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Norme ed accordi local

Nel documento Gli immigrati nell'agricoltura italiana (pagine 151-154)

A LCUNE PECULIARITÀ REGIONALI DEL LAVORO EXTRACOMUNITARIO IN AGRICOLTURA

10.2 Il caso della Toscana 1Premessa

10.2.3 Norme ed accordi local

L’analisi del contesto istituzionale e normativo, che contribuisce a creare un clima favorevole all’inserimento dei lavoratori stranieri nella società toscana, consente di rilevare gli elementi che caratte- rizzano le dinamiche in atto e qualificare l’attenzione che viene riservata alla presenza di manodopera extracomunitaria nel territorio regionale nonché al suo impiego nel settore agricolo.

Negli ultimi anni la Regione Toscana ha avviato un percorso per la realizzazione di un “modello toscano” di accoglienza, inclusione sociale e integrazione dei cittadini non comunitari. Obiettivo principa- le è quello di arrivare all’approvazione di una normativa che garantisca ai cittadini non comunitari pari opportunità di accesso, esercizio e tutela dei diritti sociali, civili e di cittadinanza, con cui costruire una società plurale ma coesa, nel rispetto delle diverse identità culturali, religiose e di genere.

Già nel 1990 la legge regionale n. 22 ha introdotto Interventi a sostegno dei diritti degli immigrati

extracomunitari in Toscana e ha inteso promuovere iniziative volte a garantire agli immigrati extracomu-

nitari e alle loro famiglie condizioni di uguaglianza con i cittadini italiani nel godimento dei diritti civili e a rimuovere le cause economiche, culturali e sociali che ne ostacolano l’inserimento nel tessuto sociale, culturale ed economico della Regione25. Le iniziative promosse dalla Regione sono, in particolare, rivolte alla tutela del diritto al lavoro, allo studio, alle prestazioni sociali e sanitarie degli immigrati extracomuni- tari e delle loro famiglie e al superamento delle difficoltà sociali, culturali ed economiche degli immigrati e delle loro famiglie, anche attraverso forme di sostegno dell’associazionismo.

25 La l.r. 22 marzo 1990, n. 22, è stata modificata dalla l.r. 3 ottobre 1997, n. 72, “Organizzazione e promozione di un sistema di diritti di cittadinanza e di pari opportunità: riordino dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari integrati”. Quest’ultima è stata successivamente abrogata dalla l.r. 24 febbraio 2005, n. 41, “Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”, ad esclusione dell’articolo 21, le cui disposizioni continuano ad applicarsi nei confronti delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) fino alla conclusione del relativo procedimento di trasformazione previsto dalla l.r. 3 agosto 2004, n. 43.

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Capitolo 10

La recente disciplina del Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadi-

nanza sociale, prevista dalla legge regionale n. 41/2005, include tra le politiche sociali quelle a favore

degli immigrati, che consistono nell’insieme degli interventi e dei servizi volti a favorirne l’accoglienza, prevenire e contrastare fenomeni di esclusione sociale e di emarginazione26.

Nel nuovo Statuto della regione Toscana27, inoltre, l’Ente si impegna a promuovere, nel rispetto dei principi costituzionali, l’estensione del diritto di voto agli immigrati e pone fra le finalità prioritarie quella di perseguire l’accoglienza solidale delle persone immigrate, secondo i principi del pluralismo delle cultu- re, del reciproco rispetto e dell’integrazione sociale.

Tra le aree progettuali del Nuovo Patto per uno sviluppo qualificato e maggiori e migliori lavori in

Toscana su cui sviluppare in maniera sperimentale la governance cooperativa vengono individuate le

Politiche di inclusione degli immigrati e la valorizzazione della multiculturalità28. Il nuovo patto costitui-

sce la sede per la elaborazione di linee di indirizzo operativo per un progetto speciale sull’immigrazione integrato fra i diversi soggetti, non solo istituzionali, della comunità regionale in maniera da individuare modelli per l’integrazione sociale degli stranieri extracomunitari con interventi integrati nella competenza linguistica, nella formazione professionale e nell’inserimento lavorativo.

