anno in cui vedono la luce, oltre ad alcuni versi per una raccolta lirica padovana
112, le prime
Lineadacqua, 2011; Nadia Palazzo, Il teatro ispano-veneto di Carlo Gozzi, Milano, UNICOPLI, 2011; e relative bibliografie.
110 “Del genere teatrale capriccioso seriofaceto è: La Donna vendicativa disarmata dall’obbligazione. Ella è un’azione scenica romanzesca, che dopo le Fiabe, per dare un nuovo aspetto di spettacolo, donai alla Truppa Sacchi. Il titolo palesa, ch’ella è tratta da una Commedia Spagnuola. Un’opera di due Autori D. Diego, e D. Giuseppe di Cordova, intitolata: Rendirse a la obligación, m’ha dato l’argomento di questo capriccio. Potranno i Sigg. Heufeld, e Sonnefels [due letterati tedeschi che il Gozzi poche pagine prima definisce “i Goldoni e i Chiari di Vienna”] confrontare, se la mia composizione, qual ella siasi, sia semplice traduzione, o nuova ne’ suoi dialoghi, e riformata nell’ossatura. Entrò nel Teatro in S. Angelo a Venezia agli 8 di Ottobre. L’anno 1767. Fu replicata sei sere nell’Autunno, e tre nel carnovale susseguente con pienissimi Teatri, facendomi concepire buon augurio sull’idea presa di adoperare alcuni argomenti Spagnuoli ridotti al genio della nostra Nazione popolarmente, per proporzionarli alla Truppa Comica, ch’io soccorreva. Da quest’opera comincio a provare
col fatto, che gli’ingegni Spagnuoli non si devono dileggiare. […] L’irregolarità di quest’azione romanzesca,
non lascia di avere molte scene efficaci, che unite agli scherzi delle nostre maschere, e alla decorazione formano un trattenimento, che può piacere, e solo gl’impudenti possono condannare quel Pubblico, a cui piacque. Si rivelerà in questa prima sperienza fatta dagli argomenti Spagnuoli, ch’io non ho scritto il dialogo a nessuna delle nostre Maschere, ch’io volli impiegare, e paleserò, che questi bravi Attori mi fecero conoscere anche in questa la loro faceta prontezza nel sostenere all’improvviso le scene loro con maestria, e correlazione all’argomento trattato”: Carlo Gozzi, Opere edite…, cit., vol. V, pp. 71-72. Grassetti miei.
111 Elisabetta Caminer Turra, “Sonetto all’eccellentissima Signora Procuratessa Paolina Gambara Pisani Cognata Dignissima dell’Ecc. Signor Procuratore”, in Poetici Componimenti per l’ingresso solenne alla dignità di
Procurator di S. Marco per merito dell’Eccellentissimo Signor Gian-Francesco Pisani Raccolti da Giambatista Lusa Nobile di Feltre, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1763, p. XV.
112 Elisabetta Caminer Turra, “Rime”, in Poesie di diversi autori in morte della Contessa Antonia Dondi Orologio-
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tre traduzioni drammaturgiche: Eufemia, già recensita l’anno precedente sull’«Europa
letteraria», Béverlei e L’onesto colpevole
113, contemporaneamente in scena al San Luca. Al di
là di un limitato corpus di produzione poetica encomiastica dedicata, secondo i costumi del
luogo e del tempo, a raccolte per nozze e per magistrature pubbliche, l’attività letteraria
della Caminer si espresse principalmente attraverso la traduzione dal francese di testi coevi
in linea con il pensiero illuminista. Oltre alla drammaturgia e ad alcune opere pedagogiche di
successo in Francia – quali negli anni Ottanta Il Magazzino delle fanciulle e Il Magazzino delle
adulte di Madame de Beaumont e alcune Novelle Morali di Diderot, o la Nuova Raccolta di
novelle morali del Signor Marmontel, edita a Vicenza tra il 1791 e il 1793 – la Caminer è
ricordata anche per l’attenzione rivolta alla cultura tedesca, che trova la massima
espressione nella traduzione degli Idilli di Salomon Gessner, pubblicati a Vicenza in tre
volumi nel 1781
114come una delle prime imprese editoriali della neonata stamperia Turra.
Questi ultimi, restituiti in quelli che lo stesso Moratín definì “bellísimos versos italianos”
115–
sebbene come di consuetudine attraverso una precedente traduzione francese in prosa –
ebbero, oltre a numerosi riconoscimenti per il loro valore letterario
116, il merito di aprire le
porte in Italia alla cultura tedesca “superando i pregiudizi nutriti nei confronti delle
letterature nordiche su cui grava la pesante ipoteca di barbarie di gusto e di lingua, in una
parola di anticlassicità”
117, idiosincrasia affine a quella coeva nutrita nei confronti della
drammaturgia aurea spagnola. La scelta di una restituzione degli Idilli in verso – nonostante
113 Eufemia, ovvero il Trionfo della Religione. Dramma in tre atti ed in versi da François Thomas Marie Baculard
d’Arnaud, Venezia, Colombani, 1769; Béverlei. Tragedia urbana in cinque atti in versi di Bernard-Joseph Saurin,
Venezia, s.n., 1769; L’onesto colpevole ossia L’amore filiale. Dramma in cinque atti in prosa di Charles Georges
Fénouillot de Falbaire de Quincey, Venezia, Graziosi, 1769.
114
Elisabetta Caminer Turra, Le opere del Sig. Salomone Gesnero tradotte dalla Sig. Elisabetta Caminer Turra,
con le due novelle morali del sig. D*** [Diderot], Vicenza, Turra, 1781, voll. III. In proposito cfr. lo studio di Rita
Unfer Lukoschik, “Di là dalle Alpi – Salomon Gessner fra Aurelio de’ Giorgi Bertola ed Elisabetta Caminer Turra”, in Andrea Battistini (a cura di), Un europeo del Settecento: Aurelio De’ Giorgi Bertola, riminese. Atti del
Convegno internazionale di studi nel bicentenario della morte, Rimini, 10-12 dicembre 1998, Ravenna, Longo,
2000, vol. IV, pp. 202-224.
115 Leandro Fernández de Moratín, Viaje a Italia, cit., p. 390.
116 “Ma ciò che colpisce soprattutto nella versione della traduttrice-poertessa-giornalista-stampatrice è la grande abilità metrica […], che la fa ricorrere talvolta alla polimetria all’interno dello stesso componimento e in genere a forme metriche (strofe e combinazioni di verso) estremamente varie e per lo più inedite, nel complesso, entro la pur ricca tradizione poetica italiana: come se volesse dare proprio anche con la sua variegata forma poetica, estranea all’originale tedesco oltre che alle sue mediazioni francesi, il senso della novità estrema di quella raccolta idillico-pastorale”: Daniela Golin Folena, “Traduttori e traduzione in Europa e nel Veneto tra Sette e Ottocento”, in Helmut Meter, Furio Brugnolo (a cura di), Vie lombarde e venete.
Circolazione e trasformazione del sapere letterari nel Sette-Ottocento fra l’Italia settentrionale e l’Europa transalpina, Berlin/Boston, De Gruyter, 2011, pp. 135-15, p. 145.
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