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Neuropsichiatria infantile 5. Neuroriabilitazione

Nella regione Molise sono presenti tre Istituti penitenziari la cui ubicazione, capienza e specificità sono di seguito indicati:

02 “DAY HOSPITAL POLISPECIALISTICO”

4. Neuropsichiatria infantile 5. Neuroriabilitazione

L ‘ Hub per la Neurochirurgia viene individuato nell’ Istituto Neuromed di Pozzilli.

3.4.3 Dipartimento Cardiologico

La mortalità per patologia cardiovascolare nella nostra ASL,come a livello nazionale, è la prima causa di morte attestandosi sul 50% delle mortalità generale, e ciò, nonostante un lieve decremento (numerosità di casi osservati) della mortalità per malattie ischemiche del cuore.

Mortalità per gruppi di cause nella regione Molise anno 2003.

Tassi standardizzati x 10.000 ab (fonte dati ISTAT)

Tumori; 17,56

Diabete mellito; 2,58 Malattie del sistema

nervoso; 1,21

Malattie del sistema circolatorio; 34,28 Malattie dell'apparato

respiratorio; 3,95 Malattie dell'apparato

digerente; 3,41 Cause accidentali e

violente; 3,73 Altre cause; 5,49

Mortalità per gruppo di causa nella ASL3 periodo 2001-2004

Maschi Femmine

%Rel. %Gen. %Rel. %Gen. Totale

Malattie del sistema circolatorio 1220 45,42% 23,80% 1341 54,98% 26,17% 49,97%

Malattie dell'apparato

respiratorio 184 6,85% 3,59% 96 3,94% 1,87% 5,46%

Tumori 781 29,08% 15,24% 526 21,57% 10,26% 25,50%

Traumatismi e avvelenamenti 122 4,54% 2,38% 49 2,01% 0,96% 3,34%

Malattie dell'apparato digerente 149 5,55% 2,91% 129 5,29% 2,52% 5,42%

Altre cause 230 0,0858 0,0449 298 0,1223 0,0582 0,103

Il trend tendenzialmente ascendente della mortalità per malattie cardiovascolari trova una sua logica spiegazione nell’aumento dell’incidenza e della mortalità dovuta allo scompenso cardiaco, ed altre forme di cardiopatia ischemica sia acute che subacute, quale diretta conseguenza di:

1. Progressivo invecchiamento della popolazione;

2. Aumento della sopravvivenza di pazienti con malattie cardiovascolari che culminano nello scompenso cardiaco.

Analisi delle dimissioni ospedaliere nel quinquennio 2002-2006

Dimessi Degenza Importo Freq.

CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA 92 822 € 649.734,15

PASSIVA 92 822 € 649.734,15 100,00%

CARDIOCHIRURGIA 2529 37301 € 31.174.657,64

ATTIVA 415 7293 € 4.893.269,57 16,40%

PASSIVA 1411 17398 € 18.082.772,52 55,80%

REGIONALE 703 12610 € 8.198.615,55 27,80%

CARDIOLOGIA 19702 112508 € 69.090.639,20

ATTIVA 2852 14625 € 10.842.652,92 14,50%

PASSIVA 3693 19246 € 13.720.715,98 18,70%

REGIONALE 13157 78637 € 44.527.270,30 66,80%

Totale 22323 150631 € 100.915.030,99

Passiva 5196 37466 € 32.453.222,65

Attiva 3267 21918 € 15.735.922,49

Regionale 13860 91247 € 52.725.885,85

Nel quinquennio 2002 – 2006, il numero dei ricoveri riconducibili a U.O.C. di Cardiologia e/o Cardiochirurgia si è attestato su circa 22.323 ricoveri, con una saturazione costantemente superiore al 175% per le UOC regionali e un indice di turnover superiore a -3, che non si è ridotto nemmeno nel corso del 2006, nonostante in detto periodo era attiva l’U.O.C. di Cardiologia e Cardiochirurgia della Università Cattolica del Sacro Cuore, che pure ha effettuato 1118 ricoveri di cui 703 referibili ai cittadini molisani.

