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Gli stranieri residenti e il mercato del lavoro italiano

Nel documento Gli immigrati nell'agricoltura italiana (pagine 96-98)

I L MERCATO DEL LAVORO IN I TALIA E GLI IMMIGRATI 7.1 Le tendenze dei principali indicatori del mercato del lavoro in Italia

2001 2002 2003 2004 2005 2006 Agricoltura, silivicoltura e pesca 20,9 21 18,3 19,9 21,1 22,

7.2 Gli stranieri residenti e il mercato del lavoro italiano

La presenza degli immigrati in Italia si inserisce in questo quadro generale, caratterizzato da forti differenze territoriali tra macroaree e, all’interno della stessa area, tra regioni diverse. Secondo il Rapporto annuale dell’ISTAT(2007c), la popolazione attiva straniera era pari a circa un milione e mezzo di persone:

in particolare c’erano 1.348.000 occupati e 127.000 persone in cerca di occupazione. La forza lavoro stra- niera, come anche la presenza straniera, si concentrava prevalentemente al Nord, rispecchiando in questo modo la distribuzione territoriale delle opportunità di lavoro: infatti al 31 dicembre 2006 il 36,3% degli stranieri si trovava nel Nord-Ovest, ma in particolare il 24,8% nella sola Lombardia (il 10,8% nella pro- vincia di Milano), il 27,3% nel Nord-Est; il 24,8% al Centro, mentre nel Mezzogiorno risiede soltanto l’11,6% della popolazione straniera.

Rispetto alla popolazione italiana, la popolazione straniera partecipa di più al mercato del lavoro, i tassi di attività e quelli di occupazione della popolazione straniera rispetto agli indicatori relativi agli italiani sono, infatti, più alti in tutte le ripartizioni geografiche (Tab 7.3). Questa è una caratteristica comune ai paesi dove il fenomeno migratorio è più recente e dipende sia da un fattore motivazionale, perché la ricerca di lavoro continua ad essere la ragione prevalente dell’immigrazione, sia dalla struttura per età della popolazione immigrata sulla quale prevale la componente in età lavorativa. Solo dopo che il processo di integrazione – che comporta anche i ricongiungimenti familiari, la creazione di nuove famiglie e saldi naturali positivi – sarà ben avviato, la struttura per età della popolazione immigrata e le preferenze circa la partecipazione attiva al mercato del lavoro somiglieranno di più a quelle proprie della popolazione nativa.

Tab. 7.3 - Tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione degli stranieri e degli italiani - 2006

Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione (15-64 anni) (15-64 anni)

stranieri italiani totale stranieri italiani totale stranieri italiani totale

Maschi 89,0 73,9 74,6 84,2 69,8 70,5 5,4 5,4 5,4 Femmine 58,6 50,4 50,8 50,7 46,1 46,3 13,4 8,5 8,8 Ripartizione geografica Nord 74,5 68,4 68,9 68,4 66,1 66,2 8,1 3,4 3,8 Centro 74,6 65,4 66,0 67,7 61,6 62,0 9,3 5,8 6,1 Mezzogiorno 67,9 52,9 53,2 61,0 46,3 46,6 10,0 12,3 12,2 Classi di età 15-34 65,6 57,9 58,4 58,5 50,8 51,4 10,8 12,2 12,1 35-54 83,6 77,8 78,2 77,7 74,6 74,8 7,0 4,2 4,3 55-64 61,6 33,1 33,4 59,1 32,2 32,5 4,1 2,8 2,9

Numero componenti della famiglia

1 componente 91,7 72,2 74,5 87,4 68,6 70,9 4,8 4,8 4,8

2 componenti 79,2 60,9 61,8 70,9 57,7 58,4 10,4 5,0 5,3

3 o più componenti 67,2 61,4 61,7 60,8 56,9 57,1 9,5 7,3 7,4

Totale 73,7 62,1 62,7 67,3 57,9 58,4 8,6 6,7 6,8

IL MERCATO DEL LAVORO INITALIA E GLI IMMIGRATI

Sempre secondo il Rapporto annuale dell’ISTAT(2007c), un aspetto strettamente connesso con le

caratteristiche strutturali dell’economia italiana è il fatto che le posizioni di stranieri e italiani a riguardo dei tassi di disoccupazione cambiano dal Nord al Sud del paese. Al Nord, dove la situazione dell’econo- mia è più florida con una condizione vicina alla piena occupazione, il tasso di disoccupazione degli stra- nieri è più che doppio di quello degli italiani. Al Centro la differenza è più contenuta (+60%), al Sud gli stranieri hanno addirittura un tasso di disoccupazione inferiore a quella della popolazione locale. Tale dif- ferenziale si giustifica in parte con la maggiore presenza relativa di stranieri nelle aree del Centro Nord ma anche con la maggiore incidenza del lavoro non regolare nel Sud.

