La luce si riaccende, poco intensa, su tutto il palco, illuminando così il chitarrista, che, dal suo sgabello, dolcemente inizia a suonare un altro pezzo inedito dedicato al nuovo personaggio, Silvana; la canzone parla di una strada nella notte, di lampioni e di macchine che passano. L’attrice,
50 stavolta nei panni di una prostituta, entra dal lato sinistro del palcoscenico, indossa una maglia scura a maniche lunghe e porta una giacca sulla spalla destra (un gesto autosemantico, riconducibile alla figura di una passeggiatrice): rimane un attimo ferma, in piedi, a guardare il musicista che la saluta chiamandola con il nome del personaggio, lei lo risaluta e poi si avvia verso la sedia posta al centro della scena, che ancora non era stata usata; intanto, la luce si fa più intensa per mettere in risalto l’entrata del personaggio. Silvana appoggia la giacca e le sue mani sullo schienale della sedia, e da lì inizia a pronunciare le sue prime battute rivolta verso il pubblico, dalle quali si intuisce subito quale mestiere pratichi (“Perché batti sono fatti tuoi, ma visto che lo fai, fallo bene”); appena la donna proferisce parola, il Meggiorin interrompe il suo canto, ma non la melodia di sottofondo. Silvana-Musso, che non ha una forte inflessione veneta, con una voce morbida e di media intensità parla del suo lavoro, anzi dei clienti e dopo che lei ha detto: “Il cliente è un pollo che ti sta chiedendo di essere spennato” il chitarrista riprende a cantare il ritornello del brano (“Ciao, ciao”), inserendo anche le parole pronunciate poco prima dal personaggio (“vendere un’idea” e “i polli da spennare”). Silvana imita il verso della gallina, dondolando su sé stessa in modo sensuale, sorride alla platea e disinvolta va incontro al musicista. Immediatamente si coglie la complicità tra il personaggio ed il chitarrista, grazie a sguardi e sorrisi d’intesa; alla domanda della donna, rivolta al pubblico: “Chi sono i polli?” i due guardano i presenti amorevolmente, come se di fronte avessero un gruppo di bambini incapaci di rispondere. Attimo di pausa, nessuna risposta dal pubblico, i due si guardano ancora e sorridono divertiti, quindi a livello prossemico la distanza che li divide è di natura personale; è Silvana, dopo una pausa, a dare la risposta: “Tutti”; a quel punto si allontana dal musicista e raggiunge il centro del proscenio. La prostituta elenca i diversi tipi di clienti che di solito le capitano, e pure i molteplici ruoli da lei impersonati per soddisfare le richieste di ognuno: dalla conturbante donna dominatrice alla dolce donna romantica: “Ma occhio all’orologio: troppe confidenze e il pollo romantico ‘si fredda’”; i gesti che compie con le mani sono paralleli ideografici, poiché accompagnano il suo discorso verbale, mentre i gesti mimici sono convenzionali, sorride per confermare e insieme sottolineare le sue parole. Il Meggiorin intona di nuovo il ritornello, ripetendo alcune parole dette dal personaggio (“Ciao, ciao guardoni. Ciao, ciao le dimensioni”). Silvana-Musso si incammina verso il chitarrista, passando dietro di lui e posizionandosi alla sua sinistra: una volta lì si appoggia con la mano destra allo schienale dello sgabello, sul quale l’uomo è seduto e dice: “Il motto della ditta dev’essere: simpatia e velocità!” e, dopo aver pronunciato questa battuta, l’attrice imita il rumore di una macchina da corsa, emettendo un suono nasale, e, contemporaneamente, lei ed il musicista voltano di scatto la testa da destra verso sinistra, compiendo un gesto parallelo cinetografico. Silvana esclama: “’Ciao ciao’ e scendi dalla macchina. ‘Ciao ciao’ e sali su un’altra. E’ una regola generale, no? Velocità uguale tempo, uguale
51 denaro” e saluta con la mano sinistra, prima da una parte e poi dall’altra, dopodiché si allontana di nuovo da Igi, sempre accompagnata però da alcuni accordi del brano musicale.