Nello stesso periodo, la mobilità passiva, si è attestata su circa 5.196 ricoveri, di cui circa un terzo riferibili a “Interventi sul sistema cardiovascolare per via per cutanea” e “Malattie cardiovascolari… con cateterismo cardiaco” con una migrazione che ha interessato prevalentemente l’Abruzzo e Lazio.

Dai dati epidemiologici, appare evidente, e non più procrastinabile, la necessità di una riorganizzazione dell’offerta. Bisogna, in altre parole, formulare nuovi modelli organizzativi che consentano ad un tempo:

1. di recuperare il ruolo essenziale del Medico di Medicina Generale;

2. di rivalutare il ruolo del Distretto Sanitario;

3. di migliorare i rapporti Territorio-Ospedale;

4. di assicurare al paziente la continuità assistenziale con accesso facilitato alle strutture di livello superiore.

In altri termini bisogna ideare un modello organizzativo che abbia come obiettivi la “centralità”

del paziente e la continuità assistenziale e non più la “centralità “ della prestazione.

E’ indispensabile dare al paziente la certezza che i medici che gestiscono la sua salute, pur prestando servizio in strutture differenti, operano in piena sintonia: tutto ciò è realizzabile se si supera la sterile competizione e si riconosce il ruolo vincente della collaborazione.

9 luglio 2008 165 Fra le diverse proposte attuabili nella nostra Regione, quella che si basa sulla teoria Hub & Spoke (Mozzo & Raggio) appare la più praticabile, proprio perchè esprime un’idea dinamica (prima che strutturale) dell’assistenza collegata ai gradi di complessità.

Secondo questa teoria, già sperimentata con successo in altre realtà simili alla nostra, l’assistenza viene erogata in base a diversi gradi di complessità per cui, quando una determinata soglia di complessità viene superata, si trasferisce la sede dell’assistenza da unità produttive più semplici (spoke) a unità di riferimento più complesse (hub).

Gli interventi di maggiore complessità sono concentrati in centri di riferimento (Hub), mentre ai centri collegati (Spoke) compete la selezione, l’invio e la “ripresa in carico” dei pazienti una volta trattati.

Schematicamente, la rete, seguendo la logica Hub & Spoke, si traduce in:

1. Livello assistenziale distrettuale – Strutture ambulatoriali e sezioni cardiologiche in reparti medici;

2. 1° livello assistenziale ospedaliero – Ospedale per acuti dotato di U.O.C. cardiologiche con UTIC e Laboratorio di Emodinamica diagnostica ed interventistica per le prestazioni di elezione;

3. 2° livello assistenziale ospedaliero – Ospedale per acuti dotate di UO di Cardiologia con UTIC, Laboratorio di Emodinamica Diagnostica ed Interventistica h 24, UO di

Cardiochirurgia in sede.( h 24 )

Livello assistenziale distrettuale A questo livello dovranno far capo:

sia le attività di prevenzione primaria:

1. emergenza-urgenza cardiologica assicurata dalla presenza di una sede di 118;

2. ambulatori specialistici e medicina del territorio;

3. diagnostica cardiologica non invasiva;

4. follow-up dei cardiopatici noti a basso rischio.

5. che le funzioni di integrazione con l’ospedale:

6. diagnostica cardiologica non invasiva (ecocardiografia, ergometria, Holter, elettrofisiologia);

7. gestione a lungo termine del cardiopatico ad alto rischio (prevenzione secondaria, valutazione clinico-strumentale periodica);

8. riabilitazione estensiva post-acuta;

9. gestione dell’ospedalizzazione a domicilio ADO;

queste ultime, praticabili in Residenze Sanitarie Territoriali annesse ai Distretti Sanitari sede di poliambulatorio specialistico

Sempre a questo livello, e tenuto conto della orografia e viabilità dei singoli comuni, andranno attivati sistemi di telemedicina con il coinvolgimento diretto dei MMG, nei casi in cui la risposta del 118 e il successivo trasferimento alla UTIC di riferimento facciano prevedere un allungamento dei tempi di risposta.

