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Marcela Serli nasce a Tucuman, in Argentina, il 20 maggio 1971, da padre istriano e madre libanese. All’età di otto anni manifesta la sua inclinazione per la recitazione e chiede ai suoi genitori di potersi iscrivere ad una scuola di teatro, mentre studia danza classica all’Accademia del Teatro Stabile “San Martin” nella sua città natale. Durante l’adolescenza si appassiona sempre di più all’arte del racconto, l’unico modo, secondo lei, per mantenere viva la vita e per non perdere la memoria, mentre considera il teatro un rito al quale tutti possono partecipare. A Tucuman frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica e proprio in questo periodo incontra Carlos Maria Alsina, autore e regista, con il quale collabora a due spettacoli, Le serve e Storia dell’errante e invincibile formica argentina. Alsina si rivela un maestro molto importante per la Serli: le insegna la necessità dell’azione e del rapporto con il partener in scena, inoltre, le consiglia di trasferirsi in Europa per completare il suo percorso formativo.

Nel 1989, Marcela all’età di diciotto anni si trasferisce in Italia, senza conoscere ancora bene la lingua, così si iscrive ad un corso di italiano e studia canto con il maestro Agustì Humet all’interno del laboratorio teatrale “Prima del teatro. Scuola Europea dell’Attore” tenuto a San Miniato. Nei primi anni Novanta lavora con giovani compagnie e frequenta l’Università di Trieste, laureandosi con il massimo dei voti in Lingue e Letterature Straniere Moderne, con una tesi in Drammaturgia Contemporanea sulla resistenza “artistica” degli autori di teatro argentini, durante la dittatura. Decide poi di seguire laboratori di danza contemporanea diretti dal danzatore e coreografo Michele Abbondanza e da Olivia Marinciancobo, proveniente dalla scuola di Pina Bausch, e corsi di specializzazione con Luca Ronconi, Gabriele Vacis, Mamadou Dioume, Eugenio Allegri, Egisto Marcucci, Francesco Macedonio, Alfonso Santagata, Teatro del Lemming, Pierluigi Picchetti, Gabriele Ferzetti, Living Theatre e Rodrigo Garcia. La Serli rimane affascinata da quest’ultimo autore e regista, in particolare dal suo sguardo politico sulla realtà: infatti, mette in evidenza le manipolazioni del potere e le distorsioni legate alla logica del denaro. Nel 1995 a Trieste conosce il regista Alessandro Marinuzzi, diplomato in Regia alla Scuola D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e insegnante presso il Corso di Perfezionamento per Attori del Teatro di Roma e la Scuola del Teatro Stabile di Torino diretti da Luca Ronconi. Marinuzzi cura l’aspetto linguistico del teatro e dimostra una visione nuova e contemporanea, acquisita dopo le esperienze di studio e

68 lavoro all’estero, come in Francia e in Belgio. La Serli rimane colpita da questo regista e nel 1999 decide di fondare insieme a lui, e ad altri attori di varie nazionalità, “Laboratorio X”, ovvero un laboratorio di ricerca teatrale basato sull'analisi e sull'interpretazione dei testi e degli spazi adoperati, e sulla promozione e il perfezionamento delle potenzialità attoriali. In veste di attrice, sempre in questo periodo, collabora ad alcune opere teatrali scritte e dirette dal Marinuzzi tra le quali Alla ricerca dello zio coso, tratto dal romanzo di Alessandro Swed, al Teatro Club di Udine, Ragazzo impossibile al Festival Internazionale di Umago, tratto Un ragazzo impossibile di Peter Rosenlud, La Calandria, di Bernardo Dovizi da Bibbiena, al Piccolo Teatro di Milano, e Bene Finisce Bene al Festival di Montalcino, tratto da Tutto è bene quel che finisce bene di W. Shakespeare.