Per quanto riguarda le caratteristiche degli occupati stranieri, nel 2006 solo una porzione ridotta risultava provenire dall’Unione a 25 (8,3%), mentre una buona percentuale proveniva dalla Romania (14,6%) e dall’Albania (14,3%). Anche quella marocchina e quella filippina sono comunità ben rappresen- tate, ammontando rispettivamente all’8,6% e al 5,5 % del totale degli occupati stranieri in Italia.

Se si considerano le caratteristiche degli impieghi, dal momento che gli occupati stranieri rappre- sentavano, nel 2006, il 5,9% degli occupati totali, è subito evidente che essi sono meno rappresentati nella posizione di indipendente, più spesso degli italiani hanno lavori a termine, nonché part time ma, soprattut- to, presentano una diversa distribuzione tra comparti, in particolare sono molto più presenti nelle costru- zioni e nei servizi alle famiglie (Tab. 7.4).

Tab. 7.4 - Occupati stranieri e italiani - 2006 (composizioni percentuali)

Stranieri Italiani % stranieri sul totale Posizione nella professione

Dipendenti 85,0 72,9 6,8 permanente 71,7 63,5 6,6 a termine 13,3 9,4 8,0 Indipendenti 15,0 27,1 3,3 Tipologia di orario A tempo pieno 81,7 87,0 5,5 A tempo parziale 18,3 13,0 8,1

Classificazione della professione1

Qualificate 9,3 38,2 1,5

Impiegati 18,2 27,1 4,1

Operai 43,0 26,8 9,2

Non qualificate 29,5 7,9 19,1

Totale 100,0 100,0 5,9

Settore di attività economica

Agricoltura 3,9 4,3 5,3

Industria 40,9 29,5 8,0

industria in senso stretto 23,7 21,8 6,4

costruzioni 17,7 7,7 12,2

Servizi 55,2 66,2 4,9

commercio 9,6 15,7 3,7

alberghi e ristoranti 9,0 4,6 10,9

servizi alle famiglie 18,7 2,7 30,3

Totale economia 100,0 100,0 5,9

1 Secondo la "Classificazione delle professioni 2001" le professioni qualificate comprendono legislatori, dirigenti e imprenditori; professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione; professioni tecniche; tra gli impiegati sono comprese anche le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi; nella categoria degli operai ricadono artigiani, operai specializzati e agricoltori conduttori di impianti e operai semiqualificati addetti a macchinari fissi e mobili.

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Capitolo 7

La classificazione delle professioni ricoperte dagli stranieri fa emergere una forte sottorappresenta- zione nelle qualifiche superiori. Inoltre, gli stranieri, anche quelli immigrati da più tempo, sembrerebbero soffrire di una certa instabilità lavorativa, misurata come persistenza media in una stessa attività lavorativa.

Nella sostanza il quadro che emerge a riguardo della forza lavoro immigrata dai dati dell’indagine sulle forze di lavoro è senza sorprese: esiste una maggiore fragilità di questa componente della popolazio- ne, evidente tanto nei più alti tassi di disoccupazione, quanto nelle caratteristiche meno appetibili delle occupazioni che essi ricoprono. Del resto si tratta di un quadro coerente con la velocità dei cambiamenti geo-economici in corso, primo tra tutti la posizione dell’Italia che, dopo avere alimentato flussi emigratori verso il resto del mondo e avere visto una porzione abbondante della propria popolazione spostarsi dal sud al nord del paese, negli ultimi 30 anni ha cominciato a richiamare flussi immigratori consistenti dall’Est europeo e dall’area Nord africana prima, dall’Est asiatico successivamente e, adesso, soprattutto dai paesi di nuova adesione all’Unione. Più che da un forte slancio dell’economia, tali flussi sembrano alimentati dai cambiamenti nelle abitudini di vita degli italiani – in particolare dalla maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro che ha notevolmente incrementato la domanda di lavoro per sevizi alla perso- na e domestici – nonché dalla minore disponibilità delle popolazioni locali a svolgere alcune mansioni perché più faticose e meno remunerate o stagionali. Questi flussi, pertanto, tendono a crescere nonostante l’economia sia stagnante e la domanda di lavoro poco dinamica.

Nel documento Gli immigrati nell'agricoltura italiana (pagine 96-98)