1° Livello assistenziale ospedaliero (Hub del livello distrettuale e uno Spoke del 2° livello).

Dal punto di vista strutturale si avvale di UOC di Cardiologia con UTIC e Laboratorio di Emodinamica in grado di erogare assistenza in regime di degenza, di svolgere tutta la diagnostica cardiologica incruenta, di rappresentare il punto di riferimento per l’emergenza-urgenza

cardiologica.

A questo livello vanno organizzate la gestione del cardiopatico ad alto rischio (Trombolisi o PTCA di elezione) e l’eventuale riabilitazione dell’immediata post-acuzie (continuità di cura).

Non va esclusa l’ipotesi che operatori delle strutture “Spoke” vadano ad eseguire coronarografie e angioplastiche nei Centri “Hub” sotto la responsabilità del responsabile della struttura Hub stessa.

2° Livello ospedaliero (Hub).

È identificabile nelle strutture dotate di UO di Cardiologia con UTIC e Laboratorio

di Emodinamica diagnostica ed interventistica h 24, di UO di Cardiochirurgia in sede, di Centro abilitato al trapianto cardiaco (centri con valenza regionale).

Questi centri fanno fronte a tutte le esigenze diagnostico-terapeutiche non soddisfatte agli altri livelli: interventi cardiochirurgici d’urgenza e di elezione, trapianto di cuore, cardiologia e cardiochirurgia pediatrica.

Il Dipartimento si compone delle seguenti U.O.C. (reparti):

Cardiochirurgia Emodinamica

Cardiologia con UTIC

9 luglio 2008 167

3.4.4 Dipartimento Ostetrico-Ginecologico

II Dipartimento si pone come obiettivo lo svolgimento integrato a livello regionale della prevenzione, diagnosi, terapia, ricerca e didattica in ambito ostetrico-ginecologico.

Il Dipartimento si articola, in una logica organizzativa tipo "Hub & Spoke", in un Centro di riferimento regionale (Hub) a cui confluiscono tutte le altre realtà periferiche (Spoke).

In tale contesto la Regione si avvale, in particolare, della presenza del Centro dell'Università Cattolica di Campobasso che ha ricevuto quest'anno, nell'ambito del Progetto nazionale "Ospedale Donna 2008", promosso dall' Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna, il massimo riconoscimento con tre bollini rosa per 1'evidente attività ed organizzazione in campo ginecologico e dell'Ospedale "A.Cardarelli" di Campobasso quale riferimento regionale in campo ostetrico- neonatale.

Alla luce di tali considerazioni e possibile definire la seguente architettura regionale per la costruzione del Dipartimento Ostetrico-Ginecologico:

1) Hub interaziendale "Ospedale della Donna" (UCSC-Cardarelli) gestito secondo quanto previsto da apposita convenzione fra ASREM e UCSC; 1'Hub interaziendale vedrà articolata la sua attività Ginecologica presso 1'UCSC e 1'attività Ostetrico-perinatale presso il P.O. Cardarelli di Campobasso;

2) Spoke rappresentati dalle U.O. di Ostetricia e Ginecologica dei due Presidi Ospedalieri di Isernia e Termoli e da sei Punti Nascita individuati negli attuali Stabilimenti ospedalieri.

L'evidente rilevanza di tale progetto risiede nella sua unicità dal momento che la realizzazione di un Dipartimento così strutturato farebbe del Molise la prima regione ad attivare un "Ospedale della donna" distribuito sul territorio con conseguente ritorno sia in termini di qualità di cura, di risparmio di risorse economiche nonché di “immagine”, ponendo la paziente in un compiuto percorso clinico- assistenziale per una sua reale presa in carico.