Nel 1998 Marcela Serli inizia a lavorare con diversi gruppi all'interno dei Centri di Salute Mentale di Trieste, Gorizia, e Milano ed è in questo periodo che decide di intraprendere il percorso di autrice e regista, infatti afferma: “A partire da lì ho intrapreso un percorso sui temi dell'intolleranza politica e morale, dell'identità di genere e del disagio psichico, intercalando una ricerca stilistica sul miscuglio dei generi, la globalizzazione del linguaggio, il caos politico e ideologico applicati ai concetti artistici”. Nel 2000 comincia il suo percorso di studio sulla scrittura scenica con la drammaturga Renata Molinari (per l’ERT del FVG) e firma la drammaturgia e la regia di diversi spettacoli, tra cui Tre galline sul comò, Periferia Nord Est, con Nicoletta Oscuro e Luisa Vermiglio, una rappresentazione nata da un laboratorio teatrale, incentrato sulle storie delle donne: storie differenti, di amore o di violenza, di condivisione o di incomunicabilità, sulla gioia dell'infanzia o sui problemi della vita adulta. Per costruire questo suggestivo mosaico le tre artiste lavorano sull'improvvisazione, sull'ascolto, sull'intesa e sui diversi punti di vista, convinte che alcune donne, raccolte attorno a un tavolo da cucina, possano bastare a far vivere ogni storia. Seguono poi altri spettacoli come Entrée, Teatro Club, Occhi lucidi, Suite Matrimoniale e Il sentiero, ovvero un racconto all’interno, Teatro Stabile del FVG. Nel 2001 con Occhi Lucidi, monologo da lei scritto e interpretato, riceve il “Premio del Pubblico” al Festival Teatrale Internazionale di Umago (Croazia). È regista anche di La città degli uomini che ridono, Al solito caffè e Amaramente dolci Teatro Stabile La Contrada, Acqua, Tra al Festival Internazionale Delle Arti di Urbino e Aurora corrosiva, con la Compagnie de l'Octogone (Parigi) e Compagnie Fraction (Bruxelles). Quest’ultimo è uno spettacolo incentrato sulla visione poetica di Alda Merini e sulla sua follia di scrittrice, raccontata attraverso l’arte circense del trapezio, dove la follia quotidiana di un’attrice e quella onirica-ironica di una regista si incontrano. La Carmen, per Amaranteghe Teatro Indagine, invece, è uno spettacolo basato sulla storia della partigiana Noris Guizzo, di Selva del Montello e porta al centro tutte quelle

69 donne che si sono distinte per le loro azioni e per il loro modo di pensare; seguono le opere Giovanni per La Cooperativa Aparte e Armenia Mon Amour per Teatrovivo.

Sempre nel 2000 è presidente del Centro Universitario Teatrale di Trieste, mentre dal 2003 ad oggi comincia un intenso percorso lavorativo con la compagnia ATIR diretta da Serena Sinigaglia: classe 1973, diplomata in Regia alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi nel 1996, allieva di Gabriele Vacis e di Gigi Dall’Aglio e regista stabile dal ’96 di ATIR (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca), finanziata dal Ministero – Dipartimento dello Spettacolo nel settore della ricerca teatrale, di cui è anche direttore artistico. La Senigaglia ama le contaminazioni dei linguaggi ed è favorevole all’abbattimento di tutte le frontiere, con relative barriere, nelle varie arti: infatti, oltre ad essere regista di opere liriche e di opere classiche, non disdegna drammaturgie contemporanee. La Serli lavora con lei in Buonanotte Desdemona, Alla mia età mi nascondo ancora per fumare, 1989: crolli, dove viene analizzata la caduta del Muro di Berlino, che ha segnato indelebilmente il corso dell’economia, della politica e, soprattutto, della vita quotidiana del mondo; e ancora in 1968, uno spettacolo in chiave rock, che parla dell’epoca sessantottina e, infine, in Napoli non si misura con la mente di Manlio Santarelli, un esperimento di teatro e televisione, prodotto dal Napoli Teatro Festival Italia, in collaborazione con la RAI e, infine, in Buonanotte mamma di Marsha Norman al Teatro Stabile La Contrada.

Nel 2008 Marcela Serli firma la drammaturgia e la regia di Moana porno-revolution per la Compagnia degli Incauti, in cui Moana Pozzi viene descritta come una donna in qualche modo rivoluzionaria, che ha fondato la sua carriera sulla violazione di quello che per altri era proibito, ricordando a tutti che il tabù, una volta creato, va violato. Lo spettacolo All’amore io ci credo, è un mix di testo e musiche, con Sandra Zoccolan e Matilde Facheris che, accompagnate da Sara Calvanelli alla fisarmonica e Loris Facchin alla chitarra, interpretano l’amore, attraverso le parole di autori e cantautori più o meno famosi: giocando con la musica e con tutte le possibilità della voce. Grazie allo spettacolo Me ne vado, un monologo movimentato e divertente sull'emigrazione, dove passato e presente si mescolano lungo il viaggio di Marcela, che racconta sé stessa attraverso le esperienze della sua famiglia, da lei scritto e interpretato, vince sia il concorso nazionale “Emergenze 2009” per la Provincia di Massa Carrara nel maggio 2009 sia il Primo Premio “I racconti dell’Isola”, organizzato dall’associazione “Isolacasateatro” di Milano (Quartiere Isola), nel settembre dello stesso anno. L’impegno nel sociale della Serli si fa sempre più presente con l’opera teatrale Non farmi male del 2010 per l’ATIR, nata dal laboratorio di teatro integrato “Gli spazi del Teatro”, dove una troupe, formata da attori professionisti e da ragazzi diversamente abili, parla di odio nei confronti del diverso, e della forza dell’incontro e del dialogo, armi necessarie a sconfiggere l’indifferenza. La Serli cura poi la regia di Giuliette, di e con Laura Marinoni, quella di