Il Programma regionale di sviluppo 2006-2010 (PRS) individua in 25 progetti integrati regionali

(PIR) le priorità dell’azione della Regione Toscana nell’attuale legislatura, prevedendo uno specifico

Progetto sull’immigrazione, Inclusione e cittadinanza degli immigrati nella multiculturalità, cui destina una somma di 10 milioni di euro per il periodo 2007-201029. Tra le finalità del progetto assume particolare importanza la definizione di una nuova legge sull’immigrazione. Nell’ambito del percorso di definizione del “modello toscano” e del PIRimmigrazione, è stato avviato uno studio per una nuova legge regionale

per il governo del fenomeno migratorio, basata sul riconoscimento dei diritti universali di cittadinanza per costruire un sistema di inclusione sociale, economica e culturale improntato alla tutela dei diritti e al

26 In particolare, oltre alle prestazioni erogate ai sensi dell’articolo 117, comma secondo, lettera m) della Costituzione (erogazione dei livel- li essenziali delle prestazioni sociali previsti dallo Stato), sono compresi tra gli interventi e i servizi per gli immigrati:

a) l’attivazione di percorsi integrati di inserimento sociale, scolastico e lavorativo, favorendo la comunicazione interculturale e l’associa- zionismo;

b) la promozione della partecipazione degli immigrati alle attività culturali, educative e ricreative della comunità locale;

c) l’accesso ai servizi territoriali, mediante l’attivazione di specifiche campagne di informazione e interventi di mediazione culturale; d) la predisposizione di progetti mirati a favore di cittadini stranieri in situazioni di particolare fragilità, quali profughi, rifugiati,

richiedenti asilo, vittime di tratta;

e) la gestione di interventi di sostegno abitativo.

27 Lo Statuto è stato approvato dal Consiglio regionale con prima deliberazione in data 6 maggio 2004 e con seconda deliberazione in data 19 luglio 2004 e pubblicato sul BURT n. 12 dell’11 febbraio 2005, parte prima.

28 Il nuovo patto è stato sottoscritto in data 30 marzo 2004 dalla Regione con le categorie economiche, le parti sociali, le organizzazioni sin- dacali e gli enti locali. Con il patto la Regione vuole favorire l’attuazione dei seguenti 14 progetti, sui quali attivare tavoli settoriali e locali: 1. Formazione e sostegno al mercato del lavoro, 2. Patti territoriali dell’innovazione, 3. Servizi all’infanzia ed alle famiglie, 4. Efficienza e innovazione, 5. Decentramento e riforme istituzionali, 6. Riorganizzazione dei distretti, 7. Credito per la piccola impresa, 8. Competitività e sostenibilità delle zone rurali, 9. Competitività e sostenibilità turistica e commerciale, 10. Inclusione degli immigrati e multiculturalità, 11. Anziani non autosufficienti, 12. Sicurezza nei luoghi di lavoro, 13. Promozione delle imprese, 14. Mobilità e traspor- ti: il sistema delle accessibilità.

29 Il Programma regionale di sviluppo 2006-2010 è stato approvato con risoluzione n. 13 del 19.7.2006. Gli obiettivi specifici del progetto integrato sull’immigrazione sono i seguenti:

- integrare le diverse politiche regionali settoriali sui diversi aspetti dell’immigrazione, considerata come fenomeno plurale e trasversale che interessa più livelli di intervento, soggetti responsabili, aree territoriali;

- incrementare la partecipazione soggettiva e responsabile delle persone immigrate ai processi sociali e politici nella regione, attraverso la costituzione di forum, il sostegno all’attività dei Consigli degli stranieri, la disciplina della partecipazione al voto;

- diffondere le esperienze di programmazione e di promozione della multiculturalità a livello territoriale diffuso, attraverso la definizione di Patti di azione territoriali sull’immigrazione, attraverso l’integrazione degli strumenti della programmazione territoriale con gli interventi e le azioni per l’inclusione sociale dell’immigrazione;

- promuovere e sostenere una rete diffusa di accoglienza nella regione, attraverso la definizione e approvazione di accordi territoriali per il coordinamento di funzioni amministrative e il sostegno di azioni finalizzate all’accoglienza delle persone immigrate;

- porre particolare attenzione alla condizione delle donne immigrate, attraverso politiche di conciliazione che permettano l’inserimento e la permanenza nel mondo del lavoro, politiche di integrazione culturale, sociale e sanitaria, attraverso la figura della mediatrice culturale.

