Humanism, cit., PP. 117-118.

120 THUROT, Extraits, cit.; MANACORDA, Storia, cit.; PINBORG, Die Entwicklung, cit., pp. 200-201. 121 Per la tradizione manoscritta vedi infra, cap. 3.

Cristiano fine secolo Perugia Scritti da Camerino122 grammaticali (BCN, V C 4 e V C 7) Glossario; (Fabriano, BC 166; Assisi, BC 660 Fermo, BC 121; BNCF, Ma Cl. I. 72; BLL, Add. 22553)

Folchino fine secolo Cremona Cremonina

de’Borfoni123 (MI, BA, H 66;

Wien, ÖN, 3379) Trattato di ortografia (MI, BA, L 25; PD, BU, 534; MI, BA, D 1; CR, BS, FC, Aa 2 49; VE, B M. Civico “Correr”, Cicogna 633)

Francesco seconda metà Pisa Regule

da Buti sec. XIV (e in parte grammaticales

altrove) et rhetorice

(trentatrè codici124)

Francesco seconda metà Pisa

da Cremona125 sec. XIV Lucca

(1354-1362) Pupo inizio Pisa

Spezzalaste sec. XIV

da Marti126

122 P. TROVATO, Circolazione di libri e di varietà linguistiche nei conventi napoletani e abruzzesi. In margine alle “Scritture volgari” del Miòla, in Lingue e culture dell’Italia meridionale (1200-1600), a c.

di P. TROVATO, Roma 1993, pp. 269-307 (rist. come Manoscritti e stampe nei conventi abruzzesi, in

L’ordine dei tipografi. Lettori, stampatori, correttori tra Quattro e Cinquecento, Roma 1998, pp. 91-

127); A. LOVITO, Appunti filologici e linguistici sul manoscritto VC4 della Nazionale di Napoli.

Edizione critica-analisi linguistica-indici lessicali, tesi di laurea, relatore P. Trovato, Facoltà di

Lettere e Filosofia, Università degli studi di Salerno, A.A. 1994-95, A. BOCCHI, L’edizione di un

glossario latino-volgare ad attestazione plurima, “Filologia italiana”, 2 (2005), pp. 105-135. 123 DESANTIS, Cremonina, cit.

124 Per l’elenco vedi la Nota al testo.

125 TANGHERONI, L’età della Repubblica, cit., pp. 25-26.

126 G.B. PICOTTI, Lo Studio di Pisa dalle origini a Cosimo duca, “Bollettino storico pisano” 1-3

Marco inizio Pisa da Fagiano127 sec. XIV

Francesco Merolla seconda metà Pisa

da Pisa128 sec. XIV (verso 1360)

Nuccio da Pisa129 seconda metà Pisa

sec. XIV (dal 1360)

Martino ca 1334 Lucca

da Lucca130

Giovanni ca. 1334 Lucca

da Coreglia131

Michele da Parma132 Lucca

(1336-1342) Dionisio Lucca

da Modena133 (dal 1346)

Baldanza Lucca

da Montemurlo134 (1350-1353)

3.3 Caratteristiche delle più importanti grammatiche del