• Non ci sono risultati.

LA COMUNICAZIONE NEL MOVIMENTO 5 STELLE «E' necessario migliorare l'attuale comunicazione del M5S per poter vincere le

4.2 Il rapporto con i media

4.2.2 Strategie per far parlare di sé

Il M5S ha un rapporto con i media un po' particolare tanto da far definire il Movimento una forza politica fuori dal comune. Esiste in Italia un forte collateralismo delle istituzioni mediatiche con gli ambienti della politica12, mentre invece il Movimento tende a sfuggire, nel vero senso letterale del termine, al sistema mediatico.

Il rifiuto di Beppe Grillo verso gli scenari classici della politica, la decisione di non apparire in televisione e di non rilasciare interviste ai giornalisti sono seguiti da una notevole visibilità conferita dai mezzi di informazione tradizionali. Proprio per questo motivo, tali decisioni appaiono agli studiosi come costruite per attrarre ancora di più i riflettori verso il M5S. I tour e le campagne realizzate da Beppe Grillo nelle piazze sembrano essere state progettate proprio in funzione mediatica, in modo da condurre i principi e le linee guida del Movimento dalla rete ai mass media, al punto che i giornalisti e i conduttori televisivi non hanno potuto evitare di trattare l'evento mediatico e il successo elettorale avuto dal M5S.

Dalle interviste effettuate predomina un sentimento di appoggio verso la decisione di Grillo di non apparire in televisione e di non rilasciare interviste a giornalisti, i quali vengono accusati di vivere di finanziamenti pubblici, come ci spiega un organizer del

Meetup di Firenze, A.B., il quale ci ha fornito informazioni più dettagliate riguardo al Meetup della sua città:

«Allora, in linea generale, poi ci sono chiaramente delle eccezioni, sicuramente il rapporto con i media è stato sempre piuttosto difficoltoso da ambo le parti, nel senso da noi li abbiamo sempre guardati con un certo scetticismo perché li abbiamo sempre considerati, a livello generale, come parte integrante del problema, se noi abbiamo in Consiglio questa situazione politica e sociale gran parte del problema è stata un'informazione scorretta, non lo diciamo solo noi che l'informazione in Italia sia veramente agli ultimi posti del mondo, quindi c'è stato questo meccanismo qui. Dall'altra, chiaramente, c'è un sistema di autodifesa dei giornalisti per cui da una parte vanno a tutelare quelli che sono i poteri che gli consentono di lavorare, dall'altro, anche in maniera più drastica, sul metodo delle proposte, perché una nostra battaglia, ci abbiamo 12http://www.sisp.it/files/papers/2013/mattia-sebastiano-gangi-1703.pdf

fatto anche il V-Day su questo, l'abolizione del finanziamento pubblico dei giornali ed è chiaro che già questo ci pone un bel muro. Perché se davvero non ci dovesse essere più il finanziamento pubblico ai giornali molti giornali molto, molto probabilmente chiuderebbero. E' chiaro che più passa il tempo e più c'è la possibilità di conoscerci, di capirsi e quindi di capirsi ognuno le proprie situazioni contestuali, perché poi c'è il giornalista che magari lavora veramente per la testata peggiore di questo mondo, però personalmente poi parlandoci ti rendi conto parlandoci che non è effettivamente una persona spiacevole insomma.» (Intervista n. 10 – A.B., Firenze)

Tra le aspirazioni degli attivisti c'è il desiderio di un'informazione libera, come ci confida G.S. di San Giuliano Terme:

«Noi vorremmo che la gente spenga i televisori, smetta di comprare quei giornali che vivono di finanziamenti pubblici e accendano la mente, accendano la testa. Vogliamo che le persone ragionino. Non che seguano quello che dice Grillo o quello che dice Renzi o qualcun altro. Noi vogliamo che la gente ascolti quello che i politici hanno da dire, che ci sia in Italia un'informazione libera, non finanziata dagli stessi che poi traggono giovamento dalla stessa informazione. Far si che l'italiano medio sia una persona istruita, abbia una cultura medio-elevata e che abbia la possibilità di ragionare e di esprimere la propria opinione in merito alle cose e non ripetere a pappagallo quello che gli viene detto. Questo è il nostro intento.» (Intervista n. 2 – G.S., San Giuliano Terme)

