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per migliorare la qualità della vita

Nel documento Cronache Economiche. N.009-010, Anno 1976 (pagine 77-80)

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telefono verde 532653/4/5

via principe amedeo 17 - torino

si impegnino attivamente a vol-garizzarne il significato con la creazione di opere ispirate al te-ma da esporre in una o più mo-stre collettive. A parolieri e mu-sicisti verrà richiesta la compo-sizione di canzoni di impegno sociale, mentre tutte le istituzio-ni pubbliche del settore culturale (teatro Regio, teatro Stabile di Torino, musei e gallerie d'arte) saranno largamente utilizzate per animare nei modi più opportuni e loro confacenti gli scettici e gli indifferenti.

A cura di specialisti è frattan-to in preparazione un piano ge-nerale di interventi nel compren-sorio, con una chiara suddivisio-ne delle aree secondo la loro ubi-cazione (urbane, suburbane, ex-traurbane e rurali) e secondo le diverse vocazioni della foresta-zione. La schematizzazione di questo piano fa già parte di un questionario inviato a tutti i vir-tuali collaboratori dell'iniziativa, per raccogliere, insieme alle ri-chieste di intervento, le prime notizie orientative che

permctta-no di effettuare scelte operative precise e coordinate. Per i diver-si tipi di piante, dai platani ai tigli, dai larici ai pini, dagli aceri alle robinie, è inoltre in via di compilazione il calendario delle possibilità di intervento per i mesi da ottobre a marzo-aprile utili alla messa a dimora, con il quale verranno confrontate le ri-chieste man mano affluenti dalla popolazione.

Il massimo sforzo da parte del-l'organizzazione è e sarà comun-que indirizzato ad assicurare, ad impianto avvenuto, il controllo della loro corretta gestione, spe-cie nei casi di aree di conside-revole ampiezza, per le quali si vuole coinvolgere al massimo i potenziali fruitori nello studio del progetto di utilizzazione, af-finché sin dal suo nascere la rea-lizzazione sia sentita come bene pubblico, da tutelare collettiva-mente dai crescenti quotidiani atti di vandalismo che offendono e degradano l'ambiente non me-no delle più tipiche e dibattute forme di inquinamento industria-le. L'idea, validissima, è cioè quella di arrivare a costituire dei gruppi spontanei di lavoro che « adottino » il verde, cosic-ché ogni giardino, parco o mac-chia d'alberi abbia un proprio custode o vigilante, sia esso una scuola o una società sportiva, un comitato di quartiere o un cir-colo culturale, un'azienda o una parrocchia o un qualsiasi altro tipo di associazione capace di intendere a propagandare l'alto valore di civiltà di ogni albero piantato.

Certo, non ci si può nascon-dere che si tratta di un impegno diffìcile e che per mutare il volto dei nostri centri urbani richie-derà tempi più lunghi di un qua-driennio, ma non bisogna dimen-ticare che se i nostri nonni non avessero avuto in mente e

attua-to nel tempo quell'architettura di fronde di cui ora godiamo, noi ci troveremmo a vivere in una si-tuazione ambientale sicuramente ancor più desolata della presente. Proprio mentre si stanno studian-do i progetti di apertura al pub-blico di tre grosse aree della pri-ma cintura torinese (Stupinigi, Vallere e La Mandria), non c'è dubbio che l'appello-proposta partito dalla Regione e dal Muni-cipio di Torino ad offrire parte-cipazione e collaborazione per-sonale acquista il valore di una vera e propria rivoluzione cultu-rale finalizzata al recupero della fruizione immediata del verde da parte del cittadino nel quartiere e, col tempo, nelle vicinanze del-la stessa abitazione. Non consta-tiamo forse tutti che i viali albe-rati, di indiscutibile eleganza e certamente utili per la riossige-nazione, rappresentano in ogni caso esclusivamente percorsi o parcheggi ombreggiati per le automobili?

Qualcuno obietterà che di fronte ai tanti problemi che fre-nano lo sviluppo del sistema pro-duttivo e rischiano di farci pre-cipitare in quella che gli econo-misti più alla moda chiamano « stagflation », per indicare la presenza simultanea di stagnazio-ne ed inflaziostagnazio-ne, il caldeggiare l'appoggio ad una simile inizia-tiva può apparire anacronistico. L'impostazione non ha senso, an-che perché essendo l'operazione frutto di cooperazione i costi sa-ranno limitai issimi, mentre i be-nefici ottenibili, seppur per la maggior parte non monetizzabili, non potranno che essere molto elevati.

Prima di concludere, una bre-ve panoramica sul bre-verde pubbli-co di Torino, attraverso i dati e le informazioni fornite dalla di-rezione del Servizio giardini e al-berati dell'Assessorato comunale

ai lavori pubblici. La superficie a verde totalmente e continuati-vamente godibile (secondo l'arti-colo 3c del D. M. 2 aprile 1968 che fissa gli standards urbani-stici in merito) raggiunge m2

6.600.000, mentre quella in ge-stione e manutenzione del citato servizio (la precedente più gli spartitraffico, i complessi sporti-vi, lo stadio, il verde di circa 400 scuole, il BIT, il nuovo matta-toio) si aggira attorno agli otto milioni.