70 Studio per un collettivo di Drag King per l’ATIR e, infine, anche la regia di Buone vacanze. Trilogia per borsa, muro e bambino di Carlo Tolazzi, prodotto dal Teatro Stabile La Contrada, in cui i bambini non sono semplici marionette di irrealizzati sogni genitoriali, ma soggetti liberi in grado di instaurare una reciprocità con il mondo adulto. Nel settembre del 2010, dopo un incontro tra la Serli, l'attrice Irene Serini (con la quale aveva collaborato nello spettacolo Moana porno- revolution, sul tabù e la pornografia) e Davide Tolu, scrittore ed educatore transessuale, decide di creare un laboratorio teatrale di incontro e di studio sull'identità di genere, con persone transessuali e non, a titolo gratuito, per tre giorni al Teatro Litta di Milano. Da questo laboratorio nasce lo spettacolo Variabili Umane, scritto, diretto e interpretato da Marcela Serli e da altre quattordici persone (che entreranno a far parte della Compagnia Teatrale Atopos), grazie al quale vince il “Premio Tuttoteatro.com alle Arti Sceniche Dante Cappelletti”, nel dicembre dello stesso anno, con la seguente motivazione: «Con la decisione, né facile né superficiale, di affidare a una dimensione di spettacolo un laboratorio nel quale si è toccato alla radice il problema dell’identità biologica, civile ed emotiva della persona, la Compagnia Atopos fa sì che il teatro diventi luogo di visibilità per una biopolitica, e ancora più in profondità, per una condizione umana che non avrebbe altrimenti luoghi in cui manifestarsi. Una prova di coraggio, determinata e sincera. Una partitura scenica in cui il tema dell’ambiguità si declina in linguaggio che richiama le forme epiche dello spettacolo di varietà, nelle sua dimensione aperta, grottesca, anti-naturalistica, plurale»27.

La ricerca della Compagnia Atopos si inserisce in un momento storico particolarmente delicato per l'Italia, dove emancipazione sessuale, pari opportunità, conquiste, diritti che sembravano sanciti sono nuovamente messi in discussione da una caduta di valori: la mercificazione del corpo della donna è una pratica quotidiana a cui l'opinione pubblica si è ormai assuefatta, e il non pieno riconoscimento della dignità della donna si collega all'ostinata negazione di diritti per le minoranze sessuali, omosessuali e transgender, che determinano una legittimazione della violenza ai loro danni. A marzo 2014 la drammaturga argentina riceve il “2° Premio Sonia Bonacina” per lo spettacolo, da lei diretto, Un giorno torneranno di Chiara Boscaro, in cui l’attrice Silvia Pernarella attraverso quattro monologhi racconta quattro donne diverse. È bene inoltre ricordare che, sempre come attrice, la Serli lavora con il regista italo ungherese Giorgio Pressburger all’opera teatrale Satyricon, presso il Teatro Olimpico di Roma e il Teatro Stabile dell’Aquila; e si cimenta come cantante in diversi spettacoli di tango con la “Jazzy & Classic Orchestra” diretta dal Maestro Giorgio Tortora, e con Alessandro Sofianopulos e Carlo Moser. Lavora in altrettanti opere teatrali come: La storia di io, di Antonella Caruzzi, per Alpe Adria Puppet Festival, Di passaggio di Barbara Della Polla, al Teatro Stabile del FVG, Sovrappeso insignificante informe, di Valeria

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71 Talenti, al Teatro Franco Parenti di Milano, Fiore e Biancofiore e Le sette principesse, al Mittelfest, entrambi con la regia di Roberto Piaggio, Passi di donne di Sabrina Morena, al Teatro Miela Coop Bonawentura e Come diventare italiani in 40 minuti sempre della Morena e infine Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, per la regia di Valerio Binasco. La Serli partecipa anche ad alcune opere cinematografiche tra cui: Sposami per la regia di Umberto Marino, La fuga di Teresa di Margarethe Von Trotta, Stanza 21 di Matteo Oleotto, Apnea di Roberto Dordit, Gli occhi dell’altro di Giancarlo Tescari, Marcinelle di Andrea e Antonio Frazzi, Cuore di Maurizio Zaccaro, Il pagliaccio di Paolo Fattori, La forza dei desideri di Bigas Luna e infine Ma dove vivi? di Davide Del Degan Alberto Cotroneo.

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