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IL MOVIMENTO 5 STELLE NEL TERRITORIO LOCALE

3.3 Le motivazioni sottostanti la partecipazione al M5s

3.3.1 Un master frame condiviso

La partecipazione attiva al M5s presuppone come caratteristica necessaria l'adozione da parte dei militanti di uno schema principale che fonda il M5S, un master frame che filtra l'interpretazione della società5, una sorta di schema interpretativo principale che viene 5 S. Gennaro, F. Marchianò, Il Movimento 5 Stelle tra partecipazione e protesta, in Convegno annuale

utilizzato per leggere i fenomeni di tipo sociale e politico. Dall'analisi delle interviste effettuate si può notare che esso si basa su una visione dicotomica della società, una contrapposizione netta tra un “noi” che comprende i militanti del M5S e i cittadini, e un “loro” che comprende i partiti tradizionali, le élite corrotte che pensano solo ai propri interessi.

Questi elementi sono propri dei partiti populistici, come afferma Roberto Cartocci: Ritenere che il popolo (“la gente”), in quanto tale, sia il detentore infallibile del buono, del bello, del vero e del giusto; una visione monistica del potere come un unico blocco indistinto, gestito da un'élite indifferenziata e solidale al suo interno: il “sistema” o la “partitocrazia”; ritenere che l'élite politica stia congiurando contro la “gente”; ritenere che le istituzioni siano solo armi di questa cospirazione ed escludere che esse costituiscano l'armatura del pluralismo, in cui si confrontano priorità, progetti e programmi fisiologicamente diversi; connotare in senso peggiorativo le parole “politica”, “ideologia”, “interessi”; trasformare la quantità in qualità: il numero di per sé costituisce garanzia di superiorità6.

Questa contrapposizione viene confermata, ancora una volta, partecipando in prima persona alla riunione tenuta settimanalmente dal Meetup di San Giuliano Terme.

L'assemblea si è svolta in data 21 luglio 2014 presso il ristorante “Old Wide West” in via G. Matteotti 61 a San Giuliano Terme. Alla riunione erano presenti 14 attivisti, nonostante essa si sia svolta di lunedì, numerosi attivisti erano assenti a causa delle ferie estive. Alla riunione era presente un moderatore che assegnava la parola in modo ordinato al fine di ascoltare tutti senza avere sovrapposizioni di voci. Gli attivisti hanno discusso di alcune problematiche del Comune come la possibilità di fare atti concreti come la pulizia e il taglio dell'erba sugli argini in periodi lontani dalle elezioni per dimostrare che il loro Meetup è attivo tutto l'anno e non solo in prossimità delle elezioni, come, a detta di alcuni attivisti, fanno gli altri partiti politici.

La domanda ricorrente a cui i militanti di San Giuliano hanno cercato di rispondere e su cui hanno riflettuto maggiormente è: Che cosa si aspettano i cittadini che hanno votato il M5S?

13-15 dicembre 2012, Torino – Campus universitario Luigi Einaudi.

6 R. Cartocci, L'Italia unita dal populismo, in Rassegna Italiana di Sociologia, XXXVII, n. 2, aprile – giugno 1996.

A conclusione della riunione hanno stilato un foglietto informativo da distribuire ai cittadini, dove hanno evidenziato alcuni punti che hanno realizzato e altri punti che invece intendevano portare avanti nel futuro prossimo.

La riunione conferma il master frame di riferimento, la maggior parte degli intervistati tende a contrapporre il proprio Movimento agli altri partiti politici e alle amministrazioni, come possiamo notare dalle parole di A.G.:

«Se sei vicino alla gente è la vera discontinuità, se ti allontani dalle persone è la continuità. Le amministrazioni chiamano i cittadini solo durante le campagne elettorali, fanno promesse e poi torna tutto come prima. Noi cerchiamo di fare una cosa diversa, speriamo.» (Intervista n. 3 – A.G., San Giuliano Terme)

Anche G.T., un attivista di Pisa, non condivide il sistema di decisione e organizzazione proprio dei partiti tradizionali:

«[I partiti tradizionali sono] troppo gerarchici e troppo patriarcali, sono diventati così. C'è il capo di tutto, sono due o tre persone che decidono per tutto, le liste, tutto. […] Ho visto questa possibilità che potevamo essere una forza politica alternativa, quindi c'ho creduto. […] Quindi le possibilità di cambiamento c'ho visto delle possibilità essenziali di cambiamento, di spostamento di rotta, di come funziona la politica in Italia che si basa su certi poteri economici, che poi abbiamo visto che quello che prima era maggioranza e opposizione, è diventato un partito unico perché si sono alleati, come aveva, ahimè, predetto Grillo.» (Intervista n. 7 – G.T., Pisa)

La decisione di entrare nel Movimento deriva da una sfiducia verso il sistema politico, come ci dice C.G.:

«Sono entrato nel M5S perché non mi fidavo di nessuno e perché nauseato da scelte politiche pessime.» (Intervista n. 11 – C.G., Firenze)

Condivide questo master frame anche un'attivista di Pisa, che ci racconta il suo giudizio sui partiti al governo e la sua scelta di approdare al M5S, dettata anche dall'assenza di

gerarchia all'interno del Movimento:

«Anche a livelli di gerarchia, non c'era, siccome è un movimento nascente, non c'era una gerarchia stratificata. Prima ancora che ci fosse Di Battista, Di Maio in Parlamento questo. Oggi magari ci sono già dei capogruppo alla Camera, che sono più in vista diciamo, però uno vale uno, contano come gli altri, questa è la cosa principale. […] Prima c'era Forza Italia e Berlusconi e l'opposizione al PD, adesso c'è il PD al governo con Forza Italia. Posso dare, cioè sono due partiti molto diversi soprattutto nelle origini che però hanno cercato un accordo a tutti i costi, pensiamo al nazareno per fare la riforma elettorale, per governare e dare la cosiddetta stabilità. Giudico questo accordo molto male perché tra due persone, due gruppi che hanno origini molto diverse, anche di classe. Dovrebbero rappresentare i lavoratori, il PD almeno nell'origine, gli sfruttati. E Berlusconi dovrebbe rappresentare gli sfruttatori, e quindi il sogno degli sfruttatori è quello che gli sfruttati sono contenti di essere sfruttati. Non si può fare un accordo tra i due capetti, semmai la DC faceva la pace sociale, cioè sono proprio sbagliati questi accordi al vertice e questo ignorare la composizione di classe, quindi sono diversi ma non mi sta bene che vadano insieme. Giudico male sia il ventennio berlusconiano che gli anni di D'Alema e quello di Prodi era un pochino meglio, che era all'inizio ed era un pochino meglio, ma comunque li giudico abbastanza male tutti, ma male non come certe urla di certi grillini che sono tutti ladri e tutti delinquenti, assolutamente no. I delinquenti nel PD saranno il 5%, il 10%; dall'altra parte molti di più, con Berlusconi, Previti, Dell'Utri, percentuale che supera il 50.» (Intervista n. 4 – G.R., Pisa)

La contrapposizione tra il M5S e gli altri partiti si nota anche nelle parole di S.M. di San Giuliano Terme:

«Ci piace giudicare le azioni e non le persone, per cui più che il partito, le azioni che finora abbiamo visto sono incoerenti con quella che è la propaganda politica. Se il Partito democratico o il partito della destra è coerente con una posizione programmatica, dovrebbe esserlo anche nelle votazioni; questo attualmente non avviene, quindi in questo momento stiamo vedendo una debacle della politica e anche una svolta abbastanza autoritaria nella perdita delle chiarezze democratiche al Senato, della

eleggibilità diretta, quindi sicuramente non sono dei buoni segnali e traspaiono anche dagli atti di corruzione, dal fatto che a differenza del M5S, chi è candidato deve essere assolutamente persona trasparente e dalla non decadenza né dei privilegi, né della diaria di chi invece è stato condannato, quindi assolutamente c'è un'incoerenza della vita politica e uno scollamento dalla vita sociale che attualmente sta risentendo di tutte le scelte economiche della politica.» (Intervista n. 1 – S.M., San Giuliano Terme)

Gli atteggiamenti tenuti dagli altri partiti contribuisco ad alimentare il divario con il Movimento, come lamenta G.S.:

«Cerchiamo sempre più partecipazione per poter dividerci meglio i compiti, rendere partecipi tutti e lavorare meno tutti, ma lavorare meglio. Posso fare un piccolo esempio: noi per volantinare e mettere i volantini nelle cassette della posta, eravamo tutti noi. Io ho visto partiti, alle ultime elezioni, che prendevano a lavorare, magari a nero spesso, immigrati. Se lo prendi a lavorare, lo paghi e lo metti a contratto, altrimenti prendi i tuoi attivisti, se sono veri attivisti, e gli fai imbucare le lettere o i volantini.» (Intervista n. 2 – G.S., San Giuliano Terme)

Il master frame risulta essere condiviso anche da P.P., il quale accusa la classe politica al governo di essere la peggiore mai avuta fino ad ora:

«La classe politica che abbiamo avuto negli ultimi anni è stata la peggiore della storia della Repubblica italiana, è stata per la prima volta peggio del suo elettorato. Cioè si è sempre detto in precedenza davanti a fenomeni corruttivi che l'Italia è un paese di corrotti e di evasori fiscali, tutto vero. Però con il Porcellum noi siamo riusciti ad eleggere in Parlamento della gente che era oltre la media. Questo è successo e di questo bisogna prenderne atto. E' una constatazione. Io parlo come uno studioso di politica, non parlo in questo momento come un attivista del M5S. Quindi è chiaro che ci sia stata da parte di alcuni un'indignazione. Grillo, Beppe Grillo, Giuseppe Piero Grillo esprime questo: un'indignazione. La esprime da molto tempo. A me mi colpì quando chiuse uno sketch dicendo ai tempi, quando era solo un comico: “Dei politici italiani alla gente non gliene importa nulla!”. Chiuse uno sketch così, penso ci sia su YouTube andando a

cercare. Quindi Grillo aveva già elaborato una sua teoria, diciamo, verso la classe politica. Probabilmente perché era in una posizione anche privilegiata, li aveva conosciuti, già alla fine degli anni '80, quindi già in epoca craxiana, infatti è da lì che inizia il disastro della politica; cominciano a comparire sulla scena quelli che io chiamo “loschi figuri”. […] Allora, “loschi figuri” perché è tutta gente che non aveva ideali, il cui unico ideale è il denaro, la carriera, eccetera, di cui poi Berlusconi è l'apoteosi, l'uomo fatto da solo, non è vero, è uno degli uomini meno fatti da solo che ha avuto più accosti politici che ci siano stati in Italia, ma insomma lasciamo stare queste leggende metropolitane. […] Il M5S è un grido di dolore di questi indignati da una parte, di quelli che si occupano di più di politica, degli esclusi dall'altra parte perché sono quelli che sono fuori da tutto, i precari, i disoccupati tout court, è questo il M5S. E' il tentativo di dare una veste politica a questo, una nobile veste politica. Questa cosa dovrebbe essere il compito di ogni partito politico. I partiti politici italiani grazie al Porcellum questa cosa l'hanno persa, io l'ho ritrovata nel M5S dopo 20 anni e quindi sono molto contento di ciò.» (Intervista n. 6 – P.P., Pisa) Possiamo notare toni di accusa verso gli altri partiti e i loro esponenti politici anche nelle parole di un attivista di Firenze, il quale ci tiene a precisare:

«Per noi la politica non è far carriera, questa è una premessa che poi diremo, sicuramente io lo dirò nello svolgimento dell'intervista. Io ho la mia professione, infatti devo correre, lui ha la sua. Mentre ci scontriamo in quartiere con piccoli funzionari crescono, gente, che si ispirano alla vecchia canzone di Guccini, voi li non eravate sicuramente nati, perché è 1964, “Dio è morto”. Una politica che è solo far carriera, son passati cinquant'anni e ancora ci sono persone nel modestissimo ed infimo consiglio di quartiere che tentano la scalata partendo da lì. […] Io esprimo la mia idea personale. Il vaffa. Quello che condivido più di tutti è il vaffa.» (intervista n. 8 – A.M., Firenze)

Secondo G.P. A confermare il master frame di contrapposizione tra il M5S e i partiti tradizionali è la mancanza di concorrenza tra i membri del Movimento:

«Il motore fondamentale è anche un altro, che mentre all'interno dei partiti, fra di loro, la stragrande maggioranza non può contare sulle persone, all'interno del movimento, è

chiaro, ci sono anche qui attriti, ma prevalentemente se io ho un problema posso contare su Aleandro. […] Non siamo in concorrenza. Quindi non è che gli manca o gli rode. A loro gli fa paura questo. Che noi possiamo contare sulle altre persone accanto, loro se chiedono consiglio o hanno bisogno di, devono chiedere tutto con la condizione generale che loro gli devono dare il benestare, noi no. Siamo abbastanza liberi sotto questo punto di vista.» (Intervista n. 9 – G.P., Firenze)

Possiamo concludere che il master frame individuato: la contrapposizione tra il comportamento tenuto dal M5S e dai suoi membri e il comportamento tenuto dai partiti tradizionali e dai suoi esponenti è presente in tutte le interviste effettuate, quindi 9 su 9. Possiamo escludere da questa analisi le due interviste di coordinatori effettuate a Pisa e Firenze in quanto le domande sono indirizzate maggiormente a comprendere la natura del Meetup. Nonostante ciò possiamo individuare tale master frame che contrappone la conformazione del Meetup all'organizzazione dei partiti tradizionali anche nelle parole dell'organizer di Firenze, A.B., il quale ci dice:

«Nei partiti tradizionali comunque hai un programma, anche magari non totalmente, ma a grandi linee, che ti viene dettato un po' dall'alto, da esperti e gli altri comunque si devono adeguare e vedere solo come promuovere al meglio, qui al contrario, dobbiamo fare noi. […] Quello, diciamo, che più condividiamo e si esalta è la coerenza. Questo deve essere sempre un nostro cavallo di battaglia. Noi dobbiamo riportare le persone a essere sicure che quando votano, votano o un progetto o un altro, e non che il giorno cambiano per qualsiasi motivo. Oggi si è abituati un po' a questo. Quando senti un discorso in campagna elettorale, il discorso più frequente è: “E' un discorso da campagna elettorale”, cioè come dire non è proprio vero quello che uno dice, invece no, deve essere questo.» (Intervista n. 10 – A.B., Firenze)