La dotazione pro-capite (cal-colata sul primo valore) arriva a 5,50 m2 per abitante, con un in-cremento rispetto al 1970 di 1,75 per persona. Venticinque anni fa l'area era di 2.300.000 m2

e il rapporto di 3,20. Come si può notare è essenzialmente in questi ultimi anni che si è ri-scoperta l'importanza del verde, anche se si deve tener presente che gli spazi esistenti non sono uniformemente distribuiti nel tessuto urbano, visto che accan-to a quartieri discretamente prov-visti ve ne sono altri estrema-mente carenti.

Se si guarda ad una cartina del territorio comunale si scopre inoltre che alcuni dei grandi par-chi sono dislocati in zone o non servite da mezzi pubblici in mo-do funzionale oppure lontane dall'abitato, con il risultato che il loro godimento diventa di tipo turistico, essendo essenzialmen-te concentrato nei giorni festivi. Esempi significativi, i boschi di Stupinigi e di Superga sulla stra-da di Vetta Superga-Pino, il par-co della Maddalena e quelli di Cavoretto, San Severino e Villa Genero. È scontato che la dispo-nibilità di metri quadri per abi-tante precedentemente indicata si abbassa cosi di una quota nean-che marginale.

Piace tuttavia a questo punto segnalare che il Servizio giardini

e alberate, con un organico che è fermo a quello del 1951 (nella realtà i quadri sono attualmente composti da 200 giardinieri con-tro i 270 di un quarto di secolo fa), mentre l'estensione a verde è da allora triplicata — ecco un chiaro esempio di come anche nella pubblica amministrazione la produttività può aumentare considerevolmente — ha portato a compimento in questi ultimi 4 o 5 anni numerosi interventi di potenziamento. Tra quelli di più ampio respiro si segnala in ordi-ne di tempo: il giardino di corso Maroncelli di fronte al Palazzo del Lavoro di Italia '61, quello di corso Taranto tra le piazze Derna e Rebaudengo, piazza d'Armi, i boschi di Stupinigi sulla sponda destra del Sangone e dopo la Palazzina di Caccia verso Orbassano, il parco delle Vallette, il giardino sull'area del-l'ex mattatoio, il parco del Lin-gotto. Si sono inoltre realizzate le aree verdi di servizio in alme-no 100 edifici scolastici, le infra-strutture di numerose zone pre-viste dalla legge 167 per il pro-gramma di edilizia economico-popolare e il recupero all'uso pubblico degli spazi interni del-l'ex caserma Lamarmora, deldel-l'ex ospedale psichiatrico di via Giu-lio, nonché la parte demaniale dei giardini reali in corso San Maurizio angolo via Rossini.

Al momento sono in corso la-vori per l'allestimento di aree verdi in una ventina di nuove scuole, per l'ampliamento del parco Sempione ad ovest della linea ferroviaria Torino-Milano e il completamento di quello del-la Pellerina tra corso Lecce e via Pietro Cossa. Compatibilmente con l'andamento climatico il pro-gramma a breve è di collocare in complesso a dimora circa 6000 piante di alto fusto. A que-sto ultimo proposito un cenno

particolare all'alberata in corso di approntamento sull'area del-l'ex politecnico tra le vie Giolitti, S. Francesco da Paola, Cavour e Accademia Albertina, come si può vedere nella illustrazione so-prastante: all'interno di una cor-nice periferica di 110 carpini sa-ranno piantati 20 tigli e 64 pla-tani di notevoli dimensioni e del-l'età di circa 25 anni, ricuperati dall'ampliamento effettuato nella primavera del 1972 della carreg-giata centrale di corso Grosseto.

Tutti impegni ed esempi di una precisa, lodevole scelta cul-turale, che l'invito pubblicizzato mira a diffondere capillarmente a poco a poco su tutto il territo-rio piemontese, perché il verde perda la funzione troppo spesso

esclusiva di commento decorati-vo all'architettura ed acquisti in-vece sempre più, cosi come a Londra, Stoccolma o Amster-dam, quella di elemento integra-tivo delle diverse parti della città, a salvaguardia dell'ambien-te ed a vantaggio del cittadino che lo può e deve godere in ma-niera non solo immediata, ma soprattutto naturale.

C'è da credere che il consenso a questo modo di intendere il contatto con la natura ed affron-tare i problemi che esso compor-ta sia tocompor-talmente fuori discus-sione. Resta solo da sperare ed augurarsi che ad esso faccia prontamente seguito il momento della partecipazione più entusia-stica e fattiva.

Comune per comune del Piemonte

Nel documento Cronache Economiche. N.009-010, Anno 1976 (pagine 77-80)