ALCUNE PECULIARITÀ REGIONALI DEL LAVORO EXTRACOMUNITARIO IN AGRICOLTURA

rispetto delle differenze. Il concetto di inclusione sociale è quello che, meglio di altri, riesce ad esprimere gli obiettivi principali della nuova legge, che puntano a consentire e favorire la possibilità di un processo di stabilizzazione del migrante sul territorio regionale. Nel 2006 è iniziato l’iter della proposta di legge ed è stata avviata una campagna di ascolto aperta a tutti i cittadini, italiani e stranieri per sviluppare il con- fronto sui temi dell’accoglienza e della tutela dei diritti degli immigrati. Nel novembre 2008 è stata pre- sentata in Consiglio regionale la proposta di legge intitolata Norme per l’accoglienza, l’integrazione par-

tecipe e la tutela dei cittadini stranieri nella Regione Toscana, con la finalità di rafforzare la società

Toscana come comunità plurale e coesa che guarda al complesso mondo delle migrazioni come ad un fat- tore di arricchimento e di crescita sociale ed economica30. Nel dettaglio il Capo II, dedicato alla governan- ce dell’immigrazione, disegna un sistema coerente ed integrato di governo regionale del fenomeno migra- torio, mediante il metodo della cooperazione tra i diversi livelli istituzionali e i soggetti pubblici e privati, inclusi quelli del terzo settore nella logica della realizzazione concreta del principio di sussidiarietà verti- cale ed orizzontale quale criterio per garantire al cittadino straniero e alla comunità locale un intervento tempestivo ed efficace. Attenzione particolare viene riservata a tutte quelle azioni positive che mirano a facilitare le relazioni tra cittadino straniero e servizi del territorio come quelli sanitari, dell’istruzione, del lavoro e della casa, mediante interventi tesi a superare le barriere linguistiche e culturali che impediscono la fruizione piena dei diritti ed una partecipazione consapevole.

Fra le azioni intraprese a favore degli extracomunitari vi sono gli interventi di formazione profes- sionale cofinanziati con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in maniera da unire le esigenze formative con la certezza di sbocchi occupazionali. Grazie alla concertazione fra Regione Toscana, uffici periferici del ministero del Lavoro e parti sociali, è stato avviato un programma di sperimentazione di interventi formativi per cittadini extracomunitari nei loro paesi di origine finanziato dal ministero e dalla Regione. In base a questa formula, vengono attivate procedure che partono dall’individuazione degli sboc- chi occupazionali sulla base delle esigenze del territorio toscano e, successivamente, si organizzano corsi mirati direttamente nel paese d’origine. Vengono, così, attivati corsi per addetti nel settore dell’edilizia in Marocco e in Bulgaria, mentre in Albania sono reclutati aspiranti lavoratori nel settore agricolo; in Senegal sono formate persone per lavorare nel settore conciario, mentre in Ucraina viene promosso un corso per badanti. La formazione dei lavoratori immigrati rappresenta, infatti, uno dei principali veicoli di integrazione, consentendo di acquisire, accanto alle indispensabili competenze linguistiche, anche quelle sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sui diritti. Ciò dovrebbe permettere di intervenire sulle attuali condi- zioni di lavoro descritte dalle statistiche di settore, che evidenziano una maggiore esposizione degli stra- nieri a condizioni di lavoro disagiate e di rischio, con un maggior livello di infortuni.

Nell’ambito degli indirizzi programmatici contenuti nel Piano sanitario regionale 2005-2007 viene dato particolare rilievo alla necessità di promuovere azioni di qualificazione del lavoro dei migranti, con interventi di informazione e formazione. In relazione alla tutela della salute nei luoghi di lavoro, per i lavoratori stranieri è prevista la promozione di interventi mirati di informazione e assistenza, a cura dei

30 Proposta di legge regionale n. 316 del 19 novembre 2008. Nel testo sono previste norme ed interventi per:

- garantire l’accoglienza e l’effettiva integrazione sociale, culturale e lavorativa delle cittadine e cittadini stranieri immigrati nel territorio regionale;

- garantire una parità sostanziale relativamente al godimento dei diritti sociali e civili per i cittadini e le cittadine di origine straniera (in particolare per quanto riguarda l’accesso al diritto alla casa alla sanità, all’istruzione, alla formazione e al lavoro);

- favorire il reciproco riconoscimento delle differenze culturali, religiose e linguistiche considerate nella loro evoluzione e nel contesto territoriale in cui si esprimono;

- eliminare e prevenire ogni forma di discriminazione e razzismo; - garantire pari opportunità di accesso ai servizi;

- promuovere la partecipazione alla vita pubblica locale in tutte le forme possibili, compreso il riconoscimento del diritto di voto, così come stabilito dall’art. 3 dello Statuto regionale;

- garantire forme di tutela dei diritti con riferimento a particolari situazioni di vulnerabilità (donne, minori, minori non accompagnati, vittime di tortura, vittime della tratta, richiedenti asilo, rifugiati e profughi, irregolari, persone con particolari problemi di salute, disoccupati con particolari problemi di reinserimento nel mercato del lavoro, anziani, ecc.).