Tra le interviste effettuate si può notare, inoltre, una certa diffidenza verso i mezzi di informazione tradizionali, infatti i militanti utilizzano più mezzi di informazione contemporaneamente, in comparazione tra loro, per giungere ad una sorta di verità, come ci racconta G.T.:

«[Utilizzo] internet, la rete e comunque guardo anche la televisione perché faccio il mio filtro fra quello che passa in rete con un'informazione meno inquadrata, meno di sistema e quello che il sistema filtra e fa passare per tutti, diciamo per la famosa casalinga di Voghera. Faccio questo distinguo. Non che la rete sia il vangelo, assolutamente, però avendo le due cose riesco a mediare e trovare una forma di verità che secondo me è

quella giusta.» (Intervista n. 7 – G.T., Pisa)

I seguaci di Grillo ritengono che la decisione di non apparire sul grande schermo sia una strategia vincente, come ci dice G.S..

«Bisogna riconoscere che la strategia di Grillo che ha portato il M5s al 25% è stata una strategia vincente. La tecnica di utilizzare la televisione senza mai andarci è stata una mossa secondo me da dover riproporre nei vari manuali di comunicazione universitari. […] Loro (riferito agli esponenti dei partiti tradizionali) hanno dalla loro parte i ¾ dell'informazione italiana fatta di zerbini, che magari quando non gli va più bene sputano in faccia a quello che fino all'altro giorno hanno sempre adorato.» (Intervista n. 2 – G.S., San Giuliano Terme)

Nonostante la decisione di Grillo di non rilasciare interviste ai sistemi di informazione tradizionale, questi ultimi non possono evitare di parlare del Movimento e del suo leader, come diversi militanti hanno sottolineato nelle interviste:

«Effettivamente il M5S, pur non essendo pubblicizzato sui giornali in forma effettiva, su televisioni, è quello che nel tam-tam, del web si riesce comunque a scoprire che ha attivato delle virtuosità che nessun altro ha mai attivato [...] purtroppo l'informazione passa poco in questo senso perché sono tutte proposte che quando vengono riferite ai cittadini sono tutte condivise perché c'è un nuovo atteggiamento e ci vorrebbe un rinnovamento decisivo. Purtroppo questo non passa come comunicazione, passa invece che Beppe Grillo è una persona molto forte, e lo è nella comunicazione e arriva molto forte. Passa che siamo delle persone che protestano in maniera troppo sopra le righe, ma non passa il fatto che siamo propositivi, questo purtroppo arriva poco.» (Intervista n. 1 – S.M., San Giuliano Terme)

Stessa posizione per un attivista di Pisa:

«Noi siamo andati nelle piazze, se non ti fai vedere lì la gente non ti conosce perché in televisione [...] ora se guardi la prima cosa che fanno vedere è cosa ha scritto Grillo sul blog nazionale, però prima non se lo filava nessuno, era lettera morta. Potevi dire i

peggiori scandali sul presidente, sul Presidente del Consiglio, sull'America, di qui, di là, qualsiasi politica nazionale, internazionale, strategica, di qualsiasi livello, non gliene fregava niente a nessuno. Ora tutte le sere è in prima pagina sui nazionali delle testate giornalistiche, Tg La7, Tg1, Tg4, Tg8, quindi ora non c'è più problema, si sa tutto.» (Intervista n. 7 – G.T., Pisa)

Posizione confermata dall'organizer del Meetup di Firenze:

«Il discorso è questo, noi prima non venivamo mai citati negli articoli e nei media in generale, quindi nel momento che siamo venuti fuori, la gente ha iniziato a parlare di noi, cosa che prima non c'era.» (Intervista n. 10 – A.B., Firenze)

La diffidenza risulta maggiore verso la stampa locale come ci racconta V.A., alla quale abbiamo fatto un'intervista da coordinatrice in quanto ricopre il ruolo di Consigliere Comunale del M5S di Pisa:

«Io ho sempre avuto un pessimo rapporto con i media, nel senso che già nella campagna elettorale non sono riuscita, proprio il nostro gruppo non è riuscito ad avere dei rapporti, nonostante io non sia una persona poi così conflittuale, però effettivamente c'è da dare atto che se siamo al 64° posto per libertà di stampa, un motivo c'è. Vivendo in una città rossa, vabbè rossa, una città in mano al Partito Democratico, da anni anche la stampa locale questa cosa ne risente tantissimo e quindi questo non crea un rapporto, né bello né brutto, proprio non lo crea assolutamente. Probabilmente è la città di Pisa che ha questa problematica, poi io lo posso dire anche nel microfono, nel senso che a Pisa funziona che c'è una rete di parentele clientelari per cui i media sono uno legato all'altro, per cui nell'organo di informazione dell'amministrazione c'è il marito della giornalista de La Nazione, e a La Nazione c'è la moglie di quello che lavora a 50 Canale che però fa anche la trasmissione radio e c'è che lavora anche per Granducato, cioè se la notizia non deve uscire […] non esce. Quindi il nostro rapporto non è positivo. In più noi agendo sul blog e avendo questo veicolo potente che è il blog di Beppe nel quale noi pubblichiamo, abbiamo, naturalmente, ci attiriamo le ire dei giornalisti perché lì non essendoci censura possiamo dire quello che vogliamo e rispetto alle 4.000 copie vendute,

abbiamo, come dire, un veicolo più potente e quindi bypassa certi legami.» (Intervista n. 5 – V.A., Pisa)

Anche P.P. lamenta una situazione pessima per quanto riguarda il rapporto che intercorre tra il Meetup di Pisa e la stampa locale:

«Poi c'è un'attività che noi cerchiamo di fare fuori, di dire cosa abbiamo fatto per far conoscere e per preparare il terreno per le prossime amministrative, perché noi alle prossime amministrative vogliamo presentare una lista, un po' fatta meglio di quella che fu fatta un po' in fretta la scorsa volta e quindi attraverso questi strumenti, che sono il web, oppure i banchetti, i volantini, fai, tutto quello che possiamo fare perché con la stampa è un disastro, su Pisa la stampa locale è un disastro. Il vecchio telegrafo era un'altra cosa. Da quando De Benedetti ha preso “Il Tirreno” è un peana al PD; viene pubblicato tutto quello che fa la giunta, gli altri gruppi politici sono opinioni, cioè non compaiono perché magari quello conosce quell'altro e allora gli pubblica. Insomma siamo a questi livelli qua. Non c'è un vero lavoro di giornalismo politico e di dire a Pisa le varie forze politiche come si muovono, come si collocano, vi spiego, eccetera. Al massimo c'è un discorso di poltrone fatto dal Dardi che illustra le varie lezioni di segretari, eccetera, naturalmente il M5S non avendo segretari, non avendo nulla, non c'è neanche lì. Noi siamo abbastanza assenti dalla stampa. Sono contento che a Livorno abbia vinto Nogarin perché così sono curioso di vedere “Il Tirreno” che ha sede a Livorno come se la sbroglia, perché poi a quel punto le notizie le devi dare anche se c'è tutta una censura mediatica. Nogarin l'altro giorno era a “Millennium” su Raitre con il sottopancia: “Nogarin – il primo sindaco non rosso di Livorno”. Per non dire che è del M5S, non so. Fatto parlare in fondo con la sigla che scorreva. Sono boicottaggi anche miseri insomma. Io credo che a questo punto ce ne dobbiamo sbattere della televisione, bisogna puntare più sul web, per questo noi abbiamo puntato molto sul web. Abbiamo fatto questi nuovi siti e abbiamo detto che il giornalismo lo facciamo noi ad un certo punto.» (Intervista n. 6 – P.P., Pisa)

Si possono notare tali gap informativi anche in occasione della presenza a Tirrenia di Alessandro Di Battista, parlamentare del M5s, il quale non è stato accolto nel litorale pisano con telecamere locali, come ci racconta V.A., Consigliere Comunale di Pisa:

«Domenica scorsa è venuto Di Battista a Tirrenia, c'era la Rai ma non c'era la stampa locale, c'erano duecento persone ma non c'era un media locale, nessuno. Però c'era la Rai quindi evidentemente il rapporto conflittuale è più loro nei nostri confronti che noi nei loro perché quello che io dico sempre è che noi siamo la seconda forza politica in città, la seconda forza politica nel paese e i media non danno notizia che c'è un parlamentare e un sindaco, anzi due parlamentari e un sindaco del Movimento e duecento persone che l'ascoltavano. Quindi in quel caso è il media che non ha riportato una notizia, non un'opinione.» (Intervista n. 5 – V.A., Pisa)

Conferma tale mancanza di informazione anche un'attivista di San Giuliano Terme: «Alessandro Di Battista che viene a Marina di Pisa io non l'ho letto su nessun giornale e non avrei potuto avere accesso tramite la televisione, invece tramite il web, tramite

Meetup, tramite Facebook, sì.» (Intervista n. 1 – S.M., San Giuliano Terme)

Il M5s decide di non apparire in televisione e si serve di internet per diffondere i propri messaggi. La rete ha cambiato notevolmente il modo di fare politica e la possibilità di informarsi dei cittadini. Secondo Cecilia Biancalana la rete presenta delle caratteristiche positive, che sono: «a) la disintermediazione (“Con la rete la barriera tra cittadino e istituzioni può essere superata”); b) l'assenza di leader (“La parola leaderless è una parola nuova, prima non c'era. La Rete favorisce questo cambiamento lessicale”); c) la trasparenza (“In Rete […] la trasparenza è d'obbligo, non si può mentire”); d) la creazione di comunità e la possibilità di instaurare una “vera” democrazia (“La Rete ridefinisce il rapporto fra cittadino e Stato, il cittadino diventa Stato”)13.

Opinione diffusa degli intervistati è il vantaggio che consente l'utilizzo del web per raggiungere la popolazione, unico strumento che il Movimento dispone per diffondere le proprie opinioni, come ci dice un attivista:

«Non apparire in televisione è una scelta, può essere condivisa o no, e quindi l'unico strumento che ci resta, e speriamo che in futuro ci renda una vittoria, è internet.» (Intervista n. 3 – A.G., San Giuliano Terme)

La rete consente di accedere a una pluralità di informazioni, come ci spiega un attivista pisano:

«Solo tramite il web ci sono state pluralità di informazioni che prima nella radio o nella televisione tradizionale o nei giornali, che poi sono tutti facenti capo agli stessi soggetti economici o politici in Italia, su certi argomenti non si poteva ragionare, invece tramite il web penso che si possa parlare di tutto.» (Intervista n. 7 – G.T., Pisa)

E' possibile applicare il master frame individuato anche per quanto concerne l'utilizzo del web: Grillo e Casaleggio hanno avuto il merito di servirsi della rete per promuovere il Movimento. I partiti tradizionali non hanno saputo comprendere il potenziale comunicativo della rete; possiamo affermare che questa contrapposizione tra il legame del Movimento alla rete viene enfatizzata dai membri pentastellati, come afferma un attivista fiorentino:

«Quindi lui ha avuto grossa risonanza per quanto riguarda l'aggregazione di persone che avevano questo malessere ma poi alla fine del comando vero e proprio è riuscito a veicolare persone con il discorso di internet e creare questo blog che è uno dei più seguiti al mondo come persone che seguono, e gli va reso atto di questo sicuramente.» (Intervista n. 9 - G.P., Firenze)

Stessa posizione per un militante sangiulianese:

«Io penso che senza la rete il M5s non sarebbe nato perché la rete è uno strumento e lo puoi utilizzare sia per nobili fini che per fini meno nobili, come il bisturi per il chirurgo che può utilizzarlo sia per fare del bene che per fare del male. La rete cos'ha di diverso dagli altri mezzi di informazione? La bidirezionalità, ovvero se qualcuno dice una stronzata e la mette in rete, ci sono i commenti dove chiunque può dire che è una stronzata e ti dimostra anche il perché mettendo il link. Così tutti gli altri utenti della rete

che stanno ascoltando quello che il personaggio potente ha detto, possono anche sentire la controparte. Si crea un sistema che permette alla gente di acquisire una voce critica. Questo secondo me ha fatto il web.» (Intervista n. 2 – G.S., San Giuliano Terme)

E' possibile confermare il master frame di riferimento anche per questo attivista pisano, il quale si scaglia contro la stampa, la quale non svolge correttamente il proprio ruolo di informazione e accusa i partiti tradizionali di aver trascurato la rete, cosa che invece il M5S ha messo al centro della propria politica:

«Tutta la polemica dell'Euro, contro e pro, che la stampa italiana non aveva illustrato, il blog di Beppe Grillo l'ha illustrato. Questo non significa prendere una posizione pro o contro l'Euro, probabilmente uscire dall'Euro è molto complicato, il problema è però capire che ci sono delle persone, ci sono tutti quelli dell'Università delle Marche, di Pesaro, che sono la legione contro l'Euro. Per chi fa politica è interessante sapere che ci sono delle persone che si battono contro l'Euro sulla base di certi ragionamenti, eccetera. Io questa informazione dove la trovo? La trovo giusto sul web perché se devo cercare nei giornali tradizionali non la trovo. Cioè ci sono idee che hanno circolato solo sul web perché in Italia c'è un rigido controllo della stampa, ma un rigido controllo perché nella stampa ci lavora gente che è preoccupata di compiacere quelli per cui lavora, oppure perché uno comunque fa parte di quel meccanismo lì e non si pone problemi e non si fa. … In Italia invece cos'è successo? I partiti tradizionali hanno totalmente trascurato la rete, quindi hanno lasciato campo libero al M5S che invece ha cominciato ad usare la rete sul serio. E poi Casaleggio ci ha messo del suo, ha elaborato una serie di regole che non sono tanto poche, poi come dice Grillo.» (Intervista n. 6 – P.P., Pisa)

Un problema rilevante che si evince dai dati delle interviste è l'utenza di riferimento a cui il Meetup di San Giuliano si rivolge, infatti un'attivista ha segnalato tramite l'intervista che la popolazione di San Giuliano Terme è soprattutto adulta e che all'interno del comune è poco diffuso l'utilizzo del web. Ciò si rivela essere un problema, che gli attivisti hanno cercato di risolvere con volantini e fogli informativi porta a porta, come ci spiega l'attivista S.M.:

«Abbiamo cominciato a farci conoscere con del volantinaggio, con dei fogli informativi, perché qui a San Giuliano la forma privilegiata di comunicazione è la lettura, essendo un target di età superiore c'è poco accesso al web e ci sono anche delle frazioni completamente isolate perché non hanno il web e sicuramente è ancora peggio raggiungerle. […] Il Meetup è però meno fruibile per il target di San Giuliano, quindi nonostante ci sia questa facilità, non c'è un'adesione delle persone al Meetup. Più facile è imbucare un foglio informativo nelle cassette postali e farlo leggere; questo è più facile per arrivare maggiormente.» (Intervista n. 1 – S.M., San Giuliano Terme).

La rete consente di affidare il potere nelle mani dei cittadini senza alcuna mediazione; le nuove tecnologie consentono di sentire l'opinione di tutti prima di prendere qualsiasi decisione, attuando una sorta di democrazia istantanea14.

Si può concludere dalle interviste effettuate che predomina una diffusa condivisione degli intervistati verso la decisione di Grillo di non apparire sui sistemi tradizionali di informazione, ma di utilizzare la rete per bypassare i mass media tradizionali. Prevale, infatti, un sentimento di diffidenza soprattutto verso la stampa locale. I Meetup di Pisa e di San Giuliano Terme “denunciano” un clamoroso deficit informativo per quanto riguarda la venuta di Alessandro Di Battista a Tirrenia, evento al quale erano presenti telecamere Rai, ma mancavano quelle locali.