La battuta del personaggio: “All’atto pratico la tua bravura sta nel dare il minimo, ottenendo il massimo, nel minor tempo possibile!” si conclude con la ripresa del ritornello cantato dal musicista, anche qui arricchito con alcuni vocaboli utilizzati da Silvana (“Ciao, ciao teatrino. Ciao, ciao minor tempo possibile”); durante il canto la donna, indietreggiando, ripete l’imitazione della macchina da corsa di poco prima (sia con il movimento della testa sia con il suono nasale), poi batte l’indice destro sul polso sinistro e pronuncia di seguito la parola “tic-tic” (per indicare il tempo che scorre) e, infine, con i gomiti piegati e stretti al busto, apre e chiude le mani, insieme alle parole: “Dai, dai, dai!”, compendo dei gesti paralleli a bacchetta, ovvero che scandiscono il ritmo delle sue parole. La Musso si sposta verso il fondale buio della scena, dando le spalle al pubblico, per poi riemergere dall’oscurità: si ferma e, con volto severo, sottolinea il fatto di usare precauzioni durante l’atto sessuale. Silvana si fa più cupa, acquista un tono di voce più grave e si appresta ad elencare tutte le tipologie di clienti da evitare, perché costituiscono un pericolo; poi si volta e si dirige verso il Meggiorin, che intanto canta il “nuovo” ritornello (“Ciao, ciao istinto. Ciao, ciao calma e gentile scendi”). L’attrice attende la conclusione del ritornello accanto al musicista, anche se girata di spalle rispetto alla platea, con il braccio sinistro stretto attorno al ventre e la mano destra intenta ad accarezzarsi la nuca: un atteggiamento di chiusura, come ad indicare il ricordo di una violenza subita o di una ferita ancora non del tutto rimarginata. L’incupimento di Silvana svanisce nel momento in cui si volta, recuperando del tutto l’allegria di prima, con i suoi sorrisi e le sue mani svolazzanti; adesso parla dei vantaggi del suo mestiere: in primo luogo l’indipendenza economica e in secondo luogo la possibilità di interpretare sempre ruoli diversi, compiendo gesti paralleli per evidenziare ciò che dice.
Nel pronunciare la battuta: “Ti piace osservarlo dal di fuori questo nostro bel consorzio umano!”, l’attrice apre le braccia verso l’alto, mentre il ritornello della canzone adesso è: “Ciao, ciao maledetta curiosa. Ciao, ciao una montagna di soldi”. Una volta abbassate le braccia Silvana considera anche la possibilità che una prostituta s’innamori e con rassegnazione ammette: “Capita” ed il musicista, prima sorridente, adesso guarda un po’ perplesso la donna, con la bocca aperta, quasi dispiaciuto della sua espressione mesta, ma continuando sempre a pizzicare le corde del suo strumento. La musica si ferma e l’ultima battuta viene pronunciata dalla prostituta con un velo di malinconia (“A volte capita pure che ti sposi”) e con un filo di voce (“Forse”), mentre i suoi occhi, lucidi e disperati, fissano il pubblico. Silvana conclude il suo pezzo voltandosi di schiena al pubblico, camminando sconsolata fino alla sedia dietro di lei. Una volta seduta, rivolta verso sinistra, la Musso si “spoglia” degli abiti della passeggiatrice, pronta ad indossarne di nuovi. La luce
52 si indebolisce sull’attrice, intensificandosi invece sul Meggiorin, indicando così un cambio d’attenzione. Il musicista inizia a parlare riportando alcuni fatti di cronaca, intervallati, l’uno dall’altro, dal ritornello (“Questo è un paese bellissimo”) di un nuovo brano: la prima notizia si riferisce all’arresto di una banda criminale che gestiva un giro di prostituzione, mentre la seconda e la terza si riferiscono al ritrovamento dei cadaveri di due giovani prostitute brutalmente assassinate; la melodia si arresta e il buio scende sul Meggiorin.