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Capitolo 10

servizi di prevenzione delle aziende unità sanitarie locali, differenziati per culture, aree geografiche di pro- venienza dei migranti, e per tipologie produttive, con un’attenzione particolare alle lavoratrici durante il periodo della maternità. A questo scopo i dipartimenti di prevenzione collaborano alla realizzazione dei progetti regionali speciali in materia di immigrazione e ai percorsi assistenziali e di integrazione promossi dagli enti territoriali (Comuni e Province). Anche in questo quadro la giunta regionale si impegna a soste- nere e promuovere interventi formativi in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro nei paesi di provenienza dei migranti, nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale.

Il Piano mirato in agricoltura 2005-2007, per la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori, si basa sulla constatazione, da un lato, che solo una piccola percentuale di aziende agricole in Toscana assu- me lavoratori dipendenti ed è, quindi, soggetta agli obblighi di legge e, dall’altro, che la presenza di lavo- ratori stranieri sta assumendo una maggiore consistenza. Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, in parti- colare, viene evidenziata la necessità di avviare un percorso condiviso con le associazioni dei migranti e del volontariato per facilitare la conoscenza, da parte degli stranieri, del contesto sociale e culturale, del significato di salute, di malattia, di rischio e di prevenzione nelle diverse culture, comprendere i codici di comunicazione, superare le criticità che possono rendere asimmetrico il rapporto contrattuale dei lavorato- ri stranieri. Sono, inoltre, previste le seguenti iniziative specifiche rivolte ai lavoratori stranieri in agricol- tura al fine di indirizzare le azioni di prevenzione anche a queste categorie:

- definizione di un progetto condiviso con i “portatori di interessi” (rappresentanti delle comunità di immigrati, associazioni del volontariato, sindacati, associazioni di categoria, centri di ascolto), - formazione degli operatori della prevenzione all’interculturalità,

- formazione dei mediatori linguistici e opinion-leaders sulle problematiche di prevenzione in agricoltura,

- definizione di un sistema di informazione e comunicazione dedicato (catalogazione, diffusione ed eventualmente riproduzione del materiale didattico nelle diverse lingue; predisposizione, nei servizi di prevenzione e nei punti di pronto soccorso, di cartellonistica nelle diverse lingue; realizzazione di iniziative nei luoghi di ritrovo delle singole comunità; partecipazione attiva di mediatori linguistici e opinion-leaders in esperienze pilota da divulgare successivamente). In questo contesto, si ricorda la recente legge regionale del 25 maggio 2007, n. 30, che introduce norme sulla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori agricoli31, con la quale la Regione, nell’in- tento di contribuire a rendere l’esercizio della attività agricolo-forestale più sicuro sotto il profilo della salute e della sicurezza, promuove la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, consapevo- le dell’importante ruolo economico, sociale e culturale rivestito dalle attività agro-forestali.

La Toscana, che il IV Rapporto sull’integrazione (CNEL, 2006) pone tra le regioni a basso disagio

abitativo, si è distinta per la costituzione di una rete di agenzie sociali per la casa, che offre servizi di orientamento, consulenza e supporto ai cittadini immigrati. In generale, la tendenza è al superamento della logica dell’accoglienza e della sistemazione collettiva provvisoria, per puntare, invece, alla vera e propria autonomia abitativa dell’immigrato. Sul modello delle social housing esistenti in altri paesi, anche in Toscana hanno cominciato ad operare agenzie sociali per la casa che gestiscono alloggi da affittare a prez- zi contenuti, o che effettuano interventi di recupero e risanamento di edifici esistenti per poi rivenderli o affittarli in modo agevolato.

Nel documento Gli immigrati nell'agricoltura italiana (pagine 151-154)